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mercoledì 15 novembre 2017

Lui è tornato (2015)

Durante l'ennesima ricerca di un film su Netflix che potesse piacere sia a me che a Mirco è spuntato Lui è tornato (Er ist wieder da), diretto e co-sceneggiato nel 2015 dal regista David Wnendt a partire dal libro omonimo di Timur Vermes.


Trama: Adolf Hitler si risveglia nel 2014, vicino al bunker dove si era rifugiato prima della sconfitta del 1945 e il conseguente suicidio. Dopo lo sconcerto iniziale, Hitler viene preso sotto l'ala protettiva di un regista freelance di belle speranze, che è convinto di avere davanti un comico o un attore e lo porta a partecipare ad un programma televisivo...



Cosa farebbe Adolf Hitler se si risvegliasse ai nostri giorni? Probabilmente, dopo un momento di sconfortante e comprensibile confusione causato da tutti gli stravolgimenti geo-politici e l'evoluzione della tecnologia, si sentirebbe a suo agio: tra populismo, ondate di odio razziale causato da immigrazione incontrollata e terrorismo, complottari, antivaccinisti, haters di professione, ignoranza galoppante e quant'altro troverebbe quasi sicuramente terreno fertile per le sue idee malate e più sostenitori di quanti ci aspetteremmo. Lo dimostra questo Lui è tornato, commedia dai risvolti inaspettatamente tragici e fortemente radicata nell'attualità non solo della Germania ma anche del mondo, Italia compresa, realizzata mescolando scene di finzione a candid camera girate per le strade di Berlino. L'idea di base, che poi è la stessa del libro (non ancora letto e per questo mi scuso) di Timur Vermes, è che Hitler si "risvegli" nella Germania del 2014 e venga scambiato, comprensibilmente, per un attore, più precisamente per un comico; la sua incredibile serietà e i suoi atteggiamenti così tipici da sembrare caricaturali attirano subito l'attenzione di un regista free lance che decide di sfruttarlo per una serie di documentari in cui il Führer si trova ad aver a che fare con la vita di tutti i giorni oppure interagisce con le persone. Al di là di un paio di scene esilaranti legate alla scoperta della TV, allo shock culturale e alle psicosi di Hitler, sono proprio i confronti reali con i tedeschi o con i turisti a turbare lo spettatore rimanendo impressi anche dopo la visione, in quanto sono davvero pochi quelli che reagiscono disgustati davanti al sembiante e alle parole del dittatore. Spinti a sciogliersi davanti a quello che ritengono uno scherzo e per nulla disturbati dalla presenza delle telecamere, molti degli intervistati rilasciano dichiarazioni angoscianti, interamente imperniate sulla paura dello straniero, sul desiderio di avere un governo dal pugno più forte, addirittura sulla speranza che possano tornare i lager per proteggere i veri tedeschi dall'invasione di extracomunitari e persino europei, mentre la maggior parte dei turisti vede Hitler come un simbolo "figo" con cui fare selfie e impegnarsi in gare di saluto romano, roba veramente folle che mostra quanto poco le persone sappiano della cultura dei paesi che visitano e quanto poco conti la memoria storica di tragedie avvenute neppure troppo tempo fa.


La scelta di realizzare Lui è tornato come una sorta di mix tra film, guerrilla video, mockumentary e candid camera è contemporaneamente sia il punto di forza della pellicola che il suo punto debole. Quasi due ore di girato tenute assieme da una storia anche troppo diluita e sfilacciata (lo scheletro della trama si basa sull'ascesa di Hitler come star della TV e verso il finale si scivola nel distopico ma i "raccordi" sono davvero pochini) fanno saltare all'occhio la confezione scialba della pellicola, al punto che sembra di avere davanti più uno di quei terrificanti telefilm tedeschi che un film pensato per il grande schermo. Gli attori non aiutano ad elevare il livello di Lui è tornato, beninteso. La trasformazione di Oliver Masucci in Adolf Hitler è a dir poco impressionante e lui è inquietante da morire, una presenza alla quale basta rimanere in silenzio per ipnotizzare gli astanti o pronunciare poche parole di incredibile durezza per acquisire consensi ma il cast di supporto è a livelli imbarazzanti e si salva solo lo stralunato Fabian Busch, perfetta spalla tragicomica di Masucci. Nonostante queste carenze a livello stilistico (che, a mio avviso, possono essere percepite o meno, dipende dai gusti del singolo spettatore) mi è parso comunque che il messaggio di Lui è tornato fosse comunque incredibilmente potente ed attuale e spesso mi sono chiesta come reagirei io se mi trovassi davanti ad un wannabe Hitler in Germania o un Mussolini in Italia: probabilmente lo guarderei scuotendo la testa con disgusto e mi fa specie pensare che, in un Paese letteralmente piagato da una vergogna indicibile come la Germania, ci sia gente che invece stia allo scherzo e sorrida indulgente di fronte all'incarnazione del loro incubo peggiore. Eh, probabilmente per parecchie persone tanto incubo non è stato, ed è questo che fa pensare e mette inquietudine.

David Wnendt è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Tedesco, ha diretto film come Combat Girls e Wetlands. Ha 40 anni e un film in uscita.


Se il film vi fosse piaciuto recuperate La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler.. e magari Borat. ENJOY!


22 commenti:

  1. Concordo su BORAT: il comportamento grottesco di un barbaro a contatto con la modernità

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  2. E' stato tra i primi film che ho visto quando mi sono abbonata a Netflix (leggi anche: quando è iniziata la mia dipendenza). Nonostante i limiti tecnico-stilistici, mi è piaciuto molto e mi ha convinto ad aggiungere il (voluminoso) libro nella lista delle prossime letture. Un messaggio forte, non solo per la Germania, che non lascia indifferenti. Sto male al pensiero dell'adattamento italiano su Mussolini con Frank Matano. Così si vociferava, se ho capito bene. Grande paura :(

    Fede.

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    1. Il libro pensa che l'avevo regalato a una mia collega prima ancora che realizzassero il film, dovrei farmelo prestare :)
      La "notizia" che mi hai dato, tra l'altro, è più terribile dell'idea stessa che Hitler possa tornare, guarda XDXD

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    1. Io più che bellissimo l'ho trovato interessante e terribilmente istruttivo (se ce ne fosse stato bisogno, ahimé...).

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  4. ho ancora il libro da leggere...
    prima quello poi il film

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    1. Il libro aveva già attirato la mia attenzione. Tempo permettendo...

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  5. Ma libro e film hanno problemi opposti. Il libro troppo prolisso, il film manca di raccordi, ma hanno entrambi due grandi finali - simili anche se non identici, nel libro è tutto più suggerito.
    Il film tecnicamente l'ho trovato imbarazzante...

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    1. Il libro non l'ho letto, quindi non saprei. Tecnicamente parlando, il film risulta "povero" proprio per la scelta dello stile però secondo me non è stata una scelta sbagliata, nonostante preferisca altri tipi di approccio...

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  6. L'ho molto apprezzato, sia per il divertimento iniziale... Sia per la triste verità di fondo. Sembra tutto grottesco, ma è tutto tremendamente vero.
    Mi dispiace che all'epoca l'hanno dato solo per un paio di giorni al cinema. L'avrei visto volentieri sul grande schermo.

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    1. Io sono contenta di averlo visto su Netflix, lo stile che hanno usato secondo me è poco adatto al grande schermo, quindi va bene così :)

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  7. Triste tristissima verità di fondo e non credo che in Italia saremmo messi meglio se si ripetesse la stessa operazione con un simil Mussolini.

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  8. Quando i contenuti superano la forma, perchè per quanto l'abbia trovato troppo televisivo e poco curato a livello tecnico, il messaggio e l'allarmante realtà che Lui è tornato ritrae, terrorizza.

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    1. Hai assolutamente ragione. Avessero curato un po' di più la forma però si sarebbe evitato l'effetto "noia" che molti di quelli che mi stanno parlando in questi giorni del film hanno avvertito e che li ha spinti a non finirlo nemmeno...

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  9. Considerato lo spunto inziale, sarebbe potuto essere davvero notevole...
    E invece purtroppo ha tutti i limiti che tu hai messo in evidenza.

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    1. Però secondo me è comunque un film che va visto :)

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  10. Mi ispira molto, ma al tempo stesso mi fa un'inquietudine pazzesca. Lo recupererò in un momento in cui non sono troppo stressata.

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    1. Sì perché è uno di quei film maledetti che colpisce a tradimento!

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  11. Quando l'ho visto sono rimasto turbato tutta la sera, non tanto per le dichiarazioni e gli atteggiamenti della gente durante le scene candid camera, ma perché riesce a mostrare e a far comprendere quella che poteva essere davvero la psicologia di Hitler, arrivando, nell'apice del crescendo, a far provare allo spettatore addirittura empatia per il mostruoso personaggio che è Hitler.
    Io nonostante tutto sono curioso di vedere anche la versione italiana con Mussolini, sperando che anche qui riescano a tirare fuori la stessa finezza psicologica e introspettiva!

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    1. Oddio, per fortuna io empatia non ne ho provata ma ho davvero paura delle reazioni che hanno avuto i tedeschi e i turisti alla vista di Hitler. E sinceramente non andrò a vedere il film italiano non solo perché non sopporto Matano ma anche perché odio l'idea di dover aprire le pratiche per cambiare nazionalità... so già che ci sarà da vergognarsi parecchio.

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