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domenica 31 dicembre 2017

Bolla's Top 5: Best of 2017

Eccoci arrivati alla doppia Top 5 del meglio del 2017, almeno per me. Mai come quest'anno è stato difficile separare le categorie in "generico" e "horror", viste le mille contaminazioni che si sono insinuate nel mio genere preferito e vista la marea di pellicole che hanno lasciato il segno in modi tutti particolari. Siccome ormai la mole di film vista è abbastanza sostanziosa (benché, visti i soliti problemi di tempo e distribuzione mi sia persa come al solito molte pellicole imprescindibili) ho deciso quest'anno di inserire nella classifica quelle opere che si sono impresse nella mia memoria a prescindere dall'effettiva qualità, che magari ricordo ancora dopo quasi un anno per svariati motivi: non stupitevi quindi se piccole opere indipendenti hanno preso il posto di cose più blasonate benché molto apprezzate... e no, non sto parlando di Dunkirk, film che non sarebbe rientrato nemmeno in un'eventuale Top 10! ENJOY quindi e... auguri per l'imminente 2018!!!

5. Silence
Potevo lasciare fuori l'amato Scorsese dalla Top 5? No. Come Tarantino, Egli avrà sempre un posto nel mio cuore. Soprattutto perché il bellissimo, "faticoso" Silence mi ha fatto ritirare fuori i libri di testo dell'università e reimmergermi nella poetica del grande Regista nello sforzo di apprezzare al meglio il suo ultimo lavoro.

4. A Monster Calls (Sette minuti dopo la mezzanotte)
Un film struggente e doloroso, che probabilmente non riguarderò mai più ma che lo stesso mi si è impresso a fuoco nel cuore. L'elaborazione del dolore in chiave horror/fantasy in una pellicola capace comunque di travalicare i generi.

3. A Ghost Story
Un film piccolino. Indipendente. Malinconico. La quotidianità resa un inferno in terra dal punto di vista di un'eternità passata ad attendere. Una delle sorprese dell'anno, senza dubbio.

2. Arrival
Dopo un film piccolino, un film grandioso, quello che a ragione avrebbe dovuto sbancare gli Oscar. E invece mi limito a consegnare ai malinconici alieni di Villeneuve e alla bellissima Amy Adams il secondo posto di questa mia indegna classifica.

1. Detroit
Arrivato cronologicamente per ultimo, il film della Bigelow è un ariete lanciato a 180 km/h nel petto dello spettatore. A tratti insostenibile ma bellissimo, un viaggio all'inferno difficile da dimenticare.

Passiamo ora alla cinquina horror, che ho fatto davvero fatica a compilare. C'era sempre il tarlo di La cura del benessere, film di cui non ho parlato benissimo ma al quale penso ancora oggi e che, ne sono convinta, con una seconda visione sarebbe rientrato in classifica perché ricco di fascino malato e formalmente bellissimo. Quindi gli assegno il sesto posto d'ufficio o il quinto pari merito sulla fiducia con Dave Made a Maze, tanto il blog è mio, chissenefrega delle regole! Ah, per un compendio totale sull'horror 2017 andate QUI, ringraziate Lucia e passate, come me, il 2018 in religioso recupero di tutto quello che avete eventualmente perso (e in religiosa attesa di The Killing of a Sacred Deer e Thelma che finiranno sicuramente nella classifica del 2018!).

5. Dave Made a Maze
Non proprio horror. Forse "fantastico"? Beh, l'aggettivo più calzante è forse fantasioso vista la bellezza delle scenografie e l'assurdità della trama. Un gioiellino.

4. Raw
Coming of age in salsa (o sarebbe meglio dire sangue?) cannibale, elegante, raffinato ma comunque per stomaci forti.

3. Scappa: Get Out
Il film che ha mandato in sbattimento pubblico e critica: horror o thriller? Commedia o cos'altro? Per me, un horror degno di essere chiamato tale, divertente ma anche sottilmente angosciante, da recuperare assolutamente!

2. Madre!
Il delirio firmato Aronofsky. Forse non sarà horror ma a me ha messo ansia come se lo fosse, e tanto basta. E comunque la sequenza finale è quanto di più horror si sia visto quest'anno.

1. It
Primo posto di diritto. Per l'attesa, per l'amore, per Muschietti, per Skarsgard, per King e per tutti i piccoli interpreti. Non è di sicuro l'horror più bello dell'anno ma è quello a cui ho voluto più bene e tanto basta! E ora... tutti ad aspettare il 2019 per il secondo capitolo!

Ma c'è ancora spazio per qualcosa!!!

Fuori classifica: Twin Peaks
Un po' serie TV un po' film, ha fatto discutere, entusiasmare e soffrire gli spettatori per mesi. Il finale ancora mi spezza il cuore e mi ha lasciata con la voglia di averne ancora ma a prescindere da qualunque sentimento ignorante Lynch ha comunque firmato l'ennesimo capolavoro e Kyle McLachlan è già attore dell'anno quindi non potevo lasciare fuori Twin Peaks dal meglio del 2017!









venerdì 29 dicembre 2017

Bolla's Top 5: Worst of 2017


Il Bolluomo ha inaugurato la tre giorni di classifiche, oggi riprendo la parola con i cinque film più deludenti dell'anno. Il 2017 fortunatamente ha recato seco poca roba davvero orrenda, perlopiù si è trattato di film risibili, indegni persino di venire ricordati, ma qualcosina di meritevole di essere condannato all'ignominia perpetua c'è... vediamo cosa! ENJOY e... non perdetevi domani la Top 5 generale e horror!

5. The Great Wall
In verità ero indecisa tra questo e John Wick - Capitolo 2 (che dopo Atomica bionda e Kingsman: Il cerchio d'oro ci ha fatto davvero una magra figura) ma vista la caratura di un regista come Zhang Yimou ho deciso per questo fantasy zeppo di CGI con i colori dei Power Rangers. Della serie, tra le cinesate tarocchissime e le americanate zamarre hanno vinto le prime.


4. The Ring 3
E' vero, ci sono stati horror ben più brutti quest'anno (Bedevil - Non installarla e The Bye Bye Man giusto per nominarne un paio) ma non meritavano nemmeno di entrare in classifica. The Ring 3 invece ottiene questo onore in virtù del suo essere film molto atteso, fuori tempo massimo e surclassato da una trashata come Sadako vs Kayako, ben più paurosa e divertente. Ah, basta far recitare Johnny Galecki fuori da The Big Bang Theory, grazie.


3. The Circle
Altro film attesissimo e rivelatosi 'nammerda. Sceneggiatura scritta alla belin di cane, mille domande anche intelligenti che rimangono senza una risposta valida, una protagonista bellina ma insipida e, soprattutto, mai una presa di posizione che sia una. Emmina, che mi combini?


2. Death Note
Il disgustorama fatto a film, probabilmente la peggior produzione Netflix finora. Il bignami imbecille di un manga intelligentissimo, realizzato a uso e consumo del popolo bue americano, con degli attori imbarazzanti. E' già il secondo anno consecutivo che Wingard entra nella Worst 5, cosa devo fare con te, Adam? Scrivere il tuo nome sul quaderno della morte?


1. La torre nera
Nell'anno in cui Stephen King ne ha compiuto 70 ed è stato celebrato da ben tre adattamenti stupendi (It, Il gioco di Gerald e 1922), il vilipendio ad una delle sue opere più celebri ed amate spicca come un prete sulla neve. La gente si lamenta di Roland nero ma Idris Elba è l'unica cosa che salvo di un film talmente brutto che nemmeno Matthew McConaughey è riuscito a risollevarlo. Vergogna sui vostri padri e sulla vostra mucca!







mercoledì 27 dicembre 2017

Bolla's Top 5 - Bolluomo Edition 2017

Eccoci arrivati all'atteso appuntamento con la classifica dei migliori film dell'anno del Bolluomo. Per chi non avesse avuto il piacere di leggere la classifica per il 2016, vi segnalo che con la pubblicazione di questa top la Bolla pone ogni anno a serio repentaglio la credibilità del suo blog, ponendosi nelle mani di un individuo assolutamente incompetente in materia.
Premetto che quest'anno insieme alla Bolla abbiamo visto quasi 90 film, come da lei stessa constatato con orgoglio. Vista cotanta ricchezza di spunti, ho deciso di stilare una top 3 dei migliori film che ho visto con lei nel corso del 2017 suddivisi nelle seguenti categorie: horror, blockbuster, divertenti, supereroi e impegnati.
Iniziamo dalla categoria che mi è certamente meno familiare, ossia quella degli Horror:

  1. "IT" (o meglio "To", fra poco vi spiegherò il motivo): il primo posto spetta senza alcun dubbio al malefico pagliaccio, incubo della mia infanzia nonché di milioni di ragazzini che, come il sottoscritto, sono cresciuti nei gloriosi anni '90 (se ancora oggi guardate con sospetto i palloncini rossi un motivo ci sarà). La vostra Bolla, nel corso del nostro soggiorno a Praga, è riuscita a farmelo vedere in inglese, ma tranquilli con gli utilissimi sottotitoli in ceco. D'altra parte non si poteva mica aspettare una settimana che uscisse in Italia, no?!!! Comunque vi posso assicurare che la "barriera" linguistica non è bastata per rendere meno terrificante la proiezione!
  2. "Yakuza Apocalypse": a differenza della precedente pellicola che avrete certamente visto tutti, anche se non nella pregevole versione ceca :-), si tratta di un film meno conosciuto nel quale la mafia giapponese entra in contatto con il mondo dei vampiri. E' il personaggio "cattivissimo" che irrompe a metà del film, metà uomo e metà rana (per questo soprannominato "Il ranocchione" da me e la Bolla), a rendere il film davvero imperdibile.
  3. "Auguri per la tua morte": un horror/thriller ambientato in un college americano e basato sul meccanismo temporale di "Ricomincio da capo" con protagonista il mio amico Bill Murray (il quale, per un motivo a me ancora sconosciuto, ha un effetto soporifero su di me, come ha riscontrato empiricamente la Bolla). Devo ammettere che l'inserimento in classifica di questo film è forse dovuto alla circostanza nella quale ho assistito alla sua proiezione. Mi riferisco all'anteprima italiana a Lucca Comics con tanto di scatola di pop-corn e coca cola offerti dalla "ditta" (d'altronde sui liguri la parola "gratis" fa sempre un certo effetto).

Passiamo alla categoria "Blockbuster" (nome suggeritomi dalla Bolla, al quale tuttavia aggiungerei "R.I.P." visto che si tratta di una retaggio storico ormai praticamente sparito dal suolo italico). 
  1. "Kingsman: Il cerchio d'oro": questo film (come il primo) mi è piaciuto davvero molto in quanto si tratta di un ottimo mix di azione e comicità. L'incontro fra l'aplomb tutto britannico dei Kingsman e la spacconeria degli statunitensi Statesman è perfetto. Devo confessare poi che ho canticchiato per settimane la musica principale della pellicola "Take me home, country roads", seppur con un pizzico di amarezza per il compianto "Merlino" (ops piccolo spoiler, sorry).
  2. "Star Wars: gli ultimi Jedi": non entro assolutamente nell'annosa diatriba di questo periodo fra i fan puristi e progressisti di "Guerre stellari". Questo ultimo film della saga, personalmente, mi è piaciuto e credo non si possa ritenere inferiore ai precedenti pubblicati negli ultimi anni. Da fan sfegatato di Chewbacca sono stato felicissimo che abbia trovato dei nuovi amici con i quali, finalmente, intraprendere lunghi dialoghi a colpi di "Oooooooohhhh" e "Eeeeehh Eeeeeehh".    
  3. "John Wick - Capitolo 2": anche questo filone, come quello di Kingsman, è molto bello seppure questa volta il protagonista (il Keanu Reeves di matrixiana memoria) riesca a uccidere, a sangue freddo e praticamente senza procurarsi neppure un graffio, tutti gli individui (non pochi) che cercano di fargli la pelle. Va bene il vestito antiproiettile su misura, ma forse così è troppo!

Nella categoria "Divertenti" vi segnalo i seguenti film.
  1. "Smetto quando voglio: Masterclass" e "Smetto quando voglio: Ad honorem": li ritengo i film più divertenti del 2017. Partendo dalla vicenda (molto seria) del precariato dei giovani ricercatori universitari italiani si è riusciti a girare addirittura tre film comici nel senso fantozziano del termine, ossia facendo ridere pur senza rendere ridicolo un problema reale (il precariato e i "baroni" nelle università del nostro Paese). L'ultima pellicola realizzata, anche se dal punto di vista della trama inizia a perdere inevitabilmente di originalità, contiene alcune scene davvero divertentissime (per chi ha visto il primo "Smetto quando voglio" vi anticipo che il chimico Alberto Petrelli e i mitici "latinisti" danno ancora il meglio!).
  2. "Grosso guaio a Chinatown": si tratta di un omaggio degli anni '80, in chiave comica, del genere dedicato alle arti marziali e al mondo dell'oriente. Se vi piacciono i vecchi film di Jackie Chan, la visione di questo film è assolutamente raccomandata. 
  3. "The Lego Movie": un film uscito ormai qualche anno fa, ma che ho visto nel corso del 2017. Potrebbe sembrare un film solo per bambini, ma così non è. In questa pellicola si è riusciti a esprimere metaforicamente con dei mattoncini Lego il significato profondo del rapporto fra la rigidità mentale dell'adulto (il papà) e la fantasia, nonché la ricerca di attenzione, del bambino (il figlio). Commuoversi nel finale è un'eventualità tutt'altro che remota.

Con riguardo alla categoria "Supereroi", ecco quelli che ritengo i migliori tre film del 2017.
  1. "Guardiani della Galassia Vol. 2": come per Chewbacca in "Guerre stellari" anche in questo film c'è un personaggio per il quale sono fan scatenato: il piccolo Groot. La scena iniziale nella quale Groot balla in primo piano al ritmo di Mr. Blue Sky, mentre i suoi compagni combattono sullo sfondo contro un enorme mostro con i tentacoli, è un'idea geniale e vale da sola il prezzo del biglietto (altro che il "banale" balletto in autostrada di La La Land!!!).
  2. "Wonder Woman": un film tosto con protagonista una (bella) fanciulla. Oltre alle "doti" di quest'ultima, certamente apprezzabili dal pubblico maschile, questo film contiene numerose scene di azione che non hanno niente a che invidiare ai film di supereroi della Marvel.
  3. "Spider-Man: Homecoming": classico film Marvel con un buon mix fra comicità e azione. Non è certamente la migliore pellicola di questo genere, ma personalmente credo che si piazzi davanti a "Thor: Ragnarok", in quanto il personaggio di Spider-Man si presta forse meglio alle battute divertenti rispetto a Thor.

"Last but not least" per la categoria film "Impegnati" ecco i miei suggerimenti.
  1. "Dunkirk": questo film, il quale ripropone un evento davvero tragico della seconda guerra mondiale, è sicuramente da vedere. La scelta di una ricostruzione poco cruenta dei fatti (si veda il bombardamento iniziale nel quale i cadaveri giacciono assolutamente integri, come se fossero individui dolcemente addormentati sulla spiaggia) può essere discutibile, ma si tratta forse di un modo rispettoso delle vittime dell'epoca per non attrarre l'attenzione dello spettatore ricorrendo alle solite scene sanguinolente.
  2. "Detroit": un bel film che tratta degli scontri fra la polizia bianca e la popolazione nera di Detroit nel corso degli anni '60. E' una pellicola piuttosto cruenta, come d'altronde lo erano i fatti realmente accaduti all'epoca. Il finale della storia lascia piuttosto insoddisfatti, ma si tratta dell'esito che ebbero effettivamente tali vicende.
  3. "La giuria": lo consiglio assolutamente a chi, come il sottoscritto, da adolescente era amante di Perry Mason e oggi apprezza il genere legal thiller. L'intero film è incentrato sul ruolo della giuria nei processi penali americani e sulle sofisticate tecniche che le parti utilizzano, prima per scegliere e poi per influenzare, i giurati chiamati a pronunciare il verdetto.
La Bolla, non paga dei film, mi ha instradato anche sulla via della perdizione rappresentata dalle "Serie TV". Fra quelle che abbiamo completato segnalo Daredevil, soprattutto la prima stagione. Un'altra serie molto carina è Mr. Mercedes anche per la mia affezione verso la tartarugona di Bill Hodges, alla quale purtroppo è dedicata solo una scena della sigla iniziale. In questi ultimi giorni abbiamo iniziato la visione di "Dark" e credo che abbia tutte le carte in regola per finire nella top dell'anno prossimo.
Non mi resta che augurarvi a tutti una buona visione!

martedì 26 dicembre 2017

Gli occhi del parco (1980)

Alé, si ricomincia. Dopo la scimmia estiva per le scimmie il buon proposito per il 2018 sarà recuperare quanti più assurdi film Disney possibile cercando di ritrovare quello in cui "due bambini con gli occhi bianchi stanno fermi davanti a un cancello". Film che, per la cronaca, non era questo Gli occhi del parco (The Watcher in the Woods), diretto nel 1980 dal regista John Hough e tratto dal romanzo omonimo di Florence Engel Randall.


Trama: una famiglia si trasferisce in un maniero inglese e le due figlie cominciano a venire perseguitate da una presenza sconosciuta, legata ad un terribile evento accorso decenni prima...



Gli occhi del parco è universalmente conosciuto come il primo (e forse unico, se non contiamo Qualcosa di sinistro sta per accadere e Nel fantastico mondo di Oz, quest'ultimo sì più terrificante di qualsiasi Nightmare) horror Disney, scritto e diretto proprio per offrire qualche brivido ai ragazzini dell'epoca. Sinceramente, di tutti i film Disney visti negli anni '80 e '90, questo, nonostante fossi convinta del contrario, non credo di averlo mai guardato prima di oggi e se l'ho fatto non ne ricordavo comunque un singolo fotogramma, a dimostrazione che la pellicola in questione è ben poca roba. Nonostante un nome interessante come quello di John Hough, non proprio avulso al genere, e altre due presenze intriganti come Bette Davis e Caroll Baker, Gli occhi del parco è infatti uno degli "horror" più mosci che mi siano capitati di vedere, altro che "Esorcista in salsa Disney" e la verità è che la pellicola aveva schifato parecchio persino il pubblico dell'epoca, ottenendo poi un inaspettato successo sul mercato dell'home video a causa di finali rimaneggiati, presunte scene tagliate ed introduzioni scomparse. In soldoni, abbiamo un gotico all'inglese dove una famiglia composta da padre, madre e due figlie cambia casa e si ritrova ad avere a che fare con un'eccentrica Lady la cui figlia è scomparsa anni prima. Grazie allo sguardo penetrante di Bette Davis e agli hagsploitation che l'hanno vista protagonista nel corso degli anni, Mrs. Aylwood risulta subito una presenza inquietante agli occhi dello spettatore ma la faccenda peggiora quando una delle ragazze, Jan, comincia a vedere "cose" negli specchi e nella foresta mentre la piccola Ellie rischia di fare la fine di Reagan McNeil, solo con meno vomito e makeup. Poste le basi di un'interessante trama in bilico tra ghost story e possessione demoniaca, il film prosegue però moscio seguendo le indagini sempre più frenetiche di Jan, convinta di essere perseguitata dalla figlia di Mrs. Aylwood, scomparsa in circostanze mai chiarite, e pronta ad aiutare la fanciulla nonostante qualcosa cerchi di farla fuori in maniera neppure troppo sottile (e, aggiungo, senza mai suscitare un briciolo di inquietudine o paura). L'incaponimento di Jan, motivato probabilmente dalla noia e da un vago senso di ribellione giovanile, è il motore di una vicenda che inizia in maniera sensata ma si fa sempre più confusa, con una sceneggiatura incapace di gestire i pochi personaggi presenti e 'sto guardiano del bosco che, alla fine, non è altro che un'occasione sprecata a causa probabilmente dell'impossibilità di usare effetti speciali decenti.


I limiti di budget, al di là del finale rigirato a causa del risultato esilarante degli effetti speciali più seri, si percepiscono tutti così come è chiaro il desiderio della produzione di "trattenersi" puntando più sul parlato che sul visto, chissà se per tutelare i giovani spettatori o perché metteva male realizzare qualche sequenza horror in più. Il problema principale del film è però la tremenda interpretazione dell'attrice principale, tale Lynn-Holly Johnson, pattinatrice professionista che aveva debuttato un paio d'anni prima nel dramma sportivo Castelli di ghiaccio e che sarebbe ricomparsa l'anno dopo nel bondiano Solo per i tuoi occhi prima di sparire praticamente dalle scene; immagino che l'allora pregevole doppiaggio italiano ci avesse messo una pezza ma santo cielo guardare in lingua originale il film equivale a farsi trapanare per due ore le orecchie dalla voce di questa finta mocciosa che non smette per un istante di parlare a volume altissimo, persino quando non sarebbe necessario. Jan strilla, strilla di lungo, perennemente preoccupata per qualcosa, convince non si sa come le tre persone presenti il giorno della scomparsa di Karen a rimediare pur ottenendo da parte loro sguardi vacui e risposte scazzate perché, siamo seri, anche il resto del cast non brilla. Tolte le già citate Bette Davis e Carroll Baker, alle quali va aggiunta anche la piccola Kyle Richards, gli altri attori vanno dal poco carismatico (David McCallum oppure il moccioso che va dietro a Jan) al tremebondo, con menzione speciale per lo scozzese Ian Bannen, il quale aggiunge nuovi significati alla locuzione "cane imbarazzante". Quanto al finale della pellicola... vabbé, sarò più specifica nel paragrafo dedicato alle curiosità ma è bellissimo come la vicenda finisca lasciando lo spettatore con un bellissimo "AH" stampato in fronte, variamente interpretabile come "Ah, tutto qui?" oppure anche come "Ah, bellammerda" ma anche come "Ah, sticazzi". Insomma, mi spiace parlare male dell'unico horror Disney ma davvero ho rischiato di addormentarmi in più di un'occasione e se non fosse stato per la speranza di vedere due bambini con gli occhi bianchi davanti a un cancello (SPOILER: non ci sono) e il dispiacere di mancare di rispetto a Bette Davis probabilmente avrei abbandonato il film più o meno a metà.


Di Bette Davis, che interpreta Mrs. Aylwood, ho già parlato QUI mentre Kyle Richards, che interpreta Ellie Curtis, la trovate QUA.

John Hough è il regista della pellicola. Inglese, ha diretto film come Le figlie di Dracula, L'isola del tesoro, Dopo la vita, Zozza Mary, pazzo Gary ed episodi di serie quali Agente speciale. Anche produttore, attore e sceneggiatore, ha 76 anni.


Carroll Baker (vero nome Karolina Piekarski) interpreta Helen Curtis. Americana, ha partecipato a film come Il gigante, Babydoll - La bambola viva, La più grande storia mai raccontata, Il dolce corpo di Deborah, Orgasmo, Così dolce... così perversa, Paranoia, Baba Yaga, Un poliziotto alle elementari, The Game - Nessuna regola e a serie quali I racconti della cripta, La signora in giallo e Roswell. Ha 86 anni.


David McCallum, che interpreta Paul Curtis, era famoso negli anni '60 per il ruolo di Illya Kuriakin nella serie Operazione U.N.C.L.E. Nella versione televisiva di The Watcher in the Woods uscita negli USA qualche mese fa sul canale Lifetime (all'interno della quale Mrs. Aylwood viene interpretata da Anjelica Huston) è tornato uno dei protagonisti de Gli occhi del parco, l'attore Benedict Taylor (il giovane Mike Fleming), stavolta col ruolo di John Keller; a proposito del personaggio, gli esterni del maniero in cui lo si vede abitare sono gli stessi utilizzati per la "Hill House" de Gli invasati, ovvero l'odierno Ettington Park Hotel nel Warwickshire. Due parole ora sulle traversie legate al famigerato finale del film (e al prologo)! La versione originale proiettata nei cinema nel 1980 cominciava con una scena in cui l'Osservatore spaventava una bambina ed inceneriva con un lampo blu la sua bambola, scena eliminata nelle edizioni successive. Per quel che riguarda il finale, quello originale mostrava Jan sparire all'improvviso per poi ricomparire con una Karen mai invecchiata, senza fornire troppe spiegazioni al pubblico; davanti alle reazioni negative, nel tentativo di dare un senso agli avvenimenti si era deciso per le versioni successive di aggiungere delle scene in cui un demoniaco Osservatore prendeva Jan e la portava nell'"altra dimensione", una navicella spaziale in cui Karen era stata messa in animazione sospesa ma a causa degli effetti speciali orribili il risultato era stato avere un audience piegata in due dalle risate e dei critici impietosi. Il finale definitivo, ovvero quello visibile ancora oggi, è stato quindi affidato al non accreditato regista Vincent McEveety (lo stesso di Herbie al Rally di Montecarlo e Herbie sbarca in Messico) in quanto John Hough non era più disponibile. Insomma, un bel casino! A parte tutto, se Gli occhi del parco vi fosse piaciuto potreste dare un'occhiata al già citato The Watcher in the Woods con Anjelica Huston e recuperare Nel fantastico mondo di Oz, Qualcosa di sinistro sta per accadere, Ballata macabra, Scarlatti - Il thriller Gli invasati, tenendo però presente che gli ultimi tre sarebbe meglio non farli vedere a dei bambini! ENJOY!

domenica 24 dicembre 2017

Cinevigilia: S.O.S. Fantasmi (1988)

Torna a riunirsi la combriccola di Blogger su invito di Kris Kelvin, il padrone di Solaris, e lo fa in occasione del Natale! Per farvi e farci gli auguri abbiamo deciso di scrivere un post sul film che non manchiamo mai di rivedere nel corso delle Feste, quello che per noi "fa" automaticamente Natale. Ammetto di avere un po' barato, ché per me l'unico vero film di Natale è Gremlins, di cui però avevo già parlato QUI, quindi ho brutalmente ripiegato su un prodotto anni '80 altrettanto valido, ovvero S.O.S. Fantasmi (Scrooged), diretto da Richard Donner nel 1988 e ispirato all'immortale Canto di Natale di Charles Dickens! ENJOY!


Trama: un cinico direttore televisivo riceve la visita di tre fantasmi la vigilia di Natale e comincia a riconsiderare il suo modo di vivere...


Uh, va' che bel film di Natale!!
Per me la storia natalizia per eccellenza è il Canto di Natale di Dickens. La adoro in ogni sua declinazione, dal Disneyano all'horror, ogni volta che un cartone animato oppure una serie TV dedica una puntata al capolavoro dickensiano sorrido felice nonostante ne conosca ormai lo svolgimento a menadito. D'altronde, cosa c'è di più natalizio della redenzione di un cattivo, del mix dolceamaro di emozioni causate da una vita di scelte sbagliate riscattata in una sola notte dalla magia del Natale? Come un fuoco in grado di sciogliere il ghiaccio, così i ricordi di un Natale più felice o quello in cui tutto è andato irrimediabilmente storto possono ammorbidire un cuore ormai incapace di amare, gioire e sperare, salvandolo da una vita all'insegna della solitudine e dell'aridità non solo in occasione del 25 Dicembre ma, si spera, per tutti gli altri giorni dell'anno. Negli anni '80 questa storia ormai universale è stata declinata in commedia grazie alla collaborazione (non facile, per la cronaca) tra Richard Donner e un Bill Murray che si era quasi deciso ad abbandonare le scene e che era alla prima esperienza come protagonista assoluto di un film. Il risultato è una roba assurda e deliziosa come S.O.S. Fantasmi, un Canto di Natale nel Canto di Natale dove il giovane Piersilvio di un'emittente americana si ritrova ad essere sottoposto al trattamento Scrooge, come da titolo originale, proprio nel bel mezzo della realizzazione di uno spettacolo dal vivo incentrato sull'opera Dickensiana. Come per tutte le migliori commedie americane di quel glorioso decennio, la sceneggiatura ha un buon tasso di follia e il protagonista si imbarca in una discesa all'inferno che sul finale diventa quasi letterale, arrivando a mettere a repentaglio la carriera e la reputazione faticosamente costruite nel tempo a causa di comportamenti a dir poco bizzarri, pericolosamente sconfinanti nell'esaurimento nervoso. Fortunatamente c'è sempre qualcuno che apprezza la trasformazione del protagonista di turno in un pazzo pieno di tic: in questo caso c'è l'allegra Claire interpretata dalla dolcissima Karen Allen, con quel sorriso che mi scalda il cuore dai tempi del primo Indiana Jones, elemento indispensabile per una parentesi sentimentale fortemente voluta dallo stesso Bill Murray (d'altronde, non è un caso se da bambina il buon Bill è stato la mia prima cotta, quest'uomo SA di poter far capitolare le donne con una sola battuta e quella facciotta da cucciolo bastonato) e prodromo di un finale forse eccessivamente zuccheroso dove l'attore si profonde in un "toccante" e sconclusionato monologo davanti al quale, diventata una cinica stronza di 36 anni, mi sono ritrovata con un occhio lacrimante e un altro rivolto al soffitto, alla faccia dello sdoppiamento di personalità.


Ma bando al cinismo da vecchi, cerchiamo di tornare un po' bambini! Ovviamente quello che adoravo da piccola di questo film, oltre alla splendida ed evocativa colonna sonora di Danny Elfman (al suo primo lavoro "importante" prima di venire definitivamente adottato da Tim Burton) erano... indovinate un po'? I fantasmi, che bravi!! Visto oggi il Fantasma del Natale futuro ha un po' perso l'efficacia di chi riusciva a farmi tappare gli occhi da bambina ma è comunque inquietante e ben realizzato (S.O.S. Fantasmi è stato candidato all'Oscar per il miglior make-up): bella l'idea di dotarlo di un video al posto del viso, visto che la televisione è il mezzo che ha determinato e rovinato la vita di Frank, ancor meglio quella di renderlo dimora di terrificanti demonietti annidati ad altezza della cassa toracica e ben nascosti sotto il mantello nero. Gli altri due fantasmi, quello del Natale passato e quello del Natale presente, rispettivamente interpretati da David Johansen e Carol Kane sono invece semplicemente indimenticabili e la storia di Attila l'Unno che versò "Cascate del Niagara" alla vista della madre la ricordo ancora oggi. Entrambi i fantasmi sono esilaranti, la fatina Carol Kane si fa apprezzare in particolare per essere manesca da far schifo e il tassista di David Johansen per essere uno strano ibrido di fantasma e mezzo leprecauno sboccato e c'è da dire che per una volta nemmeno la tracotante presenza scenica di Bill Murray riesce ad eclissarli. Il resto del film col tempo è sbiadito un po' dalla mia memoria ma loro no, assolutamente, quindi è con particolare piacere che nel corso dell'ultima visione mi sono accorta della presenza dell'adorato Bobcat Goldthwait nei panni dello sfigatissimo dipendente licenziato all'inizio e di buona parte dei fratelli Murray, tutti impegnati a sostenere Bill, il Re del Natale. Per una questione di nostalgia ho scelto di non riguardare il film in lingua originale ma di mantenere l'atmosfera dei Natali d'infanzia, quando S.O.S. Fantasmi veniva trasmesso in pompa magna su Canale 5 in prima serata, anticipato da una pubblicità che invogliava alla visione tanto quanto quelle concertate dal cattivissimo Frank e che sono, ancora oggi, una delle cose più divertenti del film ("A papà piace la castorina" non è male ma vi sfido a non esaltarvi davanti all'Uomo da sei milioni di dollari impegnato a salvare il Natale armato di uno dei fucili utilizzati da Schwarzenegger in Predator!), quindi non ho potuto apprezzare al massimo l'interpretazione quasi interamente improvvisata di Murray ma per una volta va bene così. Al cuor non si comanda e S.O.S. Fantasmi si riconferma uno di quei film ai quali vorrò sempre bene, capaci di trasportarmi in tempo zero su un divano, con una fetta di panettone in mano, un albero di Natale davanti e tutto il parentado a far casino! Buon Natale quindi... "e che Dio (o chi per lui, n.d.B) ci benedica tutti quanti!"



Ecco i link di tutti i blog che partecipano a questo giorno festoso:

SOLARIS: A CASA PER LE VACANZE
MOZ O'CLOCK: BATMAN RETURNS
NON C'E' PARAGONE: GREMLINS
LA COLLEZIONISTA DI BIGLIETTI: NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS
LA BARA VOLANTE: GREMLINS
PIETRO SABA WORLD: SANTA CLAUSE




venerdì 22 dicembre 2017

Better Watch Out (2016)

Natale è vicino, quindi quale occasione migliore per guardare Better Watch Out, diretto e co-sceneggiato nel 2016 dal regista Chris Peckover?


Trama: la vigilia di Natale, Luke e la sua babysitter Ashley rimangono soli in casa e sono costretti a difendersi quando qualcuno cerca di entrare nell'edificio armato di intenzioni palesemente pericolose...


Diversamente dal solito, questo post sarà diviso in due parti. Questo paragrafo sarà SPOILER FREE ma quello dopo sarà necessariamente spoilerosissimo. Lettori avvisati, mezzi salvati. La scelta deriva dal fatto che parlare di Better Watch Out senza rovinare la sorpresa a chi non lo avesse ancora guardato significherebbe scrivere due righe e stop mentre ci sarebbe tanto da dire su questa intrigante commedia horror a sfondo natalizio, uno degli home invasion più bastardi e spiazzanti usciti in questi ultimi anni. Personalmente adoro le pellicole che subiscono in corso d'opera un brusco cambio di registro, soprattutto quelle che iniziano come supercazzola (tutelata da uno dei RE delle commedie USA, il mitico Patrick Warburton, che con Virginia Madsen forma una coppia tutta da ridere) e poi ammazzano lo spettatore con un'ininterrotta sequenza di nefandezze deprimenti, soprattutto in questi tempi in cui la figura delle babysitter, o comunque delle eroine bionde anni '90, è tornata di gran moda. Better Watch Out incarna perfettamente lo spirito del primo Scream, che faceva grande uso del telefono come veicolo di salvezza ma anche di morte e inganni, ci fa ripiombare nell'incubo delle gigantesche magioni americane tanto illuminate dentro quanto oscure ed insidiose fuori e ci mostra una babysitter che non ha paura di nulla (o quasi) quando si tratta di proteggere il cucciolo che le è stato affidato. La prima parte del film, claustrofobica quanto basta, segue ogni cliché dell'home invasion "addolcendolo" con la simpatica interazione tra i due protagonisti, abbastanza simile a quella di The Babysitter nonostante Ashley sia un po' più fighetta di Samara Weaving e più pronta a considerare Luke un rompipalle piuttosto che un compagno di giochi; ciò che viene dopo, ovvero quando la home invasion entra nel vivo, è ben più serio, per quanto il livello di gore si mantenga sempre basso e gli omicidi avvengano spesso fuori campo, enfatizzati da un montaggio mirato (la scena della vernice è spettacolare ed angosciante), e il tutto viene reso più "sopportabile" da ampie dosi di humour nero e citazioni a tema (oltre che da garrule carole natalizie, ça va sans dire). Se vi fidate di ciò che ho scritto fino qui potete anche smettere di leggere e recuperare sereni Better Watch Out, preparandovi per una serata all'insegna del Natale e della cattiveria, altrimenti potete andare avanti fino alla fine ma non dite poi che non vi avevo avvertiti!


SPOILERISSIMO (anche se cercherò di non esserlo troppo)

A metà film Better Watch Out spiazza lo spettatore con un twist inaspettato. O, meglio, con un twist nel twist: uno penserebbe ad una sorta di punizione dopo uno scherzo cretino, invece la realtà è peggio e la sceneggiatura diventa un thriller psicologico avente per protagonista la versione malvagia di Kevin McAllister, dove non a caso Mamma ho perso l'aereo viene citato in più di un'occasione. Il regista, coadiuvato alla sceneggiatura da Zack Kahn, comico autore tra l'altro di sketch per Mad TV, gioca con i cliché del genere e crea un prodotto in costante bilico tra parodia e thriller serio, dove a poco a poco i personaggi si rivelano per quello che sono davvero, gettando maschere o indossandone altre a seconda delle occasioni, in un gioco costante di manipolazioni e prevaricazione che talvolta diventa persino triste e malinconico (a tal proposito Ed Oxenbould è meglio qui piuttosto che in The Visit). Il film a un certo punto comincia ad appoggiarsi quasi interamente sull'interpretazione del bravissimo Levi Miller, croce e delizia della pellicola in quanto foriera di sentimenti ambivalenti. Il ragazzino a tratti mette parecchia inquietudine, soprattutto quando mette in atto i suoi sotterfugi più biechi, mentre altre volte verrebbe voglia di entrare nello schermo e prenderlo a schiaffi per le sue intemperanze e le crisi isteriche da moccioso viziato; d'altra parte, è anche vero che proprio questo ultimo aspetto funziona come una sorta di parodia di tutti i pargoli mediamente geniali che spadroneggiano nelle commedie natalizie e non, quindi basta inghiottire il desiderio di cambiare i connotati a Luke e il film scivola via che è un piacere (per quanto il Bolluomo, poco avezzo al genere, sia rimasto sinceramente indignato all'idea che il villain potesse arrivare a farla franca). Per chi, come me, è ormai avvezzo agli horror e riesce a prevedere i colpi di scena dopo i primi tre minuti, Better Watch Out è quindi un bellissimo regalo da tenere sotto l'albero nonché un validissimo esponente del genere "horror natalizio" o, meglio, ancora, del genere "ragazzini malvagi". Sarebbe stato bellissimo vedere Harry e Marv alle prese con Luke, pronto a dar loro man forte per zittire per sempre lo stramaledetto Kevin!

FINE SPOILERATA


Di Patrick Warburton, che interpreta Robert Lerner, ho già parlato QUI mentre Virginia Madsen, che interpreta Deandra Lerner, la trovate QUA.

Chris Peckover è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Americano, ha girato anche l'horror Undocumented. E' anche produttore e attore.


Olivia DeJonge interpreta Ashley. Australiana, ha partecipato a film come The Visit e Scare Campaign. Ha 19 anni e un film in uscita.


Ed Oxenbould, che interpreta Garrett, era proprio l'odioso fratellino rapper della DeJonge in The Visit mentre Levi Miller, che interpreta Luke, ha partecipato a Pan - Viaggio sull'Isola che non c'è, ovviamente nei panni di Peter. Altro volto conosciuto, almeno per chi ha guardato Stranger Things 2, è quello di Dacre Montgomery, che qui compare col ruolo di Jeremy mentre nella serie dei Duffer Brothers era il terribile Billy Hargrove, fratello di Max. Detto questo, se il film vi fosse piaciuto recuperate The Babysitter, Red Christmas, The Visit e ovviamente Mamma ho perso l'aereo. ENJOY!

giovedì 21 dicembre 2017

(Gio)WE, Bolla! del 21/12/2017

Buon giovedì a tutti e speriamo che il vostro sia migliore del mio! Dovete infatti sapere che, da buon bradipo, mi sono infortunata e ora ho la zampa destra bella immobile causa lesione di un muscolo. Una gioia per chi, come me, oggi voleva andare al cinema d'élite a vedere Your Name con un ritardo di mesi e in generale una bella rottura di palle visto che non posso guidare, il Bolluomo è ancora a lavorare e papà Bolla è a letto con la febbre. Insomma, sono stampellizzata ma bloccata in casa quindi il cinema lo vedrò col binocolo ma perlomeno mi darò a un sacco di recuperi casalinghi. Voi che potete uscire, però, qualcosina andatelo a vedere (soprattutto The Man Who Invented Christmas che ovviamente qui non è arrivato...)! ENJOY!

Wonder
Reazione a caldo: Cascate del Niagara!
Bolla, rifletti!: Come ha detto il Bolluomo: "Io non ti ci porto, piangi già a vedere il trailer". Ah beh, ha ragione. Sto leggendo il libro di R.J. Palacio e non ho ancora versato una lacrima ma un conto è leggere il libro, un conto è guardare un film che, a partire dalla scelta di Jacob Tremblay per il ruolo di Auggie, povero ragazzino sfigurato alle prese con la scuola media, mi pare un invito alla lacrima facile. Ovviamente voglio vederlo ma ne ho timore...

The Greatest Showman
Reazione a caldo: Mah, chissà...
Bolla, rifletti!: I musical mi piacciono e sarei anche andata a vederlo, perché magari un musicarello su Barnum è anche interessante ma... Zac Efron? Zendaya? Gesù, mancava solo Il Volo. Mi sa che passo...

Finite le proiezioni di Your Name al cinema d'élite si torna al solito mainaggioia!

50 primavere
Reazione a caldo: Mmmno.
Bolla, rifletti!: Ultimamente ho fatto pace con le commedie francesi ma un film incentrato sull'incessante scorrere del tempo e su una cinquantenne che si ritrova nonna e divorziata allo stesso tempo mi intriga davvero poco. 

mercoledì 20 dicembre 2017

La giuria (2003)

Spinti da insana curiosità giuridica, io e il Bolluomo un po' di tempo fa ci siamo sparati La giuria (Runaway Jury), diretto nel 2003 dal regista Gary Fleder e tratto dal romanzo omonimo di John Grisham.


Trama: dopo l'omicidio di un broker, la moglie fa causa alla società produttrice dell'arma usata per ucciderlo. Al processo, il consulente Rankin Finch punta a comporre una giuria in grado di far vincere la società ma qualcosa va storto...



Quest'anno il Bolluomo ha preso una laurea in giurisprudenza e siccome non è facilissimo conciliare i nostri gusti cinematografici/seriali ho pensato di fargli vedere American Crime Story - The People vs OJ Simpson; come al solito, per quel che riguarda la visione stiamo andando lenti come dei bradipi ma Mirco è rimasto incuriosito dalla questione "giuria" e dal modo in cui la stessa viene composta durante i processi in America, con fior di consulenti che aiutano la difesa o l'accusa a selezionare i membri che potrebbero portare alla vittoria dell'una o l'altra parte. Come al solito, in America tutto può venire trasformato in business e lo stesso vale per me: tutto può essere trasformato in un film da guardare senza temere occhiate sdegnate, quindi approfittando della sua programmazione su Netflix ho caldamente appoggiato il desiderio mirchiano di guardare La giuria, pellicola che avevo più volte sentito nominare (a sproposito, credevo che avesse vinto anche degli Oscar...) ma non avevo mai osato guardare per timore di mattonata sui marroni. La mattonata, per fortuna, non c'è stata, sebbene gli ultimi dieci minuti di film mi abbiano vista crollare causa stanchezza e inizio tardivo della visione, e La giuria si è confermata una pellicola molto interessante e a modo suo anche dinamica, zeppa di colpi di scena e fortunatamente non confinata esclusivamente all'interno di un'aula di tribunale. Il processo, in effetti, ha un ruolo abbastanza marginale, quel che contano sono innanzitutto la giuria e poi il dilemma morale di un avvocato anche troppo ingenuo e ligio al dovere contrapposto alla totale mancanza di scrupoli di un consulente geniale che mira solo a fare soldi. E' attraverso gli occhi di quest'ultimo che lo spettatore viene a conoscenza delle complesse dinamiche che sovrintendono alla scelta di una giuria e anche della facilità con cui la stessa, volendo, può essere manipolata dall'esterno e persino dall'interno (anche se pare che esistano regole "reali" che renderebbero la cosa un po' più difficile di come viene mostrato nel film) ed è sempre tramite Fitch che si sviluppa il "thriller" all'interno del processo. Uno dei membri della giuria, infatti, non è adamantino come parrebbe e, una volta scoperto quale dei giurati ha un secondo fine, rimane ancora da comprendere come si svilupperà il gioco d'astuzia sempre più pericoloso tra lui/lei e Fitch e soprattutto quali sono i motivi che risiedono dietro la scelta del giurato in questione, nonché quali saranno le conseguenze sull'intero processo e sulla vita di chi in esso ha riposto tutte le speranze di ottenere giustizia.


Le due carte vincenti de La giuria sono dunque la trama articolata nonché vivace e soprattutto un cast di ottimi attori e caratteristi capaci di incantare gli spettatori con le loro interpretazioni, anche perché sul piano della regia c'è poco da dire, classica ed elegante com'è. Partendo dai "pesci più grossi", Gene Hackman è un mostro di bravura e mangia letteralmente la scena; probabilmente, il momento più esaltante è quello in cui l'attore si confronta per la prima volta nella storia del Cinema con l'amico di vecchia data Dustin Hoffman, impegnato in un altro ruolo intenso benché forse meno memorabile rispetto ad altri, dando vita ad una doppia performance emozionante (ma in generale ogni sequenza in cui è presente Hackman non fa che sottolineare la grandezza dell'attore). Appena sotto troviamo John Cusak, qui ancora all'apice della sua carriera e capace di trasformare l'apparente scazzo del personaggio in qualcosa di più profondo e misterioso, e la bellissima Rachel Weisz, sensuale ed elegante come poche altre attrici. A completare il cast troviamo poi dei caratteristi che riescono, anche con pochi minuti a disposizione, a ritagliarsi uno spazio importante non solo all'interno del film ma anche nella memoria dello spettatore, il quale per una volta non ha difficoltà a destreggiarsi nella marea di personaggi più o meno importanti che popolano la pellicola o ad empatizzare con gli stessi. L'unico appunto che mi viene da muovere alla pellicola, siccome la trama differisce da quella del romanzo solo per la causa scatenante il processo, è: perché in America, non potendo fare causa all'assassino del marito in quanto suicidatosi subito dopo il delitto, ci si può rivalere contro i produttori dell'arma utilizzata? Sinceramente, pur con tutto l'odio e il dolore che proverei in occasione di un'eventualità simile, non mi passerebbe nemmeno per l'anticamera del cervello di citare in giudizio la Beretta, per dire. Ma forse è a questo che servono gli avvocati? Mah. A parte questi miei ragionamenti cretini, La giuria è davvero un bel film che consiglio anche a chi non è mediamente appassionato del genere.  


Del regista Gary Fleder ho già parlato QUI. John Cusak (Nicholas Easter), Gene Hackman (Rankin Fitch), Dustin Hoffman (Wendell Rohr), Rachel Weisz (Marlee), Bruce Davison (Durwood Cable), Bruce McGill (Giudice Harkin), Jeremy Piven (Lawrence Green), Jennifer Beals (Vanessa Lembeck), Bill Nunn (Lonnie Shaver) e Dylan McDermott (Jacob Woods) li trovate invece ai rispettivi link.

Leland Orser interpreta Lamb. Americano, è una di quelle facce conosciute che ricordo da film come Seven, Independence Day, Fuga da Los Angeles, Alien - La clonazione, Salvate il soldato Ryan, Cose molto cattive, Il collezionista di ossa, The Guest, The Devil's Candy e probabilmente anche da serie quali X-Files, Innamorati pazzi, Oltre i limiti, CSI - Scena del crimine, ER - Medici in prima linea e 24. Anche regista e sceneggiatore, ha 57 anni.


Luis Guzmán interpreta Jerry Hernandez. Portoricano, lo ricordo per film come Mr Crocodile Dundee II, Black Rain - Pioggia sporca, Sono affari di famiglia, Amore all'ultimo morso, Carlito's Way, Boogie Nights - L'altra Hollywood, Out of Sight, Il collezionista di ossa, Magnolia, Traffic, Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi, Cleaner e Pelham 1 2 3 - Ostaggi in metropolitana, inoltre ha partecipato a serie quali Miami Vice, Hunter e Walker Texas Ranger. Anche produttore, ha 61 anni e tre film in uscita.


Cliff Curtis, che interpreta Frank Herrera, era l'insopportabile Travis di Fear the Walking Dead (serie che ho finalmente abbandonato!). Nel romanzo di Grisham la causa veniva intentata contro l'industria del tabacco ma dopo l'uscita di Insider - Dietro la verità la sceneggiatura è stata cambiata, anche perché  la realizzazione de La giuria ha subito un sacco di ritardi; nel 1997 il film avrebbe dovuto essere diretto da Joel Schumacher, con Edward Norton nei panni di Easter e Sean Connery e Gwyneth Paltrow in quelli di Fitch e Marlee, ma quando il regista ha abbandonato il progetto gli attori si sono dedicati ad altro è la stessa cosa è successa nel 2001, quando Will Smith ha rinunciato al ruolo di Easter causando la "dipartita" anche del regista Mike Newell e di Jennifer Connelly, designata per la parte di Marlee. Per la cronaca, il ruolo di Marlee era stato offerto anche a Naomi Watts, costretta a rinunciare per impegni pregressi, e si dice che a un certo punto persino Alfonso Cuarón fosse stato chiamato per dirigere e co-sceneggiare la pellicola. Detto questo, se La giuria vi fosse piaciuto potete recuperare Il cliente, L'uomo della pioggia e Il socio. ENJOY!

martedì 19 dicembre 2017

Star Wars - Gli ultimi Jedi (2017)

Puntuale come un cinepanettone è arrivato anche quest'anno l'appuntamento con Guerre Stellari, franchise giunta all'episodio VIII, ovvero Star Wars - Gli ultimi Jedi (Star Wars: The Last Jedi), diretto e sceneggiato dal regista Rian Johnson. Ovviamente il post è SPOILER FREE ma una cosa devo dirla prima di cominciare: il film è dedicato alla memoria di Carrie Fisher quindi NON FATE I BONOBI e non alzatevi durante i titoli di coda, almeno finché non comparirà la dedica in questione. A voi e alle vostre creature spargi-popcorn (non fatemi toccare questo tasto...) potrà non fregare un belino, dopo quasi tre ore di film, di commemorare l'attrice ma c'è gente, tipo me, che avrebbe gradito commuoversi in relativa pace, senza doversi agitare come un pupazzo misirizzi per riuscire a vedere lo schermo coperto da primati desiderosi di uscire. #FottuteScimmie



Trama: mentre il Nuovo Ordine sta per sferrare l'attacco definitivo contro i Ribelli, Rey cerca di convincere Luke Skywalker a tornare in battaglia, con scarsi risultati...



Suvvia, più stringata di così con la trama non potevo essere. Di quest'ultimo Star Wars ne ho lette di ogni, nei limiti del non spoiler, e come direbbe Elio "la critica è concorde" nel definirlo una noia mortale per i primi tre quarti di durata e un trionfo meraviglioso verso il finale. Ora, sarà che io non sono una fan sfegatata della saga e questi film, gira che ti rigira, mi sembrano tutti uguali, posso dire invece con sincerità di averlo apprezzato dall'inizio alla fine, un po' come è successo con gli altri. Gli ultimi Jedi è un giusto mix di tutti gli elementi che hanno fatto la fortuna di Star Wars: ci sono le battaglie nello spazio, con un inizio decisamente esplosivo e la sensazione palpabile che stavolta per i Ribelli butterà malissimo (magari non ai livelli di Rogue One ma un bel po' di tensione c'è), ci sono i flashback che cercano di scavare un po' di più sulle questioni di Forza, Lato Oscuro e Lato Chiaro, ci sono le avventure su mondi strani popolati da alieni più o meno carini (stavolta il tasso di cuterie è alto, forse è questo il problema dei fan duri e puri!), ci sono confronti molto attesi, ritorni assai graditi, momenti di Nostalgia Canaglia, momenti lacrimevoli, momenti divertenti, momenti di approfondimento psicologico, momenti di puro orrore (Adam Driver topless!! Holy fuck!!!!) e persino qualche timido tentativo di imbastire una parvenza di romanticismo. Soprattutto, c'è una bella riflessione sul mito e su un paio di figure chiave delle "leggende", non solo in ambito starwarsiano. Per tutto il film i personaggi invitano a lasciare spazio al nuovo, a non farsi condizionare dal "sentito dire" o da ciò che ormai viene dato come dogma, nel bene e nel male, e c'è l'invito a guardare al futuro non solo in chiave poetica ma anche nel senso pratico di preservare la propria vita in funzione di ciò che verrà dopo. Non è che non muoia nessuno in Gli ultimi Jedi ma viene imbastita una riflessione anche sull'utilità della morte e sul ruolo di "eroe", che non dev'essere necessariamente colui che si butta di testa in azioni spericolate alla Han Solo, perché ci sono altri modi per essere eroi. Meno spettacolari, magari meno efficaci, ma quanto basta per mantenere viva una scintilla di speranza, oscillando tra eccesso e moderazione così che l'equilibrio necessario venga mantenuto, un po' come accade con la cosiddetta Forza, anch'essa ben ridimensionata da fonti autorevoli.


C'è quindi parecchio spazio per la crescita dei personaggi in Gli ultimi Jedi, cosa che ho apprezzato tantissimo, una crescita che non si limita ai personaggi nuovi (i quali, bontà loro, dovrebbero avere ancora tanto da dire, sottoutilizzato Finn in primis) ma si estende a quelli più vecchi e più amati e sicuramente solleticherà il naso a qualche produttore furbo già pronto a finanziare prequel e quant'altro. In particolare, mi è piaciuto il lavoro di "lima" svolto sul Frignetta, che rimarrà sempre un umorale testa di minchia ma perlomeno è in qualche modo cresciuto, così come non è scontata l'evoluzione di Dameron Poe, a mio avviso destinato a grandi cose; continuo a non uscire di testa per Rey, ormai assurta a livelli di MaryStuaggine fuori scala (SPOILER applausi a scena aperta per il Frignetta, che l'ha freddata con un "te alla fine qui non c'entri una mazza, non ti credere che non sei figlia di nessuno di importante!") ma dal lato femminile c'è l'introduzione della simpatica Rose, la quale mi ha ricordato parecchio il punto di vista "normale" di un Samvise Gamgee, unico in grado di cogliere verità importanti con la sua semplicità, come per esempio il fatto che nel corso di una guerra tra "buoni" e "cattivi" chi ci guadagna non è l'una o l'altra fazione ma chi fornisce loro le armi, facendo il gesto dell'ombrello ai popoli vessati. A proposito di "popoli", molto carino, benché ridotto, il bestiario alieno e soprattutto tanto di cappello ad un regista "inesperto" come Rian Johnson, autore anche della sceneggiatura, il quale è riuscito a confezionare un paio di sequenze spettacolari ed emozionanti (SPOILER Lo specchio di Rey ma anche il bombardamento iniziale e la sconvolgente soluzione finale adottata da Holdo) e a concludere il film con un accostamento di colori classico ma sempre valido, ché sapete quanto adori vedere sporcare il bianco della neve col rosso del sang.. ehm, scusate, del terreno sotto il sale (ringrazio un illuminato utente FB per la correzione!). Solo io trovo geniale l'idea di aggirare il PG-13 e mostrare la devastazione di un campo di battaglia senza mostrare nemmeno un cadavere ma impregnando lo schermo di rosso come nemmeno Tarantino? Spero di no. Ma poi, chissenefrega di qualsiasi pensiero critico, mio o di chiunque altro. Se Mirco è andato al cinema solo per Chewbacca e i Porg, io andavo solo per vedere Carrie Fisher, la mia, la nostra Principessa per l'ultima volta. Non Benicio Del Toro e Domhnall Gleeson, sempre due bellissimi figlioli, nemmeno Mark Hamill in tutta la sua gloriosa e scazzatissima vecchiaia: solo Carrie Fisher. E il mio cuore, nonostante fosse gonfio di lacrime, con lei ha gioito e trovato la Forza.


Di Mark Hamill (Luke Skywalker e quella specie di Leprecauno alieno che infila le monete dentro BB8), Carrie Fisher (Leia Organa), Adam Driver (Kylo Ren), Daisy Ridley (Rey), John Boyega (Finn), Oscar Isaac (Poe Dameron), Andy Serkis (Snoke), Lupita Nyong'o (Maz Kanata), Domhnall Gleeson (Generale Hux), Laura Dern (Vice Ammiraglio Holdo), Benicio Del Toro (DJ), Frank Oz (voce originale di Yoda), Justin Theroux (Maestro Codebreaker), Andy Nyman (Guardia della prigione), Joseph Gordon - Levitt (Voce originale di Slowen Lo), Warwick Davis (Wobidin) e Gareth Edwards (Soldato della resistenza) ho già parlato ai rispettivi link.

Rian Johnson è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come Looper ed episodi di Breaking Bad. Anche attore, ha 44 anni.


Gwendoline Christie interpreta il Capitano Phasma. Inglese, famosa per essere la Brienne de Il trono di spade, ha partecipato a film come Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo, The Zero Theorem - Tutto è vanità, Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 2 e Star Wars - Il risveglio della forza. Ha 39 anni e due film in uscita.


Billie Lourd interpreta il Luogotenente Connix. Americana, figlia di Carrie Fisher, la ricordo per aver partecipato alle serie Scream Queens e American Horror Story. Ha 25 anni e un film in uscita.


Joaquin Phoenix ha rifiutato il ruolo di DJ, andato così a Benicio Del Toro. A Rian Johnson è stato offerto di girare anche il prossimo Episodio IX e, benché il regista abbia declinato a causa dei tempi strettissimi di lavorazione , pare che la Lucasfilm gli abbia dato il La per una trilogia personale ambientata nell'universo di Star Wars. Nell'attesa di vedere questa nuova trilogia e che torni J.J. Abrams alla regia l'anno prossimo per l'Episodio XI, se Gli ultimi Jedi vi fosse piaciuto recuperate  tutti i film legati alla saga di Guerre Stellari. ENJOY!