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venerdì 8 dicembre 2017

M.F.A. (2017)

Imbeccata dalla sempre ottima Lucia e da tutte le minchiate che mi tocca leggere di questi tempi ho deciso di guardare M.F.A., diretto dalla regista Natalia Leite.


Trama: Noelle è una studentessa d'arte che una sera viene stuprata da un ragazzo. Convinta di poter ottenere giustizia, la ragazza denuncia la cosa ma si trova davanti un muro di gomma e decide quindi di ricorrere a mezzi più estremi...


M.F.A. è l'horror più tristemente attuale visto quest'anno ed è anche quello che mi ha fatta più incazzare. All'epoca dei vari #metoo e del sollevamento dell'intera comunità femminile scioccata dalle rivelazioni di parecchie attrici coinvolte nell'ormai famigerato "caso Weinstein" mi sono limitata a leggere le esperienze e i commenti di molte mie amiche, colleghe di blog, semplici conoscenti o totali sconosciute più o meno famose senza scrivere nulla in merito perché, come dice il saggio, "se non si ha nulla di intelligente da dire meglio stare zitti". La verità è che, fortunatamente, a me non sono capitate esperienze di grave sopraffazione né in campo lavorativo né in campo umano e i pochi commenti sessisti che mi sono stati rivolti sono stati rispediti sempre al mittente con un bel calcio in culo annesso, il piacione di turno ringalluzzito dalla minigonna a sostituire i soliti jeans antisesso ridotto ai minimi termini e costretto a bisbigliare roba tipo "eh però così rimarrai sempre single" "se non sorridi non ti vorrà mai nessuno" "eh ma sciogliti un po'". Poverini. Sono una brutta persona, lo so, ma le persone viscide le riconosco lontano un chilometro e non sono mai stata tenera con loro, nemmeno quando le persone in questione erano miei superiori con qualche bicchiere di vino in corpo e magari avrei potuto mordermi la lingua. Sicuramente sono stata molto più fortunata di Noelle (che è la protagonista del film ma avrebbe anche potuto chiamarsi Natalia ed essere vostra amica o sorella), rea di aver provato interesse per un ragazzo, aver accettato l'invito a un party, essersi messa carina per l'occasione ed essere salita in camera con lui. Ora, mi rendo conto che una donna può limitarsi a dire ad un uomo "peas and carrots" (cit.) e quest'ultimo non capisce più nulla ma può anche essere invece (attenzione, uomini alla lettura) che una ragazza interessata ad un ragazzo non abbia proprio voglia di ritrovarsi magicamente tre metri di lingua in gola e una mano sulla passera NONOSTANTE (oddio, i segnali contrastanti!!111!1111) abbia scelto di rimanere sola con lui. Azz, come siamo complicate. Pensa un po', magari quella sera avevamo solo voglia di capire se davvero valeva la pena interessarsi all'uomo in questione e non ci interessava una sveltina. Ah, fighedilegno! Comunque, a Noelle (ma magari è successo anche a Natalia) è capitato che il ragazzo potenzialmente interessante si sia rivelato un troglodita e, forte del fatto che è stata lei ad andare in camera con lui firmando probabilmente una liberatoria per la cessione automatica della patata, l'abbia violentata. In una delle scene più asettiche e "banali" della storia del cinema horror, per inciso, così da sottolineare l'assurda e totale casualità di un evento simile, una sequenza (assieme a quella del secondo stupro che viene mostrato) capace di far star male per giorni.


Noelle se ne torna a casa, sconvolta e morta dentro, ma nonostante i consigli dell'amica che le dice di tenersi tutto per sé decide di parlare della cosa ad una consulente del campus universitario. Una donna, badate bene. Le domande a cui si ritrova a dover rispondere ribaltano in due secondi la situazione e trasformano Noelle da vittima a sciacquetta consenziente, rea di non aver detto NO con chiarezza, di aver dato corda al ragazzo nel corso della serata, di avere avuto (Dio non voglia!) più di un partner in 20 anni. Sconcertata, Noelle va a parlare con un gruppo di sostegno composto da coetanee ma anche lì, la Morte Nera: raccolte fondi per le bambine violentate in Sudamerica, gruppo d'acquisto per uno smalto in grado di rivelare eventuali "droghe dello stupro" contenute nei drink, raccolte fondi totalmente inutili e non una sola ragazza a parlare di prevenzione, di portare un po' di consapevolezza nella società, di battersi affinché stupratori più o meno seriali vengano condannati anziché giustificati perché troppo amichevoli, ingenui o esuberanti. Le signorine si limitano a fare spallucce perché tanto "la società è così", accettando passivamente il loro destino di agnellini a rischio di venire macellati, e giustamente Noelle sbrocca. Rape and revenge, giusto? Nì. Perché la sceneggiatura di Leah McKendrick non si limita a sfogare il giusto odio di Noelle e dello spettatore nel solito, catartico lago di sangue, ma si prende anche il tempo di indagare la psicologia di queste povere ragazze violentate (non c'è mica solo Noelle), sviscerando tutto quello che passa loro per la testa: senso di colpa, vergogna, desiderio di togliersi da sotto i riflettori e tornare a vivere un'esistenza normale senza nessuno ad additarle come zoccole, paura, odio per lo stupratore ma anche per loro stesse. Racconta, pur con qualche ingenuità, di come la violenza ne richiami altra, in un circolo vizioso che non porta gioia alle vittime finalmente vendicate, quanto piuttosto un rigurgito di terrore, il ritorno di un incubo che si pensava fosse finito; racconta, soprattutto, del coraggio di lottare per tirare fuori la verità e prendere a schiaffi chi vuole chiudere gli occhi per non sapere o chi, ancora peggio, liquida la faccenda con un "tanto a me non potrà mai accadere, quella era una zoccola ma io invece no!". No, mi spiace. Non serve essere splendide e affascinanti come Francesca Eastwood, che ad un certo punto decide di sfruttare il suo corpo come esca per attirare le sue prede imbecilli, non sono la gonna corta o l'attimo di ingenuità a dover distruggere per sempre la vita di una persona, non possono esistere scuse o giustificazioni. Non esiste il "ma figurati se uno così bello, famoso e potente si abbasserebbe mai a..." oppure, ancora peggio il "meglio far finta di nulla perché non conviene avere contro gente simile". Non deve esistere. Eppure, siccome la mentalità di oggi è quella che è, c'è solo da ringraziare Natalia Leite per aver esorcizzato i propri fantasmi e aver messo su pellicola qualcosa che ogni persona con un minimo di sensibilità dovrebbe capire senza essere imbeccato da film o articoli di "denuncia".


Di Clifton Collins Jr., che interpreta Kennedy, ho già parlato QUI mentre Michael Welch, che interpreta Mason, lo trovate QUI.

Natalia Leite è la regista della pellicola. Brasiliana, ha diretto un altro lungometraggio, Bare, ed è anche sceneggiatrice, produttrice e attrice.


Francesca Eastwood interpreta Noelle. Figlia di Clint Eastwood e dell'attrice Frances Fisher, ha partecipato a film come Jersey Boys, Final Girl e a serie quali Heroes Reborn e Twin Peaks. Ha 24 anni e un film in uscita.


Leah McKendrick, sceneggiatrice della pellicola, interpreta anche Skye, l'amica di Noelle. Se M.F.A. vi fosse piaciuto recuperate Elle oppure Il gioco di Gerald. ENJOY!


10 commenti:

  1. Rape e revenge..film sempre molto 'difficili' e per questo interessanti. Il rischio è sempre di cadere o nell'exploitation fine a se stessa, o d'altro canto di perdersi in eccessivi ragionamenti psicologici. Però mi sembra di capire che il film in questione riesca ad evitare tutte queste 'curve' pericolose.

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    1. Questo è un film che sta nel mezzo e potrebbe accontentare tutti, sia chi ama riflettere sia chi ama il gusto del sangue. E poi lei è splendida!

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  2. "Ora, mi rendo conto che una donna può limitarsi a dire ad un uomo "peas and carrots" (cit.) e quest'ultimo non capisce più nulla ma può anche essere invece (attenzione, uomini alla lettura) che una ragazza interessata ad un ragazzo non abbia proprio voglia di ritrovarsi magicamente tre metri di lingua in gola e una mano sulla passera NONOSTANTE (oddio, i segnali contrastanti!!111!1111) abbia scelto di rimanere sola con lui. Azz, come siamo complicate. Pensa un po', magari quella sera avevamo solo voglia di capire se davvero valeva la pena interessarsi all'uomo in questione e non ci interessava una sveltina. Ah, fighedilegno!"
    Mamma mia, quanta verità, amica.
    Ottimo film, che casca a pennello. La Francesca Eastwood è spettacolare. Ma che occhi c'hanno in quella famiglia?! :O

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    1. Guarda, così di getto 'sto film mi ha fatto venire un nervoso che levati. Alla faccia della bellezza della Eastwood che, sì, indubbiamente ha ereditato il meglio dei geni di famiglia.

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  3. Della Eastwood ne ho sentito già parlare, pare sia anche brava.. :D
    Comunque questo classico rape and revenge sembra interessante da vedere..

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    1. E' molto brava, almeno da quel che posso giudicare da questo film :)

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  4. Amo il rape&revenge, e questo mi pare molto attuale e con un buon cast.
    Mi attira molto, anche se non sono femminista e l'impronta pare essere quella XD

    Moz-

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    1. Non c'è un impronta femminista, anche perché alcuni uomini sono ritratti in maniera positiva e alcune donne ci fanno una ben magra figura. Anzi, purtroppo è uno specchio molto fedele della realtà.

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  5. Segno.
    Del genere, al TFF, ho apprezzato tale Revenge, con Matilda Lutz.
    Meno serio senz'altro, tamarro ma elegantissimo, con un bagno di sangue finale che è la gioia dei fan dell'horror. Spero che, per vie traverse o meno, tu riesca a vederlo. :)

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    1. Quello, se fossi venuta al TFF, lo avrei guardato, era in lista :)

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