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domenica 4 marzo 2018

The Big Sick: Il matrimonio si può evitare, l'amore no (2017)

Last but not least, o forse sì, in vista della Notte degli Oscar che si terrà stasera ho recuperato anche The Big Sick: Il matrimonio si può evitare, l'amore no (The Big Sick), diretto nel 2017 dal regista Michael Showalter e candidato per la Miglior Sceneggiatura Originale. So che non ve ne importerà una cippa ma quest'anno niente post sui cartoni animati per mancanza di tempo e niente film straniero, come già accaduto gli altri anni. Chissà se riuscirò a recuperare qualcosa dopo domenica!


Trama: Kumail è un ragazzo di origine pakistana che vorrebbe fare il comico e vivere una vita all'insegna della spensieratezza americana, con sommo scorno della famiglia che invece cerca di costringerlo in un matrimonio combinato con donne della sua stessa etnia. Un giorno, Kumail conosce la bionda Emily e se ne innamora, ricambiato; tutto va per il verso giusto finché la ragazza si ammala gravemente...


Niente, gli ultimi due film visti in virtù della nomination per la Miglior Sceneggiatura Originale si sono rivelati due mezze sòle proprio da questo punto di vista. Dopo il poco entusiasmante Lady Bird mi sono accinta alla visione di The Big Sick (evito il lunghissimo titolo italiano, pedante ed inutilmente "spiegone") e lì per lì mi sono anche divertita, almeno per la prima oretta. Il film, sceneggiato da Kumail Nanjiani e dalla moglie Emily V. Gordon, racconta praticamente il modo in cui i due si sono conosciuti ed innamorati, ritrovandosi così costretti ad affrontare non solo il problema della malattia di Emily, messa in coma farmacologico per un periodo a causa delle infezioni causate dalla malattia di Still, ma anche e soprattutto le difficoltà legate alla differenza di razza. Kumail è infatti di origine pakistana e la sua famiglia lo vorrebbe legato, tramite matrimonio combinato, ad una donna della stessa etnia, mentre Emily è americanissima; se quest'ultima è libera di frequentare chi vuole, Kumail rischia invece di venire disconosciuto dalla famiglia e ciò lo porta a vivere la relazione con Emily palesando sempre un certo distacco che, a poco a poco, intacca il legame con la ragazza tenuta all'oscuro di questi problemi "culturali" e familiari. Le dinamiche di corteggiamento e la successiva nascita della coppia sono allegre e frizzanti, in pieno stile Apatow (non a caso produttore della pellicola), e i due protagonisti passano il tempo a prendersi reciprocamente in giro o a scoprirsi pian piano in un florilegio di dialoghi simpatici e caustici (d'altronde lui è comunque un comico) e lo stesso vale per il periodo che segue la malattia di Emily, durante il quale Kumail è costretto a confrontarsi con la famiglia e a recuperare un legame apparentemente infranto. Il "problema" di The Big Sick, almeno dal mio punto di vista, è però quella parte di sceneggiatura che vede Emily gravemente malata. La malattia, a onor del vero, è gestita benissimo, senza scivoloni nel patetismo e sempre con un senso di leggerezza che lascia tuttavia trasparire la reale gravità della situazione ma questa parte della trama risulta in qualche modo "scollata" dalla storia principale, anche perché essa verte quasi interamente sui genitori di Emily e sul loro rapporto con Kumail; in pratica, una buona mezz'ora di film viene aggiunta per consentire allo spettatore di interessarsi a due personaggi logorroici e non particolarmente simpatici, che surclassano un Kumail fattosi in quattro e quattr'otto muto, silente spettatore di problemi coniugali che lasciano il tempo che trovano. In questo caso, bisogna dirlo, mezz'oretta di meno avrebbe giovato, anche perché una commedia di due ore e passa è difficile da reggere senza che subentri la noia.


Peccato perché l'accoppiata Zoe Kazan/Kumail Nanjiani funziona e i due hanno una buona chimica, cosa non scontata nonostante l'attore interpreti fondamentalmente sé stesso e sia impegnato a rivivere uno dei momenti più felici e difficili della sua esistenza, magari con alcuni aspetti un po' esacerbati (pare che la madre non fosse così "estremista" nel suo rifiuto di Emily, né che Nanjiani nascondesse alla vera Emily il fatto di ricevere in casa svariate pretendenti per un eventuale matrimonio combinato, come invece accade nel film); tra i due, ho preferito però Zoe Kazan, attrice già apprezzata in The Monster grazie a un personaggio totalmente opposto ad Emily, che qui tira fuori un'incredibile dolcezza, grande senso dell'umorismo e anche una tempra non da poco, calamitando il cuore dello spettatore con quei rotondissimi occhioni da cucciola. Altro gruppetto di personaggi assai apprezzato è quello che compone la famiglia di Kumail. A differenza di quello che accade nella maggior parte delle pellicole made in USA, il padre e la madre del protagonista (assieme al fratello e alla di lui moglie) non sono rappresentati come musulmani musoni e freddi, bensì come persone normali e talvolta parecchio divertenti, colme di difetti ma anche di tantissimi pregi, simili ovviamente ai membri della famiglia dell'attore-sceneggiatore. In questo senso, la forza di The Big Sick sta proprio nella felice combinazione di due punti di vista differenti e realmente "vissuti", che si sono amalgamati creando qualcosa di nuovo, un incontro di culture che ha portato felicità non solo alle due persone che lo hanno reso possibile ma, si spera, anche a quelli che sono stati loro vicini, e che ha permesso la nascita di un film che è un inno alla tolleranza e al superamento dei pregiudizi, una lezione indispensabile in questi tempi neri. Per questo non mi sento di dire che The Big Sick è un brutto film, anzi, consiglio di guardarlo senza remore perché, nonostante qualche lungaggine, la storia di Emily e Kumail riconcilia senza dubbio col mondo... e poi le vere foto della coppia all'inizio dei titoli di coda sono carinissime!


Di Zoe Kazan, che interpreta Emily, ho già parlato QUI.

Michael Showalter è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come Hello, My Name is Doris. Anche sceneggiatore, attore e produttore, ha 48 anni e un film in uscita.


Kumail Nanjiani è il co-sceneggiatore della pellicola e interpreta Kumail. Pakistano, ha partecipato a film come Bad Milo!, Hello, My Name is Doris, Piccoli brividi e a serie come X-Files; ha inoltre lavorato come doppiatore nella serie Adventure Time. Anche produttore, ha 40 anni.

Kumail e la vera Emily!
Holly Hunter interpreta Beth. Americana, la ricordo per film come Arizona Junior, Always - Per sempre, Lezioni di piano (per il quale ha vinto l'Oscar come Miglior Attrice Protagonista), Il socio, Crash, Una vita esagerata e Fratello, dove sei?, inoltre ha lavorato come doppiatrice nel film Gli Incredibili. Anche produttrice, ha 60 anni e un film in uscita, Gli Incredibili 2.


Ray Romano interpreta Terry. Americano, protagonista della serie Tutti amano Raymond, è la voce originale del mammuth Manfred de L'era glaciale e come doppiatore ha lavorato anche nella serie I Simpson, inoltre ha partecipato ai telefilm Vynil e Get Shorty. Anche sceneggiatore e produttore, ha 61 anni.


Se The Big Sick vi fosse piaciuto recuperate Il mio grosso, grasso matrimonio greco e Sognando Beckham. ENJOY!





6 commenti:

  1. Nel circuito indie, in cui figurava in molti listoni di fine anno, hanno borbottato un po' per l'esclusione in particolare ai Golden Globe e la candidatura-contentino agli Oscar. Apprezzo questi toni, adoro la Kazan (con cui ti consiglio un film di Whedon, In Your Eyes), ma tocca aspettare i comodi dello streaming.

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    1. Secondo me la candidatura per la Miglior Sceneggiatura è stata un po' esagerata però mi è piaciuto molto Nanjiani durante la fatidica "notte" e lui e la moglie sono carinissimi. Probabilmente ho preferito The Big Sick a Lady Bird quindi capisco un po' la delusione degli "indieani" :)
      In your eyes me lo segno, che la Kazan mi piace molto!

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  2. Non lo conoscevo, grazie per avermelo fatto scoprire.

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    1. Di nulla. Io devo ringraziare l'Academy, altrimenti credo non l'avrei mai guardato!

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  3. Stessi dubbi anche da parte mia, che solitamente in questi film indie ci sguazzo. La sceneggiatura non sembra costruita bene, anche il momento del litigio e della rottura è così improvviso che io e il giovine ci siamo guardati e abbiam detto: "ma che succede?". Sembra che si voglia correre verso il momento della malattia, e lì ci si allunghi ancor più per far conoscere i genitori.
    Mah.
    La candidatura non la capisco, la Kazan scompare presto, ed è un peccato. Potenzialità ce n'erano, lo si guarda lo stesso, ma poco resta.

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    1. Sì, ho avuto esattamente la stessa tua impressione, manca un po' di "gradualità", diciamo.
      E ho patito l'assenza della Kazan per tutto quel tempo :(

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