Pagine

martedì 10 aprile 2018

I segreti di Wind River (2017)

Spinta da un trailer ingannevole e supportata dalle opinioni più che positive di fior di blogger, domenica ho portato il Bolluomo a vedere I segreti di Wind River (Wind River), diretto e sceneggiato nel 2017 dal regista Taylor Sheridan.


Trama: una ragazza viene trovata assassinata in mezzo alla neve, all'interno di una riserva indiana. Una giovane agente dell'FBI viene incaricata delle indagini e cercherà l'aiuto di un cacciatore esperto, emotivamente coinvolto nel delitto...


Mi sembra doveroso cominciare il post con un avvertimento, in quanto il trailer italiano di Wind River è incredibilmente fuorviante e rischia di scontentare molti spettatori: la pellicola di Sheridan NON è "il nuovo Silenzio degli innocenti", nemmeno per sbaglio. C'è una scena all'interno di Wind River dove l'agente dell'FBI Jane Banner percorre uno squallido dedalo di corridoi con la pistola spianata e la visuale offuscata ed effettivamente questa sequenza ricorda molto quella in cui Clarice si ritrova sola, alla mercé di Buffalo Bill, sul finale de Il silenzio degli innocenti, per il resto i due film non potrebbero essere più diversi. I segreti di Wind River è ANCHE un thriller, se così vogliamo definirlo, poiché gli eventi vengono scatenati da un omicidio che porta a delle indagini, una caccia, un confronto finale al cardiopalma, ma è SOPRATTUTTO un film sul senso di colpa, sul dolore, su come gli esseri umani cercano di sopravvivere a tragedie che rischierebbero di privarli della sanità mentale o perlomeno della voglia di vivere. E' per questo che Wind River è una delle pellicole più belle che vi capiterà di vedere in sala quest'anno, emblema di un Cinema lontano dalle opere mordi e fuggi moderne, che offre allo spettatore tutto il tempo di riflettere ed empatizzare coi protagonisti, scoprendo senza fretta (e senza bisogno di dialoghi che sviscerino ogni loro sentimento con dovizia di particolari) ciò che li muove, ciò che li ha resi quello che sono e cos'è che li lega, così che l'inevitabile pugno allo stomaco sospeso nell'aria fin dall'inizio colpisca con forza ancora maggiore. Fondamentale, per arrivare al cuore della storia, il personaggio di Jane Barren, che si fa carico del punto di vista e dell'ignoranza dello spettatore: agente giovane, inesperta, la Barren viene mandata dai suoi superiori in una terra di confine dove vigono equilibri delicatissimi, popolata da nativi americani confinati in essa a mo' di contentino proprio dagli stessi visi pallidi che si sono ripuliti la coscienza dopo averli espropriati di ogni cosa. Attraverso Jane noi non arriviamo a capire tutto, anzi. Come lei, possiamo solo prendere atto di quanto schifo e rassegnazione si celi in quella terra di frontiera dove la gente vive male, muore e scompare senza un perché e continuare a porci come osservatori esterni, piangendo tutta la nostra frustrazione davanti a una situazione che probabilmente non cambierà mai visto che neppure chi vive e lavora nella riserva di Wind River come Cory riesce a fare qualcosa per migliorarla.


Cory è la guida di Jane, il nostro Virgilio all'interno di questo girone dantesco della frontiera USA. Uomo integerrimo, cacciatore freddo come il ghiaccio ed instancabile, è stato accolto dagli abitanti della riserva in quanto marito di una delle loro "donne" e da quest'ultima è stato cacciato dopo un solo, terribile attimo di distrazione che ha causato una tragedia irreparabile. Attraverso Cory sia noi che Jane arriviamo a sfiorare la superficie di tutto il marcio nascosto dal bianco immacolato della neve ma, poiché il dolore di una persona è qualcosa di intimo e inviolabile, ciò che ci viene trasmesso è solo quello che la persona in questione desidera condividere: quando Martin piange disperato tra le braccia di Cory noi, come Jane, possiamo solo ascoltare il suo lamento di dolore ma non ci è concesso vedere, per rispetto di un uomo fiero e colpito da un'immane tragedia. Questo è solo uno dei molti esempi della delicatezza con cui Sheridan racconta per immagini una storia allo stesso tempo umana e DISumana, dove il disagio la fa da padrone e i sogni rischiano di trasformarsi in incubi per chi non vive costantemente sul chi va là e non ha la tempra per sopravvivere. La cinepresa del regista si trattiene nei momenti più "sensibili" ma non ha paura di affrontare le tempeste di neve, di seguire le motoslitte lungo le strade più impervie (con degli stacchi di montaggio da paura, per inciso, al punto che sembra quasi di essere in sella con Cory), di mostrarci l'orrore casuale di una violenza che nasce per gioco, di mozzarci il respiro con un paio di stalli che da soli darebbero dei punti al 90% dei film action moderni (anche lì, il montaggio la fa da padrone), di catturare la bellezza di un paesaggio da cartolina dove non andrei a vivere nemmeno se mi puntassero una pistola alla tempia. E pensare che c'è gente letteralmente costretta a viverci, neanche fosse la più alta delle concessioni. I segreti di Wind River, nonostante lo sciocco titolo italiano, è al momento uno dei film più belli dell'anno e sicuramente una pellicola che mi rimarrà dentro per molto tempo, concretizzata nella sensazione di magone pesantissimo che mi ha attanagliata a fine visione. E' grande cinema, fatto di tecnica, bravura e tanto cuore, messo in campo non solo dagli attori favolosi (altro che supereroi, Renner, la Olsen e Bernthal dimostrano di poter fare qualunque cosa!) ma anche e soprattutto da un Autore raffinato come Taylor Sheridan, uno dei più grandi talenti recenti. Fatevi il favore di non perderlo!


Di Jeremy Renner (Cory Lambert), Elizabeth Olsen (Jane Banner), Gil Birmingham (Martin) e Jon Bernthal (Matt) ho parlato ai rispettivi link.

Taylor Sheridan è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto un altro film, l'horror Vile. Anche attore e produttore, ha 48 anni.


Graham Greene interpreta Ben. Canadese, ha partecipato a film come Balla coi lupi, Die Hard - Duri a morire, Il miglio verde, The Twilight Saga: New Moon, Molly's Game e a serie quali La signora in giallo, Oltre i limiti Numb3rs. Ha 66 anni e ben nove film in uscita.


Jeremy Renner è stato la prima scelta del regista per il ruolo di Cory ma siccome nel 2016 l'attore era impegnato con le riprese di Arrival la parte era stata proposta anche a Chris Pine. Una volta che quest'ultimo ha cominciato a lavorare in Wonder Woman e Renner si è liberato, il buon Occhio di falco è tornato ad essere Cory. Detto questo, se I segreti di Wind River vi fosse piaciuto recuperate Sicario e Hell or High Water, i primi due "capitoli" dell'ideale Trilogia della Frontiera Americana del regista. ENJOY!




10 commenti:

  1. Molto triste, molto bello, molto bravi tutti...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, soprattutto è di una tristezza incredibile questo film.

      Elimina
  2. In effetti il trailer italiano è molto fuorviante...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E non rende giustizia alla reale bellezza del film, soprattutto.

      Elimina
  3. Per fortuna il Trailer italiano non l'ho visto, anche se a scatola chiusa, tra locandina nevosa e frasi promozionali, mi aspettavo tutt'altro, soprattutto un genere non affine. E invece dici bene, una delle visioni più belle dell'anno, con uno Sheridan di cui ora non dimenticherò più il nome.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ultimamente i trailer non li guardo mai, questo l'ho beccato in TV per puro caso.
      Fortunatamente non gli ho creduto :PPP

      Elimina
  4. Il protagonista ad un certo punto esclama più o meno questa frase: "La fortuna qui è merce rara. La fortuna qui non arriva.". Se questo vale per il microcosmo del film, noi possiamo ritenerci tutti fortunati che Sheridan lo abbia scritto e diretto. Anche se arriva con un ritardo non da poco, quello che conta è che sia arrivato. Quello che stupisce, ma forse ha fatto sobbalzare solamente il sottoscritto, è quanto sia effetivamente intensa e bellissima questa sua prima opera da regista. Il 2018 almeno per questa prima metà dell'anno, si sta rivelando un anno cinematograficamente alttissimo per qualità delle uscite in sala.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto, è davvero una fortuna che i distributori per una volta abbiano deciso di premiare lo spettatore. Con ritardo ma meglio che niente!

      Elimina
  5. Visto ieri un po' a caso (come avrai notato i miei tempi di reazione medi nel vedere un film "appena uscito" è di circa 3 anni). Allora, io mi sono perso il discorso su "il nuovo silenzio degli innocenti" e grazie al cielo, perchè ci vuole del bel coraggio per affermare una roba del genere. Detto ciò un film certamente potente e che ho guardato piacevolmente. Mi rimangono almeno un paio di interrogativi (tipo come facciano dei guardiani di un cantiere ad essere equipaggiati come degli Swat, però vabè, gli americani si portano i fucili d'assalto pure al liceo quindi non giudico). Adoro di per sè il fatto di vedere la Olsen e Renner al di fuori del loro "personaggio" fumettistico che temo però nonostante i loro sforzi gli rimarrà cucito addosso per sempre. Emancipazione!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa te quanto sono ingannevoli le pubblicità e i trailer (non commento su come è stato presentato Gli spiriti dell'isola!)! Io spero sempre che i bravi attori del MCU riescano prima o poi a svicolarsi dai panni stretti degli eroi, perché riescono a regalare agli spettatori delle ottime interpretazioni, come queste!

      Elimina