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venerdì 22 giugno 2018

Mary e il fiore della strega (2017)

Facendo più mastruzzi di un politico, martedì sono riuscita ad andare al cinema allo spettacolo delle 18 a vedere Mary e il fiore della strega (メアリと魔女の花 - Meari to Majo no Hana), diretto nel 2017 dal regista Hiromasa Yonebayashi e tratto dal romanzo omonimo di Mary Stewart. Ne è valsa la pena?


Trama: Mary sta passando le vacanze estive dalla prozia in campagna e si annoia un sacco. Un giorno, seguendo un gattino nero nella foresta, trova un fiore misterioso e una scopa, due oggetti che, combinati, le permetteranno di vivere un'avventura magica.



Si può dire "diludendo" del primo film prodotto dallo Studio Ponoc, fondato da due esuli dello Studio Ghibli? Non avendo paura di ledere la maestà di Hayao Miyazaki, che con Mary e il fiore della strega non ha avuto nulla a che fare, direi proprio di sì e magari per buona misura lo confermo: il film di Hiromasa Yonebayashi è carino MA. Innumerevoli MAH mi sono passati per la mente intanto che guardavo questo anime dagli splendidi colori, dai bei sfondi, dalle animazioni di volo ben realizzate, dalla bella musica, e il primo di questi MAH era relativo alla protagonista. Mary è in.sop.por.ta.bi.le. Non è combinaguai in modo "Oh, ma quant'è simpatica e divertente", quanto piuttosto a livello "Gesù Cristo stai ferma o ti prendo a ceffoni" e la cosa non migliora nemmeno quando ottiene i poteri magici dal Fiore della Strega, imbroccando un sacco di successi per pura fortuna e dimostrando un minimo di cervello giusto sul finale, benché la strega dai capelli rossi mostrata all'inizio le dia innumerevoli punti. Peggio ancora, Mary è l'insopportabile protagonista di una trama che non decolla e quando lo fa è ampiamente prevedibile oppure perplimente. Fino alla fine del primo tempo non si capisce dove voglia andare a parare il film, giuro. La lunghissima introduzione porta lo spettatore a provare la stessa noia della povera Mary, poi quest'ultima trova il Fiore della Strega e comincia la parentesi Hogwarts dove ci fosse UN personaggio caratterizzato o approfondito tra le tre creature magiche che incontra la ragazzina; delle tre, l'unico almeno bello a vedersi è un animalotto antropomorfo che risponde al nome di Flanagan, Madame Mumblechook è la sorella insignificante di Yubaba e il terrificante Dottor Dee assomiglia tantissimo al Dottor Eggman di Sonic, emblema di un character design raffazzonato (i capelli di Peter sono imbarazzanti e gli studenti della scuola di magia sono appena abbozzati. Aggiungo inoltre che al quinto sosia di Harry Potter visto sullo sfondo ho pensato "Ma anche basta, abbiamo capito!") e derivativo, attaccato come una cozza allo scoglio dei fasti dei migliori film prodotti dallo Studio Ghibli, di cui Mary e il fiore della strega contiene mille e più citazioni, in primis da La città incantata e Il castello errante di Howl (se cito anche Kiki comincio a sparare sulla Croce Rossa).


Dopodiché, comincia il secondo tempo, durante il quale, nonostante accadano "cose", l'interesse non riesce a ridestarsi nemmeno per sbaglio. I problemi sono essenzialmente due: i villain oltre a essere inguardabili non hanno carisma e sono mossi da motivazioni risibili (creare l'essere magico supremo per dare maggior potere agli alunni della scuola? Eeeh???) e, ancor peggio, il film è privo di un messaggio chiaro. Io non sono una di quelle che adora il moralismo "alla Disney", se ancora si può parlare di una roba simile, però se il fulcro di tutto ciò che succede in Mary e il fiore della strega è che non serve la magia per dimostrare di valere qualcosa, mi viene da rispondere "grazie al piffero" e da aggiungere "magari prima fammi capire bene perché Mary e Peter dovrebbero voler possedere dei poteri magici per poi capire di non averne bisogno". A beneficio di quanti non abbiano visto il film, l'unico problema di Mary è avere i capelli rossi come la compianta Anna Shirley che, ricordiamo, era un'orfana non voluta e cresciuta da una Gargoylessa e un uomo stundaiu mentre la piccola strega ha una famiglia che le vuole un mondo di bene, invece Peter ha la mamma (che mai ci viene mostrata nemmeno per sbaglio, cosa che impedisce allo spettatore di provare anche solo un minimo di interesse o empatia relativamente alla sua salute) malata e vorrebbe diventare grande così da aiutarla, forse perché il padre non vale una cippa, chissà. Per inciso, i due si ritrovano ad aver a che fare con la magia per caso e decidono, sul finale, non solo di non volerla... ma anche che sarebbe meglio eliminarla dall'universo, alla faccia di tutti gli studenti dell'Accademia gestita da Madame, i quali magari un giorno avrebbero potuto uccidere il nuovo Signore Oscuro, che ne sappiamo noi? Vogliamo leggere, nelle azioni dei villain, una critica alla ferma volontà dell'uomo di piegare la natura al suo volere? E vabbé, tanto il finale contraddice il desiderio di Mary e Peter, quindi chi se ne importa? Insomma, come ho detto all'inizio, un grande MAH. Ai virgulti dello Studio Ponoc conviene trovare un proprio stile, distaccandosi dallo Studio Ghibli in maniera più marcata, e soprattutto trovare storie migliori (magari originali, ché se è vero che noi occidentali non siamo in grado di maneggiare il materiale di partenza orientale, talvolta è vero anche il contrario, come in questo caso), creando opere capaci di lasciare il segno nell'animazione moderna. Al momento sono mille volte meglio i cartoni del Cartoon Saloon, purtroppo ben poco pubblicizzati qui in Italia.


Del regista Hiromasa Yonebayashi ho già parlato QUI.


Nella versione inglese del film ci sono doppiatori del calibro di Jim Broadbent (Dottor Dee), Ewen Bremner (Flanagan) e Kate Winslet (Madame Mumblechook). Se Mary e il fiore della strega vi fosse piaciuto recuperate Kiki - Consegne a domicilio, Il castello errante di Howl, La città incantata e Arietty - Il mondo segreto sotto al pavimento. ENJOY!


10 commenti:

  1. Tu dici che dovrebbero distaccarsi da quello stile, loro sicuramente hanno pensato che era meglio se restavano ancorati al medesimo... Ma appunto, loro non sono Miyazaki, anche se da immagini e trailer sembra proprio un suo film.

    Moz-

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    1. Hai assolutamente ragione ma diciamo che è la sostanza che manca purtroppo.

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  2. Decisamente troppo simile ad altri, l'originalità che fine ha fatto?

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    1. Al momento ti direi che non se la sono portata dietro. Ma magari col prossimo film imbroccheranno la via giusta.

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  3. La scelta di ambientare la storia in un mondo magico sembra quasi il pretesto per poter fare disegni e animazioni altrimenti fuoriluogo, tutto lavoro magari ben fatto ma solo per far vedere le proprie capacità tecniche, mancando dell'aspetto principale: la storia. Protagonisti bambini non rendono il lavoro facile, farli stare antipatici è un attimo, meglio non fornire tutti i dettagli e lasciare qualche personaggio misterioso. Non volere la magia è come il proverbio della volpe e dell'uva, solo perchè non si è il numero 1 non vuol dire che nessun altro può, se non ci fosse la magia allora il primo Tom Riddle che viene fa quel che vuole. Un'altra possibilità però voglio darla allo studio Ponoc.

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    1. Sicuramente anche io tornerò a vedere eventuali opere distribuite in Italia ma per il momento, almeno per me, è un grosso NO.

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  4. Peccato, volevo vederlo questo film, ma a questo punto cambio idea. Comunque lo "stile Ghibli" credo che sia difficile da imitare... il grande Miyazachi riesce a trovare l'incanto con storie che a volte sembrano fatte di poco o niente, la sua è una magia molto sottile.

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    1. Esatto. Come ho detto sopra, forse non aiuta legarsi a romanzi occidentali, che magari funzionano negli anime a puntate ma in un film lasciano un po' il tempo che trovano.

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