Prima del 4 marzo ho voluto assolutamente vedere uno dei candidati all'Oscar come Miglior Film d'Animazione, The Breadwinner, diretto nel 2017 dalla regista Nora Twomey e tratto dal romanzo omonimo di Deborah Ellis.
Trama: nella Kabul controllata dal regime talebano, la piccola Parvana è costretta a farsi passare per ragazzo dopo che il padre è stato condotto in prigione, così da poter offrire il necessario sostentamento alla sua famiglia.
Sto scrivendo queste righe qualche giorno prima della Notte degli Oscar quindi non so ancora quale film animato si sarà portato a casa l'ambita statuetta. Probabilmente, l'onore sarà toccato a Coco ma nel mio cuore si è aperto il desiderio folle, contro tutte le probabilità, che a vincere sia The Breadwinner, coproduzione Canadese, Irlandese e Lussemburghese sotto l'egida del meraviglioso Cartoon Saloon, lo stesso di Secret of Kells e La canzone del mare. La mia speranza è grande, perché pur senza nulla togliere a Coco, che ho adorato, The Breadwinner è un cartone che racconta una terribile storia di privazione e schiavitù nel modo più delicato e poetico possibile, risultando così un mix tra il realismo di Persepolis e la magia delle già citate opere del Cartoon Saloon. The Breadwinner è ambientato nell'Afghanistan governato dal regime talebano ed è incentrato su una terribile realtà sociale che mostra tutto il suo orrore non tanto nelle situazioni di guerra quanto piuttosto nel quotidiano. Quando il capofamiglia viene portato in prigione perché accusato di nascondere letture sovversive, Parvana, la madre, la sorella maggiore e il fratellino di due anni rimangono impossibilitati a provvedere al loro sostentamento per un motivo molto "semplice": a Kabul le donne non possono uscire di casa senza essere accompagnate dagli uomini e nonostante Parvana, essendo ancora una ragazzina, possa godere della libertà di arrivare almeno fino al pozzo per prendere l'acqua, i negozianti rifiutano di servirla per timore di essere portati in prigione. Senza poter uscire né chiedere aiuto, le tre donne e il bambino rischierebbero di morire di inedia, quindi Parvana decide di tagliare i lunghi capelli neri e travestirsi da ragazzo utilizzando gli abiti del fratello maggiore, morto in circostanze misteriose. Agli occhi della ragazzina si spalanca in questo modo un mondo pieno di possibilità, fatto di persone che la trattano da essere umano, di lavori temporanei ma remunerativi, persino la speranza di poter fare uscire l'amato padre di prigione, in due parole la LIBERTA'. Sarò ingenua e stupida, ma a me questa cosa ha colpito come un pugno. L'orrore del burqua, delle percosse date per delle sciocchezze, l'imposizione del silenzio sono gli aspetti più eclatanti della condizione delle donne sottoposte alle regole dei fondamentalisti islamici ma non avevo mai riflettuto all'aspetto pratico della questione mentre The Breadwinner lo sviscera con una semplicità che è insieme disarmante e terribile. Non sono solo le sequenze in cui la madre di Parvana viene selvaggiamente picchiata a fare male, sono i dialoghi in cui la piccola Shauzia dice di essere una buona figlia ma che il suo non è un buon padre, è lo sguardo di Soraya quando apprende di essere condannata a sposarsi per salvare la sua famiglia, condannandosi a chissà quali soprusi, è lo schifo di chi considera le donne come accessori inutili, vergognosi, meno rispettabili di un animale.
E allora, per cercare ancora più libertà, per non dimenticare che un tempo la zona di Kabul (benché storicamente sempre crocevia di popoli costantemente in guerra tra loro) era ricca non solo di beni materiali ma anche di cultura, Parvana si rifugia nelle storie insegnatele dal padre, storie di ragazzi coraggiosi come quella del giovane impegnato in una battaglia contro il Re Elefante, che scorre in parallelo con le vicende della protagonista portando con sé valori come la gentilezza, la generosità e soprattutto il coraggio di affrontare non solo i nemici ma anche il dolore che ognuno porta dentro di sé, senza mai chiudere gli occhi davanti alla verità. Nel racconto di Parvana, reso con una grafica stupenda che ricorda le miniature antiche, aggiornate al gusto attuale e allo stile tutto particolare dei film del Cartoon Saloon, il protagonista è costretto a fuggire costantemente da un orrore senza nome che lo insegue, lo stesso orrore che, come una cappa, avvolge Kabul e i suoi abitanti, costretti a sopprimere sia la loro natura di esseri umani sia tutte le cose che potrebbero risultare scomode ai fondamentalisti, a partire dalla verità. The Breadwinner non è un film allegro, né la storia di una principessa coraggiosa che alla fine riuscirà a salvare il suo regno dall'oscurità, bensì la versione a cartoni animati di una vicenda che potrebbe essere accorsa a qualsiasi ragazzina nata e cresciuta a Kabul, resa in modo sì poetico ma senza troppi fronzoli né speranze alle quali aggrapparsi per evitare che il magone instillato nello spettatore sin dalle prime sequenze si trasformi in una tristezza soffocante, alimentata dalla consapevolezza che il male dell'ignoranza e della cattiveria è difficile (se non impossibile) da sconfiggere. Questo non significa però che The Breadwinner sia la conferma che tutte le persone vessate da un regime siano malvagie, e non è neppure un invito a smettere di lottare, anzi. Le sue protagoniste sono miti ma tenaci e fiere e, anche se sembrano piegarsi all'inevitabile, possiedono un coraggio enorme, alimentato da un amore sconfinato e dalla speranza che, chissà, forse un giorno i tempi potranno cambiare, riportando nel loro Paese un po' dell'antica gloria e apertura mentale. Posso solo augurarlo a loro e a tutte le donne nella loro condizione, nel frattempo spero davvero che The Breadwinner venga distribuito in Italia e ottenga il successo che merita, a livello nazionale e internazionale, perché è raro avere tra le mani un'opera animata così bella e toccante senza che tra i produttori figuri lo Studio Ghibli.
Nora Twomey è la regista della pellicola. Irlandese, ha diretto The Secret of Kells. Anche produttrice, animatrice, doppiatrice e sceneggiatrice, ha 46 anni.
Se The Breadwinner vi fosse piaciuto recuperate Persepolis, The Secret of Kells, La canzone del mare e Kubo e la spada magica. ENJOY!
Spero di recuperarlo perchè mi sembra stupendo!
RispondiEliminaE' davvero una meraviglia e ti piacerà di sicuro! Lo aspetto nei top di marzo, massimo aprile :P
EliminaAvevo letto, da bambino, il romanzo che l'ha ispirato, Sotto il burqa.
RispondiEliminaVeramente bellissimo e film ovviamente già in lista, anche se ho amato Loving Vincent della cinquina (Coco bah!).
Il romanzo vorrei leggerlo, ad avere tempo sarebbe una meraviglia :)
EliminaLoving Vincent l'ho perso le due volte che lo hanno dato al cinema causa orari e giorni assurdi e sinceramente non mi va di recuperarlo e vederlo su uno schermo piccolo ma sono sicura che sia bellissimo. Coco a me è piaciuto davvero tanto però l'Academy deve capire che non esistono solo Disney/Pixar e le altre due aberrazioni made in USA che hanno candidato...
Cavolo, non lo conoscevo. Dopo questo tuo commento lo devo assolutamente recuperare!
RispondiEliminaEra uno dei candidati quest'anno ma è anche l'unico che non è uscito in Italia quindi è passato sotto silenzio. Se uscirà l'anno prossimo qui sarà già una gran vittoria...
EliminaScoperto proprio qualche giorno fa!
RispondiEliminaDevo trovare un modo per recuperare The Breadwinner.
Il modo c'è, tranquillo :)
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