Pagine

domenica 17 novembre 2019

Bollalmanacco On Demand: Underground (1995)

Torna dopo una pausa di almeno un mese il Bollalmanacco On Demand. Oggi, grazie ad Arwen Lynch, parlerò di un film che ha vinto la Palma d'Oro a Cannes nel 1995, Underground, diretto e co-sceneggiato dal regista Emir Kusturica. Il prossimo film On Demand sarà Dogtooth. ENJOY!


Trama: nell'ex Jugoslavia, durante la seconda guerra mondiale, Marko e il Nero vivono rocambolesche avventure sotto i bombardamenti nazisti. Dopo essere stato catturato, liberato e infine ferito da una bomba, il Nero finisce assieme ad altri abitanti del paese in un rifugio sotterraneo dove, ingannati da Marko, passeranno ben vent'anni a costruire armi mentre in superficie si susseguono cambiamenti ed altre guerre...


"La musica balcanica ci ha rotto i coglioni, è bella e tutto quanto ma alla lunga rompe i coglioni/Probabilmente ne avrei tutta un'altra opinione se fossi un balcanico, se fossi un balcone/ Ma siccome non sono un croato, né un balcone balcano/ Non capisco perché tutti quanti si ostinano insistentemente a suonare questa musica di merda". Si scherza, suvvia, anche perché io adoro la musica balcanica. Però, non me ne voglia Kusturica, non ho potuto fare a meno di pensare ad Elio e alla sua Concerto del primo maggio ogni volta che Bregovic entrava a gamba tesa con le sue melodie balcaniche a far da colonna sonora (più o meno ogni 10 minuti di film) alle vicissitudini folli di Marko e del Nero, due "compagni" comunisti uniti nella lotta contro i "porci fascisti figli di troia" nella prima parte di questa surreale pellicola che abbraccia quasi cinquant'anni di storia dell'ex Jugoslavia. Storia, beninteso, della quale conosco veramente poco, quindi non farò come quelli che hanno saputo o potuto criticare Kusturica per l'eventuale faziosità politica o il tradimento della patria, ma mi limiterò a spiegare perché Underground mi è piaciuto molto, con la sua comicità grottesca, gli inaspettati tocchi di lirismo e quel senso di tragedia che spesso mi ha portata sull'orlo delle lacrime. E' un paragone lontano ed azzardato, ma siccome l'ho visto di recente non ho problemi a dire che Underground è per certi versi simile a Parasite per il modo in cui una storia popolata da personaggi buffi e divertenti prende, a un certo punto, un'inaspettata svolta tragica, fatta di tradimenti e morte e capace di colpire laddove bombardamenti e donne che muoiono di parto, affrontati alla stregua di barzellette, non riescono ad arrivare. Le vicende di Underground cominciano durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, durante l'occupazione nazista, e nel corso della prima parte del film assistiamo alle peripezie di Marko e Nero, impegnati con la resistenza comunista e, sopratutto il secondo, a conquistare l'amore della "bella" Natalija, attrice di teatro già concupita da un membro della Gestapo. Salvo il bombardamento iniziale, che mi ha annientata per il modo in cui mostra la disperazione di Ivan, guardiano dello zoo, davanti agli animali morti, questa parte del film è esilarante; Marko e il Nero sono costantemente ubriachi, le loro imprese hanno del picaresco anche nei momenti più concitati (le torture naziste sembrano quasi una parodia) e il tentativo di matrimonio forzato con Natalija è degno di un film dei Fratelli Marx. Tutto cambia, però, quando Marko decide di ingannare il suo amico di sempre, il suo stesso fratello e tanti bravi compaesani imprigionandoli in un sotterraneo e facendo credere loro che la guerra mondiale sia ancora in corso, per la bellezza di vent'anni in cui lui e Natalija (nel frattempo diventata sua moglie)  fanno la bella vita come contrabbandieri di armi.


Mescolando immagini di repertorio a invenzioni cinematografiche, inserendo a un certo punto anche una sequenza di puro metacinema parodistico, Kusturica affronta con Underground vent'anni di guerre, cambiamenti e morte, che hanno arricchito pochi e distrutto la tempra di un popolo allo sbando, confuso e schiacciato dall'ignoranza, impossibilitato ad abbracciare la speranza del futuro e i cambiamenti imposti dalla modernità. Mano a mano che Underground procede, il film si fa sempre più malinconico e il regista molla definitivamente gli ormeggi che lo tengono ancorato alla realtà per abbandonarsi ad immagini e vicende surreali che hanno del felliniano, quasi che la Storia fosse troppo ridicola o terribile da affrontare. Ecco allora che i cittadini vissuti per vent'anni in un sotterraneo vengono liberati da una scimmia e scoprono una città nella città dove i limiti spazio-temporali sembrano non esistere neppure, mentre il confine tra la vita e l'aldilà diventa limpido come uno specchio d'acqua e il peso di tutte le falsità perpetuate negli anni comincia a storpiare corpi e distruggere menti, facendo salire alla gola dello spettatore (che nel frattempo, come me, aveva cominciato ad adorare i protagonisti del film, il folle Nero in primis) un groppo grosso come una casa. Al di là delle faziosità e di tutte le critiche, infatti, a mio avviso il senso di un film come Underground è uno solo: le guerre, gli "ismi", tirano fuori il peggio delle persone e le rovinano, tolgono loro qualsiasi forma di libertà e privano di significato parole come amore, fratellanza e amicizia. Ben venga allora la musica, ben venga quell'anarchia alcoolica e sciocca che rende irresistibile il Nero, ben vengano le scaramucce teatrali e l'innocenza di chi ha passato la vecchiaia cercando l'adorata scimmia, persino l'esilarante stupore di chi non ha mai visto il sole o la luna, anche se quello, porca miseria, è davvero un riso amaro. Se non lo avete mai guardato, Underground è un film che sicuramente vi lascerà stupiti oltre che storditi, quindi recuperatelo; probabilmente, il che non è necessariamente un male, vi farà venire voglia di documentarvi un po' su quello che è stato il conflitto balcanico, di cui io ricordo purtroppo "solo" le terribili immagini che passavano al telegiornale quando ero ragazzina, neanche fosse accaduto dall'altra parte del pianeta.

Emir Kusturica è il regista e co-sceneggiatore della pellicola, inoltre compare come contrabbandiere di armi. Nato a Sarajevo, ha diretto film come Il valzer del pesce freccia, Gatto nero, gatto bianco e La vita è un miracolo. Anche produttore e compositore, ha 55 anni.


Predrag "Miki" Manojlovic, che interpreta Marko, è assurto agli "onori" delle cronache cinematografiche nostrane nel 1998, quando ha interpretato il macellaio ne Il macellaio con Alba Parietti, quando ancora in Italia si giravano film porno distribuibili in sala e passabili in TV. A proposito di televisione, di Underground esiste una versione di 5 ore, passata come miniserie sulla TV serba; non vi dico di recuperarla, per carità, ma se Underground vi fosse piaciuto proprio tanto, magari... ENJOY!

12 commenti:

  1. Film epocale, di uno dei più grandi cineasti viventi, hai fatto molto bene a recuperarlo e parlarne nel tuo blog ... io vorrei vedere la versione tv di cinque ore. Me ne hai fatto venire una gran voglia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ammetto che cinque ore non le reggerei. O, meglio, non avrei assolutamente il tempo di guardarlo, a meno di spalmarlo in due settimane XD

      Elimina
  2. Sento parlare di questo film da anni e non riesco mai a deicdere il momento per vederlo. Stessa cosa sta succedendo per Parasite, quindi ora ho un po' il dubbio su quale scegliere per primo, ma forse Parasite la spunta e Underground rimane in panchina ancora un po'.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Parasite magari lo passano ancora al cinema, Underground si trova facilmente. E' Gatto nero, gatto bianco che vorrei vedere e non trovo ç_ç

      Elimina
  3. Kusturica è così: o lo si ama o lo si odia....come la musica balcanica! ;)

    RispondiElimina
  4. Di questo film, bellissimo, ho un ricordo altrettanto bellissimo (scusa se mi dilungo un po'). Lo vidi al cinema, tanto, tanto tempo fa... in una serata particolare: era il martedì grasso, il film lo proiettavano in un piccolo cinema in pieno centro a Siena, e io data la lunghezza (tre ore circa) andai allo spettacolo preserale, quello delle 18. Ebbene, non ti dico la sensazione che provai quando uscii dalla sala: uscii sulle note di Bregovic che chiudevano e il film e, una volta fuori, mi ritrovai per il corso cittadino con la gente che festeggiava il carnevale tra balli, canti, giochi e scherzi. Insomma: sembrava di essere ancora dentro il film... un'atmosfera unica, magica, surreale. Proprio come quando Petar esce dal nascondiglio e si ritrova sul set di un film, scambiandolo per la realtà. Ho amato molto "Underground", e lo amo ancora: non date retta a chi lo accusa di essere filo-serbo e di aver in qualche modo avallato il conflitto nei Balcani. Kusturica rinunciò perfino all'Oscar facendo uscire, volutamente, il film sotto la bandiera della Comunità Europea (e quindi senza poter concorrere nella categoria dei film stranieri) proprio per sensibilizzare la gente sul fatto che il conflitto nella ex-Jugoslavia riguardava tutti noi, senza prendere posizione. E il film va inteso in questo senso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma figurati! Mi piace leggere o ascoltare aneddoti legati a film tanto amati e il tuo è veramente bellissimo! :D
      Quanto alle accuse di faziosità, come ho scritto su, non me ne può fregare di meno. Underground ha un messaggio così universale che fargli le pulci a questo modo è proprio da pazzi!

      Elimina
  5. Conosco il regista, ma mi sa di non aver visto questo film, che potrebbe anche interessarmi, però non so..

    RispondiElimina