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domenica 19 gennaio 2020

The Lighthouse (2019)

Oggi parlerò del film che a Natale ha fatto sfracelli sia tra gli amanti del cinema in generale che dell'horror in particolare, ovvero The Lighthouse, scritto e co-sceneggiato dal regista Robert Eggers.


Trama: due uomini sono costretti a rimanere per mesi su un'isolotto, deserto salvo per il faro al quale devono fare manutenzione. A poco a poco, i due si ritroveranno preda della follia.


Sono costretta a cominciare il post citando paro paro la bellissima recensione di Lucia, perché la differenza del formato scelto da Eggers per le riprese è la prima cosa che salta all'occhio guardando The Lighthouse e io di queste cose purtroppo non so nulla: "The Lighthouse è stato girato in 35mm e in un formato stretto e lungo, 1.19:1, che era quello utilizzato dagli studios all’inizio dell’era del sonoro, e di conseguenza dagli horror della Universal, come è noto, fortemente influenzati dall’espressionismo, se non altro grazie alla presenza di tantissimi tedeschi sui set. Ma non solo: la pellicola del film è trattata con un procedimento ortocromatico, atto a evocare la fotografia del XIX secolo" (cit. Ilgiornodeglizombi). Ci avete mai fatto caso a quanto sia angosciante vedere, per l'appunto, un vecchio horror della Universal o, ancor peggio (meglio), un esempio del cinema espressionista tedesco? Al netto di tutte le ingenuità delle trame o dell'assenza degli effetti speciali "de paura" che tanto apprezziamo al giorno d'oggi, ciò a cui reagisce la mente, per quanto obnubilata da CGI e smartphone, sono i terrificanti giochi di luce ed ombra in cui si muovono i personaggi, quel costante senso di oppressione dato dalle riprese "strette", gli angoli sghembi di cineprese usate ancora in modo pionieristico e fantasioso e tutto questo si può ritrovare, tranquillamente, all'interno di The Lighthouse. Film che più minimal non si può, durante il quale compaiono sullo schermo solo due attori (quattro, per amor di precisione) e al massimo mezza dozzina di ambienti, nessuno dei quali viene mostrato nella sua interezza o con abbondanza di dettagli, ma sempre da angolazioni ristrette, soffocanti e scure da morire. Se andiamo a vedere l'unico momento chiaro e luminoso è quello in cui Dafoe e Pattinson guardano direttamente nella cinepresa, quasi volessero salutare assieme al pubblico la civiltà e la loro sanità mentale, perché da lì in poi comincerà un delirio ininterrotto di cui, sinceramente, non mi sento mica in grado di parlare.


Robert Eggers racconta un caso di cabin fever da manuale, dove tuttavia la fever si estende all'intero isolotto in cui il povero (ma nemmeno tanto, se andiamo a vedere) Ephraim Winslow, giovane ed inesperto tuttofare, si ritrova a dover convivere con Thomas Wake, lupo di mare provetto e soprattutto faccia di merda di prim'ordine, un ubriacone che non perde occasione di vessare Ephraim relegandolo ai compiti più ingrati e faticosi e impedendogli di avvicinarsi alla luce del faro, graal proibito in più di un senso. E' un mix di elementi perturbanti e decisamente negativi, affastellati l'uno sull'altro, a erodere lentamente la mente di Ephraim assieme ad ogni certezza dello spettatore, che si ritrova testimone di un incubo che avrebbe probabilmente fatto gioire Lovecraft in persona; la spietatezza degli elementi naturali (che sia una tempesta, il terreno roccioso dell'isolotto o persino i maledetti gabbiani) e di tutto ciò che è tangibile, come la bastardaggine di Wake, la fatica, la mancanza di sonno o l'isolamento, si uniscono al superstizioso terrore di leggende marinare alle quali forse sarebbe meglio credere, così come sarebbe meglio rispettare gli antichi adagi e ogni forma di superstizione legata al mare, pena il venire annientati dallo stesso. Tanti piccoli elementi vanno ad accumularsi e ci trascinano di peso dove vuole Eggers, ovvero in una dimensione dove non esistono certezze, il confine tra realtà e immaginazione si annulla e persino vecchi marinai (o presunti tali) diventano delle terribili divinità adirate.


A tal proposito, è incredibile cosa possa fare la fotografia di un film unita all'abilità del regista con la macchina da presa e al carisma di un attore. Ora verrò uccisa da orde di cinèfili scandalizzati per questo collegamento astruso ma guardando The Lighthouse mi è venuto in mente che Dafoe era anche nel cast di Aquaman, avvinto da pixelate di CGI pacchiana per riuscire a diventare una creatura acquatica; ecco, a Eggers invece è bastato "nulla" per farlo diventare un mostro terrificante, l'ira di Nettuno personificata, un essere inimmaginabile che avrebbe potuto mangiarsi Momoa e sputarlo per dispetto. E vogliamo parlare di Pattinson? Anzi, parliamo un po', Robert. Sei un pirla, fattelo dire. Chiccazzo te l'ha fatto fare di andarti a infognare nella cloaca di haters che infestano il fandom di Batman quando tu, come la tua ex, sei perfetto per i ruoli borderline all'interno di film realizzati da signori registi e non c'entri veramente una fava col cinema commerciale? Ti prego, ripensaci. Ti servono soldi? Te li presto io, piuttosto, ma non abbandonare le sceneggiature che ti costringono in personaggi ambigui, disperati, "brutti" e pronti a perdere l'umanità perché ti calzano alla perfezione, ragazzo mio, e questo The Lighthouse ne è la dimostrazione. Anche perché non è da tutti reggere un film sulla schiena senza farsi mangiare dal carisma di quel satanasso di Dafoe, terrificante persino quando sta zitto o si limita a scrivere su un diario. The Lighthouse, lo avete visto, è entrato nella mia top 5 di fine anno e mi rende molto triste l'idea che ancora non ci sia una distribuzione italiana perché, anche se non riesco a parlarne come dovrei, è splendido. E' vero, sarà un incubo da tradurre, adattare e doppiare, ma un film così DEVE essere visto su grande schermo, a costo di farlo uscire sottotitolato, perché è giusto che Eggers ottenga anche in Italia la fama che merita.


Del regista e co-sceneggiatore Robert Eggers ho già parlato QUI. Willem Dafoe (Thomas Wake) e Robert Pattinson (Ephraim Winslow) li trovate invece ai rispettivi link.


Se The Lighthouse vi fosse piaciuto recuperate il film precedente del regista, lo splendido The VVitch. ENJOY!

6 commenti:

  1. Ho deciso che attenderò l'uscita nei cinema per vederlo, ma sono molto curioso, in pratica ne stanno parlando tutti benissimo e, considerando che ho amato The Witch, il primo lavoro di Eggers, su questo ripongo delle grandi aspettative!

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    1. SE (se!) uscirà al cinema in Italia sarò la prima a fiondarsi a rivederlo, perché un film così merita lo schermo gigante.

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  2. Io ho paura che non lo capirò, lo vedo strano forte, ma la fascinazione e la curiosità avranno la meglio.

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    1. Ma sì, è normale secondo me che non si capisca, ma il bello è questo u.u
      Basta spiegoni!

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  3. Io sono rimasta positivamente shockata da questo film. Mi ha letteralmente folgorata. E concordo veramente su tutto quello che hai scritto.

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    1. Ora non resta che da sperare in un'uscita italiana!

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