Pagine

domenica 18 luglio 2021

La notte del giudizio per sempre (2021)

Dopo anni di affezionate visioni, potevo forse perdermi, nonostante le sale più vicine siano a chilometri ed ore di distanza, La notte del giudizio per sempre (The Forever Purge), diretto dal regista Everardo Gout?


Trama: Nell'anno in cui Adela e Juan riescono finalmente ad arrivare in America per sfuggire ai cartelli della droga messicani, un'organizzazione nazionale di cittadini decide di continuare a perpetrare le violenze della Notte dello Sfogo anche una volta scaduto il tempo...



Come passa il tempo, porca miseria. Correva l'anno 2013 e James De Monaco, coadiuvato da un Ethan Hawke in versione cittadino integerrimo, ci mostrava cosa poteva succedere offrendo all'americano medio la possibilità di avere una notte intera per uccidere, seviziare, picchiare e rubare senza timore di incorrere in pene giudiziarie. La notte del giudizio era un thriller piccolino ma interessante, basato su un assunto inquietante, che consentiva a tutti gli spettatori di mettersi in discussione davanti alla scomoda domanda "cosa faresti tu? Ti nasconderesti in casa oppure saresti parte attiva dello sfogo?". I tre sequel hanno espanso molto la "mitologia" dello Sfogo, introducendo dilemmi sociali di grande attualità e diventando specchio dell'orrore di un'America trumpiana, dove è fin troppo facile immaginare orde di buzzurri ignoranti, perlopiù bianchi, manipolati da ricconi di pura razza ariana per diventare il mezzo con cui disfarsi degli indesiderati (neri, latinos, sinistroidi, gay, ecc.) e mantenere una sorta di status quo. D'altronde, le meravigliose scene al Campidoglio, neppure troppi mesi fa, le abbiamo viste tutti, no? Vi ricordate le facce intelligenti di Toro Seduto e compagnia, oltre all'inquietante incapacità, da parte della polizia, di arginare la mandria scatenata dei bonobi? Fate un po' mente locale e chiedetevi perché questo favoloso esempio di Umanità con la U maiuscola dovrebbe accontentarsi di una singola notte di sfogo per poi tornare a sopportare quotidianamente tutti gli indesiderati di cui sopra, magari anche col sorriso sulle labbra, e chiedetevi se, in una nazione dove avere armi automatiche di grosso calibro in casa è un diritto e un vanto, l'esercito avrebbe modo di arginare detti bonobi armati o se non rischierebbe piuttosto di dover ripiegare su una vergognosa ritirata strategica. 


La notte del giudizio per sempre
riprende tutti questi ragionamenti neppure troppo campati in aria, sposta l'azione di parecchi anni in avanti rispetto al penultimo capitolo (se ricordate, alla fine di Election Year, la Juliet di Lost era diventata presidente, quindi ragionevolmente lo sfogo avrebbe dovuto finire. A quanto pare, sono arrivati dei nuovi padri fondatori - per quanto sembri assurdo chiamarli così - che l'hanno cacciata a pedate nonostante di lei non si faccia menzione nel film) e ci mostra la ribellione dei cittadini a cui una notte sola non basta, non con tutti gli immigrati che brulicano per le sacre strade americane, e vagli a spiegare agli americani che se non fosse esistita l'immigrazione col cavolo che ci sarebbe l'America. Ambientato in una cittadina di frontiera al confine col Messico, La notte del giudizio per sempre unisce nella disgrazia sia bianchi abbienti (odiati da coloro che sfruttano) che messicani poveri (odiati dai bianchi razzisti, a prescindere dal conto in banca di questi ultimi) e, pur non rinunciando ad alcuni tocchi "glamour" incarnati dalle solite maschere pittoresche dei partecipanti allo Sfogo, rispetto ai suoi predecessori si concentra di più sull'azione tout court, passando dalla violenza urbana dei primi due atti a uno showdown dagli echi western verso il finale, che per la prima volta mostra la violenza dello sfogo in pieno giorno. Come negli altri capitoli, lo splatter è abbastanza contenuto, benché non manchino scene molto esplicite, e il ritmo si mantiene teso e costante per tutta la durata del film, tra attori che sono più di semplici cartonati messi lì per far numero e personaggi che hanno anche il tempo di affrancarsi dalla loro bidimensionalità. Non so se valeva la pena di tornare a casa alle 2 dopo un'ora di coda che mi ha portata ad invocare lo Sfogo su tutti gli alti papaveri delle Autostrade, della Regione Liguria e della Provincia di Genova, ma mi sono molto divertita guardando La notte del giudizio per sempre, quindi ne consiglio il recupero, soprattutto se non vi siete persi un film della saga.


Di Ana de la Reguera (Adela), Josh Lucas (Dylan Tucker) e Will Patton (Caleb Tucker) ho già parlato ai rispettivi link.

Everardo Gout è il regista della pellicola. Messicano, è al suo primo lungometraggio ma ha diretto episodi di serie come Luke Cage e The Terror. E' anche produttore, sceneggiatore, attore e tecnico degli effetti speciali. 


Tenoh Huerta
, che interpreta Juan, ha partecipato al bellissimo Tigers Are Not Afraid. La notte del giudizio per sempre viene dopo La notte del giudizio (2013), Anarchia - La notte del giudizio (2014), La notte del giudizio - Election Year (2016), La prima notte del giudizio (2018) e la serie The Purge, le cui due stagioni potete trovare su Prime Video, nel caso i film vi piacessero e vogliate ulteriori storie ambientate nel mondo creato da James DeMonaco. ENJOY!

4 commenti:

  1. Risposte
    1. Spero che tu abbia dei cinema molto più vicini!!

      Elimina
    2. da me sono sicuramente chiusi, quindi devo usare una alternativa purtroppo.

      Elimina
    3. Mi fa piacere che tutta Italia, o quasi, sia "paese", in tal senso -.-

      Elimina