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venerdì 13 agosto 2021

The Boy Behind the Door (2020)

L'avrei recuperato comunque per la Summer of Chills di Shudder ma poi Lucia ne ha parlato così bene che è schizzato in cima alla pole position delle visioni. Sto parlando di The Boy Behind the Door, diretto e sceneggiato nel 2020 dai registi David Charbonier e Justin Powell.


Trama: due bambini vengono rapiti e devono tentare di sopravvivere all'esperienza più orribile della loro vita.


Succede spesso, nell'horror ma in generale un po' in tutto il cinema per ragazzi, che i bambini protagonisti abbiano qualcosa che li rende speciali anche quando sono un po' sfigatelli, salvo quando i non sono proprio dei geni in erba o dei piccoli Chuck Norris, e ci sono ben poche eccezioni a questa regola. Esempio recente è Stranger Things, dove su sei protagonisti una ha i superpoteri, un altro poteri derivati dall'esperienza con il demogorgone, un altro sarà anche incredibilmente sfigato ma è comunque un maghetto della tecnologia. Sono pochi i film in cui i personaggi principali sono normalissimi ragazzini che potremmo incontrare per strada, non nerd e miserabili né splendidi ed infallibili, ancor meno sono le pellicole in cui, di fronte a situazioni pericolosissime e assurde, gli atteggiamenti di questi ragazzi sono realistici e comprensibili. In The Boy Behind the Door, invece, c'è una scena splendida, in cui uno dei due protagonisti piange dal trauma e dal disgusto dopo aver fatto quello che, in altri film, sarebbe stato semplicemente un normalissimo step per liberarsi da una situazione atroce; quello stesso bambino, spesso, piange per le implicazioni di orribili scoperte che lasciano agghiacciati noi spettatori e che, in una maniera incredibilmente raffinata, David Charbonier e Justin Powell non ci sbattono in faccia come farebbe qualunque regista desideroso di scioccare e sconvolgere. Non lo fanno perché non serve, ovviamente. La storia di Bobby e Kevin, due bambini normalissimi che, alla vigilia di una partita, vengono rapiti e portati in una casa (Bobby lasciato chiuso nel cofano di una macchina a morire, Kevin legato in una stanza), è già ansiogena e terribile senza dover indulgere in sequenze "pornografiche", provoca già ansia e sofferenza così com'è girata, con tutto ciò che di doloroso (fisicamente e mentalmente) viene gettato addosso ai due amici tenendo sempre ben presente un'asticella da non superare mai, per non indulgere in un inutile voyeurismo.


Ai registi bastano una brevissima introduzione per farci innamorare di Bobby e Kevin e convincerci della verosimiglianza di un legame di amicizia totalizzante e salvifico, così che quello che segue fa ancora più male: intere sequenze in cui Bobby, come un topolino, cerca di liberare Kevin e di sopravvivere stando ben attento a non farsi vedere (come ho detto su, non ci sono piccoli Rambo; quando la morte arriva, arriva quasi per caso) all'interno di una casa buia, piena di anfratti e porte chiuse da chiavi introvabili alimentano un odio crescente verso il rapitore, mentre le inquadrature "imprecise" che ci mostrano squarci del suo sembiante sono un altro esempio della raffinatezza di David Charbonier e Justin Powell, i quali "giocano" con le nostre convinzioni e percezioni, portandoci ancor più ad agitarci sulla poltrona. Quando, verso la metà, la rivelazione di The Boy Behind the Door deflagra, trascinando il film in territori ancora più horror (e citazionisti, perché no?) e inserendo un elemento quasi surreale, la tensione e il disgusto non vengono meno ma c'è anche tutto il tempo di commuoversi e di lasciare che il cuore venga rapito dalla bellezza e dalla dolcezza di Lonnie Chavis ed Ezra Dewey, due giovani attori di una bravura incredibile ai quali auguro una lunga e fulgida carriera. Altro non aggiungo perché The Boy Behind the Door è pieno di sorprese da scoprire. Cercatelo e guardatelo, perché al momento è il frutto più bello di questa estate horror!

David Charbonier e Justin Powell sono i registi e sceneggiatori della pellicola. Americani, anche produttori, hanno diretto The Djinn.


Ezra Dewey
, che interpreta Kevin, è tornato a collaborare coi due registi in The Djinn, che vorrei vedere a brevissimo. Nell'attesa, se The Boy Behind the Door vi fosse piaciuto, recuperate La casa nera. ENJOY!


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