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martedì 23 aprile 2024

Immaculate (2024)

Nel weekend del mio compleanno sono riuscita, inaspettatamente, godermi ben due horror. Il primo è stato Immaculate, diretto dal regista Michael Mohan.


Trama: Cecilia arriva in un convento italiano dall'America per prendere i voti. Lì però il suo corpo comincerà a cambiare in maniera inquietante...


Dopo The First Omen, aspettavo al varco questo Immaculate, di cui in giro si parlava già benissimo. In effetti, pur avendo parecchi punti in comune col prequel de Il presagio, il film di Michael Mohan si regge benissimo sulle sue gambe ed è molto più interessante, soprattutto visto con l'ottica di chi, come me, ha sempre vissuto in un Paese di stampo cattolico. Anche in questo caso la protagonista è una novizia e, come in The First Omen, la giovane futura suora proviene dall'America ma si ritrova a prendere i voti in un convento italiano. La barriera linguistica è sempre molto importante, perché costringe la protagonista straniera a sbattersi il doppio per capire cosa stia succedendo e la priva di mezzi per reagire verbalmente o per mettersi anche solo sullo stesso livello delle consorelle; il senso di spaesamento ed isolamento viene così stabilito già prima che comincino ad accadere cose strane a Cecilia. Il secondo punto in comune che Immaculate ha con The First Omen è l'impossibilità della donna di avere il controllo sul suo stesso corpo, che diventa semplicemente un mezzo per raggiungere uno scopo deciso da altri. In particolare, però, in Immaculate l'individualità e il libero arbitrio diventano accessori tra il disgustoso e l'inutile, semplici impedimenti alla pura gioia che dovrebbe derivare dalla sola idea di essere parte fondamentale di un miracolo che di demoniaco non ha nulla (o, almeno, non dovrebbe). Ai fedeli, in particolare alle "spose di Dio" che, come ho già scritto nel post dedicato a The First Omen, vengono considerate inferiori da preti e cardinali in quanto donne, quindi ancora più "serve" dei servi maschi, si richiede la cieca accettazione dei dogmi a prescindere che questi ultimi vengano "accomodati" a uso e consumo di chi li impone con belle parole. Non importa la sofferenza di chi subisce, non importano dubbi che vengono estirpati sul nascere o ignorati, importa solo il fine ultimo, la salvezza di un'umanità per la quale Cristo si è volontariamente sacrificato. E chi siamo noi, soprattutto noi donne (che, come ben sappiamo, serviamo solo a perpetuare la specie), per rinunciare al martirio, anche se imposto da altri? L'aspetto più interessante di Immaculate è il suo declinare in chiave horror una cosa che ci hanno sempre venduto come meraviglioso emblema di purezza e che, a pensarci con lucidità, è un'esperienza terrificante, da rimetterci la sanità mentale.


Immaculate
richiede quindi allo spettatore un drastico e doveroso cambiamento di mentalità, verso cui lo accompagna utilizzando i cliché tipici dell'horror satanico. Per questo, il film di Mohan è la pellicola più iconoclasta che vedrete quest'anno e, per quanto mi riguarda, al momento è quella col finale più soddisfacente e liberatorio, ma anche una delle più inquietanti. Se in The First Omen l'ambientazione del convento, richiamava la raffinatezza di Suspiria, qui evoca immagini di exploitation più "rozza" e crudele, più vicina all'horror di serie Z italiano, dove c'era un piacere quasi perverso a vedere queste povere serve di Cristo seviziate; qui, per quanto mi riguarda, il piacere risulta nella presa di coscienza e conseguente reazione di Cecilia, che non va molto per il sottile, giustamente, quando si tratta di libertà personale e mostrare diti medi a prelati spocchiosi e rattusi. Michael Mohan non si fa mancare nulla tra sangue, torture e scoppi di violenza, non solo inquadrati in tutta la gloria del gore ma anche appena fuori dall'inquadratura, e non per timidezza, attenzione; tutto ciò che succede in Immaculate è chiaro come un'illuminazione divina ed è per questo che sarà molto difficile vederlo distribuito come Cthulhu comanda. Da una parte è un peccato, dall'altra ringraziamo il cielo. L'adattamento nostrano farebbe solo un pessimo servizio a un film parlato al 50% in italiano, con Sidney Sweeney confusa in un pantano di frasi a lei incomprensibili, e il ridoppiaggio priverebbe di genuinità interpretazioni favolose come quelle di Benedetta Porcaroli (Sydney Sweeney è bravissima ma il personaggio di suor Guendalina è il migliore del film), di un Giorgio Colangeli estremamente leppegoso e di Dora Romano, la perfetta Madre Superiora alla quale tutti vorremmo fare molto ma molto male. Aggiungo una nota di merito alla scelta di Álvaro Morte come porno prete, giusto per togliere allo spettatore anche l'ultima traccia di fiducia nei confronti di una Chiesa che mai come in questo periodo storico sta collezionando magre figure nel cinema di genere. Datemi un film così al mese e sarò felice!


Di Sydney Sweeney (Cecilia) e Giorgio Colangeli (Cardinale Franco Merola) ho già parlato ai rispettivi link.

Michael Mohan è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come The Voyeurs. E' anche sceneggiatore e produttore.


Benedetta Porcaroli
, che interpreta Guendalina, era nel cast di Perfetti Sconosciuti e la protagonista della serie Baby mentre Dora Romano, che interpreta la Madre Superiora, era la maestra Oliviero della serie L'amica geniale e compare, sempre nei panni di una suora, anche in Omen - L'origine del presagio. Ovviamente, se Immaculate vi fosse piaciuto recuperate anche quello! ENJOY!




14 commenti:

  1. Il film non l'ho visto ma....buon compleanno in ritardo !

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    1. Grazie mille!! E guarda il film appena puoi, perché è notevole!

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  2. Immagino tu lo abbia visto su qualche piattaforma vero? Non ho nessun abbonamento ma confido che prima o poi....ad esempio vedo che settimana prossima danno 'Speak no evil' su RAI 4, ogni tanto qualche film di cui scrivete passa anche sui cari vecchi canali 😉

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    1. Per questo ho usato il "pensiero laterale" perché, viste le tematiche, dubito arriverà mai in Italia (dovessi sbagliarmi, anche se verrà massacrato con l'adattamento/doppiaggio, sarò la prima a correre al cinema).
      Speak no Evil l'avevo visto su Prime, è davvero una mazzata. Sono contenta che lo diano, così lo guarderanno anche un paio di amici che non hanno lo streaming a casa!!

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  3. Si, ultimamente ho recuperato diversi film, se non ci saranno cambiamenti Speak no evil lo daranno mercoledì 1° maggio su Rai4 prima serata ore 21,20.

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  4. Iconoclasta è un'espressione felicissima. Se proprio devo trovargli un difetto (a fare le tare di questo gioiello) sono le motivazioni che spingono suor Cecilia e suor Guendalina a prendere i voti, così fumose che forse sarebbe stato più opportuno sottacerle (nell'economia della storia non sarebbe cambiato niente). Ma forse è un mio pregiudizio (pregiudizio che mi ha portato a pensare per un attimo a un finale diverso). Dico pregiudizio perché la forza di Cecilia e Guendalina mi han ricordato lo sguardo fiero di Nora-Jane Noone nel finale di Magdalene però in quell'inferno Berdadette vi era finita per imposizione non libera scelta. Ecco, oggi una giovane donna come Cecilia o una Guendalina che prende i voti (ma parlo da ateo agnostico) mi convince poco.

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    1. Convince poco anche me, tant'è che, finché non squilla il cellulare, ero convinta che il film fosse ambientato negli anni '70. Guendalina però è molto sincera nella sua "conversione", a mio avviso, nel senso che lo ha fatto per convenienza e non finire per strada. E' Cecilia, sì, che è più fumosa. Ma infatti, la fede giustamente non la sostiene, alla faccia dei prevosti.

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    2. È vero, fino a quando non è arrivata la tecnologia pensavo anch'io fossimo nei Settanta (un po' effetto Ultima notte a Soho). Il personaggio della Porcaroli è troppo indipendente per rendere credibile una scelta, sì di convenienza ma comunque troppo remissiva ma sono inezie. Penso che se non lo vedremo al cinema non sarà per il motivo che molti (molte) di voi stanno "insinuando". Mia opinione.

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    3. Spero vivamente di sbagliarmi, perché mi piacerebbe vederlo su grande schermo. Nonostante il massacro dell'adattamento.

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  5. Pensa che ho visto "The First Omen" e questo a brevissima distanza uno dall'altro (storia vera), nunsplotation da tutti i lati per due film gemelli, molto riusciti ;-) Cheers!

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    1. Al momento direi che ho preferito questo, ma mi piacerebbe riguardarli entrambi a distanza ravvicinata!

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  6. A tratti sfiora un po' troppo la serie Z per i miei gusti, però tutto sommato riesce a non svaccare. Soprattutto per merito di una Sydney Sweeney parecchio convincente. Sulla parte italiana del cast invece qualche riserva ce l'ho... :)

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    1. Oddio, serie Z non direi, è molto bello sia a livello di regia che di scrittura. A me è piaciuto molto anche il cast italiano, soprattutto gli attori citati!

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