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venerdì 11 luglio 2025

2025 Horror Challenge: Mon Mon Mon Monsters (2017)

Questa settimana la challenge chiedeva di guardare un horror che non fosse in lingua inglese. Siccome, grazie a questo post di Lucia, avevo da tempo in watchlist il film Mon Mon Mon Monsters (報告老師!怪怪怪怪物!), diretto e sceneggiato dal regista Giddens Ko nel 2017, ho deciso di colmare la lacuna!


Trama: Lin Shuwei è lo zimbello della classe e le cose peggiorano quando viene accusato ingiustamente di avere rubato dei soldi proprio dai veri ladri, il bulletto Renhao e i suoi amici. Quando l'insegnante costringe tutti i ragazzi coinvolti a fare ammenda attraverso lavori sociali, Shuwei e i suoi aguzzini trovano per caso una ragazza mostruosa e cannibale, e decidono di tenerla prigioniera...


Mon Mon Mon Monsters
è uno dei film più ingannevoli visti recentemente. Pubblicizzato, fin dalla giocosa locandina, come una commedia horror, in realtà è un'opera di rara cupezza, colma di personaggi orrendi, che fanno le peggio cose col sorriso sulle labbra. Il pessimismo che permea Mon Mon Mon Monsters è comprensibile, perché la sceneggiatura è stata scritta da Giddens Ko come "reazione" alle pesantissime critiche arrivategli quando ha ammesso di avere tradito la fidanzata di lunga data con una reporter; il regista ha dichiarato di volere "spaventare i Taiwanesi che lo odiavano" ma, in realtà, ciò che traspare dal film è un disgusto totale verso la società, che spinge anche chi è innocente, o cerca di vivere senza dare fastidio a nessuno, a diventare un mostro assetato di sangue altrui. Il fulcro di Mon Mon Mon Monsters non è tanto l'orrore inspiegabile di bulli crudeli che si accaniscono contro i deboli per divertimento, quanto la necessità di chi è bullizzato di "rimediare", in qualche modo, di ottenere l'approvazione dei suoi aguzzini, protetti da un inspiegabile status quo sociale. In particolare, Shuwei si abbassa a diventare il giocattolo di Renhao e soci, andando contro la sua natura mite per venire accettato dal branco; un obiettivo praticamente impossibile da raggiungere, almeno finché un mostro non incrocia il loro cammino, prendendo il posto di Shuwei come bersaglio di vessazioni quotidiane. La situazione precaria di Shuwei, in realtà, cambia poco, anzi, peggiora. Il mostro catturato dal branco, infatti, non è altro che una ragazzina, pericolosa e mortale quanto si vuole, ma non troppo difficile da rendere impotente, e per sopravvivere Shuwei deve lasciare che Renhao e gli altri la torturino, riscoprendosi non già mite ed innocente, quanto piuttosto pavido, egoista, segretamente desideroso di poter a sua volta diventare un bullo ed esercitare potere sugli altri. L'atmosfera da commedia demenziale studentesca che caratterizza le sequenze iniziali si affievolisce in maniera impercettibile ma sempre più inesorabile, e lascia spazio ad un'anima nerissima, che si cristallizza nei pianti disperati di due sorelle, due mostri che, nonostante si nutrano di esseri umani, fanno molto meno schifo e paura dei ragazzi coi quali hanno avuto la sfortuna di scontrarsi. 


Anche la regia e la performance degli attori si evolve pian piano, assecondando i cambiamenti della sceneggiatura. In generale Mon Mon Mon Monsters è realizzato molto bene, ma l'inizio ha i toni pop della tipica commedia adolescenziale asiatica, e i giovani interpreti fanno a gara a chi è più scemo; Shuwei non fa pena, verrebbe voglia di tirargli due schiaffi per svegliarlo, e i bulletti che lo tormentano sembrano ancora più stupidi e innocui di lui. Ad accrescere la sensazione di avere davanti una commedia bizzarra ci pensano la caratterizzazione assurda dell'insegnante responsabile di classe (una giovane professoressa devotissima al buddhismo, che sminuisce ogni lamentela di Shuwei e giustifica ogni angheria di Renhao, almeno finché non le parte la placca col monologo più spietato di sempre) e di un anziano eroe di guerra, amarissimo comic relief di cui ci si vergogna di avere riso, col senno di poi. E' andando avanti che il tormento di Shuwei e la natura mostruosa di Renhao e soci si palesano in tutta la loro forza, mentre l'arrivo delle due creature cancella con un colpo di spugna tutti i cliché della commedia, per spingere il film nel territorio dell'horror. Sangue che scorre a fiumi, corpi mutilati, zanne, strumenti di tortura e persino elementi da body horror si inseriscono perfettamente nella narrazione, e la regia di Giddens Ko li amalgama con un'eleganza che farebbe invidia a registi ben più addentro al genere. Il regista confeziona persino un paio di sequenze memorabili, come il finale (che mi ha lasciata senza fiato e con un gelo addosso che nemmeno le temperature torride hanno potuto alleviare) e quel gioiellino di montaggio e colonna sonora che è l'attacco all'interno dell'autobus, dove immagini di pura carneficina si alternano alla preparazione di uno smoothie all'anguria, con una bella versione di My Way che suona in sottofondo. L'unico difetto di Mon Mon Mon Monsters, se proprio bisogna dirne uno, è che non è proprio facilissimo da trovare, ma merita l'impegno, perché è un film originale, in grado di sorprendere anche gli spettatori più scafati. Provare per credere, con un po' di cautela e senza farsi ingannare dal poster e dai suoi gioiosi caratteri fucsia. 

Giddens Ko è il regista e sceneggiatore della pellicola. Taiwanese, ha diretto film come Till We Meet Again e Miss Shampoo. Anche produttore, ha 47 anni e un film in uscita. 



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