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venerdì 1 agosto 2025

2025 Horror Challenge: Parents - Pranzo misterioso (1989)

Per la horror challenge di oggi dovevo scegliere un film uscito al compimento dei miei otto anni, ed è uscito fuori Parents - Pranzo misterioso (Parents), diretto nel 1989 dal regista Bob Balaban.


Trama: Michael, bambino cupo e taciturno, si trasferisce con i genitori dal Massachusetts a un sobborgo della California. Lì, si accorge che i genitori hanno dei comportamenti a dir poco bizzarri...


Come al solito, non ho idea del perché Parents sia finito nella mia watchlist di Letterboxd, ma tant'è, era lì, che mi aspettava. Non so bene neppure perché Parents sia stato categorizzato come film horror, quando in realtà è una commedia nerissima, molto weird che, sì, parla di cannibalismo, ma non in maniera particolarmente inquietante. Per quanto riguarda l'ultima considerazione, forse il problema però è mio, che ho trovato Parents abbastanza noioso. Il film è l'esordio alla regia di Bob Balaban, attore diventato famoso grazie a Incontri ravvicinati del terzo tipo, faccia conosciutissima per chi bazzica il cinema di Wes Anderson, sceneggiatore, produttore, scrittore e quant'altro. E' probabile che da una personalità così eclettica mi aspettassi qualcosa di più, una satira graffiante della società americana oppure un ruolo maggiormente assertivo del piccolo protagonista; invece, Parents mi è sembrato una pietanza un po' insipida, piena di belle idee che, forse per inesperienza, Balaban non è riuscito a concretizzare in qualcosa di originale ed eccitante. Il film racconta di come il piccolo Michael arrivi, pian piano, a non fidarsi più dei suoi genitori, in un crescendo di episodi che iniziano come potenziale effetto di un punto di vista distorto (il bambino, fin dall'inizio, sembra destabilizzato dal cambiamento di ambiente) per poi diventare sempre più reali e impossibili da equivocare; il film mantiene sempre la qualità un po' onirica di un incubo urbano e, complice anche la natura di narratore "inattendibile" del protagonista, Parents gioca parecchio sull'ambiguità delle percezioni del bambino. Il terreno su cui si crea l'ironia nera è il fatto che i Laemle sono presentati come la quintessenza della perfezione borghese, con una madre casalinga e cuoca provetta, e un marito lavoratore (con una stoccata, però, perché Nick lavora in una fabbrica che produce agenti chimici potenzialmente mortali per la popolazione), ma comunque affettuoso e presente con la moglie e il figlio. Tanti piccoli indizi, tuttavia, incrinano la perfezione fin da subito, perché i Laemle vengono dal Massachusetts, hanno paura del giudizio altrui in quanto sanno che i diversi rischiano di finire bruciati e, soprattutto, Michael ha conoscenze di rituali che avevo trovato all'interno di un libro di stregoneria ai tempi delle superiori e ne parla agli insegnanti come fosse la cosa più normale del mondo. Insomma, qualquadra non cosa, e forse il difetto più grande del film è che, più o meno a metà, le carte vengono scoperte senza possibilità di errore.


Probabilmente, se Parents si fosse mantenuto ambiguo per tutta la sua durata, sarebbe stato più interessante, anche perché, a tratti, ha uno stile quantomeno Lynchiano, e non è solo per la presenza di Angelo Badalamenti, che ha composto la colonna sonora originale alternandola a ballabilissimi successi degli anni '50, epoca in cui è ambientato il film, come The Purple People Eater o Cherry Pink and Apple Blossom White. Infatti, i personaggi sono tutti più o meno weird, c'è un accostamento di elementi pop e leziosi che si affiancano a tematiche cupe, inoltre il regista realizza spesso sequenze oniriche (quali il sogno iniziale di Michael, che salta sul materasso per poi affondare in un lago di sangue, oppure il momento in cui il bambino vede i suoi fare sesso, un trionfo di abbaglianti luci bianche e di labbra sporche di sangue). Manca però a Balaban la coerenza di Lynch, la capacità di fare una satira che non si limiti a banalità superficiali e di inserire elementi perturbanti nel corso di tutta la durata del film, per tenere desta la curiosità e il senso di inquietudine dello spettatore e, soprattutto, quella di scegliere attori iconici. Tra tutti, il migliore del cast è Randy Quaid, ma la sua è un'interpretazione che non lascia il minimo dubbio, fin dall'inizio, sulla natura folle di Nick, basta vedere il modo con cui si rapporta col figlio (mentre con la moglie è normalissimo, il che lascia un po' perplessi). Mary Beth Hurt è una madre ben poco incisiva o memorabile, il piccolo protagonista un blocco di tufo che non si scioglie nemmeno negli ironici titoli di coda e, benché qualche interpretazione interessante si possa trovare tra i personaggi secondari, come la piccola Sheila o l'assistente sociale, mentirei se dicessi che Parents è un film che mi ha colpita o che mi sento di consigliare, visto che l'ho trovato un'opera prima non particolarmente incisiva né memorabile. 
 

Del regista Bob Balaban ho già parlato QUI.

Randy Quaid interpreta Nick Laemle. Americano, fratello di Dennis Quaid, ha partecipato a film come L'ultima corvé, Balle spaziali 2 - La vendetta, Un Natale esplosivo, Giorni di tuono, Freaked - sgorbi, Independence Day e I segreti di Brokeback Mountain; come doppiatore, ha lavorato in The Ren & Stimpy Show. Anche produttore e sceneggiatore, ha 75 anni. 



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