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domenica 13 febbraio 2011

Acolytes (2008)

Eh, l’Australia. Tutto ciò che riguarda quel misterioso paese mi interessa ed incuriosisce, e ogni volta che mi capita per le mani un film australiano lo guardo con attenzione doppia. Purtroppo Acolytes, thriller diretto nel 2008 dal regista Jon Hewitt, non meritava così tanto impegno.


Trama: tre studentelli trovano per puro caso un cadavere sepolto in un bosco. Sempre per puro caso riescono a scoprire l’autore dell’omicidio, quindi cominciano a ricattarlo affinché faccia sommaria giustizia di un bulletto che li perseguita sin dall’infanzia…


Acolytes è un thriller dove, letteralmente, niente è quello che appare. Formalmente è molto ben girato, anche troppo per un film simile, ed assai curato nei dettagli. L’inizio, in particolare, sfrutta bene “l’occhio” dello spettatore, facendoci vedere una ragazzina in fuga da qualcosa nel bosco, che si ferma per toccare una farfalla, prima di essere brutalmente investita da una macchina. L’inquadratura successiva è quella del copriruota di un fuoristrada, su cui è disegnata proprio una farfalla; un modo per ingannare chi guarda il film, perché qualcosa stona in questa scena, ma lo si arriverà a capire solo alla fine. Intelligentemente la sequenza della fuga nel bosco viene ripresa identica, con un’altra ragazza, verso metà del film, così da creare nello spettatore un senso di inquietudine ed attesa per un eventuale altro scioccante colpo di scena. Un altro escamotage che mi è piaciuto molto è quello di rendere percepibile la sordità della moglie di Ian, eliminando ogni suono da molte delle scene dove è presente questo personaggio, oppure l’idea di fare sentire agli spettatori quello che ascolta Chasely sull’Ipod.


Insomma, per quanto riguarda l’aspetto “tecnico” Acolytes è superiore a molte altre pellicole simili, però l’ “essenza” del film è un po’ inconsistente. Innanzitutto è lentissimo fino a metà della durata, a causa dell’introduzione lunghissima che ci mostra le vite (ma quali…?) dei tre ragazzetti che, diciamocela tutta, oltre ad essere interpretati, almeno i maschietti, da attorucoli maffi, sono irritanti da morire: il moretto dovrebbe essere lo sfigatino del triangolo, innamorato non ricambiato della ragazzina vacca (ma con un dolce animo di artista, non scordiamolo…), tuttavia il casting lo ha pescato fin troppo carino e poco credibile nella parte; il biondino è semplicemente un cretino, odioso con la fidanzata, stronzo col migliore amico e in generale un mezzo teppistello senza arte né parte; la ragazzina si barcamena alla grande con entrambi, facendosi il biondino e lasciando intendere al moretto che si farebbe anche lui, tanto qui ‘ndo cojo cojo. Le sequenze che riguardano il legame tra i tre vanno dall’inutile (perché sti tre deficienti a un certo punto si mettano a distruggere la macchina della mamma di lei tanto per fare qualcosa ha dell’incomprensibile…) al trash (la ragazzina infoiata che si sbatte il biondino intento a leggere mentre, a casa, il moretto si trastulla da sé, valido esempio del detto: chi ha il pane non ha i denti, chi ha i denti non ha il pane…), quindi è automatico ritrovarsi a sperare che uno dei due antagonisti del trio li elimini dalla faccia della terra. Un'altra cosa un po’ tirata per i capelli, in effetti, è la trama che riguarda, per l’appunto, il killer e il teppista che perseguita i tre mocciosi. Adesso, mi va bene che gli sceneggiatori abbiano cercato di creare mille colpi di scena, però quando si mette troppa carne al fuoco l’effetto che si ottiene è quello di fare dire allo spettatore “Sì, vabbé.. e poi..?”. Altro non dico per non rovinare la sorpresa in caso voleste vederlo, un’occhiata non fa male, dico solo che il film si conclude nella solita macellata finale condita da una leggera botta di fortuna, che rende Acolytes più banale di quanto non si voglia far sembrare. Appassionati, se vi capita guardatelo, gli altri si astengano.

Jon Hewitt è il regista del film. Australiano, Acolytes è il quarto film da lui girato, ed è in uscita una quinta pellicola, X. Ha 52 anni.


Joel Edgerton interpreta l’inquietante Ian Wright. Australiano, ha partecipato a film come Star Wars episodio II – l’attacco dei cloni, King Arthur, Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith e Il regno di Ga’Hoole – La leggenda dei guardiani come doppiatore. Ha 37 anni e quattro film in uscita, tra cui il prequel dello storico La cosa.


E ora, un paio di curiosità. I due ragazzetti che interpretano rispettivamente Chasely e James sono tornati a collaborare col regista, assieme all’attrice che veste i panni della moglie di Ian, per un film dal titolo assai semplice, X, un thriller ambientato nel mondo a luci rosse, che dovrebbe uscire quest’anno.Vi fosse piaciuto il genere, proverei a dare un’occhiata a Funny Games, l’originale del 1997: decisamente molto più cattivo, particolare e ben fatto di questo Acolytes, ma simile per tematiche. E ora vi lascio con il trailer originale del film.. ENJOY!!

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