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giovedì 1 marzo 2012

I segreti della mente (2010)

Spinta dalla curiosità e da un nome di richiamo come quello del regista Hideo Nakata ho deciso di vedere la sua ultima fatica, I segreti della mente (Chatroom), del 2010.


Trama: un gruppo di ragazzi si incontra in una chat creata dall’ambiguo William. Apparentemente, si tratta dell’ennesimo “salotto” virtuale dove i giovani possono sfogarsi, ma quando i consigli di William cominciano a rivelarsi pericolosi gli altri ragazzi iniziano a sentire puzza di bruciato…


Cominciamo, come accade sempre più spesso ultimamente, a parlare del film partendo dal fuorviante titolo italiano. I segreti della mente lascerebbe intendere chissà quale drammone psicologico o machiavellica deviazione di giovani cervelli, mentre invece il film che abbiamo davanti è innocuo e superficiale più di tanti altri girati sull’argomento; mantenere l’inglese Chatroom o, al limite, abbreviare in “chat” avrebbe forse spinto gli spettatori a non andarlo a vedere? Ne dubito. D’altronde, parla ben del selvaggio universo degli incontri virtuali, dove qualsiasi streppone può creare, appunto, una “stanza” e parlare assieme ad altri utenti di quel che più gli aggrada, spesso e volentieri senza controllo alcuno e con ben note conseguenze. Quindi, come sempre, voto 0 alla distribuzione e agli adattatori italiani. Continuiamo e vediamo se, titolaccio a parte, I segreti della mente è un film che vale la pena vedere.


Sì e no. Questo è il secondo film di Nakata girato in terra (per lui) straniera che vedo, e devo dire che l’autore giapponese, fuori dalla sua patria, è incapace di creare qualcosa di inquietante e sottilmente disturbante. L’avevo già capito con il debole The Ring 2, inferiore sia alla serie originale che al primo remake americano e I segreti della mente lo riconferma. Certo, lui come regista cerca di fare del suo meglio e ci riesce: il film è visivamente splendido e molto originale. Scegliere di mostrare le interazioni virtuali tra i protagonisti ambientandole in vere stanze (d’altronde la chatroom è una stanza dove si parla) arredate in base all’argomento di discussione e alla personalità delle persone che le popolano è un escamotage geniale, basti vedere la frizzante stanza di Eva, piena di ragazzette sciocchine e viziate come lei, o la tetra stanza dove gli aspiranti suicidi vengono aiutati a compiere il fatale passo; ed è geniale anche mostrare internet come un enorme condominio pieno di corridoi nei quali sostano i vari utenti, con alcune zone più malfamate di altre (da brividi la sequenza che vede, fuori dalle squallide porte, i pedofili che parlano con i bambini cercando di farli entrare…) oppure la scelta di rendere visivamente sia eventuali identità false oppure l’arrivo della polizia postale che scaccia a colpi di manganellate gli occupanti dei siti proibiti. Però oltre a questa inventiva registica c’è poco altro.


La storia è abbastanza ammorbante ed inverosimile. C’è un moccioso autolesionista (figlio di una sorta di J.K.Rowling, le iniziali sono le stesse e simile anche la serie di libri che scrive…) affascinato dal dolore altrui che spinge i pochi amichetti virtuali che è riuscito ad attirare nella rete ad agire contro altri o, peggio, contro sé stessi. Ho capito che, di queste povere vittime, una è una scemetta annoiata, l’altra una ragazzina “bene” tenuta nella bambagia dai genitori, l’altro un ragazzotto che spasima per la sorellina undicenne del migliore amico e l’ultimo un povero sfigato depresso e abbandonato dal padre, ma davvero bastano due cazzatelle scritte in una chat per convincerli che William è un dio dotato della risposta a tutti i loro problemi? Sinceramente, mi pare che I segreti della mente sia anche troppo allarmista e conservatore nei confronti di una risorsa come internet. E’ vero che l’isolamento è sbagliato e la possibilità di crearsi delle false identità genera casi limite e pericoli spesso incontrollabili, ma in questo film chiunque metta mani sulla tastiera viene descritto come un freak, dallo schifoso pervertito che finge di essere una ragazzina per adescarne altre al gruppo di bastardi che passa il tempo ad insultare un ragazzino fino a farlo suicidare; la maggior parte degli spettatori è intelligente e riflette sulla cosa, ma basta che il film venga visto dal gruppetto di persone sbagliate ed ecco partire proteste, associazioni di genitori e divieti assurdi, come spesso succede o, peggio, imbecilli che si sentono in dovere di imitare quel che vedono. Insomma, I segreti della mente affronta un problema reale con estrema superficialità, creando personaggi talmente borderline e poco carismatici che anche provare pietà per loro risulta difficile, nonostante la bravura degli interpreti. Peccato, un’occasione sprecata per un’idea che, sulla carta, poteva risultare buona.


Di Aaron Johnson, che interpreta William, ho già parlato qui, mentre Imogen Poots, che interpreta Eva, la trovate qua.

Hideo Nakata è il regista della pellicola. La mente perversa dietro i film dedicati all’inquietantissima figura di Sadako/Samara, quello che non mi ha fatto dormire per giorni pensando al maledetto pozzo dietro casa mia e alle TV che potevano accendersi da sole, lo ricordo ovviamente per aver diretto Ringu, Ringu 2 e The Ring 2. Giapponese, anche sceneggiatore, produttore e attore, ha 50 anni e un film in uscita.


Hannah Murray, che qui interpreta Emily, comparirà anche nell’imminente Dark Shadows di Tim Burton mentre, per i fan di Game of Thrones, segnalo la presenza di Richard Madden nei panni del fratello di William, Ripley. Se il genere “tortura psicologica” vi piace, più che su I segreti della mente punterei sul meraviglioso Il cigno nero, mentre per qualcosa di più terra terra e per teenager mi butterei sul vecchio ma sempre apprezzabile The Hole, con una giovanissima Keira Knightley e l’allora promessa “dark” Thora Birch. ENJOY!!

8 commenti:

  1. Povero Nakata. L' America gli ha fatto malissimo. Tanta inventiva, tanto stile, al servizio o di remake o di sceneggiature banalotte e superficiali come questa.
    E' un grosso dispiacere...

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    1. Adesso pare abbia cambiato strada e imboccato quella del film autoriale corale... speriamo bene!

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  2. La trama sembrava interessante, ma dalla tua recensione capisco che è un prodotto abbastanza medio, anzi mediocre...

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    1. Secondo me è da recuperare proprio se non ci sono altri film più interessanti da vedere... e siccome di solito ce ne sono parecchi... ;PP

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  3. Dire che sono d'accordo su tutto sarebbe poco.

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    1. E non sai che dispiacere è vedere che siamo tutti concordi nella delusione, specie se si parla di Nakata!

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  4. Ho dovuto vedere questo film in inglese, a 13-14 anni e non ci ho capito niente.
    In italiano o con i sottotitoli, neanche a pagare oro, quindi alla fine ho rinunciato all'idea di cercarlo di nuovo.

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    1. Effettivamente, non vale la pena di ripescarlo secondo me!

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