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martedì 22 maggio 2012

The Woman in Black (2012)

Dalle mie parti era stato snobbato e non era neppure uscito al cinema, ma in questi giorni sono riuscita a recuperare The Woman in Black, del regista James Watkins.


Trama: un giovane avvocato si reca in un paesino della campagna inglese per sbrigare delle pratiche relative a un'eredità. Lì scoprirà che gli abitanti sono terrorizzati dal fantasma di una donna che pare spinga i bambini a suicidarsi...


Considerato che il regista è quello stesso James Watkins che ha diretto lo splendido Eden Lake, non so cosa mi aspettassi da questo The Woman in Black, ma senza dubbio lo ritengo un film riuscito solo a metà. Innanzitutto, cosa deleteria per un horror, l'ho trovato poco coinvolgente, prima ancora che noioso. La colpa è forse da ricercarsi non tanto nella regia e nella sceneggiatura ma nella bolsa e monoespressiva faccia del povero Daniel Radcliffe, assolutamente poco credibile nei panni di giovane avvocato, vedovo e con prole. Per tutto il film l'ex maghetto occhialuto sgrana gli occhioni azzurri, inarca le sopracciglia spettinate e deglutisce con la faccia (e il colorito) di uno che si è appena mangiato un piatto di impepata di cozze alle quattro del mattino, senza ovviamente capire una mazza di quello che gli sta accandendo attorno e limitandosi a girare a vuoto facendosi insultare dagli autoctoni oppure a duettare con un Ciaràn Hinds che tenta invano di dare un po' di spessore attoriale alla pellicola. Considerato che un buon 70% del film si basa sulle ricerche dell'avvocato e sui suoi vari confronti con gli abitanti dell'isola, capirete perché per più di metà della durata The Woman in Black sembra non arrivare da nessuna parte, nemmeno fosse un mero esercizio di stile.


Come dicevo, però, la regia non l'hanno messa nelle mani dell'ultimo idiota che passava per caso. A cominciare dall'inquietante e scioccante sequenza iniziale, dove delle bambine lasciano incustoditi i loro giochi per andare incontro a qualcuno che non vediamo, i momenti prettamente horror sono diretti con una perizia tale che basta un rumore o un'immagine per fare saltare lo spettatore sulla sedia. Sinceramente, ed era un po' che non mi succedeva, non sono riuscita ad evitare di coprirmi gli occhi quando Daniel Radcliffe entra per la prima volta nella misteriosa stanza chiusa del maniero, zeppa di orripilanti giocattoli antichi, angoli morti, scimmiette semoventi, burattini e una terrificante sedia a dondolo che si muove da sola, e l'ansia si mantiene alta in ogni sequenza girata all'interno della casa della "donna in nero". Molto efficace anche la scena dell'incendio e quella finale ambientata nel fango della palude (con qualche eco delle splendide inquadrature dello sguardo di Kelly Reilly in Eden Lake), mentre invece il furbo twist finale sa molto di già visto, anche in tempi recenti. Nulla da dire sulla qualità della fotografia, a dir poco perfetta, e sulle scenografie, evocative come poche.


Non avendo mai visto l'omonimo film TV del 1989, né letto il libro della scrittrice inglese Susan Hill, non posso fare confronti con nessuna delle due opere, ma in generale questo The Woman in Black mi è sembrato poco più di un freddo tentativo di rievocare i vecchi e storici horror della casa di produzione Hammer, strizzando l'occhio a ghost story più recenti e conosciute. Come dimostrano l'inarrivabile The Others o il pregevole 1921 - Il mistero di Rookford, per essere coinvolgenti questo tipo di pellicole devono essere anche emozionanti, di un'emozione che parte dall'umanità dei protagonisti, non limitarsi a qualche sporadico spavento. E' difficile per lo spettatore provare simpatia per lo sfigatissimo avvocato protagonista del film o provare pietà per la triste storia della Donna in nero, perché quest'ultima ci viene mostrata solo come uno spauracchio che evoca l'immagine di troppi j-horror dell'ultimo decennio, un vendicativo spirito senz'anima ma con abiti d'epoca. Detto questo, a fronte dell'eccellente realizzazione "formale" non mi sento di sconsigliare The Woman in Black, ma senza dubbio esistono esempi migliori del genere.


Del regista James Watkins ho già parlato qui, mentre Daniel Radcliffe (Arthur) e Ciaràn Hinds (Daily) li trovate ai rispettivi link.

Come ho scritto, il libro di Susan Hill era già stato trasposto in un film per la TV inglese dal titolo The Woman in Black, diretto dal regista Herbert Wise, nel quale il ruolo di Arthur veniva affidato proprio all'attore che interpretava il padre di Harry Potter nei film dedicati al maghetto, Adrian Rawlins. Rimanendo in tema di strane "coincidenze", il figlio di Daniel Radcliffe nella finzione è stato interpretato dal suo vero figlioccio, mentre la fidanzata dell'attore ha interpretato la Donna in nero in alcune scene. Del film è previsto anche un seguito dal titolo The Woman in Black: Angels of Death, che dovrebbe uscire tra un paio d'anni. Nell'attesa, se la pellicola vi fosse piaciuta, vi consiglio di guardare  i già citati The Others e 1921 - Il mistero di Rookford, oppure Mirrors - Riflessi di paura e Dark Water. ENJOY!!



14 commenti:

  1. che bella la locandina che hai scovato! Concordo in massima parte con quanto scrivi, un film medio ma devo dire che mi sono divertito di gusto quando il nostro Danielino ha passato la prima notte nella casa infestata!

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    1. In verità volevo mettere quella originale USA, ma non riuscivo a capire quale fosse e ho messo quella che mi ha ispirata di più! ^__^
      Comunque sì, le parti ambientate nella casa infestata sono le migliori, soprattutto grazie a quegli inquietantissimi giocattoli d'epoca.

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  2. un film noioso come pochi.
    gli unici brividi mi sono venuti nel vedere daniel radcliffe recitare nell'inverosimile parte di padre e vedovo *___*

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    1. Ahahaah è vero, povero creaturo!
      Non basta metter su un po' di barbetta sminchia per essere credibile nel ruolo di adulto!

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  3. Anche a me non ha convinto più di tanto, un pò noioso ed una trama abbastanza standard senza grandi colpi di scena....

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    1. Sì, a parte poche sequenze degne di stima è proprio un po' piatto e noioso.
      Peccato, poteva essere un capolavoro, viste le premesse.

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  4. a me ha convinto più questo che 1921.

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    1. Qui allora è proprio una questione di gusti. :-)
      Come storia si equivalgono secondo me, ma come realizzazione, attori e "pathos" vince 1921, almeno per quanto mi riguarda.

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  5. senza infamia e senza lode...il problema è lui: Radcliffe...

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    1. Eh sì, diciamo che concorre parecchio a rendere il film moscio.

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  6. Già,la monoespressione di Radcliffe è dannatamente catalizzante tanto da distrarre dal proseguo della vicenda,me ne ero accorto pure io di questa peculiarità che lo contraddistingue. :-)
    Saluti. ;-)

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    1. Però insomma, se la storia ha ritmo, a prescindere dalla bolsaggine del protagonista il film può venire fuori bene.
      Stavolta, purtroppo, è andata male.

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  7. A me il film è piaciuto molto soprattutto nelle sequenze girate all'interno della magione infestata. La sedia a dondolo scricchiolante, i giocattoli ammuffiti che iniziano a muoversi, le ombre....che dire, roba già vista ma degna di qualche bel salto sulla poltrona del cinema. L'unico grande immenso difetto che ho riscontrato è il pessimo finale che in effetti rovina tutto ciò che di buono c'è nella pellicola. Per quel che riguarda Daniel Radcliffe è sicuramente fuori parte, troppo giovane e ancora troppo fresco dai fasti di Harry Potter. Leggo che qualcuno ha citato 1921: beh ovviamente è un film più maturo rispetto a questo, di forte impatto, delicato e complesso allo stesso tempo. Secondo me il paragone è un po' cattivello...

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    1. Non così cattivello, visto che a parecchi 1921 non è piaciuto o comunque lo hanno trovato abbastanza medio (io invece l'ho adorato!).
      Comunque, le sequenze girate nella casa sono piaciute moltissimo anche a me e sono le uniche effettivamente d'impatto ed inquietanti.
      Quanto a Radcliffe, non mi piaceva già in un ruolo "facile" come quello di Harry Potter, figuriamoci ora che cerca di affrancarsi dal personaggio..

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