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martedì 19 gennaio 2016

L'ospite d'inverno (1997)

E così, dopo David Bowie, se n'è andato anche Alan Rickman. Per affrontare la tristezza io e il mio amico Toto abbiamo intrapreso la sera stessa della sua triste dipartita una maratona di film che vedevano l'attore inglese impegnato dietro la macchina da presa. Il primo è stato L'ospite d'inverno (The Winter Guest), diretto da Alan Rickman nel 1997 e tratto dall'omonima pièce teatrale di Sharman MacDonald, madre dell'attrice Keira Knightley.


Trama: Frances è una fotografa depressa e da poco vedova, madre di un figlio adolescente. L'anziana madre decide di farle visita una mattina d'inverno, mentre nel piccolo paesino in riva al mare dove abitano le due donne si intrecciano le storie di altre tre coppie di personaggi...


Nonostante fosse uno dei film preferiti di Toto, non avevo mai avuto occasione di vedere L'ospite d'inverno e purtroppo il triste evento è stato propizio. Tolto l'ovvio dolore per la dipartita di Rickman sono stata molto contenta di avere visto L'ospite d'inverno perché è una pellicola di una delicatezza incredibile, che si prende tutto il tempo di indagare nell'animo dei protagonisti ed immergerli in un'atmosfera malinconica, dal sapore antico, utilizzando come sfondo una cittadina di mare che, invece di accentuare i legami dei personaggi a causa delle sue dimensioni ridotte, pare quasi aumentare a dismisura la loro solitudine. La storia si focalizza su quattro coppie, eterogenee sia per sesso che per età: la principale è formata da Frances, fotografa da poco tempo vedova e in crisi depressiva, e la madre chiacchierona ma affetta da alcuni problemi (fisici e mentali) di senilità, la seconda vede il figlio di Frances alle prese con una misteriosa ragazza, la terza due vecchiette amanti dei funerali e la quarta due ragazzini che hanno marinato la scuola. Queste coppie talvolta incrociano gli altri protagonisti ma il più delle volte non interagiscono tra loro e si confrontano singolarmente con un aspetto particolare dell'esistenza e una fase della vita con tutti i pro e i contro che ne conseguono, a volte parlandone animatamente, altre rifugiandosi in un silenzio che vale più di mille parole. Quello che salta all'occhio dalle varie interazioni tra i personaggi è lo struggente desiderio di non rimanere da soli e la necessità di avere accanto qualcuno (amante, amico, genitore) per affrontare tutte le sfide della vita, da quelle più terribili causate dalla morte, la malattia o la vecchiaia, alle più semplici e fanciullesche ma non per questo meno complicate; la MacDonald par voler dire che non esiste fase dell'esistenza priva di problemi e che purtroppo il nostro egoismo e il nostro terrore talvolta ci rendono ciechi di fronte alla mano tesa di chi sta cercando di venirci in aiuto, magari goffamente ma comunque in modo sincero, tanto da rischiare di pentirci quando ormai è troppo tardi.


Rickman affronta la pièce di Sharman MacDonald con incredibile eleganza per un regista alla prima esperienza e utilizza il paesaggio desolato che circonda i personaggi trasformandolo in un protagonista indispensabile ai fini della storia. Le lunghe panoramiche del mare ghiacciato, la misteriosa sequenza finale ambientata nelle nebbie, quella iniziale in cui Phyllida Law affronta un percorso pericolosissimo per raggiungere la figlia, le panoramiche di quella che parrebbe un'isola completamente separata dal mondo esterno sono tutte molto suggestive e poetiche, inoltre rafforzano la caratterizzazione dei vari protagonisti aiutando lo spettatore a capire meglio ciò che li muove o li frena. Il rapporto burrascoso tra Emma Thompson e Phyllida Law, madre e figlia anche nella realtà, viene richiamato dalle immagini della terra dura e inospitale che paiono voler riecheggiare il carattere indomito e testardo delle due, così come gli altri personaggi si muovono all'interno di ambienti fatti apposta per loro: luoghi familiari come cimiteri, autobus e bar per le due vecchiette (simpatiche ma anche tenerissime nel loro essere turbate da ogni "anormalità" che dovesse turbare la loro incrollabile certezza che saranno le ultime a morire), una casa vuota e zeppa di ricordi dolorosi per due ragazzi pronti ad affrontare la loro prima esperienza sentimentale, una grotta nascosta e un mare sconfinato per due bambini che vogliono fuggire dagli adulti e conquistare la loro libertà. I tempi dilatati ricercati dal regista e dall'autrice dell'opera non rovinano minimamente la visione del film, anzi, ogni parola non detta e ogni sequenza spesa per celebrare l'inverno del titolo alimentano la voglia di conoscere meglio i personaggi e la sensazione di riconoscersi in almeno una delle piccole, grandi paure che inevitabilmente attenderanno chiunque, prima o poi. Personalmente, spero di arrivare all'età delle due arzille vecchiette avendo accanto un amico o un'amica con i quali condividere la gioia di essere ancora viva e la consapevolezza di non dovere affrontare i disagi della senilità da sola... nel frattempo, inserisco L'ospite d'inverno nell'elenco dei miei film preferiti e ringrazio con tutto il cuore Alan Rickman per aver lasciato al mondo questo gioiellino.


Del regista Alan Rickman ho già parlato QUI mentre Emma Thompson, che interpreta Frances, la trovate QUA.

Phyllida Law interpreta Elspeth. Madre di Emma Thompson anche nella realtà, ha partecipato a film come Molto rumore per nulla, Junior, Emma, Nanny McPhee - Tata Matilda, Albert Nobbs e a serie come Il giovane Indiana Jones. Anche costumista, ha 84 anni.


Sean Biggerstaff, che interpreta il piccolo Tom, sarebbe poi finito sul set di Harry Potter ad interpretare Oliver Baston. Se L'ospite d'inverno vi fosse piaciuto provate a guardare anche Le regole del caos. ENJOY!

3 commenti:

  1. Spesso nei le piccole città vengono usate come modo per rimarcare la solitudine di chi ci vive. Secondo me l'elemento chiave per creare l'effetto è il mare o un'altra distesa naturale "vuota" e "incontaminata" che fa da contrappunto alla piccolezza umana.

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    1. Eppure qui non si parla di piccolezza, perché non c'è disprezzo per i personaggi che vengono mostrati, nemmeno quando si sottolineano i loro difetti, solo tanto affetto e comprensione. Prova a guardarlo, è un film molto particolare, difficile da spiegare :)

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  2. Questi giorni sto scoprendo davvero molte cose su Alan Rickman. Come il suo lato da regista..

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