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domenica 17 gennaio 2016

Carol (2015)

La prima settimana di "superlavoro" pre-Oscar si conclude con la visione di Carol, diretto nel 2015 dal regista Todd Haynes e tratto dal romanzo omonimo di Patricia Highsmith, già pubblicato sotto pseudonimo nel 1952 col titolo The Price of Salt. Prima di andare avanti vi invito a leggere le splendide recensioni di Lucia e Silvia, alle quali il mio post non sarà neppure degno di baciare i piedi.


Trama: nella New York degli anni '50 due donne si incontrano e a poco a poco s'innamorano. Therese è una giovane commessa che aspira a diventare fotografa, fidanzata con un uomo che vorrebbe sposarla, mentre Carol è già madre e in procinto di divorziare da un marito che non accetta il suo stile di vita. Le due partiranno per un viaggio alla scoperta di sé stesse e del loro legame...


Siccome i due post che vi ho linkato su contengono tutto ciò che dovete sapere per poter fruire al meglio di un film come Carol, compresi indispensabili chiarimenti su alcuni aspetti tecnici e alcuni retroscena legati al romanzo di Patricia Highsmith che, purtroppo e molto colpevolmente, non ho mai letto, qui mi limiterò a raccontarvi come mai il film di Haynes mi sia piaciuto molto e perché non lo ritenga affatto freddo come si legge praticamente ovunque in questi ultimi giorni. Di Carol ho adorato proprio il modo sussurrato, progressivo ma inequivocabile col quale il sentimento tra le due protagoniste nasce e si consolida dopo un incontro casuale durante il quale al regista basta inquadrare un gioco di sguardi per esprimere tutta la sorpresa e la curiosità di un sentimento improvviso e inaspettato ma anche inconfondibile. Carol e Therese si piacciono fin dall'inizio, è palese. Magari la prima è più consapevole del significato di questo "piacersi" mentre Therese, lo svagato "angelo caduto dallo spazio", accoglie la cosa più come una sorta di fascinazione legata alla sua natura di aspirante fotografa oppure all'insoddisfazione di frequentare un fidanzato e degli amici beoni e poco stimolanti, chissà. Nessuno può sapere come nasce un amore, forse neppure le persone che lo stanno vivendo: sta di fatto che Carol e Therese si cercano, si piacciono, si capiscono e scelgono di andare contro tutto e tutti pur di assecondare ciò che probabilmente nasce come un capriccio e finisce per diventare un sentimento reale e ovviamente non accettato da tutti. La storia di Carol e Therese segue ritmi lenti, quasi oziosi e perché non dovrebbe? Le relazioni omosessuali non vengono quasi accettate neppure nel 2016 nonostante chi le viva sia consapevole di avere tutti i diritti di farlo, immagino quindi che negli anni '50 fosse ancora più difficile superare non solo i preconcetti della società ma anche i propri, quelli inculcati dalla famiglia e dall'ambiente in cui si era cresciuti: avrei trovato MOLTO fastidioso guardare Carol e vedere le due protagoniste consumarsi nel fuoco della passione come se fosse la cosa più naturale del mondo, senza dubbi né timidezza, senza il desiderio di sondare l'altra persona prima di lasciarsi andare. Così invece tutto è verosimile, oltre che molto dolce e intenso.


Questa dolcezza, questa calma voluta nasce da un profondo rispetto per l'opera di Patricia Highsmith, dall'alchimia perfetta delle due attrici protagoniste e dalla perfetta unione tra la perizia tecnica di Todd Haynes e la sua grande sensibilità, insieme all'utilizzo di una bellissima e commovente colonna sonora. Le immagini di Carol sono di una bellezza struggente, "sgranate" quasi come se l'Amore permeasse davvero l'aria nella quale sono immerse le protagoniste, come se la realtà circostante sparisse lasciandole sole, a viversi e cercarsi. La capacità del regista di "creare" il sentimento l'ho avvertita palpabile durante la ripetizione della stessa sequenza all'inizio e alla fine del film, che mi ha suscitato emozioni completamente differenti; quando Carol appoggia la mano sulla spalla di Therese durante un frettoloso ed imbarazzante congedo l'impressione che ho avuto era quella di un legame esistente ma non consolidato, mentre sul finale il gesto si carica di così tanti significati che ho fatto fatica a ricacciare indietro le lacrime. Quindi, ben venga il tanto vituperato lieto fine, per una volta. Quanto alle attrici, due meraviglie. Cate Blanchett è elegantissima, quasi divina, il suo sguardo e l'atteggiamento delle sue labbra dicono da soli più di mille, inutili righe di dialogo ma la vera rivelazione è una dolcissima Rooney Mara che a tratti mi è sembrata l'incarnazione di Audrey Hepburn. Rooney Mara vivacizza il film col suo atteggiamento da folletto curioso, agghindato con gli abiti più adorabili e belli mai visti in un film, e nel corso della pellicola il suo personaggio cresce, diventando più forte e meno inconsapevole ma non per questo meno amabile, tanto che a tratti verrebbe voglia di abbracciarla; non stupisce che anche quella stupenda megera di Sarah Paulson alla fine se ne innamori, almeno un pochino. Carol e Therese io me le voglio immaginare così, belle e felici fino alla fine dei loro giorni, chiuse nel loro piccolo appartamentino newyorkese o pronte per partire per l'ennesimo road trip, in barba alle convenzioni, agli avvocati, agli investigatori privati e ai musoni rompiscatole. D'altronde, il Cinema è fatto soprattutto per sognare, no?


Di Cate Blanchett (Carol Aird), Rooney Mara (Therese Belivet), Kyle Chandler (Harge Aird), Sarah Paulson (Abby Gerhard) e John Magaro (Dannie McElroy) ho già parlato ai rispettivi link.

Todd Haynes è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come Velvet Goldmine e Lontano dal paradiso. Anche sceneggiatore, produttore e attore, ha 55 anni e un film in uscita.


A Rooney Mara era già stato offerto il ruolo di Therese alla fine delle riprese di Millenium - Uomini che odiano le donne ma aveva rifiutato a causa dell'eccessivo affaticamento; era subentrata così Mia Wasikowska che ha però rinunciato per partecipare a Crimson Peak, cosa che ha consentito ad una riposata e bravissima Rooney Mara di tornare in pista! Detto questo, se il film vi fosse piaciuto recuperate Lontano dal paradiso. ENJOY!

Update: leggete anche il bellissimo articolo di Hell, QUI!

20 commenti:

  1. Mah. L'ho preferito mille volte al libro, troppo sbrodolato e sospirato, ma mi è arrivato fino a un cero punto. Tutto bello, tutte belle, però mi sono rimaste estranee. E, secondo me, sono rimaste estrenee anche tra loro: nonostante il colpo di fulmine - il primo sguardo è splendido, mi ha ricordato l'incontro delle protagoniste di La vita di Adele - lasciasse intendere grande passione. Però è ben musicato, ha uno stile elegantissimo e a volte basta - anche se la Mara non mi piace, e continua a non piacermi. La Blanchett, vabbe', è Dio. ;)

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    1. Il libro vorrei leggerlo, se non altro per farmi un'idea dell'opera originale invece per quel che riguarda il "sentimento" mi sa che abbiamo percepito cose diversissime :P
      E la Mara, con quel musetto, la trovo adorabile!

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  2. Io, che mi aspettavo bottigliate, l'ho trovato intenso e molto passionale, oltre che esteticamente molto bello.
    Bravo Haynes.

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    1. Mi stupisci, non pensavo fosse un film Fordiano!! :D Bravo Haynes davvero!

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  3. Mi è venuta la pelle d'oca in più di una occasione e ho dovuto trattenere le lacrime nel finale, nonostante fosse ampiamente telefonato. Un film davvero intimo e meraviglioso.
    Sono convinto che la gente che lo critica sarà poi la stessa che salverà ogni blockbuster scadente o cinefumetto idiota che uscirà quest'anno.

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    1. Io se non avessi stra-letto le critiche all'happy ending avrei detto che la storia sarebbe finita malissimo ma meglio così, mi sono commossa molto anch'io!
      Concordo, intimo e meraviglioso sono due aggettivi che gli vanno a pennello!

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  4. Temevo finisse malissimo e ultimamente non ho nessuna voglia di film tragici, adesso voglio assolutamente vederlo!

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  5. Direi che ci troviamo davanti ad un'altra grande interpretazione della Blanchett e della Mara.

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  6. Pubblicazione in sync oggi. Comunque mi é piaciuto, ma non mi é sembrato sto capolavoro in realtá. E poi ho preferito di gran lunga l'interpretazione di Rooney Mara a quella di Cate Blanchett sinceramente...

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    1. A me sono piaciute moltissimo entrambe, ognuna in modo diverso. Per quel che riguarda il capolavoro o meno, non lo chiamerei tale, dipende solo dal modo in cui lo spettatore si lascia coinvolgere, ovviamente in base alla propria personalità :)

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  7. Un gioiello, da custodire e proteggere. Grazie della citazione, Bollina ;)

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  8. Purtroppo sono fra quelli a cui non è piaciuto ^^'

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  9. Pure io l'ho trovato un film magnifico e sono felice di avere iniziato la stagione al cinema con questo film (alla fine ho scambiato la visione e visto prima questo e dopo La grande scommessa, questo sì meno bello del previsto). Per niente freddo, Carol conta su di una colonna sonora stupenda e interpretazioni da Oscar (se non l'avranno le protagoniste sarà un'edizione ingiusta). Per me uno dei migliori film dell'anno (il 2015 e anche il 2016).

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    1. A me sono piaciuti tantissimo entrambi! Purtroppo sono già stra-convinta che Carol non porterà a casa neppure una statuetta, vergognosamente tra l'altro...

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  10. Vorrei vederlo, lo vedrò, ma non so, qualcosa mi trattiene ancora...sento pareri contrastanti..

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    1. Che ti importa dei pareri? Se ti va di guardarlo, recuperalo! :)

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    2. Ma si, lo guarderò prima o poi, è che mi dava una sensazione di gelo incredibile..

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