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domenica 16 ottobre 2016

Hero (2002)

Siccome abbiamo scoperto che al Bolluomo piace il genere, qualche sera fa ho riguardato a distanza di 14 anni lo splendido Hero (Yīngxióng), diretto e co-sceneggiato nel 2002 dal regista Zhang Yimou.


Trama: per essere ammesso al cospetto del re di Qin, il guerriero Senza nome depone ai suoi piedi le spade dei tre più temibili guerrieri dei regni, caduti sotto la sua lama. I racconti che Senza nome offre al suo sovrano, tuttavia, nascondono dei segreti...



Come già avevo avuto modo di scrivere nel post dedicato a La tigre e il dragone, dopo il film di Ang Lee il mondo era caduto vittima della febbre da Wuxia e persino il buon Quentin Tarantino non ne era uscito indenne, tanto che era stato tra i promotori della distribuzione USA di Hero, arrivato nelle sale americane ed italiane con due anni di ritardo rispetto all'uscita in patria. Come si suol dire, meglio tardi che mai! Sarebbe stato un peccato, infatti, privarsi della bellezza di Hero il quale, pur non essendo "misticheggiante" e profondo come La tigre e il dragone, si basa su un fatto storico realmente avvenuto che prelude alla nascita della Cina come la conosciamo, con qualche ovvia libertà presa dagli sceneggiatori. La pellicola di Zhang Yimou, talvolta considerata come il "Rashomon cinese", racconta l'impresa del guerriero Senza nome, deciso ad uccidere il re di Qin, reo di avere massacrato gli abitanti del suo villaggio natale a causa delle sue mire espansioniste. Per raggiungere il suo obiettivo, Senza nome deve arrivare a dieci passi da un re che non lascia avvicinare nessuno oltre i cento e l'unico modo per conquistare la fiducia del sovrano è portare al suo cospetto le spade dei tre guerrieri che già avevano attentato alla sua vita, ovvero Cielo, Neve che vola e Spada spezzata. Nel corso dell'incontro col re, Senza nome racconta al sovrano il modo in cui ha sconfitto questi tre abili assassini e qui risiede la particolarità della pellicola, oltre che il facile richiamo a Rashomon: il protagonista narra infatti tre storie, simili per quel che riguarda l'aspetto più superficiale degli eventi ma profondamente diverse per ciò che concerne le motivazioni dei coinvolti, la loro indole e il risultato finale delle loro azioni. Da un racconto diviso nettamente in bianco e nero, buoni e cattivi, si arriva mano a mano a ricostruire una vicenda assai complessa, dove i bisogni e le emozioni del singolo cozzano contro il cosiddetto "bene più grande", riassunto nella dicitura "sotto lo stesso cielo", all'interno della quale i personaggi sono costretti ad affrontare enormi dolori e sacrifici per non rendere vana la morte di centinaia di innocenti. Se all'inizio siamo naturalmente portati a parteggiare per Senza nome e la sua missione, verso la fine arriviamo ad essere assaliti da dubbi e sentimenti contrastanti, schiacciati dalla consapevolezza che la Storia viene fatta sì da grandi eventi ma anche e soprattutto dalle decisioni di uomini imperfetti, ai quali il tempo potrebbe dare ragione come no.


La durezza di una guerra fatta di sangue e sudore si trasforma, grazie alle mani del regista, nella nobile e poetica leggenda della nascita di un Paese, accompagnata da eleganti balletti a fil di spada. Le leggiadre coreografie tipiche del wuxia si fondono in Hero con il perfezionismo quasi soverchiante di un regista come Zhang Yimou, per il quale colori, tessuti e natura diventano indispensabili mezzi di comunicazione e comprensione. La seconda e più evidente particolarità di Hero è infatti il modo in cui vengono rese visivamente le tre versioni della storia raccontata da Senza nome (alla quale si accompagnano i flashback, virati in verde, e il flusso temporale presente, l'unico senza caratteristiche particolari). La prima storia, caratterizzata da passioni violente, inganni e tradimenti, ha il colore caldo del rosso e si ricorda in particolare per la splendida sequenza di combattimento tra Neve che vola e Luna, ambientata in un bosco zeppo di foglie arancioni che seguono i movimenti delle due donne vorticando attorno a corpi, capelli e spade; la seconda, ricostruita dal re, è virata nelle tinte dell'azzurro e spicca per la bellezza del duello tra Senza nome e Spada spezzata, due spiriti senza peso che volteggiano su un lago talmente bello da non sembrare neppure reale (e infatti Yimou permetteva di girare al massimo un'ora al giorno, poiché pretendeva che l'acqua fosse perfettamente immobile); la terza ha come colore predominante il bianco, simbolo di purezza e verità ma anche di morte, preambolo di un finale tragico per il quale ho versato ben più di una lacrima. I colori vengono innanzitutto riproposti negli abiti dei personaggi protagonisti delle singole sequenze, uno più bello ed elegante dell'altro, negli arredi che compongono la scenografia (geniali le barriere che delimitano la sala in cui si incontrano i protagonisti, che diventano azzurre o neutre a seconda della versione narrata ma il premio va sicuramente ai drappi verdi che decorano il combattimento tra Spada spezzata e il re, con le pieghe che si muovono al vento in base ai movimenti dei duellanti) e persino nella fotografia che "ridipinge" i vari paesaggi, facendo di Hero un emozionante quadro in movimento che andrebbe guardato almeno una volta nella vita.


Di Jet Li (Senza nome), Zhang Ziyi (Luna) e Donnie Yen (Cielo) ho già parlato ai rispettivi link.


Zhang Yimou è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Cinese, ha diretto film come Lanterne rosse e La foresta dei pugnali volanti. Anche attore e produttore, ha 65 anni e un film in uscita.


Tony Chiu Wai Leung interpreta Spada spezzata. Cinese, ha partecipato a film come Bullet in the Head, Happy Together, In the Mood for Love, 2046 e The Grandmaster. Ha 54 anni e due film in uscita.


Maggie Cheung interpreta Neve che vola. Nata ad Hong Kong, ha partecipato a film come In the Mood for Love e  2046. Ha 52 anni.


Il ruolo del re era stato offerto a Jackie Chan, che ha rifiutato. Detto questo, se Hero vi fosse piaciuto recuperate La tigre e il dragone, La foresta dei pugnali volanti e Rashomon. ENJOY!

18 commenti:

  1. Davvero un film meraviglioso,e fra l'altro il primo che io ed il Khal abbiamo guardato assieme al cinema <3 <3 <3

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    1. Allora llove per più di un motivo!! :D

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    2. Lllovissimo!!!!
      Visivamente cmq fra i vari wuxia questo è quello che mi è piaciuto di più,anche se come storia il mio preferito è la foresta dei pugnali volanti <3

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    3. La foresta non lo vedo da anni, dovrei riguardarlo ma ricordo che la storia mi aveva presa parecchio :)

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    4. Io mi ricordo che c'è molto ammmore,e poi c'è Takeshi Kaneshiro <3

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  2. Ovviamente visto e ovviamente adorato, visivamente spettacolare ;)

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  3. Mi è piaciuto molto più de la Tigre e il Dragone, probabilmente perché al contrario di quando ho visto quest'ultimo, non ero digiuna di wuxia e sapevo che genere dovevo aspettarmi. Visivamente meraviglioso.

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    1. Io forse preferisco La tigre e il dragone perché è stato il primo che ho visto ma forse come regia, scenografie e aspetto visivo generale preferisco questo :)

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  4. Fin troppo sottovalutato. Perfezionismo nella fotografia, sceneggiatura molto azzeccata e soluzioni artistiche azzeccate lo rendono il più incisivo, a parer mio, dei wuxia in circolazione.

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    1. Hai ragione, ne parlano pochissimi, preferendo citare La tigre e il dragone o La foresta dei pugnali volanti. Eppure questo è splendido ed intelligentissimo, anche a livello di trama.

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  5. Fin troppo sottovalutato. Perfezionismo nella fotografia, sceneggiatura molto azzeccata e soluzioni artistiche azzeccate lo rendono il più incisivo, a parer mio, dei wuxia in circolazione.

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  6. Mio dio che film! Altroché, va visto assolutamente almeno una volta nella vita. E ripeto: almeno.

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  7. Quanto tempo che è passato... Non ti nego che inizialmente mi lasciò perplesso, ma con il passare dei giorni l'ho rivalutato! Cult

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    1. Come diceva Jean sopra, va visto ben più di una volta! L'importante è che l'illuminazione arrivi :)

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  8. Filmone cultone, andavo pazza per questi wu xia pan movies (ho scritto una stronzata lo so) quando ero nei miei venti, beata gioventù e beati bei film!

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    1. Beata gioventù sì!! E beati cinema che ancora proiettavano 'sti trionfi!

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