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mercoledì 6 dicembre 2017

Bollalmanacco On Demand: La cena dei cretini (1998)

Il Bollalmanacco On Demand torna ad occuparsi di convivialità franzosa sempre grazie a Silvia, che ha chiesto un post su La cena dei cretini (Le dîner de cons), scritto e diretto nel 1998 dal regista Francis Veber. Il prossimo film On Demand temo arriverà con l'anno nuovo e dovrebbe essere S.O.B. ENJOY!


Trama: dei facoltosi francesi si riuniscono ogni settimana a cena, portando con sé un cretino da prendere in giro. Pierre crede di aver trovato il cretino supremo e ovviamente lo invita ma, complice uno strappo alla schiena, la cosa gli si ritorcerà contro...


Se continuo così mi toccherà rivalutare il cinema francese. E' già la seconda commedia che vedo in poco tempo ed è la seconda che mi piace, anzi, che dico, che fa ridere non solo me ma anche il Bolluomo notoriamente restio a mostrare entusiasmo per qualcosa che non sia l'urlo di Chewbacca (è un uomo schivo, capitelo). E' anche la seconda pellicola di chiara derivazione teatrale quindi forse potrei azzardarmi a pensare che la mia simpatia non vada al cinema franzoso bensì al teatro d'oltralpe? Chissà. Sta di fatto che La cena dei cretini è un'esilarante commedia a base di equivoci, dove la vita di un riccone troppo pieno di sé viene sconvolta proprio dall'uomo che doveva essere il divertimento di una sera, l'ospite d'onore dell'evento che da il titolo all'opera. Parliamoci chiaro: io di cretini da invitare a cena ne avrei una riga ma, chissà perché, per quel che riguarda la classe sociale di appartenenza li collocherei quasi tutti in quella di Brochon, tolti ovviamente pancine, analfabeti funzionali, ignoranti di varia fattura, ma lì forse siamo già oltre il livello "cretino" e si sfocia nel "pericolosamente psicolabile". Invece il cretino, inteso nell'accezione data da Veber, è fondamentalmente un ingenuone appassionato di cose che la gente normale ritiene stupide e noiose, una persona non proprio in grado di rispettare lo spazio vitale altrui e uno sbadato della peggior specie, distratto e goffo più che stupido. Di base un buono, via, mentre per me un cretino dovrebbe essere anche cattivo. Invece Pignon, il cretino per antonomasia, è una bravissima persona che si prende a cuore i problemi di un uomo che fino a un'ora prima non conosceva, continua a stargli accanto anche quando viene invitato in malo modo ad andarsene e lo aiuta persino quando realizza la vera natura del sorprendente invito a cena. Peccato solo che il suo buon cuore si accompagni ad un cervello inversamente piccolo e che ogni gesto di bontà equivalga ad un enorme disastro ai danni del borioso Brochon, che diventa di rimando più simpatico ed umano mano a mano che la pellicola prosegue e arriva persino a porsi delle domande su chi sia il vero cretino. Mica poco.


La cena dei cretini fa dunque divertire ma anche riflettere senza risultare pedante, fortunatamente, e prosegue leggera e scoppiettante per tutta la durata, soprattutto grazie alla verve dei due protagonisti, affiancati da caratteristi di tutto rispetto. Il con par excellence non poteva non avere la faccia paffutella e stralunata di Jacques Villeret, i cui enormi occhioni e i pochi capelli spettinati già da soli costruiscono una perfetta "maschera" comica, la fisicità debordante ma timida ideale per un film come questo; a fargli da contraltare c'è Thierry Lhermitte, bello, alto e piacente (ah Thierry, quanto mi piacevi quando guardavo un Piede in paradiso con quella sgnoccolona della Carol Alt!) ma anche lui dotato del physique du rol per interpretare la seconda metà del duo comico. Insieme i due danno vita ad una girandola ininterrotta di botte e risposte, occhi che si alzano al cielo disperati, espressioni buffe di chi non capisce bene perché l'altro si stia arrabbiando, battute al fulmicotone che rendono La cena dei cretini un vero spasso, mai volgare o noioso. Perfetti anche Francis Huster nei panni dell'amico fraterno Juste, le cui risate grasse sono le stesse che si fa il pubblico, e lo sfigatissimo Daniel Prévost in quelli dell'esattore fiscale, una figura che, pur comparendo poco, in quel tempo ridotto che ha a disposizione riesce quasi ad eclissare persino Villeret. Ci sono anche dei personaggi femminili, uno dei quali anche importante, ma purtroppo non riescono a bucare lo schermo pur essendo fonti di gag esilaranti, soprattutto per quel che riguarda l'amante di Brochon. In buona sostanza, dunque, continuo a ringraziare Silvia per la sua passione verso le cene francesi (anche se qui si mangia ben poco) e vi consiglio a mia volta la visione di questo divertentissimo La cena dei cretini!

Francis Veber è il regista e sceneggiatore della pellicola. Francese, ha diretto film come Professione... giocattolo, In fuga per tre e L'apparenza inganna. Anche produttore e attore, ha 80 anni.


Thierry Lhermitte interpreta Pierre Brochon. Francese, ha partecipato a film come Un piede in paradiso, Un lupo mannaro americano a Parigi e L'apparenza inganna. Anche sceneggiatore, produttore e regista, ha 65 anni e un film in uscita.


Jacques Villeret interpreta François Pignon. Francese, ha partecipato a film come Danton, Prénom Carmen, L'ultima estate a Tangeri e I ragazzi del Marais. Anche produttore, è morto nel 2005, all'età di 53 anni.


La pièce originale, che dura due ore contro l'ora e mezza del film, ha debuttato nel 1993 con Jacques Villeret sempre impegnato nel ruolo di Pignon. Non solo teatro, comunque, perché La cena dei cretini vanta due remake indiani (Bheja Fry e April Fool) e uno americano, A cena con un cretino; non ne ho visto nemmeno uno ma se La cena dei cretini vi fosse piaciuto potete provare a recuperarli! ENJOY!

8 commenti:

  1. Ho visto quello americano con Steve Carell, ed era davvero divertente seppur tremendamente sciocco ;)

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    1. Credo che quello americano sia un po' più "scenografico" e stupido. Al momento non sento il bisogno di vederlo...

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  2. All'epoca mi fece molto ridere! Non mi dispiacerebbe rivederlo.

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    1. Sì, è uno di quei film che fa piacere rivedere di tanto in tanto!

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  3. Come si mette il +1 nei blog?
    : )

    Comunque, se ti è piaciuto questo, sicuramente ti sganascerai con Un indiano in città (Un indien dans la ville), con Thierry Lhermitte tra i protagonisti.

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    1. Sai che non ne ho idea?

      Segno il titolo intanto, grazie!

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  4. Anche Sta' zitto... non rompere (Tais-toi!) del 2003 non era male....una gran bella ironia!

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