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martedì 13 marzo 2018

Il giustiziere della notte (2018)

Potevo forse esimermi dal guardare un film che vede l'alleanza di due miei ammori come Bruce Willis ed Eli Roth, rispettivamente protagonista e regista de Il giustiziere della notte? Ma neanche per sogno!


Trama: nel corso di una rapina andata male, la moglie e la figlia del chirurgo di un ospedale vengono aggredite, la prima muore e la seconda finisce in coma. Il chirurgo inizialmente lascia il caso nelle mani della polizia ma di fronte all'incompetenza delle forze dell'ordine decide di farsi giustizia da solo...


Eli Roth secondo me è impazzito. Quest'uomo sarà cialtrone quanto volete ma i suoi horror mi hanno sempre soddisfatta e il suo stile si è evoluto nel tempo, raffinandosi sempre di più; certo, non è mai arrivato ai livelli dei Grandi Maestri, anche perché le sceneggiature dei suoi film non sono mai state delle perle di raffinatezza, però a mio avviso Hostel 2 e The Green Inferno avevano il loro perché anche dal punto di vista della regia, al di là dello splatter. Poi, come ho detto, Eli Roth è impazzito e ha girato prima Knock Knock (filmucolo da Ciclo Alta Tensione buono solo per la presenza di due strappone che sarebbero diventate una sua moglie, l'altra il sogno erotico di chiunque abbia guardato Blade Runner 2049) poi il remake de Il giustiziere della notte, al quale seguirà per la cronaca The House With a Clock in its Walls, tratto da un fantasy-horror PER BAMBINI. La cosa mi fa un po' incazzare perché guardando Il giustiziere della notte mi sono resa conto che le scene realizzate meglio, salvo quelle in cui Bruce Willis fa Bruce Willis tirando fuori tutta la badasseria che nemmeno le rughe, l'espressione perenne di chi sta inghiottendo dei chiodi e la professione di allegro chirurgo sono riuscite a togliergli, sono quelle in cui il film si trasforma in un home invasion tout court, e dove nonostante lo spettatore sappia già quello che deve accadere, la tensione si taglia comunque col coltello, a prescindere dalla trama telefonata (d'altronde, altrimenti il protagonista non diventerebbe Il giustiziere!). Tutto questo sproloquio per dire che se Eli Roth tornasse sulla retta via invece di perdersi nel suo desiderio di fare soprattutto il produttore potrebbe cicciare fuori un horror coi controfiocchi invece del remake di una storia fatta uscire al cinema a fine anni '70 che oggi (forse più di allora) si presta ad essere fraintesa ammantandosi di minacciose auree Trumpiste-Salveeniane invece di venire presa come la supercazzola esagerata che è. E prima che mi cazziate per una "recensione" che non si sbatte a confrontare il giustiziere di oggi con quello di ieri, sappiate che la colpa è di papà Bolla che, affetto dal vizio dello zapping compulsivo (o probabilmente censurato da mia madre convinta che una bambina non dovesse vedere simili film), non mi ha mai permesso di vedere per intero il film di Bronson, finendo per lasciarmi in testa una confusione di segmenti presi dai vari capitoli e l'unico ricordo della brutta faccia del vecchio Charles con in mano una pistola. Punto.


Detto questo, Il giustiziere della notte dell'anno del Signore 2018 è, oltre che l'ennesima prova della follia galoppante di Roth (il quale pare abbia voluto girare un film imperniato sul concetto di "protezione della famiglia", non una tirata pro-armi), un film dove il protagonista cede al potere tutto americano del secondo emendamento davanti alla texanità del suocero e soprattutto alla reiterata imbecillità delle forze di polizia di Chicago, simbolizzata non a caso dalla presenza di Big Jim "Barbie Did It" Rennie; quando a un certo punto del film le due oloturie con distintivo assegnate al caso Kersey, pur avendo tutti gli indizi necessari per incastrare il chirurgo Paul, sbagliano clamorosamente indiziato, lo spettatore arriva a perdere anche quel minimo dubbio relativo alla moralità delle scelte del protagonista. E sì, un po' di critica sociale Roth la fa, mettendo in scena il momento più esilarante della pellicola, lo spot ammicante dell'armeria all'interno del quale una procace bionda smandrappata mostra i vantaggi di vivere in America e poter comprare fucili semi-automatici ottenendo il porto d'armi in due giorni (previo corso che tanto "passano tutti"), per non parlare del finale "con rimbrotto" del tipo "hai fatto bene, ora va e non peccare più", ma fondamentalmente fin dall'inizio la sceneggiatura parteggia smaccatamente per Bruce Willis. Il dibattito sociale "vigilantes sì, vigilantes no" è letteralmente solo un rumore di fondo affidato a speaker radiofonico-televisivi e alimentato da video o meme su internet (come in effetti succede al giorno d'oggi per qualsiasi evento, anche il più grave) mentre il protagonista tira dritto per la sua strada senza dubitare neppure per un secondo della sua missione. D'altronde, come potrebbe, anzi, come potremmo noi dubitarne dopo che Roth e Joe Carnahan ci hanno mostrato la quintessenza della famiglia upperclass modello, rigorosamente bianca, venire spazzata via da malviventi rigorosamente latinos, neCri e boh, probabilmente immigrati da qualche oscuro paese dell'Europa dell'Est? A ragionare su tutte le implicazioni sociali di un film simile fatto uscire al cinema in tempi come questi ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli, quindi meglio prenderlo come una semplice supercazzola in cui Bruce Willis, per l'occasione già vestito da David Dunn così da essere pronto per l'imminente Glass, si profonde in goduriose punizioni splatter per difendere la famiglia "come avrebbe fatto qualsiasi cittadino normale". Con un fucile d'assalto M-16, certo. Dai, Eli, stavolta mi sono divertita anche perché c'era Bruccino adorato ma quando torniamo a fare sul serio?


Del regista Eli Roth ho già parlato QUI. Bruce Willis (Paul Kersey), Vincent D'Onofrio (Frank Kersey), Elisabeth Shue (Lucy Kersey) e Len Cariou (Ben) li trovate invece ai rispettivi link.

Dean Norris interpreta il Detective Kevin Raines. Americano, famoso per i ruoli di Hank Schrader in Breaking Bad e di Big Jim Rennie in Anderdedoum, ha partecipato a film come Scuola di polizia 6: La città è assediata, Arma letale 2, Duro da uccidere, Atto di forza, Gremlins 2 - La nuova stirpe, Terminator 2 - Il giorno del giudizio, Il tagliaerbe, Il socio, Gattaca - La porta dell'universo, Starship Troopers - Fanteria dello spazio, Il negoziatore, The Cell - La cellula, Little Miss Sunshine, Lo spaccacuori, Viaggio in paradiso, The Counselor - Il procuratore e ad altre serie quali X-Files, ER - Medici in prima linea, Walker Texas Ranger, Millenium, Nash Bridges, Streghe, Jarod il camaleonte, Six Feet Under, 24, Tremors, Senza traccia, Cold Case, Nip/Tuck, Grey's Anatomy, Bones, Lost, True Bloods, Criminal Minds, Medium, CSI - Scena del crimine, CSI: NY  e The Big Bang Theory; come doppiatore ha lavorato nella serie American Dad!. Anche produttore, ha 55 anni e un film in uscita.


Beau Knapp interpreta Knox. Americano, ha partecipato a film come Super 8, Regali da uno sconosciuto - The Gift, The Nice Guys e a serie quali Bones. Ha 29 anni e quattro film in uscita.


Kirby Bliss Blanton, che interpreta Bethany, era una delle fanciulle catapultate nel Green Inferno, a occhio e croce direi la biondina vegana. Il giustiziere della notte ha una storia produttiva travagliata che risale a inizio millennio, quando Stallone avrebbe dovuto sia dirigere il film che interpretare il protagonista, prima di abbandonare il progetto per "divergenze creative"; dopo di lui, per il ruolo di Paul Kersey sono stati fatti i nomi di Liam Neeson (con Joe Carnahan alla regia) e Benicio Del Toro (diretto da Gerardo Naranjo) e persino i due registi di Big Bad Wolves avrebbero dovuto entrare in campo, ma hanno rinunciato quando non gli è stato permesso di modificare lo script del film. Il giustiziere della notte è ovviamente il remake dell'omonimo film del 1974, tratto dal libro di Brian Garfield, quindi se la pellicola vi fosse piaciuta potete recuperarlo e aggiungere i suoi sequel dal 2 al 5. ENJOY!

14 commenti:

  1. A me dal trailer pareva una super cazzola.
    Mi tocca vederlo!

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  2. "Eli Roth secondo me è impazzito. Quest'uomo sarà cialtrone quanto volete ma i suoi horror mi hanno sempre soddisfatta e il suo stile si è evoluto nel tempo, raffinandosi sempre di più; certo, non è mai arrivato ai livelli dei Grandi Maestri, anche perché le sceneggiature dei suoi film non sono mai state delle perle di raffinatezza, però a mio avviso Hostel 2 e The Green Inferno avevano il loro perché anche dal punto di vista della regia, al di là dello splatter".

    Ecco su questo siamo praticamente all'opposto. Per me 'Green Inferno' è un After Death ben confezionato (regia e fotografia appunto 'hollywoodiana'), ma nulla di più (in Green Inferno bellissima solo la prima scena splatter, il resto trascurabile).

    Il Giustiziere della Notte è un chiassoso remake, ma va bene così, con Bruce Willis che spacca i culi, sangue e sparatorie.

    A me piace il cinema che fa riflettere, ma è bello anche del sano intrattenimento "caciaroso". Meglio un "Giustiziere della notte" che un "Green Inferno" che non convince nel suo messaggio di critica agli attivisti ambientalisti.

    Poi ci sta che lo spettatore parteggi per Bruce e allo stesso tempo non ritenga plausibile avere un armamentario in casa e mettersi a fare il giustiziere: come si suol dire, è cinema :P, come detto sopra giusto che ci si fermi due ore a vedere uno che spacca i culi ai cattivi!

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    1. Appunto. Nel post sottolineo come le sceneggiature dei suoi film (compresa quella di The Green Inferno) fossero sempre state un po' delle meenchiate però il signorino si stava "ripulendo" a livello di regia e anche tu dici che quella di The Green Inferno è "hollywoodiano", ben lontano dalla rozzezza del primo Hostel o di Cabin Fever.

      Per il resto, io non critico il film in sé (anche se mi si dice che Il giustiziere della notte originale era molto più ambiguo, questo è un "revenge movie" e come tale è normale si parteggi per il protagonista in automatico) ma il fatto che Roth non faccia più horror, preferendo parcheggiarsi in filmetti medi e mediamente dimenticabili.

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  3. Non che Roth sia il mio regista preferito. Non rientra nemmno tra quei nomi che mi vengono in mente se devo stilare una lista di registi horror, però ammetto che i suoi film in misura sempre diversa mi piacciono. Questo remake vola basso, ma quello che fa lo fa bene, con alcune vette splendide come la sequenza della rapina ai danni delle due donne. Ammetto che la settimana prossima di questo film non ricorderò nulla, ma mi sono divertito durante la visione e non sento la necessità di chiedergli di più. Ad ogni modo concordo con tutta la tua recensione.

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    1. La tesissima sequenza della rapina è l'esempio di ciò che potrebbe fare Roth perché il ragazzo "ha studiato" e si vede ma per il resto... l'inizio sembra una qualsiasi puntata di E.R., salvo solo un altro paio di scene che ho citato e poi potrebbe averlo girato chiunque 'sto Giustiziere.

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  4. Eh, poi magari lo fa Clint questo remake e tutto diventa serio! Ma sempre pericolosamente conservatore XD
    Io adoro la saga Death wish, anche i film sequel della Cannon. Questo ancora non lo vedo, ma dalle tue parole immagino mi farà divertire^^

    Moz-

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    1. Eh, Clint ormai non lo fa più! Ci stava bene uno Stallone, chissà cosa ne sarebbe uscito...

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  5. Io spero torni a fare Horror perché a me i suoi film hanno sempre divertito.
    So che non è una frase che andrebbe associata ad un film horror, ma in generale le pellicole di Eli sono proprio quei classici horror da vedere con il popcorn in mano.
    Spero ritorni presto alla retta via.

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  6. Stallone e' impegnato a non farsi spiezzare in due di nuovo da Ivan Drago!!! Comunque papa'Bolla ha piu' buon senso del mio che me li faceva vedere, forse e' per questo questo e quest'alto motivo che non simpatizzo con i Republicans (Clint a parte) :-p

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    1. Beh ma nemmeno io simpatizzo con i Republicans: d'altronde sono cresciuta con Bud & Terence! :D

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  7. Non credo che Eli Roth sia impazzito, penso che semplicemente abbia colto la palla al balzo per smarcarsi un po' dal genere horror, mettersi in tasca un po' di soldi e dirigere un remake tutto sommato insignificante e (per lui) anche divertente senza grosse conseguenze. L'inutilità è secondo me il principale difetto di questo film: se l'originale, per quanto truce e reazionario, almeno aveva un senso (era lo specchio di un'epoca) questo è davvero fine a se stesso, vale poco perfino come action movie...

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    1. Roth secondo me è partito puntando "alto" poi è stato molto ridimensionato, almeno come regista, non a caso lavora principalmente come produttore. Questo non sembra nemmeno un film girato da lui, chissà il prossimo...

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