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domenica 11 novembre 2018

Il Bollodromo #68: Hill House (2018)

Ci ho messo praticamente un mese a finirla e non perché non mi piacesse, anzi. Ma perché purtroppo i telefilm non ho tempo di vederli, nemmeno quelli brevi, e tocca centellinarli a "pezzetti" di 15, 20 minuti per volta, cosa che purtroppo sempre più spesso accade per i film, ché avere una sera libera, ad un orario decente, senza rischiare di crollare addormentata dopo le prime sequenze, è ormai un'utopia. E quindi arrivo, molto in ritardo, a parlare di Hill House (The Haunting of Hill House), miniserie distribuita da Netflix e realizzata dall'adorato Mike Flanagan. ENJOY!


Di cosa parla?

Hill House è, come da titolo, la rivisitazione del famoso romanzo di Shirley Jackson, già portato sullo schermo dallo splendido Gli invasati e dall'orrido Haunting - Presenze. Tolti di mezzo gli "investigatori del paranormale", la storia si concentra sui membri della famiglia Crane e sugli strascichi del loro breve soggiorno all'interno di Hill House negli anni '90, che ha portato alla morte di mamma Olivia e al progressivo disagio mentale di figli e marito, perseguitati da fantasmi e sensi di colpa.

Cose che mi sono piaciute
Tutto. Tutto, tutto, tutto. Hill House è IL capolavoro di Mike Flanagan, l'occasione per dimostrare a chiunque la sua bravura senza il limite temporale di un film magari non scritto da lui. Definirlo libero "adattamento" de L'incubo di Hill House oppure semplice serie sovrannaturale è davvero limitante perché, in questo caso, più dell'aspetto horror, più della ghost story, più della malvagità insita nell'edificio, contano i personaggi e i rapporti che li legano. Se è vero, infatti, che alcune sequenze di Hill House sono spaventose ed inaspettate, la sensazione che la serie lascia allo spettatore è principalmente di profonda commozione e più volte mi sono ritrovata a piangere come un vitello per il connubio perfetto tra sceneggiatura, recitazione e colonna sonora. Ad oggi, non mi era mai capitato di trovare all'interno di una miniserie dei personaggi così ben scritti, capaci di conquistare in poco tempo l'affetto dello spettatore con tutti i loro pregi e difetti, talmente umani da bucare lo schermo. Theo, Nell, Shirley, Luke e Steven, da grandi o da bambini, sono cinque fratelli che viene voglia di abbracciare dopo averli presi a schiaffi per le scelte scellerate di alcuni di loro, un po' come succede nelle vere famiglie; si gioisce con loro, quando le poche gioie arrivano, si prova una pena infinita quando la maledizione di Hill House giunge a sconvolgere le loro esistenze e lo stesso vale per i loro genitori. In particolare, Hill House è un atto d'amore di Flanagan verso la moglie, la splendida Kate Siegel, che in questa serie si è vista regalare il ruolo della vita e il monologo più bello dell'anno, interpretato in maniera magistrale. La sua Theo è probabilmente la cosa più bella di Hill House ma non sottovaluterei nemmeno i tenerissimi gemellini interpretati dai pucciosi Julian Hilliard e Violet MacGraw mentre Carla Cugino merita un solo aggettivo: divina. Non che il resto del cast sia da meno e lo stesso vale per la cura infusa nelle scenografie dei vari ambienti della casa, evocativi e terribili, falsamente accoglienti ed ingannevoli, come mostra uno dei migliori twist della serie. Insomma, non ho le parole per raccontare ed invogliarvi a vedere Hill House ma credetemi quando vi dico che, ad oggi, è la cosa più bella mai prodotta da Netflix e varrebbe la pena di farsi un abbonamento solo per vederla.

Cose che non mi sono piaciute
Non ce ne sono, davvero. Al limite, avrei voluto durasse per sempre, quello sì.

E quindi?
E quindi io non ho altro da dire. Leggete QUI e QUI e non perdetevi la serie Netflix più bella di sempre. The rest... is confetti.


8 commenti:

  1. Un gioiello che travalica i generi, davvero. Poco da aggiungere.

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    1. Il problema è che adesso mi sono messa a guardare Chilling Adventures of Sabrina e non regge il confronto, sembra tutto così stupido dopo Hill House ç_ç

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  2. Io continuo a farmela sotto la notte, quando fa buio, ma sono felicissima di aver affrontato la visione trovandomi davanti tanta bellezza, tanta perfezione.
    Visto che però sono una "maicontenta" quel finale lunghissimo mi ha annoiato smorzando l'entusiasmo, per quel che mi riguarda finisce tutto nell'episodio 9, in modo molto più amaro.

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    1. Eh, il bello di centellinare le visioni forse è quello. Non ho minimamente percepito la "lunghezza" dell'episodio finale visto che ci ho messo tre giorni a finirlo ç_ç

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  3. In pratica guardi i film a episodi 😂
    È capitato anche a me un periodo in cui lavoravo tanto, crollavo dopo pochi minuti dall'inizio e dovevo guardarli un po' per volta. Ho risolto smettendo di lavorare! 😁

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  4. Dopo aver visto i primi episodi ho avuto gli incubi di notte 😅 comunque la serie è un capolavoro! Kate Siegel mi ha fatto piangere come nessun altro quest'anno. Unico neo? Michiel Huisman non mi ha fatto impazzire.

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    1. All'inizio, sono sincera, non faceva impazzire nemmeno me. Poi ho imparato a voler bene anche a lui e al suo personaggio anche se sì, tra tutti è l'attore "peggiore" del mazzo.

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