Pagine

mercoledì 3 luglio 2019

La fabbrica delle mogli (1975)

Dopo aver visto La donna perfetta mi è venuta la curiosità di capire come potesse essere La fabbrica delle mogli (The Stepford Wives), diretto nel 1975 dal regista Bryan Forbes e tratto dall'omonimo romanzo di Ira Levin.


Trama: la fotografa Joanna si trasferisce assieme al marito e ai figli nella cittadina di Stepford. Lì fa amicizia con Bobbie e cerca, assieme a lei, di creare un piccolo movimento di emancipazione femminile ma le donne di Stepford sono l'incarnazione della casalinga perfetta, sottomessa a ogni volere dei mariti.



Avevo temuto che, dopo la visione de La fabbrica delle mogli, avrei odiato il campyssimo La donna perfetta con tutta me stessa, invece mi è rimasto solo il dispiacere derivante dal desiderio di vedere il romanzo di Ira Levin trasformato finalmente in un bell'horror, cosa che, purtroppo, nemmeno il film di Bryan Forbes è. Per carità, La fabbrica delle mogli non prende nessuna deriva da commedia grottesca e non indulge in un happy ending, per quanto weird e forzato come quello del film di Frank Oz, tuttavia fallisce (almeno per quanto riguarda la mia sensibilità) nell'intento di inquietare lo spettatore per buona parte del tempo, in quanto la "personalità" delle mogli di Stepford non crea un contrasto così smaccato con quelle di Joanna e Bobbie, mentre i mariti sembrano ancora più sfigati della versione del 2004. Il meccanismo dovrebbe essere simile a quello di un'altra famosissima trasposizione di un romanzo di Ira Levin, Rosemary's Baby, con la protagonista condannata a sprofondare in un gorgo crescente di paranoia mentre attorno a lei qualcosa comincia a non quadrare in modo quasi impercettibile, ma mentre Minnie, John e tutti i vegliardi dannati che circondavano Rosemary mettevano ansia fin dall'inizio, qui i vicini di casa di Joanna sono semplicemente noiosi. E' dal momento in cui la rossa Charmaine decide di distruggere l'amato campo da tennis e darsi alle pulizie che scatta un meccanismo di terrore, alimentato dall'istinto di autoconservazione (tardivo) di Joanna e Bobbie, ma questa sensazione di pericolo imminente arriva dopo più di un'ora di lotte femministe andate male e riunioni di vecchi barbogi, con giusto qualche saltuario episodio di stranezze muliebri. Il finale e prefinale, per quanto onestamente scioccanti, avrebbero meritato un po' di coraggio in più a livello di regia e sceneggiatura, ma pare che lo script di William Goldman sia stato riveduto e corretto nel corso delle riprese, con sommo scorno dello sceneggiatore e degli spettatori.


E pensare che La fabbrica delle mogli non è nemmeno troppo velato nel suo presentarci le povere spose di questi ometti frustrati come meri oggetti sessuali, nonostante la loro mise meno che sensuale (colpa della moglie di Bryan Forbes, in origine le Stepford wives avrebbero dovuto essere simili alle conigliette di Playboy); all'inizio, infatti, Joanna fotografa divertita un ragazzo che porta sottobraccio una bambola gonfiabile, senza sapere che sta per recarsi proprio in una cittadina dove le donne vengono migliorate fisicamente e dove tutte ringraziano il "padrone" durante gli amplessi, profondendosi in mugolii come nemmeno le attrici porno. Le idee "scandalose" dunque ci sono, e sono anche agghiaccianti, al di là degli apprezzamenti a ferri da stiro e spray per inamidare, tuttavia la sceneggiatura preferisce mordere il freno sui dettagli più scabrosi e mostrarci Joanna e Bobbie attive nella loro missione di rendere consapevoli tutte le donne di Stepford su quanto possa essere utile un approccio più femminista alla loro vita. Il risultato, come ho detto sopra, è poco incisivo, anche in virtù del fatto che Bryan Forbes non è proprio un signor regista e la resa delle immagini risulta così abbastanza piatta. Non è che le attrici ci mettano del loro per entusiasmare lo spettatore (ma gli attori sono anche peggio), tuttavia i battibecchi e i dialoghi messi in bocca a Katharine Ross e alla sua compare sono buffi e le rendono simpatiche al punto che il destino finale che le attende arriva come una mazzata allo stomaco dello spettatore. Detto questo, la cosa che più ho apprezzato del film sono le accattivanti mise vintagge delle bellissime Bobbie e Joanne, mentre sorvolerei sugli abiti delle mogli di Stepford, brutalmente surclassati da quelli assai kitsch del 2004. Mi vergogno a dirlo ma, alla faccia dello stravolgimento operato da Frank Oz e dal disgusto provato da chiunque nei confronti de La donna perfetta, forse forse l'ho preferito a La fabbrica delle mogli, che pure è un cult meritevole di essere visto almeno una volta nella vita.

Bryan Forbes è il regista della pellicola. Inglese, ha diretto film come Ventimila sterline per Amanda e Bisbigli. Anche attore, sceneggiatore e produttore, è morto nel 2013 all'età di 86 anni.


Katharine Ross interpreta Joanna Eberhart. Americana, moglie di Sam Elliott, ha partecipato a film come Il laureato, Butch Cassidy, Swarm - Lo sciame che uccide e Donnie Darko, inoltre ha doppiato episodi de I Griffin e American Dad!. Anche sceneggiatrice, ha 79 anni.


Tra gli altri interpreti compare, bambina, l'attrice Mary Stuart Masterson, la Idgie di Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, che qui interpreta la figlia di Joanna e Walter (l'attore, per inciso, è il suo vero padre). Diane Keaton ha rifiutato il ruolo di Joanna su consiglio del suo analista, Joanna Cassidy aveva persino girato un paio di scene nei panni di Bobbie prima di venire licenziata mentre Brian De Palma ha declinato l'offerta di dirigere la pellicola per dedicarsi a Complesso di colpa. Il film ha avuto ben tre seguiti, tutti realizzati per la televisione: Revenge of the Stepford Wives, diretto da Robert Fuest e interpretato, tra gli altri, da Don Johnson e Julie Kavner (la voce originale di Marge Simpson), The Stepford Children e The Stepford Husbands con Michael Ontkean. Inoltre c'è il remake di cui ho parlato nei giorni scorsi, La donna perfetta, che vi consiglio di recuperare come divertissement assieme a Scappa: Get Out nel caso La fabbrica delle mogli vi fosse piaciuto. ENJOY!

6 commenti:

  1. Me lo segno, lo voglio vedere.
    Ps: quello con Nicole Kidman è la donna perfetta, non la moglie perfetta xD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tra mogli e donne qui si fa confusione XD
      Grazie, correggo!

      Elimina
  2. Un altro particolare a favore di quello con Nicole è la fotografia brillante e patinata, che nell'originale invece era piuttosto spenta. Comunque sono due film con l'atmosfera totalmente diversa, tipo come sono stati i remake delle Charlie's Angels e di Starsky & Hutch, per cui un confronto risulta molto difficile. Dei seguiti non conoscevo assolutamente l'esistenza e dubito che esistano in italiano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, fare il confronto non ha senso. Però la mia delusione nasce dal fatto che l'avrei voluto più "convinto" nella sua natura horror visto che l'altro era una supercazzola coi fiocchi.

      Elimina
  3. Voglio leggere il libro da secoli!

    RispondiElimina