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domenica 4 agosto 2019

Isabelle - L'ultima evocazione (2018)

D'estate arrivano distribuiti in Italia degli horrorucoli senza infamia né lode, come questo Isabelle - L'ultima evocazione (Isabelle), uscito giusto ieri e diretto nel 2018 dal regista Robert Heydon.


Trama: dopo un aborto spontaneo quasi alla fine della gravidanza, la giovane Larissa, rimasta clinicamente morta per un minuto buono, comincia ad avere strane ed inquietanti visioni relative alla sua vicina di casa, Isabelle.


Dal dizionario Treccani, "Evocare": Chiamare, far apparire per virtù magica o medianica anime di morti o esseri demoniaci. Posso assicurarvi che in Isabelle non ci sono né magie né medium in grado di richiamare i morti e il demonio al limite viene citato en passant come "giustificazione" per la condizione di Isabelle, che ovviamente non vi spoilero. L'aggettivo "ultima" darebbe a intendere che ce ne siano state altre prima ma, ribadisco, nel film così non è e al limite si può solo sperare che Isabelle sia l'ultima pellicola del genere che uscirà in Italia ma sappiamo già che non è così. Questo per dire che i titolisti italiani non sanno davvero più che pesci prendere e, oltre a non guardare i film che gli arrivano per le mani (questo lo immaginavo, sarebbe impossibile), non si prendono nemmeno la briga di leggerne la trama. Vi vengo incontro io, tranquilli. Isabelle non è stata "evocata", Isabelle esiste per mera botta di sfiga, "grazie" all'unione micidiale tra due genitori cretini, uno satanista e una religiosa fino al midollo ma anche codarda e paracula. Queste ultime due caratteristiche non giovano alla povera Larissa, la quale, a proposito di sfiga, si ritrova a dover vivere accanto a madre e figlia scriteriate, con tutto ciò che ne consegue: perdita del bambino che porta in grembo, e qui nessuno spoiler perché si intuisce già dal trailer, e depressione a palate. Ha un bel da fare Matt, marito comprensivo e anche troppo disponibile rispetto alla media dei protagonisti horror, a destreggiarsi tra psichiatri incazzosi, preti che vorrebbero solo pregare e maestri di yoga con la vedenza, se tutte le volte che torna a casa la moglie ha un piede nella fossa e uno sulla saponetta, con Isabelle a farle da carogna sulle spalle; questo, tra l'altro, è un agile riassunto di tutto ciò che succede nel film perché il pattern è molto lineare e segue lo schema depressione - Isabelle che ciccia fuori dall'ombra - tentato suicidio - santone non troppo risolutivo - depressione again, il tutto reiterato un due/tre volte, ché il film è molto breve.


Il risultato di tutto ciò è un film piuttosto noioso, oltre che banale, che si regge a malapena su qualche jump scare nemmeno troppo efficace o ricercato, visto che per buona parte del metraggio Isabelle sta dietro una finestra a guardare Larissa con scazzo e a livello di scenografia (nemmeno di regia, piatta che più non si può) è apprezzabile giusto il salotto della casa di Ann, la madre di Isabelle, un tripudio di candele, santini e spazzatura. Isabelle si distingue anche per essere l'unico film in cui non si riesce a provare un minimo di dispiacere per una mamma che ha perso il suo bambino. Larissa risulta infatti odiosa come poche, forse per la faccia naturalmente antipatica (resting bitch face, anyone?) di Amanda Crew, che cozza col visetto rassicurante e i modi ragionevoli e calmi di Adam Brody, roba che quando SPOILER a un certo punto, finalmente, Isabelle si sostituisce a Larissa vien quasi da benedire l'unione tra i due. FINE SPOILER . Da par suo, invece, Zoë Belkin è meravigliosa ed è l'unica "mostra" che merita di avere il viso scoperto nonostante i capelli lunghi perché fanno più paura i primi piani sul suo sorriso da matta che i momenti in cui, "grazie" a una terrificante CGI, il suo volto viene stravolto o gli occhi diventano rosso fuoco. Isabelle - L'ultima evocazione non è stato distribuito benissimo in giro per l'Italia ma per una volta brinderei allo scampato pericolo e, nel malaugurato caso in cui lo proiettassero in un cinema vicino a voi, fuggirei a gambe levate, nemmeno avessi Isabelle alle calcagna!


Di Adam Brody, che interpreta Matt Kane, ho già parlato QUI.

Robert Heydon è il regista della pellicola. Canadese, ha diretto solo un altro film, Ecstasy. Anche produttore, tecnico degli effetti speciali e sceneggiatore, ha 49 anni.


Amanda Crew interpreta Larissa Kane. Canadese, ha partecipato a film come Final Destination 3, Il messaggero e a serie quali Smallville. Anche regista e sceneggiatrice, ha 33 anni.



6 commenti:

  1. Casualmente arriva dopo la saga di Annabelle...

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    1. Mah, credo sia semplicemente uno di quegli scarti di distribuzione usati per tappare qualche buco estivo!

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  2. Mi sa che me lo salto, nonostante adorassi Brody ai tempi di The OC..

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  3. Dici che non va bene nemmeno per una serata dedicata ai film brutti? :S

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    1. No, troppo banale e noioso. Per film brutti intendo altro u.u

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