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domenica 27 ottobre 2019

Wounds (2019)

Torna a far parlare di sé Babak Anvari, regista di uno degli horror più coraggiosi e strani che potete trovare sul catalogo Netflix, ovvero Wounds, tratto dal racconto Il nero visibile di Nathan Ballingrud.


Trama: Will è un barista che si barcamena tra lavoro e sbronze, senza chiedere molto dalla vita. Una sera, nel bar dove lavora, scoppia una rissa e una ragazza dimentica il cellulare nel corso di una fuga precipitosa. Will si mette in tasca lo smartphone e da quel momento cominciano a succedere cose inquietanti ed inspiegabili...


Wounds è stato accolto con sputi e pernacchie da più parti, ma siccome di Lucia mi fido ho deciso di guardarlo lo stesso dopo aver letto il suo post. Ho fatto benissimo, naturalmente. Wounds è uno di quei film allucinati (e allucinanti) che entra sottopelle e suscita un misto innaturale di inquietudine e disgusto, puntando più sulle atmosfere e su pochi dettagli eclatanti piuttosto che indulgere in una serie ininterrotta di twist e jump scare. Di base, la storia è molto semplice ed è interamente imperniata su uno dei personaggi più inutili ed odiosi che possiate trovare sullo schermo. Will è un uomo che si lascia vivere, senza ambizioni né speranze né desideri, salvo quello di farsi Alicia, cliente abituale del bar dove lavora, nonostante lei sia fidanzata con un amico comune. Will ha già la ragazza, per inciso, ma non è facile per un fancazzista senza uno scopo nella vita portare avanti una relazione sana con una studentessa universitaria nel fiore della carriera e i risultati si vedono; Will e Carrie si incontrano giusto per colazione, lei non ha alcun desiderio sessuale nei suoi confronti e giustamente non si fida di un uomo così sfuggevole ed ambiguo, che passa le giornate e le serate a fare chissà cosa. Insomma, c'è molto terreno fertile affinché l'orrore attecchisca, rendendo così visibile lo "sporco" che incrosta l'anima di Will, sempre che quest'ultimo un'anima ce l'abbia e non sia un uomo finto, un corpo vuoto, come lo accusa Carrie nella sequenza più intensa e rivelatrice del film. Una sera, infatti, Will si ritrova per caso un telefonino tra le mani e, senza pensarci, lo porta a casa. E' in quell'istante che comincia il calvario di Will, il cui "vuoto" interiore diventa la culla perfetta per un orrore cosmico di cui non abbiamo notizie certe, che possiamo solo intuire da dettagli sparsi qui e là nel corso del film e che andrà a riempire Will nel modo peggiore, alimentando tutto lo schifo che il protagonista cova da tempo dentro di sé.


Lo "sporco visibile" del titolo originale del racconto di Nathan Ballingrud pervade ogni singolo fotogramma del film. Gli ambienti dove vive Will sono malsani, zeppi di blatte infestanti, e le persone sono costrette a camminare in una calura schiacciante, che appiccica i vestiti al corpo; Will stesso è spesso sudato, puzza, lavora dietro un bancone dove le norme igieniche non paiono esistere e anche quando cerca di ripulirsi ecco che sul corpo si aprono ferite misteriose dalle quali sgorgano sangue e pus. Armie Hammer, solitamente bello come il sole, in questo film si carica addosso tutto il disagio di un personaggio squallido, il cui squallore pare diffondersi come un male su tutti quelli che gli stanno vicino, corrompendoli nel corpo (come l'amico Eric, alla faccia dell'amico, lasciato letteralmente a marcire in solitudine all'interno del suo triste appartamento) o nell'animo (a mio avviso sono molto indicative le tre colazioni che Eric e Carrie fanno assieme, via via sempre più povere, con la prima che termina con uova e pancetta gettate nella pattumiera), un personaggio per cui non è facile provare pietà, men che meno empatia. Lo spettatore non può quindi fare altro che guardare impotente il degrado della "maledizione" che arriva a colpire Will, cominciata come nel più banale dei teen horror e via via sempre più sfuggevole, lasciata intuire da un regista e sceneggiatore che già col più riuscito Under the Shadow aveva dimostrato di sapere gestire alla perfezione la commistione tra sovrannaturale e il vero orrore, quello che dimora dentro le persone, che siano donne impaurite e testarde, terrorizzate all'idea di perdere anche quel minimo di libertà che avevano, oppure uomini che non si meriterebbero uno sputo in faccia nemmeno se stessero andando a fuoco. Vedere per credere, anche se sconsiglio Wounds a chi ha la fobia delle blatte e ancora ricorda l'ultimo episodio di Creepshow come la cosa più terrificante mai vista in vita sua.


Del regista e sceneggiatore Babak Anvari ho già parlato QUI. Armie Hammer (Will), Karl Glusman (Jeffrey), Brad William Henke (Eric) e  Dakota Johnson (Carrie) li trovate invece ai rispettivi link.

Zazie Beetz interpreta Alicia. Tedesca, la ricordo per film come Deadpool 2 e Joker. Ha 28 anni e due film in uscita. 


8 commenti:

  1. Piaciuto tanto! Meno male che, a volte, delle recensioni americane non ci si fida.

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    1. Ma perché gli americani sono un popolo che dev'essere imboccato con gli spiegoni XD

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  2. Guarda, sinceramente, la forma di questo film molto bella r pure le interpretazioni di Armie Hammer e Dakota Johnson, ma, in effetti, ho avuto qualche problemino di comprensione e nel seguirlo a dovere. Con un po' più di chiarezza sarebbe stato una vera bomba...

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    1. Sai cosa? Il racconto breve non è più chiaro. Viene lasciato tutto all'immaginazione o alla sensibilità del lettore :)

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  3. Anche a me è piaciuto nonostante i pareri negativi letti in giro. Infatti ne ho scritto anche io nel mio blog. Tra l'altro la "sporcizia" che contraddistingue Will è la cosa che più mi ha colpito del film.

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    1. Sì, è una sporcizia che viene costruita nel corso del film, un vuoto che lo corrode e infetta gli altri. Ho molto apprezzato questo aspetto fondamentale di Wounds :)

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  4. A "è stato accolto con sputi e pernacchie da più parti" sono morto! 🤣 Forse perché faccio parte di quella schiera...
    Trovo la tua recensione davvero ben fatta e se non avessi già visto il film, me lo avresti venduto alla grande!
    Non concordo solo sulla descrizione negativa del barista... sarà che, a parte essere interessato a una relazione extraconiugale, mi somiglia molto. Magari io lavorassi in un pub poco frequentato dove posso ubriacarmi tutte le sere, mentre nel giorno girovago cazzeggiando 😝

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    1. Eh ma il protagonista lo ricordo davvero come un essere deprecabile, odioso e insensibile. Spero davvero tu non sia così! E grazie per i complimenti :)

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