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martedì 28 gennaio 2020

1917 (2019)

I compiti sono finiti e con 1917, scritto e co-sceneggiato nel 2019 dal regista Sam Mendes, ho recuperato tutte le pellicole candidate all'Oscar come miglior film.


Trama: sul fronte francese della prima guerra mondiale, due soldati inglesi si imbarcano in una missione per impedire a un intero plotone di connazionali di finire in una trappola tedesca.


Chiedo a chi ama i film di guerra di essere indulgente con me, ché il genere non rientra proprio tra i miei preferiti. Dico questo perché ho letto, fino ad ora, le peggio cose su 1917: è noioso, è risibile, non racconta la prima guerra mondiale com'è successa davvero, è un videogioco, ha tutte le esplosioni sbagliate, è facilone, chi più ne ha più ne metta. A me, che sono invece ignorante come una capra di Biella e avrò visto sì e no una decina di film a tema, 1917 è piaciuto, con tutte le riserve del caso, ovviamente. Innanzitutto, non lo avrei mai guardato se non fosse stato nella rosa di candidati all'Oscar ma, detto questo, la marea di premi destinati a piovergli addosso mi perplime oltremodo: sì, il film di Mendes mi è piaciuto e posso definirlo una bella pellicola, sono convinta che vincerà il premio per la Miglior Regia anche solo per il virtuosismo tecnico del finto piano sequenza, ma da qui a candidarlo nella categoria Miglior Film e Miglior Sceneggiatura Originale ne passa. Ma parliamo un po' della sceneggiatura. Persino io, che di cinema di guerra non capisco nulla, mi sono resa conto di come la trama di 1917 altro non sia che una "storia di guerra" raccontata dal nonno (non lo dico tanto per dire: la sceneggiatura si basa sui racconti di Alfred Mendes) e filtrata dall'occhio sognante di un ragazzino che lo sta ad ascoltare, semplice, lineare ma avvincente dall'inizio alla fine. C'è davvero tutto: ci sono le trappole, la corsa contro il tempo per portare a casa una missione impossibile, gente che muore inaspettatamente, nemici insidiosi ed infidi, personaggi quasi "mitologici", parentesi dolci e commoventi, momenti terribili in cui tutto pare cospirare contro il protagonista, persino ingratitudine ed insulti. Questi ultimi meritati, va detto. Blake e Schofield sono due minchie di mare, l'incarnazione letterale di un triste verso de La guerra di Piero, inconsapevoli, povere creature, del detto mors tua vita mea persino quando hanno i tedeschi pronti a far loro saltare in aria le chiappe, roba che la suspension of disbelief era seduta sulla poltrona accanto a me a ridere come una matta (soprattutto quando, a un certo punto, cicciano fuori soldati e mezzi da ogni dove) mentre io mi asciugavo una lacrimuccia furtiva.


Sì, io mi sono commossa nonostante tutto perché George MacKay è bravissimo. O, meglio, la sua faccia sconvolta e stralunata è l'elemento che, assieme ad alcune sequenze crude, conferisce il necessario realismo a questa storia di guerra e offre il contrasto tra chi guarda/ascolta con distacco/racconta dopo tanto tempo e chi quella storia se l'è vissuta sulla pelle, provando tutta la sofferenza, il dolore e la paura del caso. E' l'elemento umano necessario, altrimenti sì, con la sua trama semplice e i suoi virtuosismi tecnici, 1917 sarebbe solo un bell'esercizio di stile, perfetto appunto per gli Oscar ma nulla più. Sam Mendes, chevvelodicoaffare, dietro la macchina da presa è un drago: sfruttando tecniche Hitchcockiane, il regista passa con fluidità invidiabile da una semi-soggettiva a riprese più panoramiche, ci catapulta nel vivo dell'azione senza una sbavatura (grazie anche a un valido montaggio) e senza mai perdere di vista la centralità dei protagonisti, si permette persino alcune sequenze di sublime poesia notturna, quando sembra che i personaggi siano immersi nell'Apocalisse, ma soprattutto ci consente di percepire la durezza della vita di trincea, riportando su grande schermo la labirintica claustrofobia di un luogo che, più che proteggere i soldati, arrivava ad inghiottirli per non lasciarli andare mai più (sì, ci aveva già pensato il film Deathwatch, che vi consiglio di recuperare, ma a me non era ancora capitato di andare a vedere al cinema un film ambientato in buona parte all'interno di trincee). Insomma, avrete capito che sono uscita dal cinema soddisfatta e non mi pento dei soldi spesi ma devo dire anche che Sam Mendes ha fatto di meglio e che accanto agli altri candidati 1917 è robetta, e, a costo di risultare antipatica e spocchiosa, spero sinceramente non porti a casa nemmeno un premio salvo quelli tecnici legati al sonoro.


Del regista e co-sceneggiatore Sam Mendes ho già parlato QUI. George MacKay (Caporale Schofield), Colin Firth (Generale Erinmore), Mark Strong (Capitano Smith), Benedict Cumberbatch (Colonnello MacKenzie) e Richard Madden (Joseph Blake) li trovate invece ai rispettivi link.


1917 ha ben dieci nomination: Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Fotografia, Miglior Trucco e Pettinature, Miglior Scenografia, Miglior Colonna Sonora Originale, Migliori Effetti Speciali, Miglior Missaggio Sonoro, Miglior Montaggio Sonoro.  Dean-Charles Chapman, che interpreta Blake, era il Tommen de Il trono di spade e ha partecipato al film al posto di Tom Holland, non disponibile per impegni pregressi. Se 1917 vi fosse piaciuto recuperate Orizzonti di gloria. ENJOY!

9 commenti:

  1. Mi trovi d'accordo. Un film che è bello compatto, ma anche molto classico. Più che la guerra mette al centro questi due uomini che sono costretti loro malgrado a compiere un cammino per diventare eroi, ma poi eroi di cosa, per avere una medaglia? Un gran bel film, solido, ho molto apprezzato
    SPOILER
    inizio e conclusione uguali come a chiudere un cerchio che simboleggia la ciclicità del quotidiano in guerra
    FINE SPOILER
    Appassionante quanto basta e tecnicamente eccezzionale. Molte candidature, ne capisco il perchè, ma credo che andrà a casa quasi a mani vuote.

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    1. Eroi di nulla, ahimé. Lo dice il protagonista all'inizio, di avere dato via la medaglia, come a dire che non lo fanno per eroismo ma per amor di patria e di ragazzi come loro fagocitati dal conflitto.

      Il cerchio di cui parli è piaciuto molto anche a me :)

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  2. Allora premetto che non ho ancora visto il film, ma se la storia viene narrata dal nonno e immaginata dal ragazzino, come hai scritto, ci può stare benissimo che sullo schermo vedi una guerra più fantasiosa di quello che era in realtà, perché il regista ti sta mostrando i ricordi di uno elaborati dalla fantasia dell'altro. Se invece si fa un film di guerra in prima persona, allora le cose cambiano.

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    1. No, aspetta, detta così è tutto un altro film.
      Non c'è nessuna voce narrante, il tutto è raccontato in prima persona, senza narratore né nulla.
      Però il regista (che è anche co-sceneggiatore) ha preso moltissima ispirazione dai racconti del nonno, che effettivamente ha portato spesso messaggi da una parte all'altra del fronte, e quello che è sembrato a me, guardando 1917, è che l'intero film fosse sì realistico, ma anche filtrato dai ricordi, come se fosse esso stesso un racconto e non un resoconto.
      Giuro, non so spiegarmi meglio di così, mi dispiace XD

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    2. Ecco, avevo inteso una cosa diversa, grazie per la precisazione😀

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  3. Pubblichiamo in sync oggi e i compiti io li finisco domani con Piccole donne, ma quest'anno siamo stati agevolati devo dire.

    Ho visto il film lo scorso weekend e mi è piaciuto parecchio, soprattutto per l'aspetto tecnico. Il piano sequenza è affascinante e ci sono tutta una serie di scene veramente memorabili. La sceneggiatura mi è sembrata abbastanza prevedibile, ma con un film così ci sta.

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    1. Sì, quest'anno la distribuzione tra cinema e Netflix è una manna.

      Comunque concordo, visivamente molto bello.

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  4. Io credo che agli Oscar vincerà tutto, o quasi. Perchè tecnicamente è un film di una bellezza mostruosa, ed è risaputo che gli americani hanno una concezione della storia tutta loro... a me, sinceramente, nella seconda parte è parso davvero un videogioco, con il protagonista che ha le stesse vite di Terminator. Però nel complesso è un film che, almeno esteticamente, si lascia guardare con ammirazione.

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    1. Eh beh, diciamo che lui ha parecchio la fortuna dalla sua, altrimenti non si spiega la sopravvivenza a fronte della sua natura di minchia di mare XD
      Scherzi a parte, la tecnica c'è e si vede :)

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