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mercoledì 4 marzo 2020

Bollalmanacco on Demand: I misteri del giardino di Compton House (1982)

Dopo tre mesi torna il Bollalmanacco On Demand! Chiedo scusa a tutti quelli che seguono la rubrica o, ancor peggio per loro, hanno fatto richieste, ma tra Oscar, malanni assortiti, tempo mancante e difficoltà a reperire il titolo di oggi, sono rimasta proprio indietro. Detto questo, l'On Demand ricomincia con I misteri del giardino di Compton House (The Draughtsman's Contract), diretto e sceneggiato nel 1982 dal regista Peter Greenaway, e richiesto da Lucien de La teiera volante. Il prossimo film On Demand dovrebbe essere La donna della domenica. ENJOY!



Trama: nell'Inghilterra di fine '600, Mrs. Herbert ingaggia il paesaggista Mr. Neville per eseguire dodici disegni della tenuta di Compton House, così da farne dono al marito. Mr. Neville si premura però di stipulare un contratto per lui molto redditizio...



Peter Greenaway, questo sconosciuto. Se cercate un post in cui venga contestualizzato I misteri del giardino di Compton House all'interno dell'opera del regista inglese cascate malissimo, ché questo è il suo primo film che vedo e ringrazio Lucien per avermelo richiesto. Data la mia spiccata adorazione per i film in costume, mi sono messa a guardare il film con particolare interesse, ritrovandomi coinvolta, incuriosita e talvolta inorridita a testimoniare le imprese nemmeno tanto picaresche di Mr. Neville, artista spocchioso e presuntuoso, reo di "tenere il mondo in gran dispitto" e di credersi molto più furbo di quanto effettivamente non sia, oltre che di coinvolgere dame dalla specchiata onestà in ambigui contratti atti a procurarsi quanto più piacere possibile. In questo caso, entrambi i titoli del film, quello italiano e quello inglese, racchiudono in sé uno degli elementi fondamentali della pellicola. I misteri del giardino di Compton House è infatti un "giallo", per quanto atipico, all'interno del quale si dipana un mistero fatto di segreti intrighi e tanti piccoli indizi che, messi assieme, dovrebbero costituire una qualche prova di colpevolezza; in realtà, noi poveri spettatori sappiamo poco più di quanto sappia Mr. Neville, colui che guarda con l'occhio dell'artista vanesio senza andare oltre, limitandosi a "guardare" più che "vedere", inchiodato all'idea di una natura regolamentata e limitata all'interno della cornice nera dei suoi strumenti di lavoro e all'idea di una vita sociale controllata da contratti (nominati all'interno del titolo originale) che, almeno nella sua mente, servirebbero a ribaltare le convenzioni tra classi sociali, arrivando a dominare i dominatori. In realtà, Mr. Neville non controlla proprio nulla e lo dimostra il principale "mistero" del giardino, ovvero la statua semovente che deambula non vista, talvolta nuda come mamma l'ha fatta, per portare caos all'interno delle perfette composizioni dell'artista e dei quadri ricreati dalla cinepresa del regista, ai margini dei quali la coda dell'occhio dello spettatore rischia di cogliere movimenti inaspettati.


E' interessante come, all'interno de I misteri del giardino di Compton House, ogni personaggio sia ambiguo e difficilmente interpretabile. Mr. Neville dovrebbe essere l'"eroe" ma è una persona quantomeno deprecabile, i cui contratti sottolineano un desiderio di prevaricazione spesso violenta; sono indicativi il dolore e le espressioni di disgusto di Mrs. Herbert, vittima proprio del primo contratto, per quanto anche la signora non sia completamente innocente oppure vittima casuale di errori di valutazione. Anche gli altri abitanti di Compton House nascondono qualcosa di oscuro e ambiguo, tra segreti celati e doppi fini, e bisognerebbe riguardare il film più di una volta per riascoltare con attenzione dialoghi apparentemente frivoli e cavare la soluzione del mistero principale della pellicola, unendoli a quei fantomatici indizi che, a un certo punto, fanno precipitare la situazione tra insinuazioni, ricatti e stupefacenti manipolazioni. Eppure, mai come in questo caso la risoluzione del giallo, se di risoluzione si può parlare, è lasciata all'interpretazione dello spettatore, tanto che alla fine non è neppure più così importante. Ciò che è importante, invece, è lasciarsi andare alla natura sperimentale di un film come questo, godere della rigorosa impostazione e della conseguente bellezza delle immagini, all'interno delle quali le reminescenze artistiche del regista paiono voler inghiottire i personaggi fino a trasformarli in freddi protagonisti di una tragicommedia portata in scena da attori consumati, e godere delle meravigliose musiche di Michael Nyman, talmente debitrici delle partiture barocche di Henry Purcell (in realtà alcune di esse sono state usate come base a cui poi sono state aggiunte nuove melodie) che il compositore viene persino citato nei titoli come "consulente musicale". A mio avviso, un film come I misteri del giardino di Compton House è passabile di venire odiato o amato senza remore; a me, per fortuna, è capitata l'ultima cosa quindi ve lo consiglio!

Peter Greenaway è il regista e sceneggiatore della pellicola. Inglese, ha diretto film come Lo zoo di Venere, Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante, I racconti del cuscino, Otto donne e 1/2 e la serie di quattro film dedicata alle Valigie di Tulse Luper. Anche attore, ha 78 anni e un film in uscita.


Anthony Higgins interpreta Mr. Neville. Inglese, ha partecipato a film come I predatori dell'arca perduta e Piramide di paura. Ha 73 anni.


Anne-Louise Lambert, che interpreta Mrs. Talmann, era Miranda nel cult Picnic ad Hanging Rock. Se il film  vi fosse piaciuto recuperate anche Barry Lyndon e I duellanti. ENJOY!


5 commenti:

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  2. Pensa un po'. Anch'io ho aperto recentemente il polveroso baule dei costumi mettendomi a seguire la serie Downton Abbey che temevo fosse un mattone e invece è stupenda.

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    1. Una serie che vorrei tanto cominciare anche io, peccato mi manchi il tempo per mettermici ç_ç

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  3. Anche io cominciai la filmografia di Greenaway con questo film che mi conquistò subito e mi spinse, infatti, a vederne molti altri suoi. Greenaway è un autore molto "controverso" e alcuni suoi lavori possono risultare ostici quando non assurdi, però a me piace sempre molto.

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    1. Io ammetto la grassissima ignoranza. Spero in futuro, tempo permettendo, di riuscire a vedere qualcos'altro perché mi incuriosisce.

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