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martedì 18 agosto 2020

Georgetown (2019)

Quest'estate al cinema non sta uscendo nulla ma fortunatamente vengono in soccorso le varie piattaforme di streaming, dove mi sono guardata Georgetown, diretto nel 2019 dal regista Christoph Waltz e tratto dall'articolo The Worst Marriage in Georgetown di Franklin Foer.


Trama: Ulrich Mott, ambizioso diplomatico di origine tedesca, diventa il principale sospettato della morte della moglie, molto più anziana di lui.



Per la sua prima prova dietro la macchina da presa, l'attore Christoph Waltz ha scelto di cimentarsi con la vera storia di Albrecht Gero Muth, cadetto dell'esercito tedesco che negli anni '80 aveva sposato la scrittrice e giornalista Viola Herms Drath, di 40 anni più vecchia di lui, e ovviamente di prestare anche il volto alla versione "fittizia" di Muth, Ulrich Moth. Georgetown comincia in medias res, durante una cena in onore proprio di Ulrich, rinomato diplomatico di Washington, che si conclude con la morte misteriosa della moglie Elsa, e da lì dipana tutta la matassa di segreti che circondano Ulrich. Benché per la prima mezz'oretta non si capisca molto bene dove voglia andare a parare Georgetown (in realtà il Bolluomo, a cui il film è piaciuto con riserva, ritiene che non ci sia molto da dire nemmeno dopo), soprattutto perché il tono dell'intera pellicola si mantiene sul grottesco e non aiuta a prendere granché sul serio la triste sorte della povera Elsa né ad inquadrare al meglio la figura di Ulrich, grazie ad una serie di "capitoli" dedicati ai vari step della carriera diplomatica del protagonista il quadro della vicenda diventa a poco a poco chiaro, benché non meno assurdo, e veniamo a conoscenza di un uomo che ha fatto dell'aria fritta la sua ragione di vita, costruendosi un'immagine pubblica a misura del proprio enorme ego approfittando delle mille falle del sistema politico e burocratico di Washington. Un'idea che sarebbe persino degna di ammirazione, visto che Ulrich non è un incapace, non fosse per il modo in cui Elsa viene sfruttata dall'uomo, che dapprima fa leva sul suo amore e poi, quando è chiaro che il sentimento di lei non sarebbe mai stato ricambiato, la relega al ruolo di facoltosa garante di un nome privo di sostanza.


Christoph Waltz, come regista, sceglie un approccio classico e un'intricata struttura a salti temporali, avvalendosi verso il finale di piani americani cupi e rivelatori per chi ha cominciato a mangiare la foglia. Come attore, sappiamo che è un gigione matricolato, un raffinatone che non disdegna di "abbassarsi" e recitare anche in ruoli infimi per pessimi blockbuster, con personaggi sempre un po' in bilico tra la cattiveria assoluta e l'ambiguità condita da un pizzico di follia; ecco, Ulrich Mott è un personaggio di questo tipo, impossibile, fin dall'inizio, da connotare come positivo e tuttavia non così malvagio da prenderlo in odio fin da subito, in virtù di un fascino impossibile da ignorare che non stupisce colpisca anche una signora scafata ed intelligente come Elsa. Quest'ultima è interpretata da una Vanessa Redgrave che, soprattutto sul finale, dimostra di essere una grandissima attrice alla veneranda età di 83 anni e di riuscire a tenere testa a un Christoph Waltz a tutto tondo, come al solito penalizzato da quel doppiaggio italiano che va benissimo per personaggi con una simpatica vena di follia come King Schultz, ma che risulta fuori posto e a tratti ridicolo su un uomo serio, calcolatore e dal fascino sottile come Ulrich Mott. Non pervenuta, purtroppo, Annette Bening nei panni della figlia di Elsa, Amanda, ridotta al ruolo di voce della coscienza inascoltata e di donna in carriera in cerca di verità sulla madre, decisamente poco per un'attrice del suo calibro. Mi sentirei di dire che questo è l'unico vero difetto di Georgetown, un film che mi sono goduta dall'inizio alla fine e che, per quanto non sia sensazionale, consiglio per una serata "intelligente".


Del regista Christoph Waltz, che interpreta Ulrich Mott, ho già parlato QUI. Vanessa Redgrave (Elsa Brecht) e Annette Bening (Amanda Brecht) le trovate invece ai rispettivi link.


Se Georgetown vi fosse piaciuto guardate L'inventore di favole (lo trovate su Chili o Infinity) e La grande scommessa (lo trovate su Netflix). ENJOY!

2 commenti:

  1. Essendo, ahimè, per me passato da anni il periodo in cui avevo il tempo di guardare praticamente TUTTO quello che usciva, negli ultimi tempi devo fare una sofferta opera di selezione delle cose da guardare e, generalmente, film di questi tipi non rientrano quasi mai nella lista delle visioni imminenti. Non so perché, ma non mi ispira moltissimo, anche se c'è la curiosità di vedere cosa ha "combinato" il mitico Waltz dietro la macchina da presa.

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    1. Siamo in due. Questo l'ho recuperato perché adoro Waltz e anche perché col fidanzato devo necessariamente guardare film doppiati/sottotitolati in italiano, quindi le nuovissime uscite horror a lui sono precluse ç_ç

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