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mercoledì 28 ottobre 2020

Kadaver (2020)

Una delle ultime aggiunte al catalogo horror Netflix è Kadaver, diretto e sceneggiato dal regista Jarand Herdal.

Trama: in un futuro post-apocalittico, le persone muoiono di fame e di stenti. In città però arriva l'invito di alcuni teatranti, che offrono spettacolo e cibo all'interno di un misterioso albergo...

Non tutti gli originali Netflix possono essere El Hoyo. Ci provano, per carità, ma ci sono limiti a tutto, e il norvegese Kadaver ne è un esempio. Anche qui, il problema è il cibo, o meglio la mancanza di esso; in un futuro post-atomico (che visto in tempi di Covid sembra tanto dopodomani) la famiglia di Leo, un tempo attrice affermata, è costretta a vagare in cerca di approvvigionamenti come tutto il resto della popolazione, col terrore della morte incombente, finché non arriva un imbonitore ad invitare tutti all'interno di un ex albergo, promettendo un pasto caldo e uno spettacolo indimenticabile. Ora, va bene la disperazione, ma in un mondo dove tutti muoiono di fame e le violenze sono all'ordine del giorno, come puoi pensare che uno con la faccia da vecchio rattuso possa prendere i tuoi soldi e invitarti davvero a una "cena con delitto", senza pensare che il delitto ti picchierà nella schiena? E infatti Leo e famiglia, dopo un banchetto a base di carne, si ritrovano a vagare all'interno dell'albergo col viso coperto da maschere dorate, seguendo gli attori per le varie stanze dopo essere stati avvertiti di "non preoccuparsi, tutto quello che succede è per esigenze di spettacolo!"... peccato che, a poco a poco, tutti gli spettatori cominciano a scomparire misteriosamente, in primis la figlioletta di Leo e Jacob, coppia vincitrice del premio "genitore dell'anno" visto il modo in cui perdono sistematicamente la piccola Alice, sia dentro che fuori dall'albergo. Dal momento in cui la bambina scompare, scatta nelle menti limitate dei due fantagenitori un vago e tardivo istinto di sopravvivenza, che li porta a correre per l'albergo in cerca di spiegazioni, tra ospiti che in realtà sono attori, attori che in realtà sono ospiti, bruti senza volto e senza voce, passaggi segreti e quant'altro, il tutto ovviamente senza che il minimo brivido colga lo spettatore.

Sì, Kadaver non è un horror a base di jump scare ed emozioni forti, è un film sociale il cui metaforone viene urlato a tutta voce da un emulo di Lars Von Trier ai bei tempi del suo "vi chiedo di essere pronti ad accettare il bene con il male", che si domanda cos'è che differenzi gli esseri umani dagli animali e anche cosa sarebbe pronta a fare la gente per sopravvivere. La risposta a queste domande assai importanti è viziata tuttavia dalla demenza dei collaboratori di cui costui si circonda, che di base SPOILER accettano di trucidare gente per rubare loro orologi e vestiti ma poi si indignano quando scoprono che tutta l'ottima carne che possono gustare ogni giorno viene proprio dagli spettatori. Davvero, ma cosa credevate, o sommi genii del male? FINE SPOILER E la risposta è anche viziata dal desiderio del giovane Jaran Herdal di creare un film visivamente accattivante, all'interno del quale tutto ciò che sta fuori dall'albergo è cupo e brutto mentre le sale dell'hotel sono scaldate da luci rossastre e arancioni, desiderio che si spinge fino a far venire le allucinazioni a Leo, la quale a un certo punto comincia a vedere abitini rossi che svolazzano da tutte le parti, nemmeno stessimo guardando In Fabric (quello sì stiloso ma genuinamente inquietante); purtroppo, con tutto l'ottimo materiale sia visivo che narrativo di partenza, Herdal non riesce a sfruttare l'ambiente claustrofobico di un albergo zeppo di passaggi segreti per creare un minimo di interesse o agitazione nello spettatore, anzi, Kadaver a tratti sembra il bignami dei cliché dell'horror fighètto, un collage di idee senz'anima che sprofonda nella noia e nel già visto, neppure buono per farsi due risate. 

Jarand Herdal è il regista e sceneggiatore della pellicola. Anche produttore e attore, ha già diretto un altro film, Everywhen.



6 commenti:

  1. Mi hai fatto venire in mente che devo ancora vedere In Fabric, mannaggia...

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  2. In pratica mi state suggerendo tutti di non fare Netflix 😅

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    1. No beh, non è vero. Per esempio Il processo dei Chicago 7 è splendido ed è su Netflix!

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  3. Dico una cosa e già mi contraddico.
    Sì, di solito leggo gli altri blog solo dopo aver visto il film, per non essere influenzata, ma se sul film ho dei dubbi e non mi va di perdere il mio tempo (visto quanto ne ho perso con il pacchetto della Blumhouse di Prime, maledizione) preferisco leggerne da chi ne sa: bene, questo lo evito.

    Ma In Fabric mi stuzzica molto!

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    1. In Fabric è davvero splendido. Se cerchi qualcosa per Halloween ti direi di puntare su quello anche se al momento il mio film del cuore è The Mortuary Collection, che però è solo su Shudder!

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