E fu così che giungemmo alla fine! Con un ritardo mostruoso ed irrispettoso ho recuperato anche Fear Street Parte 3: 1666, sempre diretto e co-sceneggiato da Leigh Janiak ed ispirato alla serie fi libri Fear Street di R.L.Stine. Come sarà finita?
Trama: Nel 1666, nel villaggio colonico abitato da Sarah Fier regna la pace, almeno finché una forza maligna non comincia a rovinare i raccolti e a far impazzire gli abitanti, scatenando una tremenda caccia alle streghe...
La rabbia e il senso di umiliazione e sconfitta che Deena riversava su Sam all'inizio di 1994, sensazioni messe da parte (giustamente) davanti al terrore concreto di vedersi spaccare la testa con un'accetta, diventano l'anima di Fear Street 1666, la molla che spinge i personaggi ad agire, alimentando in loro un bruciante desiderio di affermarsi e urlare al mondo che la diversità, di qualunque genere, non è necessariamente da condannare o ignorare e che invece, molto spesso, "il bene è male", soprattutto quando il sole splende sempre sullo stesso punto, senza apparente motivo. Sono molti i colpi al cuore che arrivano durante la visione di Fear Street 1666, perché nel frattempo siamo arrivati ad amare i personaggi in ogni loro (re)incarnazione e vederli sistematicamente messi in ginocchio e presi in giro fa quasi più male che vederli morire per mano di creature demoniache che non sono altro che una mera, pittoresca espressione di qualcosa di ancora più orribile ed insinuante. E' l'intero "baraccone" di Fear Street a distrarre, come le creature di cui sopra, a fornire una maschera commerciale e divertente a un'opera più coraggiosa di quanto appare ad un'occhiata distratta, che si spera riuscirà a parlare molto chiaramente al pubblico di ragazzi a cui si rivolge e infondere coraggio a molti degli spettatori, fornendo dei modelli di reietti forti e "veri", non infighettati alla bisogna, con i quali riconoscersi. Anche per questo la trilogia di Fear Street è una delle opere horror (e non solo) più interessanti e coerenti degli ultimi anni, oltre che un'operazione molto ambiziosa, che spero vivamente non offrirà il fianco alla serialità che la piattaforma impone (maledetta manina sui titoli di coda...), a rischio di privarsi di significati e anima. Al momento, Leigh Janiak ha realizzato un vero gioiellino e io non posso che unirmi alla folta schiera di chi le sarà eternamente grato!
Della regista e co-sceneggiatrice Leigh Janiak ho già parlato QUI. Sadie Sink (Constance/Ziggy Berman) e Gillian Jacobs (C. Berman) le trovate invece ai rispettivi link.
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