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venerdì 10 dicembre 2021

An Unquiet Grave (2020)

Proseguendo coi recuperi della Summer of Chills di Shudder sono arrivata a An Unquiet Grave, diretto e co-sceneggiato dal regista Terence Krey.


Trama: dopo la morte della moglie, un uomo convince la sorella gemella di lei a tentare uno strano rito per riportarla in vita...


An Unquiet Grave
è uno di quei film che, pur essendo incredibilmente brevi, su di me hanno lo stesso effetto di un mattone di tre ore. Per dire, non mi vedrete MAI guardare un film mentre gioco col cellulare o controllo Facebook, al limite se proprio arrivano 700 messaggi su Whatsapp metto in pausa e controllo chi diamine è morto, ma modi per distrarsi ce ne sono sempre, eh: per esempio, guardando An Unquiet Grave ho pensato per buona parte della sua breve durata ad almeno una mezza dozzina di soggetti per eventuali disegni da realizzare e a come organizzare il weekend. Mi è dispiaciuta questa cosa, sono sincera, anche perché il film di Terence Krey aveva tutte le carte in regola per potermi piacere e l'assunto iniziale, con l'alone di mistero che circonda le scelte del protagonista e il suo comportamento in seguito al rito, non erano affatto male. Purtroppo, una trama come quella di An Unquiet Grave dal mio punto di vista va sviluppata o con un corto/puntata di una serie TV antologica, così da colpire lo spettatore spiazzandolo con rivelazioni continue e una rapida risoluzione, oppure, se l'intenzione era quella di trattare l'elaborazione del lutto, aumentare la durata dell'opera permettendo al pubblico di entrare in sintonia con Jamie ed Ava, due personaggi che, nonostante l'abbondante quantità di dialoghi, faticano ad acquistare tridimensionalità.


Così sembra che Terence Krey (coadiuvato dall'attrice che interpreta Ava, anche co-sceneggiatrice) non sia stato in grado di gestire il tempo a sua disposizione; ci sono momenti dilatati a dismisura, come quello della dissepoltura finale o l'interesse morboso di Ava per la ferita al braccio, altri che lasciano invece perplessi per la faciloneria e facilità con cui avvengono, mi viene in mente proprio la natura "unquiet" della tomba del titolo, per non parlare del modo in cui vengono eseguiti i due riti cardine della pellicola, nel secondo dei quali un personaggio scompare senza motivo plausibile, quasi come se dopo un'introduzione lentissima Krey avesse dovuto pigiare sull'acceleratore per concludere il film. Il risultato è che, in questo modo, non solo An Unquiet Grave non fa paura (ormai all'horror non lo chiedo quasi nemmeno più) ma veicola anche riflessioni troppo superficiali per riuscire a rimanere impresso e crearsi una nicchia all'interno di pellicole indie ben più interessanti. Peccato, perché gli effetti speciali del corpo nascosto nella tomba non sono per niente male e anche Christine Nyman offre una bella interpretazione, quindi a mio avviso ci voleva davvero pochissimo per realizzare un film che non avrei esitato a consigliare. In questo modo, posso solo dirvi di dedicarvi a pellicole più interessanti. 

Terence Krey è il regista e co-sceneggiatore della pellicola, al suo primo lungometraggio. Americano, ha 35 anni.


Sia Christine Nyman (anche co-sceneggiatrice del film) che Jacob A. Ware hanno partecipato alla web serie Graves, creata proprio da Terence Krey. Se il film vi fosse piaciuto recuperate Cimitero vivente. ENJOY!

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