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mercoledì 22 febbraio 2023

Aftersun (2022)

Siccome ne stanno parlando tutti benissimo e Paul Mescal è stato candidato all'Oscar come miglior attore protagonista, ho deciso di recuperare Aftersun, diretto e sceneggiato dalla regista Charlotte Wells.


Trama: Sophie e il suo giovanissimo padre Calum sono in vacanza in Turchia, da soli. Le giornate passano nell'ozio e nel sole, ma qualcosa stona all'interno di questo apparente idillio...


Mi tocca premettere una cosa un po' antipatica. Ho cominciato a guardare Aftersun piena di aspettative, in quanto molti dei cinefili che seguo e ammiro lo hanno incensato come film dell'anno, e forse per questo sono rimasta un po' delusa dalla natura "piccola" della pellicola, la cui struttura è quella di un video diario della vacanza di un padre con una figlia. D'altra parte, il fatto che non fosse conforme alle mie aspettative, non fa di Aftersun un brutto film, anzi. L'enorme pregio del primo lungometraggio di Charlotte Wells è quello di riuscire a tenere desta l'attenzione dello spettatore nonostante "non succeda nulla" per tutta la sua durata, costruendo una sottilissima ma resistente tela di tensione che spinge a rimanere sul chi va là, ad aspettare una tragedia incombente, uno scoppio di violenza (non necessariamente fisica), una rivelazione plateale, che in realtà non arrivano e che lasciano spazio alla sensibilità del singolo in uno dei finali più malinconici della passata stagione. Un altro, enorme pregio di Aftersun è che i personaggi e il legame che li unisce vengono tratteggiati con pochi dialoghi naturali, quelli che ci si potrebbe aspettare tra una vivace ragazzina di undici anni e il suo giovane papà, messi in bocca a due attori bravissimi; l'effetto complessivo è quello di un ricordo lungo e sfaccettato, filtrato dalla giovane età della protagonista, nel quale una vacanza forse anche un po' triste, di quella tristezza fatta di villaggi turistici per famiglie, si trasforma in una memoria indelebile, in grado di segnare l'esistenza di una persona e lasciare strascichi anche nell'età adulta.


Tutto ciò che Aftersun non dice, viene comunque espresso dalle sequenze incentrate sull'espressività di Paul Mescal, impegnato in un personaggio dalla psiche complessa e difficile, un momento padre "bambino" pronto a spassarsela con la figlioletta, quello dopo silenzioso e tormentato uomo che probabilmente vorrebbe essere a miglia di distanza dalla Turchia, abbandonato a un dolore impossibile da comunicare. Il tempo passato, filmato con una camera digitale a mano e, probabilmente, lasciato qualche volta all'improvvisazione degli attori, viene intervallato da sprazzi di presente vissuti da una Sophie adulta che arriviamo a conoscere poco, e da un sogno ricorrente che la vede in una scurissima discoteca a ballare con suo padre, sequenze caratterizzate dalla presenza di luci stroboscopiche che rendono difficile cogliere le immagini con chiarezza, come se il ricordo del genitore stesse a poco a poco abbandonando Sophie e il video di quella mitica vacanza fosse l'unico mezzo per mantenerlo nitido. Nonostante sia un film piccolo, dunque, Aftersun è pieno di cose da comunicare e, soprattutto, la Wells dimostra di avere moltissimi mezzi per farlo al meglio, anche nella scelta di una colonna sonora interessantissima e commovente, che fa di Under Pressure il pezzo portante di una delle scene più intense e "cult" dell'anno. Personalmente, sono molto curiosa di sapere cosa combinerà quest'autrice in futuro, intanto vi consiglio di recuperare questo Aftersun; nonostante per me non sia il film dell'anno è comunque una pellicola intensa e originale, che merita almeno una visione. 

Charlotte Wells è la regista e sceneggiatrice della pellicola, al suo primo lungometraggio. Scozzese, ha 36 anni ed è anche produttrice e attrice. 


Paul Mescal
interpreta Calum. Irlandese, ha partecipato a La figlia oscura. Ha 27 anni e due film in uscita.



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