Pagine

martedì 12 settembre 2023

Bolle di Recensioni: The Communion Girl (2022) e Come Play - Gioca con me (2020)

Torna la rubrica Bolle di Recensioni, per accorpare un paio di horror carini ma sui quali non riuscirei a scrivere un post di lunghezza standard, accomunati dalla presenza di bambini e maledizioni ad essi legate. ENJOY!


The Communion Girl (La niña de la comunión) - Víctor Garcia, 2022

Originale Shudder uscito un mesetto fa, ho deciso di guardare The Communion Girl principalmente per fare un po' di listening (escuchamiento? Sì potrà dire?) in spagnolo e per la presenza di un'inquietante bambola nella locandina. Sono venuta a scoprire, così, che in Spagna è uso regalare una bambola alle bambine che fanno la prima comunione, a mo' di ricordo e anche di status symbol, soprattutto per le famiglie ricche. Magari quest'ultima cosa, oggi, non è più così vera, ma il film è ambientato negli anni '80 e inserisce nella trama famiglie povere, disagio sociale e droga, quindi ci sta. La struttura di The Communion Girl è quella tipica di un horror in cui un gruppo di teenager incappa nella miccia che scatena una maledizione e, in particolare, il modello è quello del J-Horror fatto di inquietanti ragazzine dai lunghi capelli neri che cicciano fuori da anfratti bui facendo esplodere le coronarie allo spettatore; anzi, il finale è un brutale calco di The Ring (d'altronde Víctor Garcia ha in filmografia solo sequel direct-to-video, non si può pretendere originalità) e anche il resto del film non spicca per inventiva né è particolarmente terrificante o gore, anzi, gli attacchi della communion girl del titolo sono abbastanza ripetitivi. Compensa un cast di attori dai volti particolari e neppure troppo cani ma ciò che ho trovato degno di nota, soprattutto, è la ricostruzione degli anni '80, con gruppi di ragazzi in fregola, ambienti e colori ben più realistici di quelli che popolano gli "omaggi" USA. Complimenti, inoltre, per aver ricordato Sabrina Salerno quale sex symbol europeo che ha fatto diventare cieco più di un ragazzo dell'epoca!



Come Play - Gioca con me (Come Play) - Jacob Chase, 2020

Questo invece l'ho guardato in TV una sera, praticamente a scatola chiusa. Ho fatto bene, perché Come Play (tratto dal corto Larry, sempre diretto e sceneggiato da Jacob Chase, regista che è poi sparito dalla circolazione) è uno di quegli horror percorsi da una vena di malinconica dolcezza che, anche se derivativi e magari necessari di un po' di ritmo in più, riescono ad arrivarmi al cuore. In parte Babadook, in parte La madre, Come Play ha per protagonista un bimbo autistico e condannato alla solitudine da questa sua condizione, con genitori che faticano a tenere sotto controllo la situazione e a permettergli di vivere un'esistenza il più normale possibile. Un giorno il piccolo, che comunica col mondo attraverso uno smartphone, entra in contatto con Larry, un'entità malevola che si nutre di solitudine e che sfrutta appunto gli strumenti elettronici per entrare nella nostra dimensione. Il film percorre, come The Communion Girl, strade già straviste, tra ombre che si muovono, tablet che mostrano una realtà altra e jump scare a profusione, ma si fa volere bene per il delicato ritratto di Oliver (bimbo che, pur non riuscendo a parlare, non si fa menare il belino da chi lo prende in giro perché autistico, interpretato alla perfezione dal bravo Azhy Robertson) e, soprattutto, per la ferma volontà di non dipingere l'autismo come un'orribile malattia sfasciafamiglie o genera-mostri. Larry nasce dalla solitudine, dalla nostra incapacità di alzare lo sguardo dai cellulari, ed è la presenza del mostro che impedisce a Oliver di comunicare quando ne avrebbe invece più bisogno, isolandolo dai genitori. Il finale, poi, è un tocco di classe, che sfida gli spettatori a non commuoversi. Io, per inciso, una lacrima ce l'ho spesa, ovviamente.   

 

8 commenti:

  1. Come play - gioca con me, la prima volta che lo vidi riuscì anche a mettermi addosso una certa tensione sai? Il bambino è carinissimo e la storia ha momenti che meritano, una piccola storia che ha il suo perché e avrebbe meritato maggior valorizzazione, un film passato un po' sotto silenzio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Allora, quando l'ho visto un paio di settimane fa ero sola in casa e non nascondo di avere acceso tutte le luci mentre mi muovevo fra le stanze, quindi ti capisco. E hai ragione, infatti non l'avevo mai sentito nominare!

      Elimina
  2. Anche a me quel che ha più colpito di The Communion Girl è stato l'omaggio a Sabrina Salerno e la ricostruzione degli Ottanta (anche perché per il resto il film... dimenticabile e, pure in Veronica - bellissimo - quando partono gli Heroes del Silencio, che tuffo al cuore!). La Campra poi è anche coprotagonista di una bella serie tv horror vagamente lovecraftiana ambientata nei Novanta (Feria). In Spagna si dedicano molto a raccontare storie ambientate negli 80/90 ovvero subito dopo la fine della dittatura, forse perché un periodo di ritrovata libertà e pieno di speranze e aspettative (come il nostro Secondo dopoguerra) ma anche con il difficoltoso passaggio dalla dittatura alla democrazia che, il cinema di genere, ben riesce ad descrivere (Tin & Tina è ambientato proprio durante i giorni del tentato colpo di stato dell'81).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, il resto del film è poca roba. Veronica invece mi aveva fatto abbastanza paura e l'utilizzo degli Heroes del Silencio è stato un tocco di classe. Tin & Tina ce l'ho lì da un po' su Netflix ma non capisco se val la pena vederlo, lo consigli?

      Elimina
    2. C'è tantissima carne sul fuoco (forse pure troppa), anche il difficile consolidamento della democrazia in Spagna dopo il franchismo che fa da sfondo, il tema centrale della religione (incarnato dai due bambini e soprattutto dall'ambiguità del loro comportamento e che permea tutto il film, ambiguità che mi ha riportato alla Goodnight Mommy della Sobel ma senza raggiungerne minimamente le altezze); gioca più sull'atmosfera che sull'azione (a parte il finale) e sull'inquietudine (bravi i piccoli protagonisti) che sulla paura però non sempre e soprattutto alla lunga (dura parecchio) riesce ad esprimersi. A me ha lasciato un po' insoddisfatto (però mi aspettavo anche tanto) tuttavia se hai due ore di tempo e ti piace il tema bimbi cattivi...

      Elimina
    3. Due ore di tempo (in casa, sempre zeppa di distrazioni e cose da fare) sono un dono rarissimo, ma i bambini cattivi mi affascinano parecchio, da sempre. Ieri sera ho buttato via soldi e tempo per The Nun 2, quindi a questo potrei dare una chance!

      Elimina
  3. The Communion Girl - Non d'accordo con la recensione. che azzarda nel sottolineare la situazione degli anni 80' in Spagna che prova a convincersi che la situazione attuale sia diversa ed il film non calca la mano e non ha alcuno scopo nel metterlo in evidenza, disagio soaciale , poveri e ricchi , se vogliamo qui tutta la cittadina "coinvolta" è definita rurale e strani cenni alla richezza non vengono evidenziati e nemmeno accennati. Non mi sembra neppure che il cast abbia alcuna particolarità e tutto sommato degna recitazione. Non vi è neppure l'ombra di inquietanti ragazzine che appaiono e doverosamente mi domando se la pellicola sia stata vista per intero. Film godibile ma banale, una sorta di frullato pieno di citazioni e scene scontate (da the nun a the ring,da Llorona a Annabelle) senza mai piombare su qualcosa di originale e inaspettato. Avrei inserito una squadra più numerosa nel team solo per aggiungere qualche "morte" ulteriore. Finale che espolde nel solito e ambiguo (allarmante) creato per un capitolo 2 o per fornire immensa delusione infedele a tutta la trama. Si può vedere e nello stesso tempo evitare

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti posso assicurare che tutti i film di cui parlo (salvo rarissime eccezioni che finiscono nell'apposita rubrica) vengono visti per intero e con attenzione: tu stesso citi The Ring, non a caso, e l'inquietante ragazzina c'è eccome.
      Inoltre, io magari mi spiego male, ma non ho mai detto che la situazione attuale in Spagna sia diversa rispetto agli anni '80: ho solo scritto che, un tempo, era "uso regalare una bambola alle bambine che fanno la prima comunione, a mo' di ricordo e anche di status symbol, soprattutto per le famiglie ricche", e che ora potrebbe non essere più una consuetudine, né modo per distinguere le bimbe ricche da quelle povere.

      Elimina