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martedì 27 febbraio 2024

NAGA (2023)

Silvia lo ha incensato come uno degli horror dell'anno, quindi mi sembrava giusto dare un'occhiata a NAGA (ناقة), disponibile su Netflix, diretto e co-sceneggiato dal regista Meshal Al Jaser.


Trama: Sarah, dopo essere andata a una festa in mezzo al deserto all'insaputa dei genitori, incappa in una serie di terribili disavventure che rischiano di farla arrivare tardi all'appuntamento col padre...


Una bella botta di adrenalina questo NAGA, nonché uno dei film più particolari che potete trovare nel catalogo Netflix. Non fatevi però trarre in inganno dalla fuorviante descrizione, che lo categorizza come un horror con un ben strano antagonista da sconfiggere, perché rischiereste di non apprezzarlo; NAGA non è un survival horror o un (wo)man vs animal ma provoca ugualmente ansia e un senso di disagio, in virtù della sua trama allucinata e al cardiopalma, interamente imperniata sulla corsa contro il tempo della protagonista. Sarah è una giovane ribelle, la cui personalità spiccata è enfatizzata dal fatto di essere nata in Arabia Saudita, per di più all'interno di una famiglia rigorosissima, dominata da un padre-padrone. La sua ribellione è tanto giusta quanto ben più pericolosa rispetto a quella delle sue coetanee occidentali, perché il pericolo non si nasconde solo in casa ma anche negli occhi di ogni uomo che incrocia la sua strada e che la vede come vittima o come creatura inferiore. Di conseguenza, la decisione di andare di nascosto assieme al fidanzato (o amico d'infanzia? Il rapporto è un po' ambiguo...) a una festa in mezzo al deserto si traduce in una serie di imprevisti uno più terrificante dell'altro, scanditi da un conto alla rovescia in sovrimpressione che si colora di rosso a mano a mano che l'ora dell'appuntamento col padre si avvicina. L'idea è simile a quella di un Fuori orario virato al femminile ma senza sesso: Sarah esce dalla sua (un)comfort zone e viene punita da incontri con personaggi allucinanti o amici stronzi, passando per poliziotti particolarmente incazzati fino ad arrivare a mostruosi cammelli che sembrano usciti dritti dall'inferno, e ad ogni incontro sia il suo fisico che la sua sanità mentale vanno comprensibilmente in pezzi. Ciò che, però, rende diverso NAGA da film con trame simili, è la natura assolutamente cazzuta della protagonista, una ragazza stupenda che detesta il mondo, odia essere trattata a pesci in faccia e, soprattutto, non se la fa menare da anima viva, nemmeno quando la situazione la vorrebbe rannicchiata e piangente in un angolo, rassegnata alla sconfitta. Potere della strizza di papino, certamente, ma soprattutto potere della consapevolezza di vivere in una società dominata da stronzi paraculi tutelati da leggi e religioni ingiuste, e non avete idea di quanto sia liberatorio il fotogramma finale, che vede Sarah sfogare tutta la sua rabbia con uno sberlone degno di Bud Spencer.


La regia e il montaggio rispecchiano non solo la forsennata corsa contro il tempo di Sarah, ma anche la sua natura indomita. La macchina da presa di Meshal Al Jaser non sta mai ferma, segue ed asseconda la protagonista (l'esordiente e bravissima Adwa Bader, che dovrebbe fungere da modello per ogni donna vessata sul pianeta e dà fior di punti sia a Sheryl Lee che ad Amanda Seyfried in quanto ad urla incazzate) in ogni movimento e trasforma gli ambienti più banali e raccolti in dimensioni distorte dove non è assicurata la possibilità di uscirne vivi; la prospettiva delle riprese restituisce un punto di vista influenzato non solo dalla droga che prende Sarah all'inizio delle sue disavventure, ma soprattutto una realtà filtrata da un costante senso di disgusto o ansia, come se ogni evento del film fosse un incubo dove il senso del tempo e dello spazio non esiste più. Nonostante questo, non c'è una sola sequenza del film che non sia assolutamente comprensibile, almeno a livello di percezione visiva, anche nelle abbondanti riprese notturne, inoltre la frenesia di NAGA viene ulteriormente alimentata da un montaggio sincopatissimo e dalla scelta di spezzare la consecutio temporum con flashback che lasciano in sospeso le situazioni più spinose. L'unico difetto di NAGA è che mette troppa carne al fuoco a livello di trama, non tanto per quanto riguarda l'ossatura della stessa, quanto piuttosto per un paio di "deviazioni" che non si amalgamano bene alla storia principale e sollevano dubbi (a mio parere) ininfluenti, ai quali ho trovato difficile dare una motivazione. Limite mio, ovvio, che non vi deve fermare dal dare una chance a questo film particolarissimo, per una serata ad alto tasso di adrenalina! 

Meshal Al Jaser è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Arabo-saudita, è al suo primo lungometraggio. Ha 28 anni.



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