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martedì 18 giugno 2024

Occhi senza volto (1960)

La challenge Horrorx524 di Letterboxd chiedeva la visione di un film anni '60. La scelta è quindi caduta su un caposaldo del genere che ancora non avevo visto, Occhi senza volto (Les yeux sans visage), diretto nel 1960 da regista Georges Franju e tratto dal romanzo omonimo di Jean Redon.


Trama: un brillante chirurgo plastico cerca di fare ammenda per il ruolo avuto nell'incidente che ha sfregiato irrimediabilmente il volto della figlia, rapendo giovani donne per ottenere la pelle necessaria ai trapianti...


Occhi senza volto
è uno di quegli horror talmente citati che esiste persino una canzone dallo stesso titolo, eppure non lo avevo mai visto. Una fortuna che fosse disponibile su RaiPlay, anche se pesantemente tagliato, ma volendo potete costruire un puzzle aggiungendo da YouTube l'agghiacciante scena dell'operazione, capace di mettere i brividi ancora oggi dopo 60 anni (nell'attesa di acquistare un meritato BluRay). Mettendo un attimo da parte l'idiozia del (dis) servizio pubblico, Occhi senza volto è un horror particolare, dotato di un'eleganza senza tempo, dalle intense sfumature psicologiche nonostante l'orrore in primis fisico che mette in scena. Fulcro della vicenda, infatti, sono il senso di colpa, una gratitudine distorta e l'agghiacciante sensazione di non riconoscere più la propria immagine riflessa in uno specchio, di non avere più futuro né libertà. La giovanissima Christiane è rimasta sfigurata in un incidente causato da suo padre, chirurgo plastico; quest'ultimo, per espiare la propria colpa, decide di dare il via a una crescente spirale di orrore e dolore, rapendo giovani donne dalle quali prelevare la pelle necessaria per i trattamenti sperimentali ai quali sottopone la figlia. Ad aiutarlo c'è Louise, legata a lui da un rapporto di amore e gratitudine, in quanto anche il suo bel viso è frutto della chirurgia spregiudicata del dottore. Impegnati nel loro terribile compito, né il dottore né Louise si accorgono (o fingono di non accorgersi) del disagio crescente di Christiane, venuta a conoscenza del segreto che si cela dietro alle "miracolose" cure del padre e consapevole che simili pratiche renderanno bello il suo viso, ma le sporcheranno irrimediabilmente l'anima. In più, un eventuale successo la priverebbe comunque per sempre dei vecchi affetti e della sua vita precedente, trasformandola, di fatto, in una sconosciuta. Queste potenti sensazioni di disagio, solitudine e terrore, sono veicolate in maniera netta da un film che dura poco più di un'ora, e riesce comunque a lasciare il segno nella memoria dello spettatore nonostante la trama "semplice", soprattutto grazie ad una messa in scena di altissima qualità.


Tratteggiati ed immersi in un bianco e nero profondo, i personaggi del film vagano all'interno di luoghi talmente vasti che sembrano non avere confini (in primis la villa del dottore, persa all'interna di un parco adiacente alla casa di cura), eppure paiono schiacciati da questa stessa vastità, trasformata in un labirinto claustrofobico dal quale è difficile uscire, se non addirittura impossibile. Ad aumentare il senso di angoscia ci pensano i cani chiusi in gabbia nei sotterranei e i pochi esterni parigini, che trasformano la Ville Lumière in un posto cupo e pericoloso, dove è facile perdersi per non venire mai più ritrovati nonostante l'effimera sicurezza di luoghi affollati (i lunghi viaggi in macchina di Louise sembrano usciti da uno di quegli incubi in cui si corre per cercare di tornare a casa, invano). La qualità onirica della pellicola è ulteriormente enfatizzata dalla figura eterea di Christiane. Avvolta in camicie da notte sontuose e candide, uscite dritte da una fiaba nera, l'attrice Edith Scob si aggira con passo leggero, quasi sognante, tra le stanze della villa, con indosso una maschera che lascia scoperti solo due enormi, tristissimi occhi. Gli "occhi senza volto" del titolo, appunto, che da soli fanno traboccare l'inespressiva (benché elegantissima) maschera di tutto il dolore nascosto nel corpo di Christiane, per la quale si arriva a provare una profonda pena. Così non è, ovviamente, per suo padre, connotato come un mad doctor privo di scrupoli, attraverso la cui mano viene perpetrata una delle operazioni chirurgiche più angoscianti viste su schermo, con una verosimiglianza accentuata dall'abile regia di George Franju. Se non avete mai visto questa pietra miliare dell'horror cogliete al volo il mio suggerimento e guardatelo, ne rimarrete sorpresi e affascinati, ve lo garantisco!  


Di Alida Valli, che interpreta Louise, ho già parlato QUI mentre Edith Scob, che interpreta Christiane Génessier, la trovate QUA.

Georges Franju è il regista della pellicola. Francese, ha diretto altri film come Piena luce sull'assassino e Il delitto di Therese Desqueyroux. Anche sceneggiatore, compositore e attore è morto nel 1987 a 75 anni.


Se Occhi senza volto vi fosse piaciuto, recuperate La pelle che abito. ENJOY!

2 commenti:

  1. Non sono per gli horror ma questo mi pare estremamente interessante! Se riesco a trovarlo lo guarderò volentieri.

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    1. Dovrebbe essere ancora su Rai Play, anche se tagliato!

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