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venerdì 14 giugno 2024

The Watchers - Loro ti guardano (2024)

Pur non andando tanto d'accordo col papino, mercoledì sono andata a vedere The Watchers - Loro ti guardano (The Watchers), diretto e co-sceneggiato da Ishana Night Shyamalan a partire dal romanzo omonimo di A.M. Shine.


Trama: Mina, ragazza dal passato tormentato, rimane bloccata all'interno di una foresta durante un viaggio in macchina. Mentre cerca una via d'uscita, incontra altre tre persone che tentano di sopravvivere senza incorrere nelle ire delle creature che, di notte, vagano tra gli alberi...


Leviamoci subito il dente. The Watchers, opera prima di una dei figli di M. Night Shyamalan, dalle pellicole di quest'ultimo ha preso la quantità di puttanate col botto che nascono dalla scelta di mescolare favola, horror e approfondimento psicologico universale. Quest'ultimo aspetto, fortunatamente, non si avverte troppo in The Watchers. Ishamalan non ha lo stesso presumin arrogante dello Shyabadà "impegnato" e, nonostante anche il suo film sia imperniato su persone incapaci di vivere un'esistenza piena e di affrontare i propri mostri, se non altro non sottovaluta il cervello dello spettatore reiterandogli più volte il concetto, neanche fosse lo studente più stupido del mondo. Purtroppo, in famiglia hanno il vizio di prendere creature del folklore e appiccicarci attorno con con lo sputo una storia che le rende ridicole, totalmente avulse dal contesto, e questo perché non curano i dettagli. Stephen King, per esempio, in uno dei suoi racconti brevi più terrificanti utilizzava un fauno in guisa di tagliaerbe, e giuro che non c'era nulla di ridicolo in questa scelta. Qui, senza fare spoiler, ci sono altre creature lontane dall'iconografia alla quale siamo abituati ad associarle, però ce ne sarebbero potute essere altre, perché il fatto che siano state scelte proprio loro, fra tutte, non è fondamentale ai fini della trama. Peggio ancora, la loro presenza non sconvolge né mette paura perché la sceneggiatura sembra scritta da un bambino che vuole far succedere determinate cose senza rispettare alcuna logica. Un paio di esempi che possono essere ricavati anche dal trailer: Mina arriva in questa fantomatica foresta dalla quale non si può uscire, ma lì dentro dovrebbe esserci mezza popolazione irlandese, visto che Google Maps la ritiene l'inevitabile zona di passaggio per andare da una grande città all'altra, invece ci sono solo tre persone (quattro, se contiamo quello che fa una brutta fine all'inizio). Insomma, non stiamo parlando di Aokigahara, dove la gente va apposta a suicidarsi. Le tre persone obbligano Mina a rifugiarsi in un bunker da cui non si può uscire di notte e dove bisogna seguire determinate regole, pena punizioni orribili, ma le regole vengono disattese dopo nemmeno 15 minuti di film e succede ben poco a chi trasgredisce, considerato che le creature potrebbero entrare lì dentro quando vogliono. Potrei continuare per righe e righe, tra dettagli apparentemente importantissimi, in quanto enfatizzati da dialoghi e inquadrature, che verranno dimenticati dopo pochissimo per non venire mai più ripresi, o la spiegazione su come sia finito un bunker in una foresta da cui non si può uscire né comunicare verso l'esterno, ma non sparo sulla croce rossa.
 

Pertanto, siccome il finale, grossomodo, salva il film in virtù di un simpatico twist shyamalano e un'apertura verso un'eventuale seguito che A.M. Shine pubblicherà a fine anno, è giusto anche parlare degli aspetti positivi di The Watchers, i quali riguardano essenzialmente gli aspetti tecnici della pellicola. Ishana usa bene la macchina da presa, soprattutto nelle sequenze iniziali o comunque il quelle ambientate all'interno del bosco; grazie all'ausilio dell'ottima fotografia di Eli Arenson, ci sono dei momenti in cui le ombre sembrano letteralmente muoversi e inghiottire i protagonisti lasciando loro solo un piccolo cerchio di luce a proteggerli, per non parlare dei colori vividi e caldi di tutto ciò che è "buono" o comunque salvifico. Molto suggestive anche le immagini dello specchio nel bunker, che dal trailer mi avevano fatto pensare a un altro genere di trama (probabilmente migliore di questa, ma non si può essere tutti Jordan Peele), e buono anche il montaggio, mentre ho patito parecchio la resa grafica delle creature, i soliti pupazzoni brutti in CGI a cui ricorre chi vuole buttare giù un mostrillo quanto più generico possibile. A tal proposito, tutti scomodano le grandi opere Shyamalane come Signs o The Village, mentre a me è sembrato che The Watchers avesse molti punti in comune con Wayward Pines, serie prodotta da Shyamalan padre che era partita molto bene per poi sgonfiarsi nel tempo. Il che mi porta a pensare che Ishana abbia tutte le carte in regola per realizzare opere di grande impatto visivo, ma dovrebbe tirare fuori un po' di coraggio ed affrancarsi dall'ombra di papà, onde intraprendere un percorso personale. Viceversa, il rischio è quello di continuare a sfornare opere belline ma superficiali come i protagonisti del film, i quali, nonostante i traumi raccontati nei dialoghi, hanno lo stesso spessore psicologico dei protagonisti di un qualsiasi reality, come quello che costituisce l'unica fonte di intrattenimento all'interno del bunker. Non scherzo se dico che mi interessava di più sapere chi sarebbe stata la coppia vincitrice della trasmissione, rispetto a se i personaggi sarebbero riusciti a salvarsi. Provaci ancora, Ishana. 


Di Dakota Fanning (Mina), Georgina Campbell (Ciara) e Olwen Fouéré (Madeline) ho già parlato ai rispettivi link.

Ishana Night Shyamalan è la regista e co-sceneggiatrice del film. Al suo primo lungometraggio, ha diretto anche episodi della serie Servant. Americana, anche produttrice, ha 24 anni.


John Lynch
interpreta Kilmartin. Inglese, ha partecipato a film come Hardware, Nel nome del padre, Sliding Doors, Boys from County Hell e a serie quali Le avventure del giovane Indiana Jones e The Terror. Anche sceneggiatore e produttore, ha 63 anni. 


Se The Watchers vi fosse piaciuto recuperate The Hole in the Ground, The Village e Signs. ENJOY! 

6 commenti:

  1. Sai come la penso e concordo, poteva essere molto più curato di così, ma non per la parte tecnica, non so quante registe esordienti possano contare su tecnici così preparati. Nello scontro diretto tra figlie d'arte, ho preferito "Humane", ma diamo del tempo a Ishana Night Shyamalan. Cheers!

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    1. Humane era molto più frizzantino e "personale", per quanto derivativo. Ma sono d'accordo, magari col tempo Ishamalan coltiverà i suoi pregi staccandosi da papà!

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  2. Per me c'era davvero tantissimo di quel materiale dal quale, lavorandoci meglio (e partendo proprio dalla scrittura), poteva uscire proprio un bel film; troppe cose appena accennate e buttate via ma anche piccoli dettagli come il bel biondo della Fanning e l'arancione del parrocchetto nella foresta che fanno pensare invece a una certa cura (anche se forse più nell'estetica che nella rappresentazione dei contenuti). Il finale, molto facile, mi ha fatto però scendere la lacrimuccia, però io non faccio più testo su questo.

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    1. Io che mi commuovo persino davanti a una pubblicità, stavolta non ho versato una lacrima.
      Comunque sì, ci sono tantissimi dettagli accennati e abbandonati, un vero peccato.

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  3. Se voleva fare un vero colpo di scena shyamalaniano, avrebbe dovuto girare una romcom spensierata :)
    Il confronto con Wayward Pines comunque mi ha incuriosito, anche se poi dopo un promettente inizio la serie degenerava parecchio XD

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    1. Magari le somiglianze le ho percepite solo io, ma non credo di sbagliarmi molto, visto che ormai non ricordo più nulla, quindi quando capita...

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