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venerdì 9 agosto 2024

Tumbbad (2018)

La challenge di oggi prevedeva un horror indiano, così ho scelto Tumbbad, diretto nel 2018 dal regista Rahi Anil Barve.


Trama: Tumbbad è una città maledetta dagli dèi, che tuttavia nasconde al suo interno un enorme tesoro. Autoproclamatosi erede del luogo, Vinayak affronta la maledizione per arricchirsi...


Non conosco affatto il cinema indiano, e già solo definirlo "cinema indiano" probabilmente è un errore in partenza, vista la miriade di etnie, lingue e produzioni che costellano la cinematografia del luogo. Mi sono dunque messa a guardare Tumbbad con inusuale curiosità, catturata fin dall'inizio dalla natura fiabesca e folkloristica dell'opera. Il film inizia col racconto della leggenda di Hastar, primogenito della Dea della Prosperità, condannato al perpetuo oblio dopo aver rubato tutto l'oro degli dei e aver tentato di sottrarre loro anche il cibo. Benché sia stato proibito venerare e persino nominare Hastar, gli uomini hanno eretto un tempio in suo onore all'interno della città di Tumbbad, divenuta così un luogo maledetto e funestato da piogge perenni. La vicenda vera e propria comincia nel 1918 e segue l'infanzia di Vinayak, depositario, assieme alla madre, del segreto di Tumbbad e mosso dal desiderio di recuperare il favoleggiato tesoro nascosto all'interno della città. Pur consapevole dell'orrore che attende chiunque cerchi di recuperare il tesoro, Vinayak è un "avido bastardo" e, crescendo, non può fare a meno di ignorare gli avvertimenti della madre e tentare di arricchirsi con la sua "eredità", con tutto ciò che ne consegue. Non starò a fare troppi spoiler, ma Tumbbad è bello per la sua natura di favola nera, di cui contiene tutti i topoi. C'è un tesoro da recuperare con astuzia, un po' come faceva Aladino, accontentandosi di poche monete per volta pena un destino orribile, e la morale di fondo invita a non essere avidi; in più, il terribile Hastar brama la farina più dell'oro e ciò offre la possibilità di poterlo ingannare con qualcosa di semplice ma indispensabile al sostentamento umano, e anche questo è un elemento tipico delle favole. L'elemento fantastico diventa metafora della storia coloniale dell'India (non a caso il film tocca tre diversi periodi storici fondamentali per l'indipendenza del Paese) e anche, più in generale, di un capitalismo che viola il ventre della madre Terra, sacrificando risorse importanti per fare la bella vita con pochi spiccioli e ammassare il resto fuori dalla portata di chi ne avrebbe davvero bisogno.


La trama "semplice" di Tumbbad è impreziosita da aspetti tecnici che farebbero impallidire le produzioni occidentali più blasonate. Al di là del fatto che la CGI possa piacere o meno, quindi l'unica cosa che avrei cambiato del film è Hastar, che ho trovato orrendo, la cura delle scenografie (con un ventre della Dea particolarmente umidiccio e realistico), dei costumi e degli effetti speciali è incredibile (l'idea che il film sia stato girato nel corso di anni, così da sfruttare i monsoni veri per ricreare la pioggia battente sulla città titolare, mi ha sconvolta). Coadiuvata da una fotografia splendida che trasforma ogni scorcio naturale, urbano o fantastico in una vista mozzafiato, la macchina da presa si lancia in inquadrature ardite e dinamiche, quindi la parte horror ambientata all'interno di sotterranei o labirintici edifici poco illuminati è sorprendente e ansiogena come pochi, perché non segue i blandi, prevedibili jump scare occidentali. Inoltre, il design delle creature è interessante e la "nonna" di Vinayak fa davvero paura, cosa che mi ha spinta a preferire la prima parte rispetto alla seconda e alla terza, più legate a un percorso di progressiva distruzione del protagonista quindi meno spaventose, salvo per un paio di sequenze da brividi. Per quanto riguarda Vinayak, l'attore Sohum Shah, anche produttore del film, è bravissimo a dare vita a un personaggio insopportabile, che causa sentimenti ambivalenti: da una parte, ci ritroviamo nostro malgrado a tifare per Vinayak e la sua avidità, mitigata da pochi sprazzi di pietoso altruismo, dall'altra lo vorremmo vedere morto in quanto perfetto rappresentante di una società fortemente maschilista, dove i padri ignorano o disprezzano i propri figli, e questi ultimi, se maschi, tendono ad ignorare le madri, voci della ragione tenute spesso all'oscuro di ciò che accade al di fuori del focolare. Ma forse questo è un punto di vista troppo occidentale per essere sensato, e lo stesso vale per la reazione sconvolta che ho avuto davanti alla colonna sonora, che per tre-quattro volte offre un riassunto cantato di ciò che sta accadendo sullo schermo, neanche ci trovassimo davanti a un musicarello. Come ho scritto all'inizio, purtroppo non conosco il cinema indiano, quindi mi stupisco per le cose più cretine, quando magari questi momenti musicali sono la norma. Comunque, è una particolarità in più che non inficia per nulla la qualità della pellicola, anzi, la rende ancora più originale e interessante, quindi vi invito a recuperare Tumbbad e guardarlo in completa fiducia! 

Rahi Anil Barve è il regista e co-sceneggiatore della pellicola, per ora al suo primo lungometraggio. Ha 45 anni e un film in uscita.



2 commenti:

  1. Di film indiani ne ho visti un po', e ho avuto anche il piacere di andare al cinema in India (il film aveva una trama elementare e su per giù si capiva lo stesso). Il cinema indiano sfoggia a volte delle produzioni destinate al mercato mondiale, più accessibili al palato occidentale (ad esempio, RRR, che è o era disponibile su Netflix) ma ha uno stile diverso per il mercato interno. Sono una costante presenza le danze e i canti dei protagonisti, grandi balli con folti gruppi stile musical americano del tempo che fu, ma con le canzoni indiane ovviamente, ecc.
    Se hai 10 minuti beccati questa scena: https://www.youtube.com/watch?v=vBWSxR6-O00
    che è nel bel mezzo di un film....

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    1. RRR era uno dei film che mi ero ripromessa di vedere ma niente, non sono ancora riuscita. Dev'essere stata un'esperienza davvero interessante andare al cinema in India... un mondo completamente diverso dal nostro!
      Purtroppo il video che hai messo non me lo dà più disponibile, mannaggia!

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