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martedì 13 agosto 2024

Trap (2024)

Spinta da un trailer accattivante, ho deciso di non perdermi Trap, l'ultima fatica del regista M. Night Shyamalan, da lui diretto e sceneggiato. Con questo post il Bollalmanacco va in vacanza per qualche giorno. Vi auguro buone vacanze, buon Ferragosto e vi do appuntamento al 20 agosto, ancora non so bene con quale film! 


Trama: Cooper, serial killer dalla doppia vita irreprensibile, accompagna la figlioletta Riley al concerto della sua cantante preferita, Lady Raven, senza sapere che l'evento è in realtà proprio una trappola per lui...


Poi dite che non voglio bene a Shyamalan. Il multisala di Savona è ancora chiuso e io sono andata persino a Genova,  con un barbatrucco che nemmeno vi sto a spiegare, per poter vedere il suo ultimo film. Ammetto che Trap non valeva lo sforzo, ma neppure mi sarei aspettata il contrario, visti gli ultimi exploit del nostro; c'è di buono che Trap, a livello di "spiegoni" e "pipponi" shyamalani è molto più vicino a The Visit che a Old o Bussano alla porta, pertanto è anche molto più simpatico e rappresenta un ottimo divertissement estivo, a patto, ovviamente, che mandiate in vacanza anche la vostra suspension of disbelief. Non si tratta di spoiler, perché già il trailer sviscera la trama: il film verte sulla figura di Cooper (pompiere e padre di famiglia amorevole durante il giorno, serial killer di notte) e sul concerto a cui porta la figlioletta, in realtà una trappola tesa dall'FBI proprio per catturarlo. Vista una simile premessa, capirete bene che, in quanto spettatori, il vostro dovere non sarà fare le pulci ai modi sciocchi e risibili in cui Cooper verrà a conoscenza del piano dell'FBI, ma accettare il gioco nella consapevolezza che, in caso contrario, il racconto non potrebbe proseguire e Cooper verrebbe arrestato dopo 10 minuti. Pertanto, dimenticatevi anche un eventuale thriller con le contropalle, con tutti gli spunti sospesi che tornano sul finale come in un rompicapo perfetto. Trap non ha queste pretese, scorre leggero e veloce più o meno fino alla fine del primo tempo, grazie ad un meccanismo per cui, nonostante Shyamalan si preoccupi di sottolineare la pericolosità e la freddezza di Cooper, lo spettatore si trova quasi costretto a "parteggiare" per lui e capire come farà a scampare ad una trappola apparentemente a prova di bomba, tra sincera ammirazione e facepalm da primato, e si impantana un po' nel secondo tempo, per un paio di motivi. Uno risiede sempre nella natura "surreale" della storia in sé, con Cooper che a un certo punto diventa più trasformista e rapido di Diabolik e un altro personaggio che arriva a godere di ogni privilegio derivante dalla faciloneria della trama, il secondo è l'inevitabile ricorso shyamalano a inutili dialoghi "filosofici" sulla natura del male, che in un contesto simile lasciano un po' il tempo che trovano. Nonostante ciò però, ribadisco, mi sono divertita e il finale è talmente foriero di grasse risate che mi ha dipinto un inaspettato sorrisone in faccia. 



Buona parte del merito va a Josh Hartnett, babbalone che non ho mai particolarmente apprezzato ma che qui si diverte come un matto. Frenandosi appena un attimo prima di entrare in zona overacting cageano, Hartnett si destreggia abilmente tra il ruolo di padre dell'anno e quello di maniaco omicida privo di rispetto per la vita umana, e alcune sue espressioni con primi piani annessi sono tra le cose migliori che potrete vedere nel film. Altri aspetti molto positivi sono, ovviamente, la regia di Shyamalan, soprattutto nella parte di film ambientata all'interno del palazzetto dello sport. Sfruttando inquadrature dinamiche, un montaggio serrato e anche un'incredibile sensibilità nel restituire l'esaltazione e la gioia di una dodicenne al suo primo concerto importante, il regista offre allo spettatore un mix di tensione positiva e negativa, di claustrofobia e un senso di assoluta libertà, in un continuo alternarsi di sensazioni contrastanti che impreziosiscono il primo atto, rendendolo il migliore del film. Mi verrebbe da essere un po' cattivella e assecondare la parte di me che considera Shyamalan un paraculo, dicendo che tanto impegno nasce dalla volontà di pompare la figlia Saleka come cantante e attrice, ma devo anche essere sincera e ammettere che la fanciulla mi ha conquistata fin dalle prime note nei titoli di testa. Saleka Shyamalan, 28 anni, non solo canta divinamente un genere che normalmente mi farebbe schifo, non solo ha una presenza scenica tale che il concerto all'interno di Trap mi verrebbe voglia di vederlo dal vivo, ma è anche di una bellezza allucinante e io mi chiedo come abbia fatto quel mostrinetto di Shyamalan a mettere al mondo due gioielli come Saleka e Ishana (e pure Shivani, che deve ancora mostare al grande pubblico, non scherza). Ma basta fare bodyshaming sul povero Shyamalan, che in Trap riesce a parlare anche di bullismo e a spezzarmi il cuore con tutto ciò che riguarda e riguarderà la vita della piccola Riley, unico motivo che mi spingerebbe a sperare in un sequel di Trap, magari tra qualche annetto. Intanto, non so se consigliarvi o meno di andare a vedere Trap al cinema, visto e considerato quanta roba interessante uscirà nelle prossime settimane; riflettendoci, tuttavia, lo ritengo un film che può aspettare tranquillamente lo streaming, anche perché credo che la prova di Hartnett sia stata un po' appiattita dal doppiaggio.


Del regista e sceneggiatore M. Night Shyamalan, che interpreta anche il membro dello staff incaricato di scegliere le fan fortunate di Lady Raven, ho già parlato QUI. Josh Hartnett (Cooper), Alison Pill (Rachel) e Hayley Mills (Dottoressa Josephine Grant) li trovate invece ai rispettivi link. 


Ariel Donoghue
, che interpreta Riley, era la Emma della serie Wolf Like Me. Se Trap vi fosse piaciuto recuperate Split. ENJOY!

10 commenti:

  1. Vabbè, Shallallero è uno dei migliori registi in circolazione e ce lo ricorda ad ogni sequenza... peccato non sia altrettanto bravo come scrittore, a volte 😅

    Alla fine mi è piaciuto, però mi è mancato quell'amore verso i personaggi che rendono il suo cinema così unico.

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    1. Io è da un po' che ho perso amore per i personaggi di Shyamalan. Qui, se non altro, la figlia del protagonista era adorabile e mi è sinceramente dispiaciuto che dovesse scoprire di avere un padre folle.

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  2. Visione discreta per un pomeriggio estivo, in effetti guardabile ma nulla di che.

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    1. Temo, in effetti, che da qui a fine anno l'avrò già dimenticato.

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  3. prima parte adorabile poi diventa la fiera dell'assurdo e non lo si regge più. Peccato, da 6 ma solo per quella prima parte strepitosa.

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    1. La prima parte, quella del concerto, è davvero spettacolare. Il resto è divertente, basta solo non cercare la coerenza a tutti i costi.

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  4. Babbalone 🤣 Comunque primo atto alla Hitchcock e ultime due alla Demme, come hai scritto il primo vince sugli altri due (che divertono comunque).

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    1. E' l'unico aggettivo che ho trovato per Hartnett, con tutto il rispetto!

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  5. No, via... anch'io voglio bene a Shyamalan e mi sono sforzato di farmi piacere ogni suo film (perfino After Earth) ma questo è francamente indifendibile: qui più che di sospensione di incredulità si deve parlare di sospensione di intelligenza (da parte dello spettatore), se la sceneggiatura l'avesse scritta con ChatGPT sarebbe venuta meglio. Ma a parte questo (si fa per dire) qui non ci sono nemmeno aspetti etici o morali che possano avviare una discussione (nemmeno Old e Bussano alla porta erano esenti da difetti ma almeno trattavano temi importanti). Non ho capito se volesse fare una parodia dei film sui serial killer (ma l'ironia proprio non ce l'ho vista) oppure, cosa più probabile, un enorme marchettone alla figlia...

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    1. Ecco, sono proprio gli aspetti etici/morali inseriti in cazzate col botto (Lady in the Water, E venne il giorno, lo stesso Old) a darmi fastidio di Shyamalan. Qui, se non altro, si diverte e basta, un po' come in The Visit, ed è lo Shyamalan che sopporto, anche se spererei tornasse ai vecchi fasti, prima di abbandonare definitivamente la macchina da presa.

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