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lunedì 13 febbraio 2012

Per favore, non mordermi sul collo (1967)

E’ venuto il momento di recensire qualcosa di vintage e leggermente atipico. Nella fattispecie, oggi si parlerà di Per favore, non mordermi sul collo (The Fearless Vampire Killers, or: Pardon me, But Your Teeth Are in My Neck), diretto nel 1967 dal regista Roman Polanski.


Trama: un eminente studioso e il suo aiutante raggiungono un villaggio transilvano per cercare le prove dell’esistenza di vampiri. Purtroppo, saranno questi ultimi a trovare loro…


Come ho detto, Per favore, non mordermi sul collo è un film atipico. È una parodia degli horror della Hammer, di quei bei filmoni in costume con l’affascinante quanto decadente vampiro, ma non è come quelle “alla Mel Brooks”, per intenderci. Si ride un po’ a denti stretti per delle gag abbastanza naif e tutte (o quasi) giocate sul rapporto tra il professore, vecchio e rincoglionito, e il suo assistente, giovine e di buon cuore ma assolutamente incapace a fare alcunché; si ride a tratti per le azioni da vecchio satiro (per non dire porco) del laido Shagall e per la strada che gli fa fare a calci il gobbo Koukol, o per l’approccio del figlio del conte, che cerca di concupire in vestaglia il povero Alfred. Personalmente, però, non ho mai ricordato Per favore, non mordermi sul collo per le sue gag, quanto per la bellezza della messinscena, per la particolare fotografia e per i colori.


Quel che salta subito all’occhio è quel meraviglioso rosso dei capelli di Sharon Tate, un colore che neppure il tempo può appannare e che verrà ripreso nel sontuoso abito indossato durante le splendide e ricchissime riprese del ballo finale. Un colore che ricorda il sangue, il peccato e l’amore, quello tenero e disperato del povero Alfred che, da piccolo e goffo aiutante, cercherà di trasformarsi in prode cavaliere per la bella Sarah, pagandone le conseguenze in un finale decisamente cinico e beffardo (anche se mai quanto la realtà dell’orribile destino toccato alla vera love story tra l’attrice e il regista, di cui parlerò nel solito post scriptum finale). La seconda cosa che rimane impressa del film è l’abbondanza di dettagli che arricchiscono le scenografie, dal castello del Conte con l’immensa biblioteca e i suoi labirintici passaggi segreti alla pur piccola locanda di Shagal, senza dimenticare le riprese esterne, dove il bianco abbacinante della neve la fa da padrone, a prescindere che sia notte o giorno. La terza cosa è la particolarissima colonna sonora, che rimane in testa a lungo con i suoi toni macabri e lamentosi a scandire la vicenda fin dai titoli di testa, dove il leone della MGM si trasforma in un vampiro stilizzato e una solitaria goccia di sangue si insinua tra i macabri credits. Ed è forse questa cura autoriale nella realizzazione del film la cosa più ironica di tutte, quella che più colpisce, quando ci accorgiamo che lo sfigatello (e un po’ rattiforme!) Alfred altri non è se non quel Roman Polanski destinato a diventare uno dei più grandi autori del nostro tempo. E questa, forse, è la gag più riuscita di un film da vedere e riscoprire.


Di Roman Polanski, qui nel triplo ruolo di regista, sceneggiatore ed interprete del goffo Alfred, ho già parlato qua.

Jack MacGowran (vero nome John Joseph McGowran) interpreta il Professor Abronsius. Caratterista irlandese che aveva già collaborato con Polanski l’anno prima in Cul – de - sac, ha partecipato a film come il mitico Darby O’Gill e il re dei folletti e L’esorcista. E’ morto di influenza nel 1973, all’età di 54 anni.


Ferdy Mayne (vero nome Ferdinand Philip Mayer – Horckel) interpreta il Conte von Krolock. Attore tedesco dalla filmografia sterminata, collaborerà di nuovo con Polanski nel 1986 per il film Pirati. Ha partecipato anche a Ben – Hur, Il nostro agente all’Avana, Barry Lyndon, La vendetta della pantera rosa, Conan il distruttore, Howling II – l’ululato e persino a un episodio della serie Dynasty. Afflitto dal morbo di Parkinson, è morto nel 1998 all’età di 81 anni.


Come ho già avuto modo di accennare, l’amore tra Roman Polanski e l’attrice Sharon Tate, che interpreta Sarah, è nato proprio con questo film. I due si sono sposati l’anno successivo all’uscita di Per favore non mordermi sul collo, ma nel 1969 l’attrice è stata travolta da un’orrenda realtà che ha superato di gran lunga la più becera delle fantasie, finendo vittima della follia omicida di alcuni membri della “famiglia” Manson, assieme al figlio che portava in grembo e ad altri amici che hanno avuto la sfortuna di trovarsi con lei in quel momento. Polanski, per la cronaca, si è salvato solo perché era in Inghilterra a concludere le riprese di un film che parlava proprio di sette sataniche, lo splendido Rosemary’s Baby. Per scrollarsi di dosso il pensiero di una simile bruttura, se vi fosse piaciuto Per favore non mordermi sul collo vi consiglio la visione di La piccola bottega degli orrori e Il clan del terrore. ENJOY!

6 commenti:

  1. Io amo questo film con tutta me stessa. Esagero arrivando a dire che è forse il più bel film di vampiri di sempre.
    E vabbè, parliamo di Polanski, anche se molto giovane, era già un grandissimo.
    E hai ragione quando sottolinei la cura enorme per ogni dettaglio, la fotografia suntuosa, le scenografie perfette e la musica.
    Bellissimo. Anzi, adesso me lo rivedo :D

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    1. Preferisco altri film vampirici, per esempio io sono innamorata del Dracula di Coppola, che è una tamarrata paurosa XD
      Comunque rivederlo ogni tanto è sempre un piacere!!

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  2. Pellicola gustosissima,ironica,una delizia per gli occhi.Dovrei recuperarla,va!

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  3. Già mi incuriosiva, vuoi per Polanski o per i vampiri, anche se visti sotto una luce ironica. Ma poco conta, l'importante è che sia goticheggiante :)
    Grazie Erica, ora che ne hai parlato me lo recupero! :D

    Vincent

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    1. Se non l'hai mai fatto, direi che è giunta l'ora *__^
      Secondo me ti piacerà un sacco, poi fammi sapere!!!

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