Pagine

martedì 14 febbraio 2017

The Lobster (2015)

L'avevo perso all'epoca, probabilmente a causa della mala distribución, ma in virtù della sua candidatura all'Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale ho deciso di recuperare The Lobster, diretto e co-sceneggiato nel 2015 dal regista Yorgos Lanthimos. Tra l'altro oggi è San Valentino, quindi casca proprio a fagIUolo!


Trama: in una società nella quale è obbligatorio avere un compagno di vita, David si ritrova all'improvviso solo e, per legge, viene rinchiuso in un hotel dove avrà solo quarantacinque giorni per trovare l'anima gemella, pena la trasformazione in animale.



Di The Lobster ne avevo leggiucchiate (non dico lette visto che non lo faccio mai con le recensioni di film che devo ancora vedere...) di cotte e di crude: chi lo salutava come un capolavoro, chi come un abominio, chi come una roba completamente fuori di testa. Personalmente, tendo a sposare l'ultimo giudizio, ché la distopia raccontata da Yorgos Lanthimos può tranquillamente battere il cinque alle sue "cugine" più famose, sia in termini di assurdità che in termini di angoscia per lo spettatore. La società descritta nel film prevede, come già accennato nella trama sopra, l'"accoppiamento" coatto, ovvero la totale interdipendenza tra due individui (non necessariamente uomo e donna, anche se le dimostrazioni date sul palco dell'hotel si riferiscono esclusivamente alle coppie eterosessuali) uniti non tanto in base ad interessi comuni e un sentimento costruito nel tempo quanto piuttosto in base a difetti fisici/mentali condivisi. Chi, nel corso della vita, non riesce a trovare un compagno, viene lasciato oppure rimane vedovo, è costretto a passare in un hotel quarantacinque giorni, alla fine dei quali il mancato fidanzamento con un'altra persona porta automaticamente a venire trasformato in un animale a scelta (e meno male, almeno scegliere che bestia essere!!). Se già questa costrizione seguita da una punizione è di per sé terribile e svilisce il sentimento d'amore, ciò che fa ancora più specie è l'idea che i "ribelli", ovvero i cosiddetti solitari che vivono nei boschi per evitare di venire trasformati in animali, rifuggano di conseguenza qualsiasi tipo di interazione sentimentale, infliggendo punizioni corporali terrificanti a chi è tanto "debole" da soccombere ad un sentimento libero e puro. Insomma, nel mondo di The Lobster non esiste libertà e, ancor peggio, non esistono emozioni, buone o cattive che siano, perché tutto viene inghiottito da una coltre di freddo autoritarismo, provocato ovviamente da due diversi tipi di terrore. Queste paure, per inciso, sono le stesse che ritroviamo nella nostra società e che qui vengono portate all'estremo: la paura di rimanere soli, che spesso porta ad unirsi a persone con le quali non si ha nulla a che spartire (e se ci sono problemi, mettiamo al mondo un figlio che li risolve, come ironicamente sottolineato nel film), contro la paura di rimanere "ingabbiati" o di perdere la propria individualità, che porta invece a rifiutare un impegno più "serio" con gli altri.


Riflettendo su questo, The Lobster diventa un film ancora più angosciante, che non offre consolazione alcuna allo spettatore, né prima né durante il finale, di una tristezza invereconda. Il disagio psicologico dato dal film viene ulteriormente accentuato dall'utilizzo di immagini particolarmente crude (cosa che mi porta a sconsigliare The Lobster a chiunque patisca la violenza sugli animali, per quanto off screen, anche perché il risultato della stessa, mi duole dirlo, si vede benissimo) legate a quelli che, in definitiva, non sono altro che omicidi: chi non è in grado di trovare l'anima gemella è costretto a perdere la capacità di provare esperienze "umane", come guardare film o leggere libri, e a diventare predatore quando va bene (a rischio però di finire in gabbia) o preda quando va male, possibile nutrimento di chi cammina ancora a due zampe. L'atmosfera cupa della pellicola viene sottolineata dall'uso di una fotografia scura e di scenografie claustrofobiche, con le vicende ambientate principalmente all'interno dell'hotel e dei boschi che circondano la città, mentre i tempi narrativi vengono dilatati all'infinito, al punto che il film forse funziona più nella prima parte che nella seconda, tirata per le lunghe e meno coerente dal punto di vista della sceneggiatura. Bravissimi gli attori coinvolti, a partire da un imbolsito Colin Farrell che sembra proprio un medioman privo di qualsiasi attrattiva, per arrivare alla bella e freddissima Léa Seydoux, cuore solitario se mai ce n'è stato uno e capace di decretare il destino dei suoi sottoposti con un unico, raggelante sguardo. The Lobster è il primo film di Yorgos Lanthimos che mi capita di vedere e mi è piaciuto molto, al punto che probabilmente ora recupererò altre pellicole del regista, eppure non è un film che mi sento di consigliare a cuor leggero, soprattutto a spettatori "occasionali", in quanto troppo autoriale e, diciamolo senza ipocrisia, deprimente. Detto questo, io al momento sono felicemente fidanzata ma se dovessi ritrovarmi single spero che qualcuno mi trasformi in gatto. O in un bradipo, altro che aragosta.


Di Colin Farrell (David), Olivia Colman (La manager dell'hotel), John C. Reilly (l'uomo con la zeppola), Léa Seydoux (Capo dei solitari), Michael Smiley (Solitario nuotatore), Rachel Weisz (Donna miope) e Ben Whishaw (Uomo zoppo) ho già parlato ai rispettivi link.

Yorgos Lanthimos è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Greco, ha diretto film come Kynodontas e Alps. Anche produttore e attore, ha 44 anni e tre film in uscita.


Se The Lobster vi fosse piaciuto recuperate The Eternal Sunshine of the Spotless Mind (il titolo italiano, lo sapete, non esiste) e Lei. ENJOY!

24 commenti:

  1. Di Lanthimos non ho visto altri film a parte questo, che ho trovato molto, molto, forte, una metafora ardita, che solo cineasti come Bunuel o Jodorowsky avrebbero potuto pensare di realizzare. Concordo con te sul fatto che non sia un film da consigliare a chiunque ... quanto a che animale vorrei essere trasformato, direi che non è difficile capirlo :)
    p.s.
    Geniale parlare di questo film a San Valentino :)))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahaha è cascato a fagiolo, davvero. Mi spiace solo non avere avuto tempo quest'anno di stilare la solita, ironica classifica a tema!! :P

      Elimina
  2. "The lobster si frega con le sue stesse mani, volendo stupire ad ogni fotogramma, cercando di mettere a nudo istinti a noi sconosciuti, o meccanizzando natura, impulsi e inclinazioni cui normalmente diamo un peso relativo"
    Io l'ho visto subito dopo Mr. Nobody.. volevo un po strafare anch'io... ahahah

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti eri fatto una seratina leggera a quanto vedo!! Comunque a mio avviso non tutti danno un peso relativo a quel tipo di impulsi... mah! :)

      Elimina
  3. Proprio l'ideale per San Valentino XD
    Ne avevo sentito parlare, ero interessata, ma ho sempre rimandato la visione.
    In caso si può scegliere tirannosauro?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so se valgono gli animali estinti ma si può sempre chiedere a Lanthimos. Chissà, magari per San Valentino diventa più buono :)

      Elimina
  4. L'idea super intrigante, ma il film è così esagerato e pretenzioso, che per me finisce per essere insulso.
    Ma ti possono succedere cose brutte a dare questo genere di opinioni XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente MAI esprimerti in tal senso! Rischi di venire chiusa in un hotel per blogger e trasformata in un'oloturia! :P
      Scherzi a parte, posso capire il giudizio, per carità: mi sembra uno di quei film che o si amano o si odiano.

      Elimina
  5. Angosciante, straniante ma davvero bello ;)

    RispondiElimina
  6. Devo ancora recuperarlo anche io... piano piano ci arrivo :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Con calma! Mica hai le aragoste che ti corrono dietro, no? :P

      Elimina
  7. Per me è un grandissimo film, al pari dei precedenti "Kynodontas" e "Alps"... una metafora straziante ma che sconvolge di brutto, senza ruffianismi nè colpi ad effetto. E' vero, ci sono scene di una violenza quasi insostenibile (al momento della morte del cane ricordo che alcuni spettatori abbandonarono la sala) eppure nessuna gratuita. Riguardo il finale, però, io credo che possa considerarsi aperto... o almeno provo ad essere un minimo ottimista! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non lo so, sarà che l'ottimismo mi è parso inesistente all'interno del film ma...


      SPOILER




      Cioé, alla fine lui si acceca anche perché altrimenti come coppia avrebbero destato sospetti, no? Per carità, così staranno assieme finché non li sgameranno ma a che prezzo? Troppo triste come cosa...

      Elimina
  8. Mi accodo al giudizio di Kris Kelvin e dico che anche per me è stato un grandissimo film, davvero disturbante tra l'altro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sull'ultimo punto siamo d'accordo. Sul grandissimo film ho delle riserve: mi è piaciuto molto ma sinceramente non lo riguarderei, troppo sfilacciato a tratti.

      Elimina
  9. Lanthimos è tosto, anch'io non l'ho ancora visto e devo trovare il mood giusto.
    Sono sicuro, comunque, che mi colpirà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono abbastanza sicura anche io... chissà se in positivo o negativo :P

      Elimina
  10. Sai penso che Lobster sia stato molto sottovalutato alla sua uscita. Colpisce dentro!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo è stato soprattutto mal distribuito, come al solito! :(

      Elimina
  11. Un film molto interessante, anche per me fu il primo film di Lanthimos.
    Ma il suo vero capolavoro è "Dogtooth" (ovvero Kynodontas), recuperalo subito! :)

    RispondiElimina