Pagine

venerdì 8 giugno 2018

2001: Odissea nello spazio (1968)

Martedì sera sono andata al cinema di Savona in occasione del restauro e della riedizione di 2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey), diretto nel 1968 da Stanley Kubrick e sceneggiato dal regista assieme allo scrittore Arthur C. Clarke, che ne ha fatto uscire un romanzo uscito praticamente in contemporanea col film. Segue post da Non Competente Amante del Cinema.


Trama: una spedizione di astronauti trova sulla Luna un misterioso monolite nero. Mesi dopo, un'altra spedizione viene inviata su Giove per svelarne i segreti...



E' arrivato il momento di ammettere anche sulle pagine di questo blog un fatto assai scandaloso: non avevo MAI visto 2001: Odissea nello spazio prima di martedì. Un po' perché ai tempi delle superiori chi lo aveva visto a scuola ne era rimasto annichilito, e non in senso buono, un po' perché nello stesso periodo mi era capitato di vedere l'intera sequenza di apertura, L'alba dell'uomo, in TV e di aver cambiato canale pensando "Ussignur, che strazio...", un po' perché comunque dura quasi tre ore e non sono mai riuscita a fare lo sforzo di volontà, sta di fatto che alla veneranda età di 37 anni ho preso la macchina e sono andata a Savona, mi sono infilata in una sala di sole 20 persone e, agitata come poche volte al cinema, mi sono accinta alla visione. Come faccio spesso per capolavori universalmente apprezzati, incensati, sviscerati e criticati, non starò a scrivere un post dove tenterò di spiegare la poetica Kubrickiana o il significato dell'intera opera (anche perché ovviamente ci ho capito ben poco), ma mi limiterò a parlare delle sensazioni provate guardando 2001: Odissea nello spazio. Tra le quali elencherò anche il sonno, siete avvertiti, perché sono una persona ORRIBILE. Dunque, la prima cosa che mi ha colpita di 2001: Odissea nello spazio è la freschezza incredibile degli effetti speciali (non a caso celebrati con un Oscar), che non hanno nulla da invidiare a quelli odierni e talvolta li surclassano brutalmente, alla faccia della computer graphic. Le astronavi, sia all'interno che all'esterno, sembrano vere, gli ambienti rotanti sono geniali e suggestivi, le sequenze che mostrano i pianeti dall'alto, per non parlare di quella che precede il passaggio nel wormhole, esempio di perfetta simmetria, sono mozzafiato ed esaltano per la loro bellezza insuperata. Finalmente ho capito perché 2001: Odissea nello spazio è un film praticamente senza dialoghi, visto che le immagini riescono a parlare da sole e ad ipnotizzare lo spettatore, guidandolo attraverso una miriade di sensazioni diverse e portandolo ad empatizzare con personaggi e creature che più diverse tra loro non si potrebbe. Non è scontato, infatti, seguire con partecipazione le vicende degli uomini primitivi all'inizio, arrivando a provare la loro stessa terrorizzata fascinazione per l'inquietantissimo monolite nero che giunge a sconvolgere il loro mondo per poi testimoniare con rassegnata tristezza la comparsa della prima arma usata consapevolmente per uccidere i propri simili... né è scontato provare sentimenti contrastanti per un robot.


In 37 anni non ho vissuto sotto una campana di vetro e, tra citazioni, omaggi (a proposito, non odiatemi se per buona parte del film ho pensato a Homer che mangia ciambelle a gravità zero sulle note di Strauss), letture e quant'altro mi si è ghiacciato subito il sangue nelle vene davanti all'occhio rosso di Hal-9000, insidioso ed apparentemente onnisciente, oppure ascoltando la sua voce suadente e innaturalmente calma, perfetta anche nel doppiaggio italiano. Per questo, il respiro concitato dei due astronauti nella seconda parte del film, persi nel silenzio dello spazio siderale, ha rischiato di bloccare il mio nel petto nemmeno stessi guardando un horror. Ho odiato Hal-9000, come Dave ne ho avuto paura, eppure, come a lui, anche a me si è stretto un po' il cuore quando ho visto spegnersi a poco a poco una creatura così complessa e in qualche modo umana, con quelle implorazioni sempre più tristi e quel girogirotondo sempre più lento, nemmeno Dave stesse sopprimendo un suo simile. Poi, ovviamente, sensazioni "semplici" come queste e la consapevolezza di avere davanti delle immagini splendide, frutto di genio registico puro e di un perfezionismo ineguagliato, sono tutto ciò che la mia mente caprina ha potuto ricavare dalla visione di 2001: Odissea nello spazio, ché ovviamente non ci ho capito una mazza. Le parole di Arthur C. Clarke mi confortano, tuttavia, perché un giorno lo scrittore ha detto " If you understand '2001' completely, we failed. We wanted to raise far more questions than we answered". Tranquillo, Arthur, con me non hai fallito. Quel finale psichedelico io l'ho vissuto come una rinascita di Dave, evolutosi fino a raggiungere una natura "aliena" e diventare una sorta di silenzioso guardiano della Terra, fuori dallo spazio e del tempo, ma non avendo letto il romanzo di Clarke né i suoi seguiti potrei sbagliare in pieno e aggiungo anche un po' chissenefrega visto che 2001: Odissea nello spazio non è nato per essere compreso in toto, bensì per essere vissuto.


E io l'ho vissuto, eh. Mi sono immedesimata tanto che, durante la sequenza finale, ho fatto come gli hippy negli anni '60 e me la sono viaggiata, tantissimo, assecondando il desiderio del mio cervello di assopirsi dopo una visione comunque provante a seguito di lavoro, faccende casalinghe da sbrigare, ciclo, mancanza di qualcuno con cui scambiare due parole meravigliate durante il film e ora tarda. Mi tocca ammettere pubblicamente che, probabilmente, rivedrò 2001: Odissea nello spazio solo se e quando lo ridaranno al cinema, ché un film simile visto a casa per me è impossibile da guardare non solo perché le immagini girate da Kubrick rendono soprattutto sullo schermo di una sala cinematografica, ma anche perché una visione casalinga significherebbe dormire dall'inizio alla fine. 2001: Odissea nello spazio, con tutta la sua bellezza, non mi ha infatti folgorata come accadde ai tempi di Arancia meccanica, non mi ha sconvolta come Full Metal Jacket, non mi ha terrorizzata come Shining né mi ha affascinata come Barry Lyndon, solo per citare i miei film preferiti tra quelli girati da Kubrick, forse anche perché la fantascienza, lo ripeto, non è il mio genere. Tuttavia, sono felice di avere finalmente superato questo "scoglio" e di averlo fatto nel migliore dei modi, come fossi uscita di casa nel 1968, emozionata all'idea di andare al cinema come mi succede solo quando esce un nuovo film di Tarantino; nel bene o nel male, la visione di 2001: Odissea nello spazio, film moderno, bellissimo, fresco e ancora in grado di far discutere ed emozionare pur con i suoi 50 anni sul groppone, diventerà un ricordo indelebile e nell'anno domini 2018 queste sensazioni non hanno prezzo!


Del regista e co-sceneggiatore Stanley Kubrick ho già parlato QUI.

Keir Dullea interpreta il Dr. Dave Bowman. Americano, ha partecipato a film come Black Christmas (Un Natale rosso sangue), 2010 - L'anno del contatto e a serie quali La signora in giallo. Ha 82 anni e un film in uscita.


Nel film compare la figlia di Stanley Kubrick, Vivian, nei panni della figlia di Floyd. Stanley Kubrick, dopo aver visto Astroboy, avrebbe voluto che Osamu Tezuka collaborasse al film per quanto riguarda l'impostazione artistica generale, ma il mangaka ha dovuto rinunciare a causa delle difficoltà di trasferimento dal Giappone all'Inghilterra. Nel 1984 è uscito il film 2010 - L'anno del contatto, il sequel ufficiale di 2001: Odissea nello spazio ma gli unici attori a tornare sono stati Keir Dullea e Douglas Rain, la voce di HAL-9000. Se 2001: Odissea nello spazio vi fosse piaciuto potete recuperarlo e magari aggiungere Moon, Arrival e Interstellar. ENJOY!


31 commenti:

  1. E' un film immenso, non c'è altro da dire ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci sarebbe molto altro da dire ma... per il mio blog questo basta e avanza :)

      Elimina
    2. beh, l'ho detto così nello spazio piccolo e angusto dei mex che sono limitati, ma il mio immenso voleva dire infinite parole te lo assicuro io Bollicina :*

      Elimina
  2. Mi è piaciuta molto l'onestà e la franchezza con cui ne hai parlato. Ne parlerò anch'io a breve, avendolo rivisto al cinema (per me non era la prima volta ma la...boh?) ed essendo ovviamente nella top three della nostra classifica dei migliori film di fantascienza.
    Hai detto bene: non è un film che va capito, va vissuto, e in questo sta a mio avviso la sua grandezza.
    È uno dei film più copiati della storia del cinema (o comunque che più ha ispirato altri film) ma questa lezione, che è poi quella principale, in molti ancora faticano a comprenderla...
    Ciao
    Vincenzo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Era l'unico modo in cui mi sentivo di farlo visto che ci hanno già speso fiumi di parole gente mooolto più competente di me :)

      Elimina
  3. Faccio una confessione...non l'ho mai finito...mi sono sempre addormentata prima...sono una bruttissima persona

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tranquilla, non sei una brutta persona. Sul finale sono partita anche io per Giove e ho dovuto pizzicarmi per tornare desta! XD

      Elimina
  4. L'avrò visto almeno una ventina di volte, ma al cinema è davvero un altro film, un'esperienza irrinunciabile...
    Detto questo posso proporti un'altra "sfida"? Se un giorno ti proverai a vedere "Solaris" di Tarkovskij (il film che dà il titolo al mio blog) ne sarei felice e ne potremmo parlare. Sai perchè te lo dico? Perchè all'epoca "Solaris" venne lanciato come "la risposta sovietica a 2001: odissea nello spazio", anche se i due film non potrebbero essere più diversi. Si può dire che "2001" sia, a suo modo, l'unico film "ottimista" (o meno pessimista) di Kubrick: quel monolite nero e quel feto astrale che guardano la Terra dall'alto sembrano dirci che ci sarà sempre un'entità (religiosa o atea, Dio o la Forza, a seconda di ciò che uno crede) che vigilerà sempre su di noi e ci preserverà dalla stupidità umana. Mentre invece Tarkovskij... magari ne riparliamo! ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Accolgo la sfida e la inserisco nei prossimi On Demand, Solaris è un altro caposaldo che mi manca.
      Detto questo, ho letto che in realtà l'idea iniziale era quella di far detonare le bombe atomiche che si vedono all'inizio, in orbita attorno alla terra, proprio per mano del "bimbo dello spazio" quindi l'ottimismo (se c'è) è arrivato in corso d'opera...

      Elimina
    2. ... tutto può essere! :D ad ogni modo ha sempre ragione Kubrick: è un'esperienza visiva dove ognuno può vederci quello che vuole. Appuntamento con "Solaris", allora: quando sarà... ne parliamo!

      Elimina
    3. Volentieri!
      Cercherò di sbrigarmi :P

      Elimina
  5. Apprezzo anche io molto la tua onestà nell'ammettere quello che sono i tuoi (nostri) limiti nel comprendere quest'opera, troppo spesso di fronte a tanti capolavori il pubblico cerca di ostentare sicurezza quando in realtà non ci ha capito una mazza.
    Lo vidi qualche anno fa in un passaggio televisivo, condivido ogni tuo pensieri e ammetto che non so se avrei il coraggio di rivederlo, non è un film per tutti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ostentare sicurezza lo trovo inutile e dannoso: non ho una testata giornalistica né lavoro come cVitica ma sono solo una strepponazza con un blog e se non dicessi la verità almeno in uno spazietto tutto mio sarei veramente una brutta persona :PP

      Detto questo, ti consiglio di dargli una chance qualora dovesse nuovamente venire riproposto al cinema, è un'esperienza da fare!

      Elimina
  6. Mi sa che devo decidermi a dare un'altra chance a questa pellicola... ci avevo provato a metà anni 2000 perché non esisteva che ancora non avessi visto questa pietra miliare ma ho stoppato quasi all'inizio perché non mi aveva proprio preso, quasi annoiato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti capisco. Ribadisco, il momento scimmia mi aveva uccisa ai tempi del liceo. Stavolta invece mi ha presa un sacco. I tempi cambiano, cambiamo noi e anche i nostri gusti, per fortuna :)

      Elimina
  7. Mi sarebbe piaciuto vederlo al cinema, tuttavia rimarrà personalmente e per sempre un capolavoro ineguagliabile ugualmente anche avendolo visto solo in tv ;)

    RispondiElimina
  8. La durata siderale penso che sia per permettere a noi spettatori di farci mille domande, cercare di dare qualche spiegazione e infine abbandonarci alla visione senza chiedere nessun significato, neanche i dialoghi servono più alla fine.
    Peccato essermi perso questa proiezione, ma con le varie scene piene di silenzi infiniti non c'è il rischio che al cinema ci si lasci disturbare dai presenti in sala? La visione a casa ha i problemi che hai indicato tu, io non sono riuscito a vederlo se non facendo varie pause.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti assicuro che in sala c'era un silenzio spettrale, nessuno osava fiatare :)

      Elimina
  9. Mai visto neanche io, e l'ho anche perso al cinema.
    La verità? Temo, come qualche coraggioso ha ammesso, di non resistere...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. C'è il rischio, obiettivamente. Ma almeno una volta nella vita bisogna provare :)

      Elimina
  10. Sono una brutta persona anch'io, perché visto ai tempi del liceo con la compagnia sbagliata, ho finito per ridere di certi scimmioni e di certa natura filtrata e ovviamente per annoiarmi a volontà.
    Fortuna che ho rimediato, e visto su grande schermo, con un'emozione e un'aspettativa diversa, mi sono lasciata incantare e cullare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh ma io sono dell'idea che certi film mostrati in classe alle superiori (qualcuno ha detto Albero degli zoccoli?) implichino l'odio perpetuo per l'opera in questione, anche perché non tutti poi diventano "cinefili" e hanno voglia di riprovare...

      Elimina
  11. Un film immenso, che ho visto non so quante volte - anche al Cinema - e ho sempre ritenuto IL film.
    Ottimo recupero. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per quel che mi riguarda probabilmente non lo riguarderò più ma sono contenta di averlo fatto almeno una volta nella vita :)

      Elimina
  12. Anche io "non avevo MAI visto 2001: Odissea nello spazio". Un mesetto fa ho cercato di colmare la lacuna ma mi sono addormentato dopo mezz'ora. La scorsa settimana ho ripreso il film da dove ero rimasto ma mi sono nuovamente addormentato. Però a questo punto credo che sia colpa del divano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Troppo comodo 'sto divano u__U
      Scherzi a parte, io ormai mi addormento anche sulla sedia scomoda ma questa per me è vecchiaia T__T

      Elimina
  13. Dopo questo cultissimo di Kubrick non puoi farti mancare "Solaris", anche quello da affrontare con calma perchè è lungo e lento e tanto "russo" (leggi rischio di appisolamento). Ma vale quanto "Odissea 2001"e anche questo va vissuto più che indagato. È un'esperienza. Soprattutto lascia stare il remake con Clooney. Vedi Tarkovskij

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No beh il remake con George non lo consideravo nemmeno. Solaris comunque è in uno dei prossimi on demand... magari quando fa più fresco, che ora come ora il rischio appisolamento ce l'ho persino guardando i cartoni animati!

      Elimina
  14. Io credo che 2001 molti non lo abbiano mai visto e non è che sia un sacrilegio. Semplicemente c'è un tempo e un luogo per ogni cosa. Tanto per dire io lo vedo sempre la "prima volta", perchè negli anni (e non è sicuramente un appuntamento annuale quello con questo classico) io cambio e così la percezione che ho del film (ma questo capita con tutti i Kubrick da "Orizzonti di Gloria" in poi). Ad ogni modo "2001: Odissea nello spazio" più che un film che cerca di dare risposte allo spettatore, in realtà gli rivolge domande per tutta la sua durata, ed è questa la sua grandezza, ed è questa la sua forza che lo ha reso inossidabile allo scorrere del tempo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ed è per questo che cambia ad ogni visione. Più che altro, secondo me ad una certa età non hai voglia di rispondere a determinate domande, crescendo ovviamente ti doti di una sensibilità diversa.

      Elimina