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domenica 26 agosto 2018

I Kill Giants (2017)

E' approdato direttamente su Netflix, proprio poche settimane fa, il film I Kill Giants, diretto nel 2017 dal regista Anders Walter e tratto dal fumetto omonimo di Joe Kelly e Ken Niimura.


Trama: Barbara è una ragazzina schiva e peculiare, con una particolarità. E' l'unico essere umano consapevole dell'esistenza dei giganti, che cerca di combattere con tutte le forze con l'ausilio della sua arma, la potente Koveleski.



Bestia strana questo I Kill Giants, soprattutto per chi non dovesse avere letto il fumetto omonimo, che vi direi di recuperare perché bellissimo. Dico così perché non è così facile ascriverlo a un genere, né probabilmente rimanerne folgorati come dal fumetto, benché a me sia piaciuto (e mi è sembrato che anche il Bolluomo abbia gradito). Siccome mi sono gingillata un po' sul post e stentavo a trovare l'ispirazione, come spesso accade durante le vacanze quando sono fuori allenamento, ho deciso di rileggere il fumetto per "sbloccarmi" e ho più o meno capito ora cosa c'è che "non va", in senso lato, nel film di Anders Walter. L'opera di Kelly e Niimura è feroce, arrabbiata e si consuma in poco tempo catturando il lettore che non riesce a posare il volumetto; benché i dialoghi siano simili, praticamente identici a quelli uditi nel film e gli eventi si susseguano allo stesso modo, la forza di I Kill Giants sta nella commistione tra questi dialoghi e il segno nervoso, quasi un po' underground, di Niimura, che restituisce al lettore l'idea di un mondo fantastico (e anche spaventoso) presente appena sotto la superficie di una realtà violenta, triste, inadatta a una bambina delle elementari qual è la Barbara del fumetto. La pellicola di Walter, invece, pare bearsi della costruzione di un limbo poetico e si concentra sulle trappole che Barbara costruisce per fermare i giganti, convogliando l'attenzione dello spettatore più verso l'effettiva esistenza degli stessi piuttosto che sul dramma umano di una ragazzina adolescente assai difficile, con la quale non è scontato immedesimarsi. Il sangue che scorre nell'I Kill Giants cinematografico è quello di rituali colorati ed accattivanti, in odore di Harry Potter, mentre nel fumetto le persone si fanno male davvero e c'è tutta la frustrazione di una ragazzina che preferisce rifugiarsi in un mondo di fantasia per non pensare alle nocche di una bulla fuori di testa, degno completamento di una vita fatta di abbandono, morte, inadeguatezza sociale, la difficoltà di integrarsi coi propri coetanei unita al desiderio di lasciare da parte Giganti e martelli magici per potersi abbandonare, anche solo una volta, alla stupidità di fatine e boyband.


L'opera di Walter si "perde", in effetti, focalizzandosi sull'aspetto visivo dell'opera, com'è proprio del mezzo cinematografico: la fotografia patinata, i colori, i costumi e la colonna sonora "ammorbidiscono" il grezzo mondo di fantasia creato da Kelly e Niimura, dilatando il tempo a dismisura quando invece, a mio avviso, le sconvolgenti emozioni della protagonista (la quale, in soldoni, ha problemi psichici abbastanza evidenti, benché comprensibili) avrebbero abbisognato di un trattamento più "cupo" e incisivo, meno malinconico. Dove il film arriva a cogliere nel segno è sul finale, zeppo di momenti tra lo spettacolare/catartico e il devastante per il povero cuore dello spettatore, il quale viene colpito da tutta la disperata ineluttabilità della situazione di Barbara, già presente nel fumetto. Il risultato dell'operazione è dunque un film più assimilabile al mondo dello young adult che dei comics, molto ben realizzato dal punto di vista della confezione, con degli effetti speciali poco invasivi e contenuti così da rendere al meglio la battaglia finale tra Barbara e il Titano, ottimamente recitato da una coppia di giovani attrici assai brave e molto carine (in effetti, anche troppo: Barbara nel fumetto è un piccolo mostrino, la Wolfe invece, alla faccia degli occhialoni, è di una bellezza disarmante), adatto sia a un pubblico adulto che a quello formato da spettatori più giovani, benché visti i temi trattati non lascerei i  bambini soli davanti allo schermo. Come avrete capito, mi sarei aspettata molto di più da questo film, non abbastanza incisivo da lasciare il segno come la sua controparte cartacea ma forse, e dico solo forse, guardandolo con occhi "vergini" potreste anche innamorarvene o comunque ritenerlo superiore alla media dei film che mensilmente vengono propinati su Netflix. Per me sicuramente supera la sufficienza, però continuo a preferire un approccio più tosto, nonostante già così il pericolo per lo spettatore di annegare nelle proprie lacrime sia altissimo.


Di Zoe Saldana (Mrs Mollé), Imogen Poots (Karen) e Jennifer Ehle (la madre di Barbara) ho già parlato QUI.

Anders Walter è il regista della pellicola, al suo primo lungometraggio (il corto Helium gli è valso l'Oscar nel 2013). Danese, anche sceneggiatore, ha 40 anni.


Madison Wolfe interpreta Barbara. Americana, ha partecipato a film come La stirpe del male, L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo, Joy, The Conjuring - Il caso Enfield e a serie quali True Detective e Scream: The TV Series. Ha 16 anni.


Se I Kill Giants vi fosse piaciuto consiglierei il recupero del fumetto, edito da Bao, e poi aggiungerei Sette minuti dopo la mezzanotte. ENJOY!


13 commenti:

  1. Visto tempo fa,non mi ha convinto.Sembra un pò indeciso su che direzione prendere,ed alla fine lascia un pò a bocca asciutta.Di tutt'altra pasta sette minuti dopo la mezzanotte,quello sì un bel film con i controca**i.

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    1. Sette minuti dopo la mezzanotte rientra nel novero dei film che non guarderò mai più nella vita, pena la morte per pianti inconsulti T__T

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  2. Questo film voglio davvero vederlo... continua a dirmi "guardami"!
    Spero di non rimanerci male. ;p

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    1. Mh, io sono un po' rompiscatole perché avendo letto il fumetto mi aspettavo un approccio diverso ma è comunque un film guardabilissimo e con un bel finale :)

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  3. "Barbara nel fumetto è un piccolo mostrino, la Wolfe invece, alla faccia degli occhialoni, è di una bellezza disarmante"

    Ecco come hollywood rovina un'opera della quale ho letto più di una recensione positiva. Quello di mettere protagonisti bellocci sembra proprio una regola che non si può violare, peccato.

    Uniformità comunque anche per la recensione di questo film, non proprio memorabile quindi..

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    1. Diciamo che non bastano un paio di occhialoni e un look "ridicolo" per imbruttire una ragazzina bellissima.
      Ma non è quello il reale difetto del film, quanto più la volontà di trasformarlo nel racconto da fiaba onirica che non è. Peccato.

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  4. Ho intenzione di vedermelo in questi giorni. Non conosco il fumetto da cui è tratto, ma come film mi ispira abbastanza. Non sei stata buonissima, ma nemmeno lo hai stroncato, proverò comunque a dargli un'occasione.

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    1. So di non avere preso una posizione nettissima ma ho fatto una fatica a scrivere il post che non ti dico. Effettivamente, non mi è piaciuto tantissimo ma non mi è nemmeno dispiaciuto, quindi conviene che la gente si faccia un'idea da sola!

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  5. Il fumetto l'ho preso ma devo ancora leggerlo, quindi vedrò il film solo dopo la lettura dell'originale. Diciamo che sono tutti concordi sulla qualità mediocre del film... lo vedrò senza troppe aspettative XD

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    1. Sono kiral, google mi ha fatto l'accesso con un altro account!

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    2. Però il fumetto è splendido, quindi goditelo :D

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  6. Il film potrebbe piacermi molto, ma c'è il pensiero di quel fumetto da recuperare... Anche se ho poca familiarità con il genere, con il formato. Che dilemmi!

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    1. Nessun dilemma, tu devi cominciare a leggere i fumetti editi dalla Bao u__u Vedrai che ti cambia la vita!! :D

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