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domenica 29 novembre 2020

Visioni dal Torino Film Festival (ultima parte)

Si è concluso ieri il Torino Film Festival versione online, giusto in tempo per cominciare il mese di dicembre, che vedrà un'attività del blog di nuovo ridotta, sia per le imminenti festività, sia perché continuo ad avere pochissimo tempo per vedere film. Di base, le recensioni usciranno martedì e venerdì, poi se riuscirò a infilare qualche pellicola "sul pezzo" e attuale, ben venga, ma senza ansia da scadenza, ché quest'anno meglio ansia c'è, meglio è. Ma torniamo al Torino Film Festival e agli ultimi due film visti, tra i quali il vincitore recuperato alla bisogna, un Festival che, a onor del vero, a differenza dell'anno scorso non mi ha dato particolari gioie... ENJOY!

The Oak Room di Cody Calahan (2020)

Dopo For Sama, il film che ho preferito. Un thriller ottimamente girato che si concentra sull'arte di raccontare storie e infiocchettarle alla bisogna, un gioco di scatole cinesi fatto di omissioni e salti temporali, ambientato all'interno di un bar, anzi, di due bar. Ben diretto, ottimamente recitato e con una bella colonna sonora, The Oak Room è uno di quei film di cui è meglio non sapere assolutamente nulla prima di guardarlo e che sarebbe meglio non seguire con un occhio allo schermo e l'altro sul telefonino, come spesso fa la gente di questi tempi, pena il perdersi il nocciolo del discorso.


Botox di Cody Kaved Mazaheri (2020)

Ecco il vincitore del festival, il racconto di due sorelle (una delle quali con problemi mentali) che, dopo la morte del fratello, cercano di sviare l'attenzione di chi cerca l'uomo, inventando bugie sempre più improbabili. Ora, salvo la bravura delle interpreti e una certa bellezza degli ambienti naturali, posso dire di non aver trovato nulla di trascendentale in un film che, di base, richiama delle atmosfere Coeniane al femminile senza però impegnarsi per invogliare lo spettatore ad interessarsi alle due protagoniste; certo, essendo un film iraniano, la rivincita delle donne su un "fratello padrone" non può essere che da applaudire e non è priva di un certo umorismo nero, ma sui titoli di coda l'unica cosa che ho pensato è stata "e quindi?". Proprio vero che di cinema non capisco una mazza. 



8 commenti:

  1. Anche se di The Oak Room poco dici, ha gli elementi giusti per stuzzicarmi e sperare in una sua "uscita" da qualche parte.

    Ma, quello di Tim Sutton sei riuscita a vederlo? Su twitter ne parlavano come di un nuovo capolavoro e io che mi ero già persa Dark Night stavo progettando una doppietta...

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    1. The Oak Room è molto bello, lo vedo bene nel catalogo Netflix.

      Quello di Sutton lo avevo messo in programma ma poi la Poison ne ha parlato malissimo e ci ho rinunciato, visto il poco tempo a disposizione.

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    2. Confermo che The oak room vale davvero la pena, speriamo che venga distribuito... e mi assumo la responsabilità di aver fatto passare la voglia alla Bolla di vedere il film di Sutton. Io sinceramente l'ho trovato abbastanza inutile.

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    3. Ahahaah te l'avevo detto! Qualcuno lo aveva magnificato ma io ho dato retta a te, sono più vicina come gusti.

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    4. Capito, mi fido pure io allora, anche se -se mai arriverà disponibile da qualche parte e ne avrò il tempo- un'occhiata potrei dargliela, giusto per capire cosa avevano da urlare su Twitter.

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    5. Se dovesse tornare reperibile lo guarderò anche io :)

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  2. IL vincitore del festival l'ho perso, scegliendo in alternativa una boiata di quelle buone giusto per un "demand" particolarmente malvagio.
    The Oak Room invece è stata un'esperienza grandiosa! Un capolavorone che mi sarei riguardato nuovamente il giorno dopo se solo non lo avessero rimosso dalla programmazione. Atmosfere cupe, colonna sonora azzeccata, recitazione ai massimi livelli e soprattutto quel finale: santo demonio, ci ho pensato e ripensato tutta la notte!

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    1. The Oak Room mi ha tenuta avvinta fino alla fine, davvero un bel prodotto: quello avrei fatto vincere, altro che Botox.

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