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mercoledì 30 giugno 2021

Limbo (2021)

Al momento in cui scrivo questo post il film più bello dell' Udine Far East Film Festival 2021 è per me Limbo, diretto dal regista Soi Cheang.


Trama: un giovane ed integerrimo poliziotto viene affiancato ad un veterano dai modi spicci per indagare su un serial killer che uccide e mutila le donne. Nel corso delle indagini, l'incontro con una giovane sbandata complicherà ancor più la situazione...


Limbo
era uno dei film che mi ero segnata per gli ultimi giorni ma un paio di segnalazioni da parte di amici online che se ne capiscono lo ha fatto schizzare in pole position, e a ragione. La pellicola di Soi Cheang, regista che ovviamente (data la mia Crassa ignoranza) non avevo mai sentito nominare prima, è un racconto di disperato orrore urbano, che entra sotto pelle facendo rabbrividire per il disgusto nonostante sia fotografato nel bianco e nero più nitido ed elegante che possiate immaginare. Prima di parlare della trama, devo sottolineare che quello che mi ha colpita maggiormente di Limbo è proprio il modo in cui, nonostante la raffinatezza formale, le sue immagini riescano a catapultare lo spettatore nei bassifondi di una Hong Kong lurida e puzzolente, dove strisciano letteralmente esseri umani che si fatica a definire tali e dove cataste di rifiuti formano da soli dei piccoli, labirintici agglomerati urbani, un insano universo a se stante; la cinepresa di Soi Cheang indugia su sacchetti della spazzatura, pozze di liquami misti ad acqua piovana e mani che rimestano nel sudiciume assortito al punto che sembra quasi di sentire la puzza di quei luoghi fetidi, quello stesso odore che si mescola al marciume di cadaveri lasciati impietosamente a mescolarsi coi rifiuti e che comincia a perseguitare il detective protagonista, attaccandosi via via anche al suo collega apparentemente integerrimo e senza macchia. Il Limbo del titolo diventa così quel sottilissimo velo di "normalità" che separa la società civile da un inferno neanche troppo nascosto, percepibile con la coda dell'occhio come qualcosa che è sempre lì, pronto ad incombere su di noi, ma è anche il limbo di sofferenza che ci impedisce di andare avanti, di vivere e di perdonare, riempendoci di pesi la cui unica funzione è quella di trascinare nel baratro noi e tutti quelli che hanno la sventura di avere a che fare coi nostri drammi.


Parallelamente alle indagini dei due poliziotti, infatti, c'è l'angosciante storia di vendetta e redenzione del detective Cham e della giovane Wong, sui cui dettagli sorvolerò perché il rischio spoiler è altissimo, che dà il via ad alcune delle scene di violenza e sopraffazione più terribili che abbia mai visto, nonché ad un paio di inseguimenti al cardiopalma, a piedi e in auto, che da soli varrebbero la visione del film e farebbero impallidire il 90% delle sequenze d'azione di pellicole ben più famose. Tutta questa adrenalina inchioda alla poltrona e tiene desta l'attenzione dello spettatore per tutte le quasi due ore di durata del film ma preparatevi perché Limbo non è una pellicola da guardare a cuor leggero; al di là dell'aspetto thriller e di un whodunnit che, certo, coinvolge e mette parecchia ansia, quello che rapisce è tutto l'intreccio di relazioni umane e di emozioni negative fortissime che strattonano i personaggi spingendoli a compiere anche azioni autolesionistiche, sporcandoli e immergendoli nel putridume al punto che al killer basta solo allungare le mani per poterli prendere e trascinare nel suo folle mondo. Come sa chi segue la mia pagina Facebook, Limbo non mi ha lasciata indenne. Razionalmente, l'ho trovato formalmente ineccepibile, bellissimo, zeppo di soluzioni visive molto interessanti (talvolta i personaggi risultano "doppi", come se le loro emozioni faticassero a venire contenute dal corpo degli attori, ma sono suggestive ed inquietanti anche le panoramiche dall'alto delle discariche, all'interno delle quali le persone si muovono come cavie in un labirinto), ma alcune scene sono davvero difficili da sopportare per il tasso di violenza fisica e psicologica e il pianto che mi sono fatta alla fine non era solo di commozione, ma di liberazione da tutto l'orrore passato sullo schermo. Tenetelo a mente quando lo recupererete, perché dovete assolutamente guardare Limbo, al momento già in un'ideale top 5 di fine anno.  

Soi Cheang è il regista della pellicola. Nato a Macao, ha diretto film come Dog Bite Dog, Accident e Motorway. Anche attore, produttore e sceneggiatore, ha 48 anni.


Mason Lee
, che interpreta Will Ren, è il figlio del regista Ang Lee ed era il fratello di Lauren in Una notte da leoni 2. ENJOY!

4 commenti:

  1. Troppi film, pensavo... scopro (ormai è tardi perché non avrei il tempo) che esistono anche formule per vedere solo 4 film a scelta. Di sicuro parteciperò all'Udine Far East Film Festival l'anno prossimo...

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    1. L'anno prossimo allora speriamo ripropongano le soluzioni online perché alcuni film meritano di essere visti!

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  2. Di Soi Cheang vidi "Accident" anni fa, un bel thriller della factory di Johnnie To, con echi della "Conversazione" di Coppola. Anche questo sembra interessante.

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    1. Allora mi segno Accident. Purtroppo, ammetto di essere molto carente per quanto riguarda alcune filmografie!

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