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mercoledì 21 dicembre 2022

Pearl (2022)

Ogni promessa è debito! Dopo X è stato distribuito anche Pearl, sempre diretto e co-sceneggiato da Ti West, e l'attesa è valsa la pena!


Trama: Pearl è una ragazza che, nell'attesa del ritorno del marito dalla guerra, vive in una fattoria con la severissima madre e il padre paraplegico. Pearl, però, desidera la fama e il successo e vorrebbe diventare ballerina...


Che inaspettato trionfo. Non ho altro modo di descrivere Pearl, un film che aspettavo fin dal brevissimo trailer visto alla fine di X, e che si è rivelato qualcosa di molto diverso dalla pellicola da cui è partito, benché altrettanto soddisfacente. Se X era sia un "omaggio" agli slasher di fine anni '70 sia una riflessione malinconica sulla libertà e la giovinezza, Pearl cambia totalmente registro ma mantiene il fil rouge del mito del successo e la frustrazione derivata dalla consapevolezza, non riconosciuta, di essere speciali e di poter aspirare a qualcosa di più. Lo fa, come da titolo, tornando ai tempi della prima guerra mondiale e raccontandoci la giovinezza di Pearl, l'anziana villainess del primo film. Fin dall'inizio, il dichiarato omaggio è ai film in technicolor degli anni '30, sia per quanto riguarda l'utilizzo delle palette all'interno della fotografia, sia per le inquadrature e le singole sequenze, che richiamano spesso e volentieri iconiche immagini di musical (non è un mistero che West abbia chiesto a Mia Goth di riguardare lo storico Mago di Oz) e, a chi è cresciuto a pane e Disney come la sottoscritta, i numeri musicali delle principesse con i loro amici animaletti, in particolare quello in cui una certa "bella" lamentava di quanto le andasse stretta la vita del paesino popolato da buzzurri francesi in cui era relegata. Per Pearl, non a caso vestita anche lei di azzurro, almeno all'inizio, è la stessa cosa: non tollera l'idea di rimanere a marcire nella fattoria di famiglia, non quando nella sua mente si susseguono immagini di successo e glamour, di una vita passata a danzare sullo schermo di un cinema, finalmente protagonista dei film tanto amati. Purtroppo per Pearl, al di là di tutto ciò che il destino potrebbe riservarle, la differenza sostanziale tra lei e le eroine dei musical è una natura oscura e psicotica, che la porta ad estremizzare le emozioni fino alle inevitabili conseguenze e a coltivare un insano gusto per il sangue, il che la rende, ovviamente, una bomba pronta ad esplodere. 


Nonostante ciò, Pearl è ben poco sanguinoso e horror, anche se ci sono un paio di scene dove l'utilizzo di armi bianche improprie si spreca. Il film è costruito, piuttosto, come un thriller psicologico, un gotico americano dove il sottilissimo filo della salute mentale della protagonista si tende fino a strapparsi, mentre lo spettatore (consapevole di quanto accaduto in X) da una parte teme per la vita di chiunque abbia la sventura di incrociare il cammino di Pearl, dall'altra non può fare a meno di provare pietà per questa ragazza con cui la vita non è stata proprio tenerissima. Merito, non sto neanche a dirlo, di Mia Goth. Sono anni che l'attrice porta a casa interpretazioni eccelse, eppure il pubblico ha cominciato ad aprire gli occhi solo dopo aver visto X. Meglio tardi che mai, certo, soprattutto perché quella in Pearl è la sua migliore interpretazione di sempre e ci sono già due sequenze destinate a diventare iconiche, tra le migliori di questo generoso 2022 horror. Una è il monologo rivelatore poco prima del finale, talmente intenso e sconvolgente che staccare gli occhi dallo schermo è dannatamente difficile (e sarà un problema anche rivedere, se mai uscirà, Pearl sul grande schermo doppiato, ché la Goth ha due polmoni in grado di rivaleggiare con quelli di Amanda Seyfried), l'altra è l'inquadratura di almeno tre minuti sulla quale scorrono i titoli di coda; considerato che al giovane Timothée Chalamet hanno offerto una candidatura all'Oscar per qualcosa di assai simile, sarebbe quantomeno irrispettoso non tenere in considerazione il doloroso, angosciantissimo sorriso di Mia Goth, con tutta la disperazione e la follia (per non parlare della professionalità) che racchiude. In generale, sarebbe quantomeno irrispettoso non pensare a Pearl quando cominceranno a fioccare premi cinematografici, ma la mia è una speranza ancora più risibile di quella della protagonista di questo film. Ma chissenefrega, l'importante è che guardiate e ammiriate l'ultimo film di Ti West, volendogli bene come merita, aspettando che la trilogia si chiuda ne 2023 con l'annunciato MaXXXine


Del regista e co-sceneggiatore Ti West ho già parlato QUI mentre Mia Goth, che interpreta Pearl ed è anche co-sceneggiatrice, la trovate QUA.


Se Pearl vi fosse piaciuto recuperate, ovviamente, X: A Sexy Horror Story. ENJOY!


7 commenti:

  1. Io non vedo l'ora arrivi Pearl in Italia, così da riguardarlo su grande schermo, e aspetto con spasmodia XXX così da spararmi nuovamente queste meraviglie in sequenza!

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  2. Spero esca presto al cinema, non lo conoscevo, ma quello che hai scritto e le stupende immagini che hai messo,me lo rendono imperdibile.

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    1. Spero anche io, perché val la pena vederlo su grande schermo!!

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  3. Dovrei rivederlo... dopo averlo visto a Venezia, l'ultimo giorno della Mostra, stremato da dieci giorni di visioni, sinceramente non avevo gridato al miracolo (anche perchè si tratta di un genere che non è il mio). Però avevo subito riconosciuto, come ti dissi, la straordinaria prova di Mia Goth. Direi in assoluto una delle migliori interpretazioni femminili della stagione. Ora lo aspetto anch'io in sala, possibilmente con una distribuzione dignitosa.

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    1. Posso capire, persino io non ho quasi retto Il cameraman e l'assassino, alla fine di tre giorni di ToHorror. Incrociamo le dita perché Pearl arrivi presto e bene... e perché la bravura di Mia Goth abbia il riconoscimento che merita!

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  4. Più ripenso a questo film, più lo sento come qualcosa di tristissimo. Non è una grande riflessione, me ne rendo conto. Ma le scene tragicomiche e di sangue sono sbiadite, la tremenda sofferenza dei personaggi (non solo la protagonista) resta ben impressa

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    1. Concordo con te, è un film molto triste. La protagonista, ovviamente, condiziona il nostro punto di vista, tuttavia personalmente ho provato molta pena anche per la madre e il padre.

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