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mercoledì 31 maggio 2023

La sirenetta (2023)

La settimana scorsa sono andata a vedere il tanto vituperato La sirenetta (The Little Mermaid) live action tratto dal cartone Disney omonimo e diretto dal regista Rob Marshall.


Trama: la sirena Ariel si invaghisce del principe Eric e fa un patto con la strega del mare, Ursula, per diventare umana e potergli stare accanto...


Sono andata al cinema a vedere La Sirenetta a mo' di sfida, già convinta che mi avrebbe fatto schifo, non sarò così ipocrita da sostenere il contrario. Il trailer mostrava poche immagini confuse e scurette, il character design dei personaggi sembrava uscito dagli incubi di Lovecraft e la versione italiana "vantava" la presenza di Mahmood come doppiatore del granchio Sebastian, tre cose che, per me, importano assai più di una sirenetta di colore, questione che mi porta ad aprire una parentesi necessaria. Se ne discuteva proprio durante La sirenetta col mio compagno di visione: a meno che non si tratti di trasposizioni storico-letterarie strettamente legate all'ambiente e alla società dell'epoca che rappresentano, dove un protagonista di colore o etnia diversa ci sta come i cavoli a merenda (giustamente, lui citava il David Copperfield con Dev Patel), in un'opera "universale" e di pura fantasia come La sirenetta, avrebbero potuto anche usare un vulcaniano come protagonista e poco sarebbe cambiato. Che poi queste operazioni "inclusive" siano una bieca operazione commerciale e siano già sbagliate in partenza perché, ignorando le culture/i generi/le razze che vorrebbero includere, partono sempre da opere pensate da e per una classe media, bianca ed eterosessuale modificandole, è lapalissiano, ma perché dovremmo incazzarci proprio noi bianchi, middle class ed eterosessuali? Finché qualcosa non danneggia me od altri mentalmente e fisicamente, esiste sempre una furbissima alternativa, ovvero ignorare ciò che non piace, senza sputare merda e veleno su qualcosa che neppure conosciamo e che ci "offende", soprattutto se il ragionamento (leggere la maggioranza dei commenti negativi su internet per credere) parte essenzialmente da questa paura tutta millenial di vedersi stuprare l'infanzia perfetta e tutte le opere ad essa legate. La Sirenetta del 1989, se piace, è sempre lì e nessuno la tocca, nulla vieta al millenial 40enne di riguardarsela in loop come se fosse Quarto potere né di tramandarla alle nuove generazioni, e credo che le due opere possano tranquillamente coesistere; di più, il gusto dei bambini di oggi è diverso da quello dei loro coetanei dell'epoca, quindi non è detto che un live action non li entusiasmi maggiormente rispetto a un cartone animato, e questa è una cosa che dobbiamo accettare visto che, come scrive il Doc Manhattan QUI, il target di riferimento del film non siamo noi ma i bambini. 


Finito il Bollsplaining, parliamo un po' del film. Personalmente, non l'ho trovato spiacevole, anche perché la trama e alcune sequenze chiave sono rimaste sostanzialmente immutate, benché adattate al gusto moderno di cui sopra. Per esempio, ho apprezzato il tentativo di creare maggiore connessione tra Ariel ed Eric, uniti da un desiderio di libertà e nuove conoscenze che va oltre il "tu sei gnocca, io pure, amiamoci", e quello di approfondire un po' di più i due personaggi, rendendoli meno vuoti delle loro controparti animate. Interessante anche l'ambientazione dei Mari del Sud, che offre la possibilità di godersi un nuovo numero musicale particolarmente vivace e colorato e giustifica le etnie dei vari personaggi, dando anche una funzione alle svariate figlie di Tritone, ognuna guardiana di un particolare mare o oceano. La nuova Ariel, poi, non è un'offesa al buon gusto. E' vero, Halle Bailey non è una bellezza tradizionale, ma ha una voce della madonna (basta aprire Spotify per rendersene conto) e, nel complesso, il look che sfoggia nel film è selvaggio al punto giusto, perfetto per il carattere sognatore e avventuroso della Sirenetta e abbastanza "umano" da non renderla una sciocca bambolotta; se non altro, la fanciulla ha personalità da vendere a differenza di un principe un po' insipido, che col suo volto ordinario rischia di farsi dimenticare dopo dieci minuti dall'uscita della sala. A tal proposito, Part of Your World si conferma ricca di pathos anche nella sua versione live action e un altro numero musicale ben riuscito, inaspettatamente, è In fondo al mar, forse una delle sequenze più belle assieme a quelle del naufragio, il che mi porta a spezzare una lancia (Gesù, non posso farcela) in favore di Mahmood. Temevo mi sarebbero cadute le orecchie nell'ascoltare Sebastian parlare e cantare, invece il ragazzo ha scelto di farlo diventare un incrocio tra un sardo e Chris Griffin (rendendolo così meno spocchioso e più simpatico del Sebastian animato) e, forse bacchettato da chi supervisionava le canzoni o aiutato da un autotune migliore di quello che usa di solito, è riuscito ad arrivare alla fine di In fondo al mar e Baciala senza sbagliare nemmeno una nota né renderle inascoltabili come la Imagine ululata all'Eurovision. Anche Sebastian non è orripilante come lasciavano presagire le immagini promozionali e lo stesso vale per Flounder, nonostante gli siano rimasti un po' gli occhi della droga, ma le bestie più "belle" sono le murene di Ursula, talmente realistiche da mettermi i brividi ad ogni loro comparsa, visto il terrore atavico che ho per queste creature marine. 



Certo, La sirenetta non è esente da difetti e, purtroppo, si riconferma un prodotto comunque "medio", ennesimo esponente di un appiattimento disneyano che cozza, ironicamente, con la natura salvifica dell'opera originale. Rob Marshall non è James Cameron, l'unico regista in grado di rendere realistico un film acquatico realizzato interamente al computer, e su una scala di gradevolezza visiva che va da quell'omicidio oculare che era Slumberland ad Avatar - La via dell'acqua, La sirenetta sta molto sotto l'Aquaman di James Wan (e l'avevo predetto già nel 2019!). Ciò significa che le sequenze sottomarine prevedono spesso momenti in cui gli attori sembrano appiccicati con lo sputo ad un fondale posticcio e l'interazione tra persone in carne ed ossa e personaggi in CGI fa stridere i denti (ciò non accade, per esempio, nelle scene ambientate fuori dall'acqua e di giorno), per non parlare dell'orribile fotografia cupa e fumosa, in virtù della quale sembra tutto immerso in una nebbia perenne o un remake della telenovela Topazio; la principale vittima di questo mortale mix tra regia poco ispirata e fotografia terrificante è la canzone Acque inesplorate, che diventa al pari di un brutto video promozionale per la Sardegna realizzato dal governo Meloni, con protagonista un povero pistola che corre e si dimena manco avesse il granchio Sebastian nei pantaloni. Un'altra cosa che ha scatenato la mia ilarità è il modo in cui la popolazione sottomarina sia composta da modelle/i con capelli fluenti e colori brillanti che, una volta emersi in superficie, si trasformano nell'equivalente di cani bagnati, dei punkabbestia scappati di casa che privano di ogni poesia l'idea di tritoni e sirenette. Ciò detto, Javier Bardem è sempre un bel vedere (anche se nei duetti con Sebastian non potevo fare a meno di pensare alla scena del supermercato in Non è un paese per vecchi), mentre ho trovato che Melissa McCarthy fosse anche troppo paciosetta e bellina per interpretare Ursula, probabilmente anche per colpa di un doppiaggio che non rende giustizia al "vocione" della strega del mare versione 1989, una meravigliosa virago che di delicato aveva ben poco, voce compresa; a tal proposito, dispiace che Poor Unfortunate Souls sia stata "epurata" dei suoi versi più ironici, quelli in cui si sottolineava come le donne non debbano necessariamente parlare per piacere agli uomini, anzi, mentre Baciala ha subito modifiche talmente minime che i puristi non avranno di che lamentarsi (ma nessuno ha urlato al fish eater shaming per il mega taglio a Les poissons e allo chef francese?). Quindi, come al solito, tanto rumore per nulla. La sirenetta è l'ennesimo live action Disney che non aggiunge né toglie alcunché all'opera da cui è stato tratto, dunque per quanto mi riguarda è totalmente innocuo, se non addirittura inutile, e alla fine mi sono divertita guardandolo in sala... tutto, ovviamente, sta ad avere la giusta compagnia e predisposizione mentale, soprattutto se non avete pargoli da accompagnare!


Del regista Rob Marshall ho già parlato QUIMelissa McCarthy (Ursula), Javier Bardem (Tritone), Jacob Tremblay (voce originale di Flounder) e Awkwafina (voce originale di Scuttle) li trovate invece ai rispettivi link.


Maya Hawke ha partecipato all'audizione per il ruolo di Ariel ma non ha ottenuto la parte mentre RuPaul ha rifiutato quella di Sebastian perché non voleva usare un accento caraibico come quello del cartone originale. Occhio alla scena del mercato: la signora che offre ad Ariel un piatto e una forchetta è Jodi Benson, voce originale della Sirenetta nel film del 1989 e in tutte le opere da esso derivate. Ovviamente, se il film vi è piaciuto recuperate La sirenetta. ENJOY!

12 commenti:

  1. La sirenetta è sempre stato il mio film Disney preferito ma con questo live non ce la posso fare.
    Quando Disney ha iniziato a proporre live non vedevo l'ora che uscisse, quando ho visto la fissa malata di inclusività mi sono demoralizzata ma ho pensato che meritava cmq una possibilità, quando ho visto il trailer e scene varie pubblicate in giro mi sono cadute le braccia e ho deciso di non dargli i miei soldi.
    Onestamente non ci tango affatto a vederlo e nonostante i tuoi generosi sforzi nel dare commenti positivi, non riuscirò mai a farmi venire voglia di vederlo! xD
    Aspettavo cmq con ansia la tua recensione perché sapevo di potermi fare un paio di risate in proposito! xD

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    1. I commenti positivi, per quanto pochi, sono sinceri, ma a mio avviso non basta a rendere La sirenetta un prodotto imperdibile, da vedere in sala, soprattutto se l'interesse di partenza è poco. La mia idea è che abbiano avuto seri problemi pandemici (lo dimostra il fatto che le comparse sono pochine) e che il "tocco" finale agli effetti speciali ormai sia pensato per gli schermi piccoli di casa, dove magari i difetti si percepiscono meno rispetto alla sala cinematografica.

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  2. E se il vero politically correct fosse ancora antecedente, scegliendo di svuotare la complessità della fiaba originale di Andersen, di tutte le fiabe? Forse ricordo male, potrebbe essere stata Joyce Carol Oates a dire che la differenza tra la letteratura per adulti e quella per l'infanzia sta nella scelta di un finale più aperto alla speranza (più aperto ma non più facile). Certo, se poi davanti alla nuova Sirenetta sono questi i commenti e i cahiers de doléances degli adulti di oggi (anche se credo siano una porzione marginale del tutto) poveri adulti di domani...

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    1. Beh, non è un novità che Disney edulcori le storie, la stessa Biancaneve è MOLTO diversa, per non parlare di Cenerentola. Il brutto è che pochissimi della nostra generazione conoscono le fiabe originali...

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  3. Anche se io il remake di Topazio lo guarderei.

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  4. Il tuo Bollsplaining è meraviglioso, ma anche se so di non essere il suo target di riferimento, questi continui live action mi rattristano e ho deciso di boicottarli. Non avranno i miei soldi, preferisco idee originali, storie originali. E preferisco pure l'animazione. Visto che per ogni film rifatto tornavo a casa a guardarmi la versione originale, risparmio anche tempo.

    Mi fa piacere che non sia tutto da buttare e che ci siano lati positivi, il migliore amico che voleva trascinarmi in sala si rincuora, terrorizzato com'è stato da trailer e video vari con cui sembra di vedersi metà film.

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    1. Ma hai ragione a boicottarli, per carità! Io alla fine sono andata per farmi una serata al cinema col migliore amico (ma cos'hanno sti migliori amici che amano così la disney?) e ne sono stata comunque contenta perché non è l'abominio totale che temevo!

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  5. Ad eccezione di Crudelia, non sto guardando nessun live action dei classici Disney, neppure su Disney+, quindi non posso commentare questo film ma una lamentela la devo fare: i capelli di Ariel non mi piacciono. Ecco, l'ho detto, sembra che la Disney voglia eliminare tutte le ragazze con i capelli rossi: prima Mary Jane Watson, ora Ariel. Ho visto la recensione su Youtube di BarbieXanax, dura un'ora e mezza ma parla di ogni singolo aspetto del film

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    1. Madonna dura praticamente quanto il film! XD
      Comunque i capelli di Ariel nel film sono rossi. E' un rosso non vivido come quello del cartone, ovvio, e con sfumature di biondo e castano, ma sono comunque rossi.

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  6. Piuttosto che guardare questi "film" è meglio osservare uno scarabeo stercorario all'opera, c'è molta meno cacca.

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    1. Posso anche darti ragione, ma purtroppo questi film portano la gente al cinema, quindi è evidente che il loro target lo raggiungono.

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