Il Bollalmanacco ha di nuovo subito un lieve arresto, ma non è che la sua padrona non veda film, è che il tempo di recensirli si unisce ad una fondamentale pigrizia della stessa. Ma non stiamo tanto a ciurlar nel manico (o a pettinar le bambole…) e parliamo oggi di un film particolare come tutti quelli dei Fratelli Coen, ovvero Non è un paese per vecchi (No Country For Old Men), del 2007, tratto dall’omonimo e noiosissimo romanzo di Corman McCarthy. Nel 2008 la pellicola in questione si è portata a casa un sacco di Oscar:miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior attore non protagonista. E tutti meritatissimi.
La trama: Llewelyn Moss è un perdigiorno di saldi principi che, durante un appostamento di caccia, si trova in mezzo ad uno scenario da regolamento di conti. Messicani morti, residui di droga.. e poco più in là un altro uomo, anch’esso morto, ma con una valigia piena di soldi. Ovviamente il nostro non ci pensa due volte, prende i soldi e scappa, tradito solo dal suo altruismo che gli mette alle calcagna, oltre ai messicani, il folle e taciturno killer Chigurh e il vecchio sceriffo Ed Tom Bell.
I Coen riescono a prendere un libro talmente noioso che non sono neppure riuscita a finirlo, a rimanere fedelissimi all’opera e contemporaneamente a creare un film che di noioso non ha proprio nulla. Certo, non aspettatevi, nonostante la trama, un film adrenalinico o pieno di sparatorie. In puro stile Coen, la fanno da padroni i lunghi silenzi, le immagini grottesche, i dialoghi sarcastici e in questo caso anche nostalgici. Non è un paese per vecchi è una lunga ed interessante riflessione sui tempi che non torneranno più, irrimediabilmente corrotti dalla perdita di valori praticamente ancestrali. Questi valori sono incarnati dallo sceriffo Ed Tom, che alla fine della sua carriera è del tutto disilluso, perso in un mondo che non capisce, e che lo fa sentire inadeguato. La razionalità, il senso dell’onore, le vendette “pulite”: niente di tutto questo esiste più, e come ultimo tentativo di essere utile e dare nuovamente un senso a quei valori, lo Sceriffo cerca di salvare la vita a Llewelyn, un bravo ragazzo i cui principi sono stati stravolti dal denaro sporco, frutto di quella droga che è una delle cause per cui il mondo “nuovo” si sta mangiando quello vecchio. Dall’altra parte, come estremizzazione del caos, c’è Chigurh. Un killer che non segue principio alcuno, se non quello del caso (lanciando una monetina quando va bene…), che uccide seguendo i suoi contorti e perversi valori e un senso di fatalismo che ha dell’invidiabile: non una volta in tutto il film lo vediamo arrabbiarsi o agitarsi, né provare una qualsivoglia emozione che non sia una lieve irritazione per non essere capito, e solo una volta lo vediamo agire per vendetta. Chigurh è l’incarnazione della follia dei tempi moderni, una follia incomprensibile e terrificante, che può colpire chiunque in qualsiasi momento, ed è degno erede di quel Gaear Grimsrud, interpretato da Peter Stormare, che compie una carneficina nel più famoso film dei Coen, Fargo.
Tutto il film ovviamente poggia sulle spalle di attori praticamente perfetti. Javier Bardem, che non a caso ha vinto l’Oscar, è perfetto nel ruolo di Chigurh: voce bassa, sguardo perso nel vuoto, camminata lenta ma inesorabile. L’altra genialata è l’arma che usa per uccidere, una pistola ad aria compressa, silenziosa e mortale proprio come lui. Ogni confronto del killer con la vittima, ignara o meno, regala allo spettatore attimi di ansia palpabile, perché effettivamente il personaggio in questione è assolutamente imprevedibile. Tommy Lee Jones, dal canto suo, mette tutta la sensibilità di un ottimo attore nell’interpretare il vecchio sceriffo, nostalgico, triste e sempre con lo sguardo rivolto ad un tempo lontano che non tornerà più. La chiacchierata finale con la moglie, un sogno raccontato davanti alla colazione, preludio di una lunghissima e noiosa giornata da pensionato, è una scena molto commovente, e racchiude in sé tutto il senso del film.
La particolarità che, in questo film, ci mostra appieno la maestria e l’attenzione che mettono i Coen nella sua realizzazione, non è da ricercare tanto nelle immagini, che sono comunque degli esempi di altissimo cinema. Quello che salta all’occhio è la scelta di non mostrare, soprattutto nelle scene “clou”. Non scendo nei dettagli per non togliere la sorpresa, ma ad un certo punto lo spettatore si ritrova a capire l’accaduto solo da alcuni dettagli che preludono alla scena (una macchina che sgomma, il suono delle sirene, un cadavere che galleggia sull’acqua, davanti agli occhi impotenti dello sceriffo), e in un altro momento, verso la fine, si intuisce il destino di uno dei personaggi semplicemente dal maniacale comportamento di Chigurh. E’ interessante poi come ogni scena “scioccante”, venga anticipata da un silenzio profondo, irreale, lo stesso silenzio, in effetti, che accompagna l’arma del killer ogni volta che viene usata. In due parole, un film molto bello, tipicamente Coen, che piacerà sicuramente a chi, davanti ad uno schermo, preferisce pensare piuttosto che staccare il cervello.
Di Joel ed Ethan Coen ho già parlato qui.
Javier Bardem interpreta il killer Anton Chigurh. L’attore spagnolo, dal fascino molto particolare, è salito alla ribalta internazionale, come molti nel suo paese, grazie a Pedro Almodovar, che l’ha voluto nel film Mare dentro. Tra i suoi altri film ricordo Le età di Lulu, Tacchi a spillo, Prosciutto prosciutto, La tetta e la luna, Vicky, Cristina, Barcellona. Ha 41 anni e tre film in uscita.
Tommy Lee Jones interpreta lo sceriffo Ed Tom Bell. Attore veterano, originario del Texas, lo ricordo per pellicole più o meno interessanti come Love Story, Uccidete la colomba bianca, JFK – Un caso ancora aperto, Il fuggitivo, Il cliente, Assassini nati (splendido film di cui era protagonista un altro attore presente in Non è un paese per vecchi, Woody Harrelson), l’orrendo Batman Forever, Men in Black ( e il suo seguito), Small Soldiers, Space Cowboys, The Hunted – La preda. Ha recitato anche in un episodio di Charlie’s Angels. Ha 64 anni e nel 1994 ha vinto un Oscar come miglior attore non protagonista per Il fuggitivo.
Woody Harrelson interpreta il loquace killer (?) Carson Welles. Il suo ruolo migliore resta senza ombra di dubbio quello del folle Mickey in Assassini nati di Oliver Stone, ma di tanto in tanto l’attore spunta con la sua faccetta ad arricchire anche film meno interessanti. Tra gli altri, ricordo Pazzi a Beverly Hills, Proposta indecente, Larry Flint – Oltre lo scandalo, La sottile linea rossa, Terapia d’urto, A scanner darkly. Ha partecipato ad alcuni telefilm come Ellen, Frasier, Will & Grace e doppiato un episodio dei Simpson. Ha 49 anni e due film in uscita.
Josh Brolin interpreta Llewelyn Moss. Mi mette tanta nostalgia l’idea che l’attore abbia esordito come “fratellone” tutto muscoli e belloccio del protagonista de I Goonies, nell’ormai lontano 1985. La sua carriera poi è proseguita a fasi molto alterne, e si sta riprendendo solo in questi anni, con film come Nightwatch – Il guardiano di notte, Mimic, L’uomo senza ombra, Planet Terror. Ha 42 anni e cinque film in uscita.
A proposito di Brolin, doveva essere il compianto Heath Ledger ad interpretare Llewelyn. I Coen non hanno voluto nemmeno fare il provino a Brolin, che sul set di Grindhouse s’è dovuto “arrangiare” e chiedere in prestito una telecamera a Rodriguez, per girarne uno. Siccome il regista di detto provino è stato il buon Quentin, posso solo immaginare cosa deve avere mandato ai Coen! Mi piacerebbe dunque potervi lasciare con il video del provino, ma più banalmente concluderò con il trailer del film… ENJOY!!
Di questo film mi sono perso il trailer a suo tempo e la locandina in sé non mi diceva granché...
RispondiEliminaIn compenso leggere questa recensione mi ha incuriosito (sai che novità XD).
Non immaginavo la trama (pensavo fosse roba di guerra, figurati o.O), anche se il titolo qualcosa suggerisce sui contenuti.
Guarderollo u.u