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venerdì 4 agosto 2023

Hanno clonato Tyrone (2023)

Incuriosita da un titolo originale che mi suonava abbastanza sciocchino, ho recuperato su Netflix il film Hanno clonato Tyrone (They Cloned Tyrone), diretto e co-sceneggiato dal regista Juel Taylor.


Trama: lo spacciatore Fontaine, assieme a due improbabili alleati, scopre che nel quartiere dove vive stanno accadendo cose al limite del paradossale e decide di investigare...


Hanno clonato Tyrone
sarebbe stato un film perfetto per le mani d'oro di Jordan Peele, il quale però, stranamente, non ha avuto nulla a che fare con l'opera in questione. Dico questo perché il nuovo film distribuito da Netflix sfrutta un genere "poco nobile" (in questo caso la fantascienza) per esprimere il disagio della comunità afroamericana e sottolineare il persistente stato di oppressione per mano di una classe dirigente formata principalmente da bianchi, ai quali non importano né l'integrazione razziale né la comprensione di una cultura altra, tantomeno una qualche forma di sostegno e sviluppo per quartieri lasciati decadere e trasformati in ghetti. Ciò che importa, di solito, sono mantenimento dello status quo, repressione o controllo capillare e da qui parte la trama di Hanno clonato Tyrone, che (non è spoiler poiché si evince già dal titolo) parla di clonazione e quindi richiama, a tratti, le atmosfere paranoiche de L'invasione degli ultracorpi e di una depersonalizzazione voluta da misteriose e malevole entità governative. A contrastare questa cospirazione c'è un improbabile trio che sembra uscito da una barzelletta, formato da uno spacciatore, un pappone e una prostituta, il che definisce il mood del film virandolo, spesso e volentieri, verso i territori del mistery ironico e volgarotto. L'idea non sarebbe affatto male, non fosse che, come spesso accade, Hanno clonato Tyrone risulta una di quelle pellicole dove le due anime che la compongono, invece di compenetrarsi creando un'opera ricca e sfaccettata, cozzano dando l'idea di vedere due film diversi, uno troppo stupido per l'argomento trattato e l'altro troppo serio per la quantità di gag e battute che contiene. 


Benché abbia del potenziale innegabile, Juel Taylor non è Jordan Peele e, quel che è peggio, è privo del dono della sintesi. Hanno clonato Tyrone ha una durata proporzionalmente elefantiaca per quel che deve raccontare, e si perde in dettagli e ripetizioni reiterate che lo spettatore medio può tranquillamente afferrare in un paio di sequenze; inoltre, una volta scoperto il mistero, la storia perde in qualche modo di fascino e mordente e si trascina stancamente verso la risoluzione finale. Di fatto, è più intelligente l'estetica del film rispetto alla trama, e centra molto di più la questione di fondo. La fotografia è infatti volutamente sgranata e retrò, così come la scelta di rendere incerti i contorni temporali della vicenda, con costumi e scenografie privi di elementi specifici di un determinato periodo storico e, al limite, più virate sul vintage (cosa che fa deliziosamente a pugni coi dialoghi zeppi di citazioni moderne e scompensa lo spettatore) e, soprattutto, sull'idea "bianca" di come dovrebbe vestirsi un afroamericano strettamente legato a un quartiere povero e degradato. Quest'ultimo aspetto si rispecchia anche nelle personalità e nel modo di parlare dei personaggi principali, che abbracciano allegramente stereotipi reiterati nel tempo, con risultati diversi. Jamie Foxx e Teyonah Parris incarnano infatti l'aspetto più ironico della pellicola e sono frizzantissimi, insieme o separati (anche troppo, a tratti sfociano nell'irritante), mentre a John Boyega è toccata la parte del duro muto, con quella faccia un po' così che induce al sonno anzitempo, il che mi fa pensare che anche lui sia uno di quegli attori che necessitano di un buon regista per brillare, pena l'essere mangiati dal resto del più carismatico cast. Per quanto mi riguarda, Hanno clonato Tyrone è l'ennesima occasione sprecata infilata nel cestone Netflix, carica di potenzialità andate perse in un mare di brodo allungato che ha privato di sapore anche quei pochi aspetti originali. 

Di John Boyega (Fontaine), Jamie Foxx (Slick Charles) e Kiefer Sutherland (Nixon) ho già parlato ai rispettivi link. 

Juel Taylor è il regista e co-sceneggiatore del film. Americano, ha diretto un altro film, Actors Anonymous. E' anche produttore e attore.

Teyonah Parris interpreta Yo-Yo. Americana, ha partecipato a film come Se la strada potesse parlare, Candyman e serie quali CSI - Scena del crimine e Wanda/Vision. Anche produttrice, ha 36 anni e due film in uscita tra cui The Marvels, dove tornerà a vestire i panni di Monica Rambeau.


Se Hanno clonato Tyrone vi fosse piaciuto recuperate Get Out e Noi. ENJOY! 


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