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mercoledì 31 gennaio 2024

Megan Is Missing (2011)

La challenge HorrorX24 di Letterboxd continua col secondo prompt, Lowest rated horror film on your watchlist. Onestamente, non so nemmeno perché ci fosse finito sulla watchlist ma, tant'è, il titolo di oggi è Megan is Missing, diretto e sceneggiato nel 2011 dal regista Michael Goi.


Trama: Megan è la ragazza più popolare del liceo ma, nonostante questo, la sua migliore amica è una ragazzina evitata da tutti, Amy. Dopo avere conosciuto un ragazzo online, Megan scompare senza lasciare traccia...


Prima di iniziare col post, mi preme segnalare che il meraviglioso podcast Nuovi incubi, di Lucia e Marika, aveva già parlato di Megan is Missing QUI. Non ho ancora ascoltato l'episodio, perché verteva su due film che non avevo visto, ma conto di farlo per scoprire se le opinioni espresse nel corso della puntata rispecchiano le mie. Intanto, prima di affrontare il soggetto, prendo tempo per raccontarvi un po' il motivo per cui un mockumentary fatto con due dollari come Megan is Missing sia assurto agli onori della cronaca dopo dieci anni dalla sua uscita. Il "merito" è del social TikTok, che a un certo punto (probabilmente perché, durante i vari lockdown, i ragazzini si sono messi a raschiare il fondo del barile dello streaming horror) si è riempito di video reaction di utenti terrorizzati e pronti a consacrare il film come il più terrificante di sempre, cosa che ha spinto il regista a scrivere questo trigger warning per giovani utenti che vi traduco a braccio: "Non guardate il film di notte. Non guardatelo da soli. Quando vedrete comparire sullo schermo le parole 'foto numero uno' avete circa quattro secondi per spegnere la riproduzione prima di assistere a cose che magari non volete vedere, soprattutto se siete già spaventati". Io non sono giovane, né mi spavento più così facilmente, ma vi assicuro che quella foto numero uno me la ricorderò finché campo. Attenzione, però, a non confondere fastidio, disgusto ed ansia con "paura": Megan is Missing non lascia quella sensazione di terrore in grado di spingere lo spettatore ad accendere tutte le luci, quanto piuttosto dubbi sulla sanità mentale di Michael Goi il quale, nel tentativo dichiarato di realizzare un'opera che mettesse in guardia i genitori di figli adolescenti dai pericoli del web, ha girato un torture porn con protagoniste minorenni talmente connotate sessualmente che uno dei tanti, lunghissimi dialoghi "pre-foto" racconta nel dettaglio (e con dovizia di risolini stupiti, ma anche stupidi) lo stupro orale ai danni di una bambina di dieci anni. Tranquilli, prendetevi pure il tempo di rileggere la riga precedente, non ho fretta. Ho 42 anni, capisco che il mondo sessuale dei teen e pre-teen è LEGGERMENTE cambiato rispetto a quando facevo le medie e le superiori io, conosco la leggenda metropolitana (? uno ci spera...) delle gare di "chinotti" in bagno, arrivo persino a capire l'intento disperato di connotare Megan come una ragazza persa a causa di una situazione familiare terrificante, ma si può anche giocare di sottigliezza senza imperniare ogni sequenza del film sul fatto che Megan, a 14 anni, dà via ogni orifizio come il pane. 


Quando non è impegnata a regalarla ai suoi "amici" in cambio di un po' di droga, Megan cerca l'amore vero on line (!!), ed è qui che Megan is Missing dovrebbe trasformarsi in cinema educativo per i genitori, così da spingerli a controllare il comportamento dei propri figli su internet. Il fallimento dell'intento è dato, in primis ma non solo, dalla natura imbarazzante dell'espediente narrativo, che vede Megan accettare l'incontro con un ragazzo mai visto prima dopo solo un paio di conversazioni a telecamera spenta (durante le quali, per inciso, "Josh" si contraddice tante di quelle volte che la puzza di marcio avrebbe dovuto prendere a schiaffi la ragazzetta dallo schermo del PC) e, come da titolo, sparire. In seconda, ma non ultima, istanza, c'è la dubbia efficacia del torture porn come mezzo "educativo". Dopo la sparizione di Megan, infatti, il film diventa davvero un horror e va a punire la povera co-protagonista, rea "soltanto" di essere scema come un tacco e di girare da sola per i boschi dopo essere stata minacciata dal fantomatico Josh; Michael Goi azzecca soltanto UNA sequenza, quella in cui Josh spia Amy di nascosto, dopodiché confeziona scene talmente fastidiose che, al confronto, il coniglio spellato di Antropophagus è un elegante guizzo andersoniano, indugiando per un tempo lunghissimo sul primo piano di una ragazzina stuprata e per un tempo ancora più lungo su suppliche ed urla sovrapposte alla ripresa in tempo reale di uno stronzo che scava una buca. A ripensarci, non so davvero come ho fatto ad arrivare alla fine di Megan is Missing visto l'orrore che permea gli ultimi venti minuti, ma non perché il film sia fatto male o recitato da dilettanti, quanto piuttosto per la gioia spudorata di sbattere in faccia allo spettatore una roba pornografica facendola passare per altro. Non c'è nulla, in Megan is Missing, che faccia riflettere lo spettatore (sì, ok, il cautionary tale. Sì, nel 2011 magari si era tutti più ingenui. Ma, ripeto, c'è modo e modo), niente di catartico, niente di divertente, c'è solo il compiacimento di scioccare prendendo come spunto storie di cronaca "vera" con vittime minorenni e io, sarò invecchiata, ma certe cose non le tollero più. Fatevi il favore ed evitate questo film abietto.  

Michael Goi
è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto episodi di serie come American Horror Story, The Gifted, Streghe e Le terrificanti avventure di Sabrina. Anche direttore della fotografia, produttore e attore, ha 65 anni.


Se il film vi fosse piaciuto recuperate Ratter - Ossessione in rete e The Den. ENJOY! 

4 commenti:

  1. l'anno scorso ho parlato di questo filmaccio sul mio blog e ne è nata una discussione con uno dei miei (rari) lettori, che lo apprezza molto di più di quanto faccia io.
    Ebbene, condivido la tua opinione. Qui si parte dal discorso della "cautionary tale" per rimestare poi con entrambe le mani nel torbido e sguazzarci, tra minorenni sessualizzate in maniera anche estrema e scene di violenza. Exploitation e torture porn, ecco quello che ci vedo io, in questo filmaccio ipocrita e sconcio.
    Non sono uno che invoca spesso la censura ma qui forse...

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    1. Ho letto sia il tuo post sia i commenti in questione e capisco anche il punto di vista del tuo interlocutore. Ma, siccome ha urtato parecchio la mia sensibilità, la penso esattamente come te.

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  2. Stavo per guardarlo giusto ieri sera ma poi all'ultimo, senza motivo, ho virato su qualcos'altro. Se è stato un tuo messaggio telepatico a mettermi in guardia, beh, ti ringrazio.

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    1. Potrebbe anche essere. Nel caso, sono contenta che il mio blog si renda utile, ogni tanto!

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